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I Fantastici quattro e l'editto bulgaro bis

Post n°19 pubblicato il 17 Maggio 2008 da med.usa2
 

La chiamano la "Banda dei quattro", e sta scatenando un vero caso politico, questi "Fantastici quattro" sono rei di dire la verità, o di svolgere in modo professionale il proprio lavoro: cose inaccettabili in un paese democratico. I quattro ricercati sono: un comico genovese, un giornalista di stirpe montanelliana, un'altro giornalista che non ha ancora capito la lezione, e il politico che non ha rispettato il codice deontologico del settore: in quanto non ha presentato neanche un condannato in Parlamento, un vero affronto ai 51 parlamentari di Forza Italia con una fedina penale di tutto rispetto.
Questi sono dei veri mascalzoni, sempre a mettere i bastoni fra le ruote dicendo cose che non si possono dire.
A parte gli scherzi e gli ironismi, che siamo veramente davanti a un altro editto bulgaro?
Dopo solo una settimana di governo sono già stati identificati i ribelli, quelli che fanno della televisione un "uso criminoso" (tanto per citare le parole del Cavaliere a Sofia). Questo polverone è conseguenza dell'intervento di Marco Travaglio da Fabio Fazio, inoltre ad essere precisi questi chiarimenti su Schifani erano stati scritti e detti molte volte in passato; oltretutto ritenute veritiere anche a livello giudiziario, a seguito di una querela. Santoro è "accusato" di aver trasmesso immagini del V-Day 2, cosa che la stampa nazionale se ne è guardata bene dal parlarne, inoltre è alquanto sgradito il gesto di dare la possibilità a Travaglio di parlare su una rete pubblica. Di Pietro invece è "indagato" per aver difeso a spada tratta Travaglio, e, di aver difeso la libertà di espressione e di stampa. Bè, Beppe Grillo è sempre inserito d'ufficio quando si parla di attacchi alla casta, viene tirato in mezzo anche se lui è anni che non fa televisione, però qualcuno vuole che sia sempre visto come eversivo e antitaliano.
Questo dimostra quanto i cittadini devono essere controllati, non devono sapere, non devono parlare male dei potenti, e chi lo fà delle essere condannato alla pubblica gogna, un umiliazione esemplare davanti a tutto il paese, in modo tale che sia un avvertimento anche per gli altri addetti ai lavori.
Questo governo dimostra quanto vuole ancora fermare chi racconta i fatti sgraditi a palazzo Chigi, quindi vorrebbe mettere al bando gli artefici di questi "complotti".
Il giornalista nel suo mestiere può compiere errori, è un essere umano anche lui; ma se dice la verità a scusarsi deve essere il politico e le scuse non devono essere rivolte al giornalista che è stato insultato e accusato di calunnia, ma ai cittadini che sono stati presi in giro da quella persona.
Concludendo vorrei ricordare ai dipendenti di palazzo Chigi l'art. 21 della Costituzione:
"TUTTI HANNO DIRITTO A MANIFESTARE LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO CON LA PAROLA, LO SCRITTO, E OGNI ALTRO MEZZO DI DIFFUSIONE. LA STAMPA NON PUO' ESSERE OGGETTO DI AUTORIZZAZIONI O CENSURE."


Alberto Gilardi

 
 
 
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