Creato da no_body3 il 10/12/2008

ARMONIA NASCOSTA

dedicato agli incantatori.. ai demagoghi di professione.. con la speranza che si tratti di specie in via di estinzione

 

 

E L S A * * *

Post n°411 pubblicato il 11 Settembre 2010 da no_body3

 

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Roma, 19 gennaio 1938

 

Sogni erotici. Evidentemente, caro Antonio, la mia vita diventa ogni giorno più stupida, una schiavitù e un'ansia dei bisogni fisici: materiali e sessuali. Me ne accorgo dai miei sogni. Ieri una stanza chiusa dirimpetto alla mia attuale, ma dentro un giardino. So che è la casa di E. C. Perché poi di E. C.? Perché egli una volta per telefono mi disse che (********) In questi giorni smanio di (********) ore penso a (****************) Le loro pose sono straordinariamente lascive o meglio le (*********) Niente mi dà il senso della morte come il mio spirito schiavo per ore e ore di questi piccoli divertimenti osceni.


( Elsa Morante, Diario 1938 - Einaudi, 1989 )

 

 

 

 

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O P H A N I M ° ° ° ° ° ° °

Post n°410 pubblicato il 25 Agosto 2010 da no_body3

 

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      Mi è venuta oggi l’illuminazione…

   Penso che certe persone si siano incontrate prima di nascere.. sotto forma di Spirito… è inevitabile che quando poi si incontrano sulla terra.. si riconoscano.. e scatta il feeling… amicizia.. amore.. simpatia…

   Che si abbia la sensazione di conoscerli da una vita.. da più vite…

   Che si abbia l’impressione di toccare la loro anima.. di leggere nei loro pensieri… così.. senza sforzo.

   Sintonia.

   Mi è successo.. si !

   Ci siamo incontrati quando ancora eravamo angeli… senza le incrostazioni della vita… e ci siamo riconosciuti anche qui.. anche oltre le incrostazioni….

   La vita ci fa incontrare con i suoi incroci più assurdi.. e poi noi ci riconosciamo.

   A volte basta uno sguardo.

   Altre volte nemmeno quello. E si ricrea il legame.. oltre la coscienza..

   li vedete?

   Due angioletti che fantasticano sul loro meraviglioso viaggio sul pianeta terra …. … .. .

 

 

 

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_ . . M E T A P H O R . . . _

Post n°409 pubblicato il 11 Agosto 2010 da no_body3

 

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La bella addormentata nel bosco

 

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-  Potrei andare a Nantes e dovrai venire con me.. tesoro. Potremo spassarcela.. che ne dici?

-  In qualche occasione futura sarà un piacere.. ma in questo momento devo finire una relazione per il convegno di Glasgow sulla Metafora e non riesco a districarmi.

-  Spiegami. Due menti sono meglio di una. Quale Metafora?

   Jack si sente perduto. Aveva momentaneamente distolto Nora da Carlo.. solo per ritrovarsi impelagato a discutere di un saggio che stava appena prendendo forma nella sua mente e che sarebbe stato meglio lasciar crescere da solo nel buio per un altro mese.

-  E’ ancora vaga. Riguarda Melusina e Medusa e l’idea di Freud che la testa di Medusa fosse una fantasia di castrazione.. sessualità femminile temuta.. non desiderata.

- Ah.. – disse Nora.. – devo raccontarti di una lettera che ho ricevuto dalla Germania su Faust di Goethe.. dove le teste tagliate dell’Idra strisciano e pensano di essere ancora questa o quella cosa – mi sono interessata a Goethe di recente – l’ewig weibliche.. le Madri.. e così via.. streghe.. sfingi…

   Non continuava a parlare. Non era mai noiosa.. per essendo sempre concitata. Jack cominciava a sentirsi al sicuro mentre la conversazione si spostava dalla Bretagna a Goethe.. da Goethe alla sessualità dei due mariti di Nora che lei era solita deplorare e.. molto occasionalmente.. celebrare.. in una sorta di recitativo appassionato.

   Jack pensava sempre che non ci fosse più nulla da imparare.. oltre a quello che già sapeva.. su capricci e manie. .. … ….

 

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L _ A _ S _ T * * *

Post n°408 pubblicato il 23 Luglio 2010 da no_body3

 

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   “Avresti potuto scegliere un posto più caldo.. per un convegno amoroso” cinguettò  Frida nel folto degli alberi.

   Mi voltai di scatto nella direzione della sua voce.. ma non vidi nessuno. Il sole non era ancora tramontato.. ma sembrava già quasi buio.. perché il cielo era ingombro di nuvole e cadeva una pioggia leggera.

   “Credevo non volessi più rivedermi” proseguì Frida in tono beffardo.. “ma io te lo avevo detto che mi avresti supplicato di  tornare”.

   “Smettila.. Frida.. vieni fuori”

   In quel preciso istante.. sentii una mano afferrarmi una spalla e sobbalzai.

  Frida rise e mi baciò appassionatamente. “Ma perché mi hai voluto incontrare in un bosco? Se pensi che mi spoglierò qui.. in pieno inverno.. te lo puoi scordare.. ci mancano solo i rovi e gli insetti. Non potevamo incontrarci tra quattro mura?”

   “L’ultima volta abbiamo rischiato di farci scoprire. Te ne sei già dimenticata? E adesso è ancora peggio.. sono sempre sul chi vive.. non potevo incontrarti da nessun’altra parte”

   La pioggia cadeva sulle foglie morte e il vento soffiava tra i cespugli. Mi guardai intorno.. preoccupato. Forse non era stata una buona idea.. dopotutto. Il sottobosco poteva nascondere dieci paia di occhi e di orecchie indiscreti..

