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Non cambiare il tuo cuore

Post n°258 pubblicato il 15 Marzo 2009 da laura_brustenga
 

15 marzo 2008:

I miei risvegli sono tutti uguali: nostalgia, nostalgia, nostalgia. E un immenso dispiacere per lui, che certamente starà facendo i conti con la sua esperienza, coi dubbi sulla riuscita del suo imminente trapianto cardiaco. Entro nella sua mente, ci leggo tanta di quella pena che mi sembra di essere io al suo posto: ci leggo paura di morire, consapevolezza che ciò non è da escludere. Ci leggo il dispiacere di poter per questo stroncare le ali a un amore appena nato ma già fortemente in volo verso l'alto. Ci leggo lacrime che lui mi nasconde per fermare le mie... Entro nel suo cuore, quel cuore che tra pochi giorni non sarà più nel suo petto, ma che lascerà lì tutto l'amore che Karol ha e ha avuto per le persone che ama. Perchè l'America è tanto lontana? Perchè ho paura di mollare tutto e prendere un aereo per raggiungere il mio amore che ha bisogno di me? Perchè mi sento frenata al pensiero di doverlo guardare negli occhi, di potergli tenere la mano, di sorridere al suo sorriso? Perchè questo amore è piombato nell'anima e nell'anima sembra dover restare?  

 

Quello che provo ora è assurdo: gioia e dolore maledettamente aggrovigliati da un unico pianto. Non capisco più cosa sto provando, cosa sta accadendo alla mia vita. Ma so che non mi sono mai, mai sentita così in tutta la mia vita. Tra me e karol troppe emozioni, tra me e karol troppe coincidenze, tra me e Karol...troppo amore. Un amore che la mente non si spiega, ma che il cuore riconosce quasi come l'unico amore della vita. E' possibile tutto questo? Ma è ciò che io sento, ed è ciò che lui sente. La solitudine di cui mi circondo in questi giorni è fatta di lui. Non esiste altro al mondo che lui. Faccio lunghe passeggiate in riva al mare e immergo nel suo mistero il mistero di questa storia incredibile che più avanza nel tempo, più incredibile diventa. Ripenso a quello che karol mi ha scritto qualche giorno fa. Lui mi ha detto che quando una persona muore, la sua anima non lascia subito questa dimensione, ma resta ancora un pò perchè anche per l'anima è difficile staccarsi dalla vita senza aver prima completato alcune cose. Questa frase mi torna in mente spesso e non so perchè. E mi chiedo ancora cos'è che lui ha "vissuto" con me durante il suo lungo coma. Mi ha detto che mi racconterà tutto quando saremo lontani da questo momento difficile: ma ci sarà mai un momento in cui saremo lontani da tutto questo dolore e da queste difficoltà? Comincio davvero a comprendere che il nostro incontro sia qualcosa di assolutamente speciale, e non uno di quei grandi e impossibili amori della vita. Mi dà tutt'altri brividi, lo sto da sempre vivendo fuori dal contesto materiale e nemmeno me ne rendevo conto. Ho incontrato Karol e ho detto E' LUI. Lui ha detto E' LEI. Eppure non ci siamo mai visti.

Non scrive più...Karol per oggi non scrive più. Devo imparare a non aspettarmi nulla, adesso che è sotto farmaci potentissimi che lo rendono fisicamente debole. Eppure lui mi ha scritto. Narcotizzato, ma mi ha scritto. Questo mi fa male, perchè sto comprendendo sempre di più quanto io sia nei suoi pensieri, ma soprattutto nel suo cuore. E quanto dev'essere terribile prepararsi ad una condizione in cui puoi perdere tutto: anche l'amore che ti ha cambiato la vita, che ha resistito al dolore per la morte di una figlia, che ha resistito ad un cuore spaccato in mille pezzi, che ha resistito ad un coma durato mesi.  Che ha vissuto anche durante una morte apparente, quando io vivevo la mia vita e lui, svegliandosi, mi disse HAI SOFFERTO TANTO, PER ME. Quando si era "addormentato" non sapeva nemmeno che io...pensavo ancora a lui.

 laura brustenga

 

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