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Messaggi del 09/09/2014

 

davide bifolco

Post n°1125 pubblicato il 09 Settembre 2014 da casilli2010
 

E' arrivato a Montesanto, via Circumflegrea e Cumana, il nuovo corteo per chiedere giustizia dopo la morte di Davide Bifolco, il 17enne deceduto al Rione Traiano dopo un inseguimento con un carabiniere. manifestanti si sono diretti verso la caserma del comando provinciale dei carabinieri Pastrengo in piazza Monteoliveto, dove è andato in atto un sit-inDavanti alla caserma Pastrengo il comandante provinciale dell'Arma, Marco Minicucci, è sceso incontrando i manifestanti. Alla richiesta di un minuto di silenzio e all'invito di una parente di Davide a togliere il cappello ha detto: «Noi il cappello lo teniamo sempre in testa, ma per Davide lo toglierò». Al gesto, sono piovuti scroscianti applausi.

«Non muro contro muro, dobbiamo stare insieme per cambiare questa città». Così, il comandante provinciale dei carabinieri di Napoli, colonnello Marco Minicucci, si è in seguito rivolto ai giovani in corteo al loro arrivo sotto la caserma «Pastrengo», sede del comando. «Questa città - ha detto ancora il colonnello Minicucci - va cambiata nel bene e nella legalità».

Questo è il quarto giorno in cui si susseguono manifestazioni in città. «Davide è sempre con noi» si è cantato all'interno della ferrovia Cumana del quartiere montecalvario. «Siamo ancora in strada per un corteo pacifico per chiedere giustizia per uno dei figli della nostra terra».

Ad aprire il corteo - composto da quasi 200 partecipanti - una foto del ragazzo e uno striscione sul quale si legge: «Lo Stato dovrebbe tutelarci invece ci ammazza. Giustizia». Le persone presenti in piazza hanno accolto con un applauso l'arrivo dei manifestanti.

Nel corteo anche un cane al quale è stata messa addosso una t-shirt bianca con la scritta: «Davide vive», e «Bifolco sta qua», seguito da un cuore disegnato con il pennarello rosso.

«Siamo qui per la pace di Davide, non per la guerra», urla con il megafono uno dei ragazzi. «Davide sempre con noi» e «Giustizia. Davide Vive» , sono stati gli slogan che hanno intonato i manifestanti.

Preghiere per Davide, applausi e cori alla fine. Il corteo, dopo essersi fermato davanti alla caserma «Pastrengo», il corteo ha percorso via Medina, passando accanto alla Questura, via Monteoliveto fino a piazza del Gesù, nel centro storico, dove, davanti alla chiesa del Gesù Nuovo, si è tenuta una preghiera e un sit in.

«Davide non è morto inutilmente, impariamo da questo a vivere meglio e più intensamente», ha detto don Vincenzo Sibilio, parroco del Gesù Nuovo, che ha pregato con gli abitanti del Rione Traiano giunti in piazza. «Facciamo di questo un momento importante - ha detto - Vi chiedo una delle due foto di Davide e la terrò nel mio ufficio».

Poi don Sibilio ha pregato con loro (l'Eterno riposo e il Padre nostro): «Dio l'ha abbracciato e lo tiene a stretto a sè», ha affermato.

«Chiediamo a Dio la forza per guardare avanti - ha concluso il parroco - e per costruire un futuro più dignitoso per questa Napoli così stupenda e tormentata». Prima di lasciarli un invito «a non usare la violenza».

Sul balcone di un centro sociale che si trova poco prima di piazza del Gesù, qualcuno ha affisso uno striscione giallo con una scritta nera: «Davide ucciso a 17, basta Rambo in divisa».

Il corteo, infine, si è sciolto, dandosi appuntamento al Rione Traiano, sul luogo dove è morto il ragazzo, per una veglia di preghiera
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Fon.Il Mattino

 
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Davide l autopsia

Post n°1124 pubblicato il 09 Settembre 2014 da casilli2010
 

«Secondo quanto risulta dalle fotografie pubblicate dai familiari di Davide Bifolco, il giovane rimasto ucciso nel corso di un inseguimento a Napoli, il foro di proiettile sulla spalla è chiaramente di entrata e non di uscita: un dato che, non appena arriverà la conferma dall'esito dell'esame autoptico, dimostrerà in maniera inoppugnabile che il carabiniere non ha sparato direttamente alle spalle». È quanto afferma, in una nota, Franco Maccari, segretario generale del Coisp (Coordinamento per l'indipendenza sindacale delle forza di polizia).

Ciò, avvalorerebbe, prosegue Maccari, «il resoconto del militare, che sostiene di aver fatto partire il colpo accidentalmente, essendo inciampato durante l'inseguimento». «Naturalmente - prosegue Maccari - il compito di accertare la verità tocca agli investigatori, alla Magistratura e ai consulenti, che dovranno compiere senza condizionamenti i necessari approfondimenti tecnici. Ciò che lascia ancora una volta amareggiati è la solita gogna mediatica scatenata contro un agente in divisa chiamato a compiere il proprio lavoro: un lavoro difficile, pericoloso, e nel quale la tragedia è ogni giorno dietro l'angolo. Comprendiamo il dolore dei familiari del giovane rimasto ucciso, ai quali esprimiamo la nostra solidarietà, ma è doveroso mostrare la nostra vicinanza ad un collega che, oltre ad essere terribilmente scosso per la tragedia in cui è rimasto suo malgrado coinvolto, viene dipinto come un feroce assassino da chi non perde occasione per scagliare il proprio odio ed il proprio disprezzo verso le Forze dell'Ordine».

Font.il mattino

 
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