   “Ma guarda.. stai tremando.. povero il mio  Sam” disse Frida prendendomi la mano..  “hai un aspetto orribile. Dai.. siediti.. è successo qualcosa?”.. la sua voce aveva perso ogni ironia e i suoi occhi  esprimevano sincera preoccupazione.. cosa che non capitava da mesi.

   C’era una quercia caduta.. lì vicino. Avevo fatto sapere a Frida che l’avrei aspettata lì. Quando mi sedetti sul grosso ramo mi si avvicinò e mi sollevò l’orlo del giubbino.. insinuandomi una mano fra le gambe. Avrei voluto abbandonarmi al suo tocco.. ma non osavo farlo.. così feci appello a tutta la mia forza di volontà e mi ritrassi.

   Frida staccò un ramoscello e cominciò a farlo a pezzi “Dovrei essere arrabbiata con te.. Sam. Non so nemmeno perché sono qui” disse.. con un broncio infantile.. “mi hai cacciato in malo modo e sei sparito per settimane. E ora ti aspetti che accorra appena schiocchi le dita”.. . “Allora?”.. mi incalzò.. “perché mi hai trascinato in questo posto dimenticato da Dio? Devi volere qualcosa. O mi parli o mi scopi.. per me è lo stesso.. ma non ho intenzione di starmene qui tutta la notte al freddo”.

   Balzai in piedi.. furioso “ Vuoi sapere perché ti ho fatto chiamare? Te lo dico.. allora. Ho bisogno di soldi ”.

   “ Soldi?” ripeté Frida.. incredula. “ E a cosa ti servono? Sei un benestante.. hai la vita facile.. tu. Hai un tetto sulla testa e il cibo garantito. E non devi spaccarti la schiena per guadagnarteli. Vorrei che fosse così semplice anche per me”... “Povero piccolo Sam ! Vorrei poterti aiutare.. davvero”.. mormorò.. avvicinandosi e  accarezzandomi la nuca. Sentii il dolce profumo muschiato dell’olio che si spalmava sulla pelle. “Ma sono io quella che viene da te per chiederti soldi.. Sam. Lo sai che ho le mani bucate. E’ la mia natura. Non riesco ad evitarlo”.

   “Ma puoi procurarteli. Gli altri uomini che.. intrattieni ti pagherebbero se glielo chiedessi”

   “Ah.. vuoi diventare il mio ruffiano ? ”.. ribatté Frida ridendo. Poi stringendosi a me.. mi passò un dito sull’inguine.. facendomi rabbrividire.. e aggiunse: “Credevo che me la spassassi con altri uomini. O.. sotto sotto.. la cosa ti eccita? Te ne stai sdraiato sul tuo letto freddo e vuoto e pensi a  me in compagnia di altri amanti ? ”.. così dicendo.. mi strinse i testicoli.. strappandomi un rantolo.

   La spinsi via e le sibilai: “ Odio pensarti insieme a qualcun altro.. ma so benissimo che lo fai. Ti è sempre piaciuto sbattermelo in faccia ”

   Il suo sorriso beffardo non la smentì.

   “Ti prego.. Frida.. se hai mai provato dei sentimenti per me.. aiutami. Non ho nessuno a cui rivolgermi ”

   Frida si appoggiò ad un albero fissando i rami gocciolanti.. come se quell’argomento l’avesse annoiata. “Deve esserci qualcosa che puoi vendere”..

   Allungai una mano e le carezzai i morbidi capelli.. “Ti  prego.. Frida.. farò tutto ciò che vuoi.. ma devi trovarmi quei soldi. Ti supplico”.

   Le sue labbra cercarono le mie.. e la lingua si insinuò tra i miei denti mentre una mano mi afferrava il sedere premendoselo contro e facendomi rabbrividire. Per un attimo ci stringemmo.. ebbri di passione.. e io riuscii a dimenticare tutto quanto. Per un breve istante.. l’unica cosa che contava era il magnifico corpo che avevo tra le braccia.

   Poi Frida mi sussurrò all’orecchio: “Lascia perdere questo buco… Vieni via con me.. Sam.. stanotte.. adesso. Potremmo andare a Londra. Ho sempre desiderato vivere lì. Non ci sarebbe nessun altro.. te lo giuro. Solo io e te ”.

   “Frida.. non credi che lo avrei già fatto.. se avessi potuto? ”.

   “Se non fuggi con me.. vuol dire che non mi ami ”.. ribatté Frida.. stizzita.. allontanandomi.. “ sei come tutti gli altri : prendi quello che vuoi.. e poi….. ”. Sul suo volto comparve un misto di  paura e odio.. e capii di aver commesso un errore fatale.

   I suoi occhi.. mi fissavano.. freddi e sprezzanti.

   Provai ad abbracciarla.. ma lei si allontanò.. caddi in ginocchio sulle foglie fradice e afferrai l’orlo del suo mantello : “ Tu sei il mio angelo.. il mio meraviglioso angelo delle tenebre. Rinuncerei a tutto per te. Ma… questa volta ho bisogno del tuo aiuto. Non ti chiederò più nulla.. ma ora ti supplico: aiutami.. Frida! ”

   “ Alzati. Sei ridicolo e patetico! ”

   Mi rialzai.. rosso in viso per la vergogna e l’umiliazione.

