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GEORGIA: MISSIONE EUROPEA DI MONITORAGGIO "E.U.M.M."

Post n°509 pubblicato il 17 Febbraio 2009 da antonello16477
Foto di antonello16477

Logo della Missione E.U.M.M. in Georgia

 

L'Ossezia è una regione storica del nord del Caucaso, al confine tra Russia e Georgia, oggi amministrativamente divisa in Ossezia del Nord (chiamata anche "Alania"), in Russia, ed Ossezia del Sud, in Georgia. Durante l'era sovietica l'Ossezia formava un'unica provincia autonoma all'interno dell'area caucasica e solo dopo la dissoluzione dell'Urss venne suddivisa in Ossezia del Nord e del Sud.


La parte settentrionale restò sotto il controllo russo mentre la parte meridionale, un'area di 3.900 Km quadrati, con una popolazione di circa 70.000 abitanti, entrò a far parte della Repubblica di Georgia.


Dopo aver conseguito l'indipendenza, nel 1991, la Georgia abolì l'enclave autonoma osseta, provocando una migrazione di molta della popolazione verso l'Ossezia del Nord. Circa 100.000 profughi osseti del sud sono stati reinseriti nell'Ossezia del Nord, diventando motivo di occasionali conflitti con la popolazione locale.


Nel 1991, inoltre, la Georgia dichiarò il georgiano unica lingua ufficiale del paese e abolì il bilinguismo con il russo parlato in Ossezia del Sud, dando nuovo vigore al separatismo della regione e alimentando le rivendicazioni nazionaliste.


Il 28 novembre 1991, con l'appoggio della Russia, l'Ossezia del Sud si autoproclamò con un referendum popolare repubblica indipendente ma non venne riconosciuta né dalla Georgia né dalla comunità internazionale.


Le tensioni tra Tbilisi e Tshkinvali, capoluogo dell'Ossezia del Sud, sfociarono in una guerra civile sanguinosa che causò un migliaio di morti e almeno centomila profughi osseti. La guerra vide l'intervento della Russia a sostegno della causa indipendentista degli osseti.


Solo nel 1992 si arrivò al cessate il fuoco ma di fatto gli scontri a fuoco continuarono per anni, malgrado l'invio di una forza di interposizione e di peacekeeping formata da russi, georgiani e osseti che operava sul confine per mantenere lo status quo.


Nell'agosto 2004 la guerra fredda tra i due paesi venne interrotta da nuovi scontri a fuoco con molte vittime. Nel novembre 2006 un secondo referendum confermò la scelta indipendentista osseta con un risultato plebiscitario ancora una volta riconosciuto come valido dalla sola Russia.


Nel marzo 2008, la Georgia ha sostenuto che non avrebbe più considerato la Commissione congiunta di controllo (istituita tra le parti contendenti nel 1992) come meccanismo efficace e ne ha chiesto la sostituzione con una nuova Commissione di diversa composizione. La proposta è stata respinta dall'Ossezia meridionale, che l'ha valutata inattuabile, indipendentemente dal giudizio della Russia e degli altri Stati europei.


Nel corso dei cinque mesi successivi la tensione lungo la linea di demarcazione tra territorio georgiano e osseto meridionale è cresciuta progressivamente, soprattutto per via della costante concentrazione lungo il confine di unità militari da parte georgiana, compresi armamenti pesanti. 


Senonchè, nella notte tra il 7 e l'8 agosto 2008 le forze militari georgiane hanno lanciato l'attacco, tanto da provocare una guerra tra le parti contendenti che vede morti da entrambe le popolazioni in lotta.


Per cercare di arginare la crisi, i capi delle diplomazie dell'Unione Europea, in data 15 settembre 2008, hanno ufficializzato a Bruxelles l'invio di 358 uomini, di cui 200 osservatori, nel quadro della nascente Missione Europea di Monitoraggio in Georgia, all'uopo denominata "E.U.M.M." (European Union Monitoring Mission in Georgia).


L'EUMM opererà in stretto coordinamento con le Missioni già attivate nel Paese dall'OSCE e dall'ONU (United Nations Observer Mission in Georgia - UNOMG).


La Missione, la cui sede sarà a Tbilisi con l'aggiunta di uffici dislocati sul terreno, verrà dapprima dispiegata nel territorio sotto controllo georgiano mentre in un secondo tempo si estenderà alla fascia di sicurezza con le regioni separatiste. Quest'ultima dovrebbe essere lasciata libera dalle truppe russe entro il 10 ottobre 2008 come previsto dall'accordo raggiunto a Mosca il 12 agosto 2008 dal presidente francese con il suo omologo russo.


E' prevista, inoltre, la costituzione di 10 Operational Monitoring Unit (OMU), composte da 20 uomini ciascuna, già in Georgia dalla fine del mese di settembre 2008.
Le OMU, a loro volta, sono suddivise in Monitoring Team, composti da un conduttore, due osservatori, un interprete/conoscitore della lingua russa ed un Field Officer, responsabile del coordinamento delle attività di monitoring nelle aree assegnate. La dislocazione dei Team di monitoraggio viene decisa dall'Head of Mission (HOM) in relazione alle esigenze del momento.


Operativa dal 1° ottobre 2008, alla Missione contribuiscono con proprio personale 22 Paesi membri dell'Unione Europea.


La Missione ha i seguenti compiti:

- monitorare, analizzare e riportare al processo di normalizzazione, in attuazione del citato accordo, con particolare attenzione al rientro dei rifugiati e dei profughi;

- contribuire alla riduzione delle tensioni tra le parti, attraverso l'attivazione di collegamenti fra le stesse.


L'Italia è presente nell'ambito della Missione con la partecipazione di un Contingente di 40 unità, con 36 osservatori militari e 4 funzionari del Ministero Affari Esteri.

 
 
 
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