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Alla ricerca della risorsa perduta.

Post n°18 pubblicato il 15 Maggio 2007 da P.a.o.l.i.n.a

"A Imperia usando delle autobotti di notte alcuni ignoti si sono fatti la scorta d’acqua dalla fontana del piccolo isolato cimitero di regione Cantalupo. Grazie all’alta pressione dell’acqua che sgorgava dalla fontanella, con l’impiego di una
semplicemanica in gomma, in poche ore potevano essere riempite. Nel giro di alcuni mesi è stata portata via così tanta che, in bolletta Amat, l’importo è lievitato sino a risultare superiore a quello del consumo d’acqua del cimitero di Oneglia. Sono scattati appostamenti per stanare committenti
e titolari delle autocisterne ma per ora le ricerche non hanno dato esito concreto. 

Redazione Radio Amicizia

Fonte: Il Secolo XIX "

13.05.2007 ore 15:10:00.



"In Puglia ora si ruba anche l’acqua dei fiumi



Le piogge scarseggiano, il livello delle dighe si dimezza, gli agricoltori hanno più difficoltà a coltivare la loro terra. Ed allora entra in campo una nuova tipologia di rapina: il furto dell’acqua. La scarsa disponibilità delle risorse idriche, infatti, sta diventando sempre di più un’emergenza nazionale e locale, tanto da spingere i criminali a mettere da parte i furti negli appartamenti o gli scippi per le strade per concentrarsi con più vigore verso la sottrazione proibita dell’acqua dei fiumi. E’ questo il dato più allarmante emerso, ieri mattina, in occasione dell’iniziativa “Fiumi Informa”, la manifestazione organizzata da Legambiente Puglia in collaborazione del Corpo Forestale dello Stato nello scenario del ponte Romano sul fiume Ofanto a Canosa di Puglia.

I “crimini fluviali” «I dati di quest’anno - dice Francesco Tarantini, presidente regionale di Legambiente - confermano la difficile situazione pugliese in cui gli ecosistemi fluviali in questa regione continuano a vivere. Le tante illegalità contribuiscono in modo determinante a rendere i fiumi sempre più fragili e secchi, ed è soprattutto il prelievo illegale d´acqua, reato gravissimo e sconsiderato, a portare danni enormi alle economie locali e agli ecosistemi, ed a mettere in serio pericolo questa risorsa sempre più preziosa». In pratica, nel dettagliato rapporto “Fiumi e Legalità” che fotografa i reati penali ed amministrativi perpetrati tra il 2003 ed il 2006 ai danni delle sponde d’acqua, si fanno spazio: sversamento di sostanze inquinanti, mancata depurazione, furto di ghiaia dagli alvei, pesca illegale e abusivismo edilizio. Ed il furto d´acqua, quindi, si inserisce come la vera piaga dei fiumi che, insieme alle scarse precipitazioni, contribuisce in modo determinante ai lunghi periodi di secca.

Le province illegali La Puglia, dunque, con 386 “crimini fluviali” commessi a cavallo degli ultimi tre anni presi in esame, di cui 259 illeciti amministrativi e 127 penali, si riconferma la sesta regione in Italia per numero di reati penali e amministrativi che attestano lo scarso grado di ambientale nei confronti dei fiumi. E Foggia si piazza prima nella speciale classifica pugliese delle province più illegali, mentre Brindisi si dimostra la più benevola nei confronti dei corsi d’acqua e delle risorse idriche. Nel dettaglio, gli illeciti di polizia fluviale (143 tra amministrativi e penali) compaiono al primo posto nella classifica dei principali reati commessi in Puglia; al secondo posto la pesca illegale (118), seguita dalle captazioni (90). Chiude la classifica dei reati l´inquinamento delle acque con 35 illeciti accertati nel quadriennio 2003-2006. Inoltre, Legambiente puntualizza che nel periodo monitorato sono stati effettuati in Puglia dalla Forestale oltre 11.808 controlli sul territorio, più di 7 al giorno, e 3.683 su persone, più di 76 al mese. Di conseguenza, sono stati effettuati dal Corpo Forestale 55 sequestri amministrativi e penali, sono stati identificati e denunciati 92 “criminali fluviali” e più di 216mila euro euro sono stati notificati per illeciti amministrativi lungo i fiumi, con 259 multe effettuate dal Corpo Forestale dello Stato dal 2003 al 2005. Per questo, Tarantini non ha dubbi nel lodare «ancora una volta il contributo della Forestale», che «si sta rivelando fondamentale per l’attività di controllo del territorio e di repressione del reati». Ma si può fare di più. E questo, «a partire dagli enti locali». Non a caso, Legambiente spinge per concretizzare un suo sogno: «Chiediamo all’assessore regionale all’Ecologia di accelerare l’iter di istituzione del parco regionale fluviale dell’Ofanto».