   “Ti troverò i soldi ”.. disse lei freddamente… “Ma devi darmi tempo... Ora lasciami andare ”

   “E tornerai appena puoi… con il denaro? ”

   “ Ti ho detto di sì ”

   Ma il suo sorriso era troppo luminoso.. troppo fragile.. e io sapevo.. in fondo al cuore.. che non l’avrei rivista mai più. Avevo esagerato.. e lo sapevamo entrambi.

   Prima di andarsene.. mi baciò.

   L’ultimo bacio.

   E’ sempre l’ultimo quello che tradisce.

 

  

 

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BACK * TO * THE * MIDDLE * . * . * . *

Post n°407 pubblicato il 07 Luglio 2010 da no_body3

 

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   Il suo salotto era inaccessibile.. per arrivare fino a lui non servivano raccomandazioni.. preghiere.. suppliche.. pressioni. Talvolta.. in via eccezionale.. autorizzava a portare un amico.. ma di solito era lui a scegliere.. seguendo una sua logica imperscrutabile.

   Imprenditori.. artisti.. prelati.. politici.. luminari della medicina.. della letteratura.. talvolta anche regnanti hanno bussato alla sua porta: a volte ricevuti.. a volte no…. Dinanzi ai loro occhi sciorinava i suoi poteri.. in piena luce.. con la semplicità di un gioco…. Ma erano prodigi.. !

   Ricco di famiglia.. non aveva necessità di denaro.. devolveva grandi somme in beneficenza.. aiutava persone in difficoltà e spesso ricorreva alla sua vastissima rete di conoscenti per risolvere i problemi quotidiani di quanti si rivolgevano a lui disperati.

   Lo s’incontrava spesso in ospedale.. arrivava inaspettato al capezzale di qualche ammalato per portare sollievo materiale e spirituale.. talvolta anche la guarigione.. ma ne proibiva  anche solo di farne cenno. Non voleva che lo si scambiasse per un pranoterapeuta.. anche se in effetti aveva anche quel dono.

   Nella sua vita.. lunga quasi tutto un secolo.. conobbe i più grandi del suo tempo.. da Mussolini ad Einstein.. a vari pontefici e come un secolo prima per Helena Blavatsky .. dotata degli stessi poteri.. Rol doveva dimostrare ai potenti della terra.. con cui venne a contatto.. che lo spirito ha il potere d’ interagire con la materia.

   Che la materia stessa è spirito.. e come tale ubbidisce a leggi spirituali.. anche se ancora non conosciute e codificate dalla scienza.

   E i grandi della terra.. anche le menti più eclettiche.. non lo compresero.. ammaliate dai suoi prodigi gliene chiedevano sempre di nuovi e più complessi.. gli chiedevano previsioni sul futuro.. sull’economia.. gli affetti.. gli andamenti politici.. ma non si preoccupavano di capire da dove.. e come attingesse a quelle sue facoltà.

   E quegli stessi privilegiati.. migliaia.. che per anni hanno affollato il suo salotto smaniando per un incontro.. perché ora tacciono.. si defilano.. non vogliono apparire?

   Perché non raccontano ciò che hanno visto.. sentito.. ottenuto da quell’uomo cortese e riservato?

   Se chi sa tace.. saranno soltanto i detrattori a parlare e non ci sarà nessuno di qualificato a zittirli..

e la bilancia che dovrebbe pesare la verità pende dalla parte sbagliata. .. … ….

 

 

 

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Moon ° Light ° °

Post n°406 pubblicato il 27 Giugno 2010 da no_body3

 

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Al chiaror di luna piena.....

 

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Uno squarcio tra le nuvole..


come solchi arati nel cielo


i bagliori della luna

 
nell’oscurità..

 

 

 

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P h a e t o n ° ° °

Post n°405 pubblicato il 20 Giugno 2010 da no_body3

 

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La maggior parte di quelle che oggi sono le terre emerse sul nostro pianeta denotano una marcata giovinezza geologica che.. insieme alle molte aree sprofondate sotto l’acqua che sono già state localizzate con certezza.. concorre a far capire che in epoche neppure troppo antiche la superficie di questo mondo aveva un aspetto totalmente diverso da quello che possiede ora.

   Con tutta probabilità.. lo sconquasso che ha radicalmente mutato la disposizione delle terre emerse e degli alvei dei mari qui sulla Terra è avvenuto intorno all’anno 10.000 prima di Cristo.. in un’epoca che è a noi vicinissima e in cui.. con tutta probabilità..una grande civiltà umana era già fiorita.

   La causa di questo cataclisma che ha spazzato via tutto o quasi è stata con tutta probabilità di origine cosmica: un grande asteroide o un pianetino che ha colpito la Terra.. un disastro immane il cui ricordo è stato tramandato dai sopravvissuti con il mito di Fetonte.. il cocchiere che cadde con il suo carro alato sulla Terra provocandone l’incendio di vaste parti.

   Molte prove sono state da tempo provate che dimostrano come.. prima di quella apocalittica catastrofe.. il clima sulla Terra era assai differente da quello attuale; era molto più mite e per questo ovunque sulla superficie del globo si era sviluppata una grande proliferazione di vita.. sia vegetale che animale.. e questo succedeva anche alle latitudini polari.. che invece oggi non ospitano quasi più nulla di biologicamente attivo. E siccome la vegetazione e la flora erano in quei tempi sovrabbondanti in ogni emisfero del pianeta.. anche la fauna era incredibilmente diffusa e si componeva di molte specie rispetto a quelle che esistono oggi.

   A questo punto va fatto rilevare che è possibile dedurre che in quel tempo che ha preceduto la grande catastrofe di Fetonte.. la Terra doveva ruotare perpendicolarmente e.. soprattutto.. il suo movimento su se stessa era sicuramente più lento di quello odierno. Gli anni erano fatti di giorni più lunghi e sempre uguali.. mentre le stagioni quasi non si differenziavano tra loro almeno dal punto di vista climatico.. specialmente alle latitudini tropicali e sub-tropicali. Con tutta probabilità.. quindi.. sulla Terra prevaleva allora un’uniformità climatica.. proprio come riferiscono le antiche leggende che parlano dell’ “Età dell’Oro”.. che sarebbe appunto l’epoca nella quale l’asse della Terra non era stato ancora inclinato dalla catastrofe cosmica.

   Ma ecco alcune delle caratteristiche che quella Terra ‘diversa’ aveva prima del 10.000 avanti Cristo: il pianeta era stabile ed era sempre stato così da un grandissimo arco di tempo; gli oceani e le terre emerse avevano una disposizione assai diversa da quella che hanno oggi; le montagne erano tutte molto più basse e i deserti.. che pochi che esistevano.. erano molto meno estesi.. mentre gli oceani erano alquanto meno profondi; le calotte polari probabilmente non esistevano o.. se c’erano.. dovevano essere di dimensioni estremamente ridotte.

   Questa era la Terra del 10.000 prima di Cristo.

   La Terra di prima del Diluvio.

 

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G L A D * * * * * * *

Post n°404 pubblicato il 13 Giugno 2010 da no_body3

 

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Salta un battito il mio cuore quando la parola Herat viene pronunciata.
   E la nuvola del sogno si posa su di me. L’arrivo ad Herat si ripete nel mio ricordo.. continuo da sempre ad arrivare ad Herat e l’emozione palpita nella mia gola.

   Attenti.. perché Herat non si vede.. potreste superarla.. dicevano tutte le guide.

   E’ vero: Herat giace.. non si erge.. giace nella pianura desertica e nel passato.

   Io sto ad occhi spalancati.. fremente. Ci siamo lasciati alle spalle la frontiera afgana e corriamo da un’ora.. sulla strada dissestata.. nell’ocra e nella polvere.

   Siamo attenti e silenziosi. Poi l’ocra si fa verde ai lati della strada.. verde brillante e intenso. Il grano si piega e ondeggia. Dopo tutta quell’aridità.. quella secchezza disperata.. il verde del grano è come una carezza.. come un bacio sulle palpebre.
Siamo vicini.. vicini. Su una curva una vecchissima pompa di benzina di quelle a mano ed accanto una stradina di terra rossa che piega verso destra. La imbocchiamo come chiamati.. è qui.. deve essere qui.

   La stradina si allarga.. diventa un viale e il viale ad un certo punto è fiancheggiato da pini altissimi. Sono maestosi.. si allineano in due file per lato.. nascono direttamente dalla terra rossa e soffice.. sulla quale le ruote della macchina affondano un po’.. incipriandosi.

   Poi appare la prima casa. Mura di terra e paglia.. lavorate a disegni geometrici.. colorate di turchese e rosa spento. La terra è ancora terra rossa.. non c’è asfalto ad Herat. Le case basse.. si susseguono. Nell’aria si sente l’odore dei pini e gli uccelli che curiosano sulla strada si sollevano in volo davanti a noi. Due mucche bevono nel djub.

   Poi cominciano ad apparire le prime persone: uomini nei larghi pantaloni verdi.. lilla.. marroni.. bianchi.. pedalano lungo la strada. Il viale corre per diversi chilometri.. tra i pini e le case basse. Man mano che avanziamo.. nel silenzio tranquillo si intensifica la presenza di uomini e bambini su asinelli che trotterellano. Ancora non abbiamo incontrato neanche una donna. Gli uomini si girano a guardarci mentre avanziamo a passo d’uomo.. ci salutano con un gesto della mano.. ci sorridono. Accolti da quei sorrisi.. da quel silenzio.. dal primo illanguidirsi della luce del sole.. penetriamo nella città.

   È tutta così Herat.. viali di terra rossa scanditi dai pini solenni.. niente luce elettrica nelle strade e niente asfalto.. non il più piccolo tratto asfaltato.. e sulle porte delle case lumi di petrolio appesi. Nell’aria l’odore di resina e di ginestra e quello di legna fresca. Cataste ordinate stanno accanto alle case. La gente si muove a cavallo.. sugli asini o in bicicletta. Le case sono di fango e paglia.. piccole o grandi.. modeste o lussuose.. decorate con arabeschi complicati o versetti del Corano o con semplicissimi fregi.. tutte fango e paglia. Al secondo piano hanno verande aperte.. che aggettano sulla strada.. sono senza vetri o imposte e uomini e donne guardano in giù.. sulla strada.. bevendo il tè e conversando.

   Grandi drappi di stoffe colorate avvolgono i pali di legno che sostengono le verande.. e si agitano fluttuanti nell’aria. Si sta facendo sera.. ma è una sera come un’alba: una luce dolce.. morbida.. colpisce la leggera polvere rossa che si solleva da terra. Ogni tanto i viali sono interrotti da piccole piazze che hanno al centro un giardino di un verde brillante e uomini e donne siedono sulle sedie di casa e parlano.