Da Foggia a Brindisi I dati provinciali evidenziano che è Foggia la provincia in cui si registra il maggior numero di illeciti (37), di cui 21 amministrativi e 16 penali. Al secondo posto si piazza Bari con (13) distribuite in 9 amministrative e 4 penali. Più amanti della natura e dei fiumi si sono dimostrate le province di Taranto (8), Lecce (5) e Brindisi (4). Infine, dei 2.657 controlli effettuati su tutto il territorio pugliese dal Corpo forestale dello Stato, è ancora Foggia che primeggia fra tutte le altre province, con 2.099 controlli sul territorio e 401 controlli a persone."



Emiliano Moccia

"Il problema acqua a Locri

Angelo Letizia


Alla luce delle ultime dichiarazioni dell’avvocato Sergio Laganà, consigliere di minoranza del comune di Locri, particolare interesse ha suscitato “la questione acqua”.
Da noi contattato, è il diretto interessato ad illustrare meglio la situazione.
Avvocato Laganà, per i cittadini locresi è reale la possibilità di pagare meno della metà delle bollette dell’acqua?
Si, certamente. Come già affermato, è un problema reale, finora probabilmente sottovalutato, che è mio interesse studiare più a fondo per capire meglio e, se è il caso, intervenire.
Com’è nata la vicenda?
La somma dei consumi registrata dai contatori installati nelle case dei locresi, è di circa 930.000 metri cubi d’acqua l’anno. La Sorical, società concessionaria della fornitura, pretende un pagamento  corrispondente a 3.800.000 metri cubi d’acqua. È a questo punto evidente che le singole bollette sono calcolate per sostenere il costo dell’intera fornitura dell’acqua e non di quella effettivamente consumata da ogni utenza.
Siamo di fronte a un evidente contrasto di dati. Com’è possibile?
Abbiamo chiesto, e sulla proposta l’amministrazione comunale è d’accordo, una consulenza tecnica per accertare la causa di questo palese squilibrio di valori. È certo però che si tratta di grosse somme di denaro, più di un milione di euro l’anno, che gli utenti locresi si devono sobbarcare.
Quali sono le possibili cause di questa situazione?
Innanzitutto si dovrà meglio accertare il reale consumo d’acqua a Locri. Secondariamente, bisognerà accertare l’incidenza sui consumi dell’evasione. Ciò che è ingiusto, è che chi attualmente paga le tassa per l’acqua debba sostenere l’intero importo della somma, anche la quota degli evasori.
Può essere spiegata più dettagliatamente questa situazione?
Il dato che conforta quanto affermato, è il calcolo che parte dalla media ponderata del consumo d’acqua quotidiano per cittadino, unanimemente riconosciuto nel fabbisogno pari a 250 litri giornalieri per abitante (un quarto di metro cubo).  Se moltiplichiamo tale dato per 13.000 cittadini, gli abitanti di Locri, e il risultato prodotto per 365 giorni, si ottiene un totale di 1.186.250 metri cubi d’acqua presuntivamente consumata. Questo dato conferma l’effettivo consumo calcolato e non il consumo fatturato da Sorical. Si deve aggiungere poi che nelle frazioni di Moschetta e di Merici non arriva acqua potabile.
Doccia fredda evitata per i locresi?
Si vedrà. Quel che è certo è che i cittadini locresi avrebbero diritto di pagare un terzo rispetto agli importi dei tributi loro richiesti."