   Il solo mezzo di trasporto pubblico che si scorga sono le carrozzelle.. condottte da cavalli infiocchettati e decorate con decine di campanellini tintinnanti. Sulle carrozzelle viaggiano le donne.. dietro le grate dei loro burqa gialli.. viola.. verdi.. rossi e si girano a guardarci bisbigliando tra di loro. Ad un tratto un cavaliere passa al galoppo.. sollevando la terra rossa. Cavalca a pelo. L’uzbeco dal berretto multicolore continua a passare al galoppo accanto a me.. e io continuo a seguirlo con lo sguardo. Da trent’anni lui galoppa e nel superarmi si piega un po’ sul collo del cavallo e volge indietro il capo a guardarmi. Da trent’anni io lo seguo con lo sguardo.

   E sto fermo di fronte alla Moschea del Venerdì. Immensa.. solenne.. posa direttamente sulla terra rossa e rifulge di verde e turchese. In cima al minareto volto ad occidente.. brilla un fuoco. È scesa la sera e poiché la vita è buona.. nel cielo azzurro fondo di Herat.. la luna si è alzata. La vela appena il fumo che si alza dai camini a legna.

   Da trent’anni continuo ad arrivare ad Herat e mi fermo davanti alla Moschea e la guardo con gli occhi sgranati di un bambino e l’emozione è tale che mi porto una mano al petto a contenere il cuore.

   La guerra strappò Herat al secolo diciannovesimo in cui allora viveva e la fece approdare nel nostro tempo. Un secolo vale l’altro.. lo so.. non esistono le età dell’oro.. il dolore.. l’ingiustizia.. la violenza.. rotolano attraverso i secoli e attraverso le regioni del mondo. Herat non era l’Eden. L’Eden non esiste!  

   Ma mi concederete che esistono momenti speciali.. piccoli miracolosi momenti.. in cui elementi diversi si accostano e si compongono.. e stanno là in equilibrio perfetto.. in una nicchia protetta del tempo.

   Chi ha vissuto uno di questi momenti non li dimenticherà mai e li chiamerà con il solo nome appropriato: felicità.

 

 

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W A Y . _ . O U T ---- --- -- ->

Post n°403 pubblicato il 02 Giugno 2010 da no_body3

 

 

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     A  volte  viene  voglia  di  vivere  un  tempo

  diverso  da quello  che  stiamo  vivendo . .  un

  tempo  che  pensiamo  “migliore” 

e  allora  si  fanno  confronti  tra  presente  ed

  un  certo  passato ;  la  tensione  quotidiana 

del  vivere  ci  spinge  a  cercare  di  capire  se 

“prima”  si  vivesse  meglio . .  sorretti  da  altre 

 spinte .  .  più  genuine  e  meno  sofisticate.

     Inoltre . .   se  fino  a  poco  fa  la  curiosità 

era  volta  ad  immaginare  il  tipo  di  vita  del 

futuro  -  come  nei  film  di  fantascienza  -  oggi

  l’ interesse  va  soprattutto  all’ indietro . .  verso

  tempi  già  trascorsi.  Ma . .  a  ben  guardare . . 

l’ ipotesi  di  muoversi  nel  tempo  non  ci  conforta

  poi  tanto . .  perché  questo  è  il   “nostro”   e 

questo  abbiamo  da  vivere  al  meglio . .  senza 

astrazioni  sterili  o . .  peggio  ancora . .  la  voglia

di  “scappare” .   

 

 

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S w e e t _ & _ S a l t y _ * * *

Post n°401 pubblicato il 28 Maggio 2010 da no_body3

 

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Tu.. dolce

 

fonte salmastra

 

disseta la mia sete

 

perché il tuo grembo

 

è vita

 

 

 

 

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O R A C L E

Post n°400 pubblicato il 22 Maggio 2010 da no_body3

 

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   Da pochi giorni è morta.. in un paesino della Calabria.. Natuzza Evolo.

   Molto amata dal popolo.. fu portata in Vaticano per diagnosticare la malattia di ben due papi. Fra le sue capacità oracolari possiamo annoverare.. oltre all'aiuto verso la guarigione.. il parlare lingue semitiche come l'aramaico quando era in trance.. ma le sue capacità arrivavano anche a poter vedere gli organi interni e.. cosi.. individuare malattie.

   Penso che la natura di questa mistica ripercorra la tradizione oracolare della Grecia antica.. che influenzò con le sue colonie il sud dell'Italia e.. in particolare.. la Calabria. Anche se la chiesa vuole farla santa subito.. pochi si accorgono che i meccanismi della spiritualità arcaica mediterranea sono.. ancora oggi.. alla base delle confusionarie religioni moderne.

   La gente comune è alla disperata ricerca di oracoli.. questo bisogno impellente fa sì che molti ciarlatani siano scambiati per mistici e veggenti.

 

 

 

 

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T A T T O O ° ° °

Post n°399 pubblicato il 16 Maggio 2010 da no_body3

 

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   E’ inevitabile.. alcune persone sono destinate a lasciarti un segno.. un solco.

   Le persone che abbiamo vissuto davvero sono come i segni che ci facciamo lungo la vita.

   Così come i sessantaquattro punti che ho sulla pancia.. così  come i tanti punti sul dorso.. come la cicatrice al polso sinistro.

   Alcune cose ci segnano.. alcuni fatti.. alcune esperienze e se i tatuaggi invece di farceli fare fossero automatici non ci scorderemmo da dove veniamo e chi siamo.. MAI. .. … ….

 

 

 

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C E R V U S * _ . _ . _ .

Post n°398 pubblicato il 13 Maggio 2010 da no_body3

 

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   Fui io il primo a vederlo mentre usciva maestosamente dal lato opposto della zona disboscata. Avevamo il vento contro.. non poteva sentire il nostro odore. Un magnifico esemplare di cervo reale.

   Avanzava lentamente e con grazia.. mangiando le foglie di una betulla e fissando il paesaggio con aria da padrone. La pelliccia era fulva e lucida come bronzo. Le corna appuntite formavano una specie di corona.

   Guardai zio Stan.. che scosse la testa.

   L’animale si avvicinò ancora. Zio Stan ed io non osavamo quasi respirare e ce ne stavamo sprofondati dietro il tronco.

   Di colpo il cervo mosse il capo.

   Arretrò di un passo.

   Fece per girare.

   Poi partì il colpo.

   Girai subito la testa: il Winchester di zio Stan era in mezzo a noi.. appoggiato al tronco.

   Zio si portò l’indice alle labbra.

   Il cervo cadde in ginocchio cercando di trascinarsi in un luogo sicuro. Lo sparo successivo lo uccise. L’animale si accasciò di lato e per qualche terribile minuto rimase a terra scalciando e tremando.

   Si sentì un urlo di trionfo. E poi un altro.

   Stavo per alzarmi quando zio mi trattenne.

   Erano in due.. bracconieri.. mi spiegò dopo zio. Spuntarono tra le felci e il fogliame. Uno di loro lanciava urla di guerra come un indiano.

   Si fermarono davanti all’animale morto e rimasero lì.. traballanti a guardarlo. Uno estrasse dal giaccone una borraccia e.. bevuti alcuni sorsi.. la porse al compagno. Appeso alla coscia.. aveva un lungo coltello.. che estrasse dopo aver ruttato. Mentre il compagno teneva la tazza di plastica di un thermos sotto il collo della bestia.. l’altro fece un taglio nella giugulare dell’animale. Riempirono la tazza di sangue e dopo averlo mescolato con l’acquavite della borraccia.. bevvero.

   Afferrato il cervo per le zampe anteriori.. lo girarono di schiena. Lentamente e con un unico movimento uno dei due gli squarciò la pancia e poi.. con un suono orribile simile ad un gorgoglio.. si mise ad estrarre le budella delle bestia.. metro dopo metro. Poi tocco al resto. Il fetore arrivò a me e a zio Stan.

   I due si accovacciarono. Avevano trovato quello che cercavano: il cuore caldo. Con la lingua appoggiata all’angolo della bocca.. l’uomo con il coltello recise l’organo in due come se stesse eseguendo una sofisticata operazione chirurgica. In mezzo alla foresta. Poi porse una delle due metà al compagno.

   Si misero a mangiare.

   Mi sentii mancare.. li sentivo schioccare la bocca.. vedevo il sangue che colava loro lungo il mento.

   Lo zio mi tenne mentre vomitavo in silenzio.

   Squartarono l’animale e si allontanarono con la carcassa.. urlando e cantando. Quando io e zio Stan riuscimmo a fatica ad alzarci e a riprendere a camminare.. era rimasta sul terreno soltanto la testa del cervo che ci seguiva con lo sguardo.

   Le mosche si stavano già occupando dei resti. Nel bosco sentii il gracchiare dei corvi.

 

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E M O T I O N * * * * * * *

Post n°397 pubblicato il 09 Maggio 2010 da no_body3

 

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Oggi  ho  visto  degli  occhi..  belli 

 

come  i  tuoi..  ho  sorriso e  li  ho

 

amati..   ma  il  mio  sangue  si  è

riempito di nostalgia

   

 

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5 _ MAGGIO _ . _ . .

Post n°393 pubblicato il 05 Maggio 2010 da no_body3

 

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File:Ingres, Napoleon _n his Imperial throne.jpg

 

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   Il 5 di questo mese è storicamente un giorno particolare: è quello della scomparsa di Napoleone.. nel 1821.. giorno conosciuto anche per la suggestiva ode che gli ha dedicato Alessandro Manzoni.           

   Napoleone I Bonaparte è stato indubbiamente un personaggio quanto mai straordinario e nel contempo complesso della storia moderna: fu Primo Console e Imperatore.. grande stratega militare e lungimirante legislatore e riformatore.. inevitabilmente da molti amato e da tanti altri odiato.

   Alla sua morte.. quel 5 maggio di 189 anni fa.. è strettamente collegato un fatto molto misterioso ed enigmatico avvenuto a Roma.. che certamente lascia molto riflettere e ipotizzare sulla sua intrinseca natura e pone inevitabili interrogativi. La città.. quel calmo giorno di avanzata primavera.. contemplava un sole splendente che faceva risaltare i suoi storici palazzi e tutti gli angoli più celebri e belli. Nel centro di Roma.. nel grande salone d’angolo del palazzo Rinuccini.. a Piazza Venezia.. si trovava l’anziana signora Letizia.. la madre di Napoleone.

   La donna.. in quel fatale pomeriggio.. stava seduta immobile.. nella più completa solitudine nell’areola dei suoi bianchi capelli.. immersa nei propri pensieri. Il silenzio e la tranquillità generale che caratterizzavano la città erano interrotti solamente dalla campana del Campidoglio nel momento in cui scandiva.. regolarmente.. le ore.. e nessun cittadino poteva minimamente supporre quel che si stava verificando nella lontana.. piccola e sperduta isola di Sant’Elena.. sita in mezzo all’Oceano Atlantico.