13/05/2007  -  Eco-crimini 3: 6333 illeciti commessi lungo le sponde dei corsi d'acqua



(12.05.2007)

tratto dal sito www.ecplanet.com/canale/ecologia-6/acqua-139/1/0/31010/it/ecplanet.rxdf

redazione ECplanet

Tra il 2003 e il 2006, sono stati 6.333 gli illeciti commessi lungo le sponde dei nostri corsi d'acqua, di cui 1.352 penali e 4.981 amministrativi, per una media di quattro reati al giorno a danno dei fiumi. I principali eco-crimini accertati sono: sversamento di sostanze inquinanti, mancata depurazione, furto di ghiaia dagli alvei, pesca illegale e abusivismo edilizio lungo le sponde. Ma la vera piaga dei fiumi resta il furto d'acqua che, insieme alle scarse precipitazioni, contribuisce in modo determinante ai periodi di secca sempre più lunghi. Nell'ultimo quadriennio ben 1.228 illeciti riguardano la captazione d'acqua, in pratica più di 25 casi al mese.

È il quadro che emerge dal dossier “Fiumi e Legalità” presentato nel corso di una conferenza stampa da Legambiente e Corpo Forestale dello Stato nell'ambito di “Fiumi Informa”, la campagna nazionale dedicata a contrastare l'illegalità lungo i corsi d'acqua. Nell'ultimo quadriennio, ben 1.228 illeciti riguardano la captazione d'acqua. Dalla ricerca è emerso inoltre che Tevere, Arno, Po e Volturno sono i grandi fiumi che subiscono più aggressioni: lungo le loro sponde sono stati commessi lo scorso anno il 38% degli illeciti di tutta Italia. Ma è il Tevere a vivere la situazione più pesante, con 266 reati tra amministrativi e penali nel 2006. Sono stati 150mila i controlli sul territorio effettuati dal 2003 al 2006 e 84.917 su persone.

Un'azione che ha permesso alla Forestale di identificare e denunciare nell'ultimo quadriennio 981 “criminali fluviali”, arrivando a 11 arresti. Inoltre, 5.688 sanzioni amministrative hanno permesso di notificare più di 2 milioni di euro di multe. Primato negativo degli illeciti fluviali anche quest'anno, come il 2005, va al Lazio, dove sono stati commessi ben 313 reati, seguito da Toscana (148), Campania (108) e Abruzzo (102). Il primato positivo va invece alla Liguria, dove si contano complessivamente “solo” 23 illegalità. Ridotti i comportamenti illeciti anche in Piemonte dove sono stati riscontrati 14 illeciti amministrativi e 21 penali.

“Da qualche anno ormai, l'acqua è diventata un bene economico, distribuita con dei limiti nella misura in cui viene pagata - ha affermato Cesare Patrone, capo del Corpo Forestale dello Stato - ma l'acqua è anche e soprattutto un bene di tutti. È necessaria per questo una razionalizzazione, legata al prelievo dell'acqua”. “Il nostro lavoro si è svolto su due direttrici - ha spiegato Patrone - sulla captazione e sullo sversamento di acqua inquinata, un uso inadeguato figlio di una cultura sbagliata da parte di molte industrie e del mondo agricolo”. “Per decenni abbiamo pensato che i fiumi fossero la soluzione per scaricare i nostri rifiuti - ha affermato il sottosegretario di Stato alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Stefano Boco - è necessario cambiare mentalità, investendo risorse e comprendendo che le acque interne sono l'ultimo avamposto per la ricchezza idrica”. “Ci auguriamo che l'azione quotidiana di tutela della legalità sui corsi d'acqua possa invertire la tendenza attuale - ha affermato Vincenzo Pasquini, dirigente del Corpo Forestale”.

 
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Post N° 17

Post n°17 pubblicato il 15 Gennaio 2007 da P.a.o.l.i.n.a
 
Foto di P.a.o.l.i.n.a

  Eccola, raggiunta dall'occhio umano mentre regale si reca al suo appuntamento col sole.

Ed osservandola mi domando come mai, pur essendo noi parte di questo universo così straordinario, dove l'infinitamente grande convive con l'infinitesimale, e coesistono bagliore e tenebre, materia e vuoto, ci si trovi intrappolati in questo mare di mediocri abitudini

Paolina.

 
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Storia.

Post n°16 pubblicato il 23 Ottobre 2006 da P.a.o.l.i.n.a

Le rivoluzioni che, sino a noi, avevano cambiato la faccia degli imperi non avevano avuto per oggetto che un cambiamento di dinastia o il passaggio del potere da un uomo solo a più persone. La Rivoluzione francese è la prima che sia stata fondata sulla teoria dei diritti dell'umanità e sui principi della giustizia. Le altre rivoluzioni esigevano soltanto dell'ambizione; la nostra impone delle virtù.