   Un violento uragano la stava devastando.. abbattendo gli alberi ed estirpando con la propria forza perfino i fiori che il grande esule aveva curato con le proprie mani con grande amore per anni. Alle sei del pomeriggio.. al calar del sole.. mentre quella furia della natura stava man mano perdendo la sua terribile intensità.. Napoleone morì.

   Nel medesimo momento a Roma – concordano tutte le testimonianze in proposito   un misterioso individuo si presentò improvvisamente al palazzo Rinuccini.. con fare cortese ma nello stesso tempo fermo e dai toni autorevoli. Egli chiese subito al custode e al maggiordomo di poter avere un colloquio con Letizia Bonaparte. Gli chiesero.. vanamente.. la sua identità e cosa desiderasse.. tentarono in tutti i modi possibili di stancarne la pacata e cortese insistenza.. mal’individuo ripeteva soltanto di voler esser ricevuto dalla signora Letizia.. di voler parlare solamente con lei.

   Trascorso poco tempo.. la donna acconsentì al colloquio.. congedando la servitù con un cenno della sua mano. Dopo di che.. la misteriosa figura si approssimò presso di essa e.. con una voce piena e moto sonora.. quasi scandendo ciascuna sillaba delle sue parole.. annunciò alla madre addolorata che in quei precisi istanti il grande Napoleone era finalmente libero delle sue pene terrene. Il personaggio profferì ancora qualche altra parola.. quindi si congedò dalla stufetta e in qualche modo consolata donna assai bruscamente e sempre molto velocemente si allontanò in direzione dalle scale per uscire dal palazzo.

   L’anziana  signora da parte sua ebbe la forte impressione che lo sconosciuto personaggio.. che si era imprevedibilmente presentato a lei quel giorno.. avesse lo stesso tono e la voce del figlio imperatore.. la medesima aria imponente.. nonché la sua fisionomia. In ogni caso credette fortemente di aver almeno rilevato una notevole e impressionante rassomiglianza con lui.

   Il misterioso visitatore fu visto uscire dal portone del palazzo e subito scomparire nella città; l’episodio venne segnalato alla polizia.. che iniziò immediatamente accurate ricerche.. ma di quella particolare persona improvvisamente apparsa a Piazza Venezia non si reperì alcuna traccia.. né allora e neanche in tempi successivi.

   La notizia della morte di Napoleone pervenne a Roma solamente due mesi più tardi.

 

 

 

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TUTANKHAMON's _ MASK _ ° ° °

Post n°392 pubblicato il 28 Aprile 2010 da no_body3

 

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- Potrei andare a Saint Malo.. solo che dovrai venire con me.. tesoro. Potremmo spassarcela.. che ne dici?

   - In qualche occasione futura sarà un piacere.. ma in questo momento devo finire una relazione per il convegno di Melrose sulla Metafora.. e non riesco a districarmici.

   - Spiegami.. due menti sono meglio di una.. quale metafora?

   Jack si sentì perduto.. aveva momentaneamente distolto Norah da George.. solo per ritrovarsi impegolato a discutere di un saggio che stava appena prendendo forma nella sua mente e che sarebbe stato meglio lasciar crescere da solo nel buio per un altro mese.

   - E’ ancora vaga. Riguarda Melusina e Medusa e l’idea di Freud che la testa di Medusa fosse una fantasia di castrazione.. sessualità femminile temuta.. non desiderata.

   - Ah.. disse Norah.. devo raccontarti di una lettera che ho ricevuto dalla Germania sul Faust di Goethe.. dove le teste tagliate dell’Idra strisciano per il palcoscenico e pensano ancora di essere questa o quella cosa.. mi sono interessata a Goethe recentemente.. l’ewig  weibliche..  le Madri.. e così via.. streghe.. sfingi…

   Norah continuava a parlare. Non era mai noiosa.. pur essendo sempre concitata. Jack cominciò a sentirsi al sicuro mentre la conversazione si spostava dalla Bretagna a Goethe.. da Goethe alla sessualità in generale.. e dal generale al particolare e alle peculiari abitudini dei due mariti di Norah che lei era solita deplorare e.. molto occasionalmente.. celebrare.. in una sorta di recitativo appassionato. Jack pensava sempre che non ci fosse più nulla da imparare.. oltre a quello che già sapeva.. su capricci e manie.. voglie segrete e incauti fallimenti.. odori e rumori strani ed eiaculazioni verbali e seminali. Veniva smentito ogni volta. Norah era una specie di Cleopatra della parola.. che suscitava appetiti laddove più li soddisfaceva.. facendo della nuova oratoria dell’alcova una saga erotica interminabile.

   - Parliamo di te.. disse improvvisamente Norah.. come va la tua vita sentimentale? Non hai contribuito granché stasera.

   - Come avrei potuto?

   - Touchè. Sono una chiacchierona.. ma tu ne approfitti.. non sveli nulla della tua sessualità. Sei stato ferito ma non avresti dovuto lasciarti annichilire così.. questo è abbandonare il campo.

   - Vuoi dire altre donne. Al momento.. sto sperimentando il celibato. Mi piace. L’unico rischio  sono quelle che vogliono convertirti al loro modo di vivere. Dovresti provare.

   -  Oh.. l’ho fatto.. per un mese.. l’autunno scorso. Dapprincipio è stato grande. Mi sono completamente

innamorata di me stessa.. poi ho pensato che era un autoattaccamento malsano.. e che avrei dovuto aprirmi agli altri. Così ho trovato William. E’ molto più stuzzicante avere qualcun altro con sé.. più generoso.. Jack.