Maximilien Robespierre

 

 
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A spasso per il web Da: food-info.net:

Post n°15 pubblicato il 03 Maggio 2006 da P.a.o.l.i.n.a

Ecco cos'ha ho trovato questo pomeriggio navigando in rete:

E129: Rosso Allura
Rosso per alimenti 17, CI 16035

Origine:
Colorante sintetico rosso.

Funzioni & caratteristiche:
Colorante alimentare rosso. Molto solubile in acqua.

Prodotti:
Il suo uso è limitato nei prodotti dolciari e nella carne.

Dose giornaliera:
Circa 7 mg per kg di peso corporeo.

Effetti collaterali:
Poiché è un colorante azoico, (Coloranti azoici (o azoici, sm.), coloranti che derivano formalmente dall'azobenzene e che presentano quindi il gruppo azoico –N=N– compreso tra due anelli aromatici, del benzene ma anche del naftalene, dell'antracene e di eterocicli aromatici. Sono detti anche azocoloranti. Vengono in pratica sempre ottenuti attraverso la reazione cosiddetta di copulazione dei diazocomposti aromatici su un composto a carattere di fenolo o di ammina. Un tipico colorante azoico è per esempio il Giallo Anilina, che si ottiene copulando il cloruro di fenildiazonio sull'anilina:




Nella molecola dei coloranti così ottenuti il gruppo azoico rappresenta il gruppo cromoforo, mentre un gruppo amminico, come per esempio il gruppo dimetilamminico nel colorante ora citato, o un ossidrile fenolico costituiscono il gruppo auxocromo. Oltre ai coloranti del tipo ora descritto che contengono nella loro molecola un solo gruppo azoico e si dicono perciò monoazoici, ne esistono molti con due, tre o più gruppi azoici, ossia coloranti diazoici, triazoici, ecc., che si ottengono effettuando sulla stessa molecola due, tre o più reazioni di copulazione: per esempio il Nero Acido 1 è un colorante diazoico avente la struttura:




Variando opportunamente la natura dei due reagenti della reazione di copulazione è possibile ottenere una larghissima gamma di coloranti azoici, con colorazioni che vanno dal giallo al rosso, al verde, all'azzurro e al violetto. I coloranti azoici presentano in genere colorazioni brillanti e requisiti tintoriali favorevoli, anche se la loro stabilità alla luce, al lavaggio e al candeggio è in genere meno elevata di quella dei coloranti di altre classi. Sono però in genere poco costosi, per cui dal punto di vista quantitativo sono i coloranti più largamente usati tratto da: sapere.it) ,

esso potrebbe essere non sopportato in persone intolleranti ai salicilati. Inoltre, esso è un liberatore di istamine, quindi potrebbe intensificare i sintomi asmatici. Nei bambini, in combinazione con i benzoati causa anche iperacidità. Quando presente ad alte concentrazioni, uno dei prodotti derivanti dalla sua degradazione, può causare il cancro alla vescica negli animali.

Restrizioni alimentari:
Nessuna; l'E129 può essere consumato da tutti i gruppi religiosi, dai vegani e dai vegetariani

 
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Dice il saggio.

Post n°14 pubblicato il 31 Marzo 2006 da P.a.o.l.i.n.a

Il conflitto ed il dissenso tra diversi punti di vista sono le garanzie di base di una società aperta; da tali condizioni infatti dipendono il benessere mentale e la democraticità dello stato, per le seguenti ragioni:
1) ogni opinione costretta al silenzio può essere vera
2) anche se l’opinione repressa è un errore, essa può contenere una parte di verità, perché è proprio dalla contrapposizione tra opinioni divergenti che la verità ha una maggior probabilità di emergere;
3) anche se l’opinione comunemente accettata rappresenta l’intera verità, quando non si ammette contro di essa la contestazione ed il dissenso, la maggior parte dei suoi sostenitori finirà con l’accettarla come se fosse un pregiudizio;
4) il significato stesso della opinione dominante , anche se vero, laddove per essa si escluda la contestazione, vigorosa ed accanita, finirà col diventare un dogma, un’asserzione puramente formale, un ostacolo allo sviluppo di una convinzione veramente sentita.

J.S.Mill, Saggio sulla libertà,

 
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