   - Vedi che cosa intendevo per proselitismo. Piantala.. Norah.. sto bene così.

   - E’ una tua scelta.. disse Norah.. ho provato a telefonarti prima di partire. Nessuno sapeva dov’eri. Andato via in macchina con una donna.. mi hanno detto al Dipartimento.

   - Chi? Chi te l’ha detto?

   - Si dice il peccato.. spero che ti sia divertito.

   Jack divenne un Tutankhamon di nome e di fatto.. gelidamente perfetto.. splendidamente assente.. disse con freddezza:

   - Sì.. grazie.. e fissò il vuoto a labbra strette.

   - Ho capito.. disse Norah.. limite invalicabile.. sono contenta che ci sia qualcuna.

   - Non c’è.

   - Okay.. non c’è.

 

 

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E A R T H >-

Post n°391 pubblicato il 26 Aprile 2010 da no_body3

 

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Quando  vedete delle nuvole cupe.. e sentite alzarsi il vento che porterà la pioggia.. anziché rinchiudervi nelle case.. andate in un  giardino  e chiedete ai vostri bambini cosa sentono.. quali odori.. profumi.. suoni.. cosa vedono.. quali colori.. sfumature.. riflessi.. e inizieranno a percepire la lingua dei fiori.. del vento.. delle nuvole.. delle acque e del fuoco. .. … ….

 

 

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Mr. _ C O C K _ * * *

Post n°390 pubblicato il 24 Aprile 2010 da no_body3

 

 

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Ho visto. Ho visto un fiore. Il vento e la pioggia stavano per strappare le sue radici dal terreno. Avrei voluto portarlo con me. Portarlo a casa.. al riparo. Avrei voluto proteggerlo.. ma non sarebbe stato più lo stesso fiore.

   A volte la vita non ti lascia tregua. Da una collina il vento vuole strapparti e portarti via con sé. Si fa presto a giudicare. Si fa presto a dare consigli... Ma quel fiore è là e non potrebbe essere diversamente. Vorremmo trasformarlo in una di quelle piante resistenti piene di aculei.. così che nulla e nessuno potrebbe distruggere il suo impercettibile profumo.

   Qualcuno cerca di suggerirti in ogni modo che così come sei.. non va bene. Ti dice che sei malato e hai bisogno di medicine o magari dell'appoggio di qualche strizzacervelli. Hai bisogno di avvocati perché senza non potresti vivere. Il medico.. il becchino.. l'impiegato delle poste: hai bisogno di tutti. Da solo non vali niente.

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S H A P E ° ° °

Post n°388 pubblicato il 19 Aprile 2010 da no_body3

 

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Nell’amplesso di un oblio

Astraggo i furori indomati

Seguo il soffio disegnato da una nuvola

Forma volatile dell’Invisibile

 

 

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W _ I _ N _ G _ S _

Post n°387 pubblicato il 12 Aprile 2010 da no_body3

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   Da piccolo riuscivo sempre ad intuire che giorno fosse prima di svegliarmi del tutto. La quiete sonnolenta della domenica.. il sospiro di noia del mercoledì.. le vibrazioni del venerdì. Con il passare degli anni ho perso questa capacità. Come molte altre cose. Adesso mi succede.. a volte.. di scoprirmi a pensare durante l’ora di cena a che giorno sia e di quale anno.

   La finestra chiusa con un chiavistello è divisa in sei riquadri frantumati dal sole.

   Mi tiro la coperta sugli occhi.. ho bisogno di qualche minuto per ritornare in me. Non è facile.. ma poco alla volta mi guardo in giro.

   La stanza è nuda.. come me.

   Sullo schienale di una sedia qualcuno ha piegato con cura i miei vestiti. Provo un brivido di disgusto: qualcuno mi ha svestito! Uno sconosciuto mi ha tolto gli abiti per infilarmi nudo nel letto!

   Ci sono una porta ed un armadio.. un acquaforte raffigurante un pastore con degli agnelli.. una litografia di un castello e una fotografia di Helmut Newton.

   Sento la testa pulsare.. mi fa male.

   Sul comodino oltre a un bicchiere d’acqua ci sono i miei occhiali. Appoggio le gambe per terra. Il movimento fa raddoppiare la massa del cervello. Mi infilo gli occhiali. Bevo l’acqua tutta d’un fiato.. ma ho sete lo stesso.

   Con le estremità del cinturino distese.. il mio orologio sembra un corpo estraneo che ha tirato le cuoia. Invece funziona e segna le dieci e mezzo.

   Mi alzo e con passo incerto vado alla finestra. Mi gira la testa. Devo tenermi allo stipite per non cadere – è bianco e dall’odore è stato appena verniciato.

   Il giardino non è grande. Lungo la casa.. su una striscia di asfalto.. sono parcheggiate delle macchine. I castagni mi impediscono di vedere in strada dove sento il rumore di un tram. Il che significa che siamo al primo piano di una casa con giardino.

   Mi vesto. faccio fatica ad allacciare la camicia.. le dita mi tremano terribilmente.

   Non hanno preso niente. Nella tasca posteriore dei pantaloni c’è il portafoglio con tutti i soldi.

   La porta è chiusa a chiave. Cerco di aprirla con violenza. Dall’altra parte sento delle voci e dei passi. Come in prigione avverto il tintinnio di un mazzo di chiavi. Poi qualcuno apre.

   “Buongiorno.. amico mio!”.. “sono il tuo angelo.. Diane!”.

 

 

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