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Creato da: LPurple il 27/02/2015
Pensieri di una fallita che spera -ancora- di farcela

 

 

#7 L’eterno passato sempre presente (Una lettera per Te.)

Post n°7 pubblicato il 17 Febbraio 2016 da LPurple
 

Questa sera ti ho visto.

Mi correggo. Ho voluto vederti.

Mi succede spesso, dopo una storia andata male.

Sembrerebbe che io ami farmi del male, nel volerti vedere, seppur conscia che stasera avrei stretto la mano alla tua ragazza, ma non è così. Il volerti vedere è per ricordarmi che tu sei esistito nella mia vita, per ricordarmi che non tutti gli uomini sono uguali… se non per il fatto che non mi amino (come te, d’altronde.).

 

Questa sera ti ho visto.

È stato bello rivederti.

È un dato di fatto che non ho smesso di volerti bene, nonostante tutto.

Non mi manchi, però. Mi è salita un po’ di malinconia. Vedendoti suonare ho ripensato alla prima volta in cui suonai il basso accompagnata da qualcuno. Accompagnata da te. Fu meraviglioso. Ho riprovato questa sensazione stupenda con qualcuno di recente, ma come già sai… è andata male (come con te, d’altronde.).

 

Questa sera ti ho visto.

Ma non ti conosco più, come una volta.

Son passati anni, ormai. Sei sempre stato difficile da decifrare.

Chissà se ti ha fatto piacere rivedermi. Non lo so e probabilmente non lo saprò mai. Vorrei dirti un sacco di cose e riprendere i contatti con te. Ma come ho il terrore di rileggere a distanza di tempo un libro che ho amato, ho paura a riparlare con te e di scoprire che alla fine… mi son sognata tutto.

 

Allora buonanotte passato.

A domani.

 

 

 
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#6 Il magico mondo del Dormiveglia

Post n°6 pubblicato il 03 Ottobre 2015 da LPurple
 

Sono un po' di mattine che mi sveglio con queste immagini meravigliose nella testa, principalmente incontri sgraditi e gente che mi punta pistole alla testa.

Non so se è esattamente la fase del dormiveglia quella di cui voglio parlare oggi, è quella fase in cui il sogno ti da l'input ma stai quasi per svegliarti quindi sei tu a decidere se svegliarti o continuarlo in tutti i modi possibili. Io di solito mi ritrovo a continuarli e spesso ritorno indietro per provare anche altre opzioni, come quelle storie interattive dove in base a quello che vuoi che succeda devi andare ad una od un altra pagina.

Ultimamente me ne sono rimasti particolarmente impressi due, tanto da voler riaprire questo blog.

 

Quando vedi la parola FINE puoi provare un'altra strada tornando all'ultima freccia che hai trovato!

 

Sono in un locale a suonare, ad un certo punto entra una persona.

->(1)La saluto o (2)Non la saluto?

(1)Saluto questa persona, facendo sorrisi falsi, trovo una scusa e scappo a casa. FINE.

(2)Non saluto la persona. Scendo in fretta dal palco arraffando il mio basso e cerco di evitarlo il più possibile.

Inevitabilmente lui ti placca e vuole a tutti i costi presentarti la sua nuova ragazza. Si da il caso che questa persona sia il tuo ex e che la sua nuova ragazza tu non voglia vederla nemmeno per sbaglio, figuriamoci conoscerla.

->(1)Sorrisi falsi, (2)Mi rivolgo a lui o (3)Mi rivolgo a lei?

(1)”Heeeeyyy ciaaaaaoooo! Ma daaai, che piaceeeere! Scusate ma sono così stanca che se non torno a casa subito rischio di addormentarmi per strada, CIAONE!” e scappo a casa. FINE.

(2)”Tu devi sparire dalla mia vita, vorrei non averti mai conosciuto perché si, è vero, mentre stavamo insieme ero la persona più felice sulla faccia della terra, ma da quando ci siamo lasciati tutto fa schifo, sono depressa, spero di essere morta ogni mattina e invece mi sveglio col trauma di essere ancora viva, non riesco a dare un senso alla mia vita. Certo, non è colpa tua, ma almeno sai, se uno non ha alti e bassi perlomeno non ha da rimpiangere i momenti alti quando sta nei bassi. Ciao.” A quel punto esco dal locale e scappo a casa. FINE.

(3)”Ciao cara, è un piacere conoscerti. Io sono quella che era la sua ragazza fino a due anni fa, stai tranquilla, lui non mi ha mai amato quindi non ti tradirà mai con me, puoi starne certa. Addio.” FINE.

 

Le altre strade erano più o meno simili, in una probabilmente cominciavo a prendere lui a schiaffi o svenivo, non ricordo bene. Ed ecco il secondo:

 

Ho appena finito di fare un colloquio. È ovviamente andato male quindi arrivo in macchina e comincio a piangere.

->(1)Mi viene un attacco di panico o (2)Continuo a piangere?

(1) Ho un attacco di panico. Prendo il telefono e chiamo una mia amica che lavora sulla stessa strada, ma sta lavorando e non può rispondere. Chiamo un'altra amica chiedendole se ha il numero della prima e le chiedo di mandarle un messaggio spiegandole che quando finisce di lavorare dovrebbe raggiungermi e portarmi a casa, dato che non sono in grado di guidare. -continua-

(2)Continuo a piangere. -continua-

Nell'attesa di calmarmi tiro giù il finestrino. Dopo qualche minuto si avvicina un tizio puntandomi una pistola alla testa. Mi calmo quasi istantaneamente e lo guardo dicendo: “È vera quella pistola? Allora aspetta, non vorrai mica andare in giro con una macchina sporca di sangue.” Prendo la borsa e scendo dall'auto.

->Il ladro (1)Ha una pistola finta, (2)Spara comunque, (3)Rimane spiazzato?

(1)Avendo una pistola finta fugge via cristonando, sperando che non l'abbia visto in faccia. FINE

(2)Spara comunque sfigurandomi metà faccia. Fugge via con la mia macchina e mi lascia a terra finché non mi trova qualcuno. In ospedale tentano di ricostruire alla bell'e meglio con scarsi risultati. Quando riprendo conoscenza rifiuto qualunque specchio e chiedo di togliere tutti quelli che ho a casa. Rimango da sola con i dottori.
“Signorina, lei ha perso l'udito dall'orecchio sinistro e la vista dall'occhio sinistro è seriamente compromessa. Mi dispiace.”
“Ottimo. Quanto ho di invalidità? Se rientro nelle categorie protette forse trovo qualche cristo che mi dia un lavoro visto che l'altro occhio comunque funziona.”
L'infermiera mi sorride. “Questo si che è ottimismo!”
Mi sento un po' come in The Lady, quando la tipa dice completamente a caso “Il suo English Humor non la lascia mai..”. Immagini confuse, lascio il finale aperto. FINE.

(3)Il ladro rimane spiazzato e non sa cosa fare. Si allontana continuando a puntarmi la pistola addosso, io sono tranquilla. Comincio a parlargli.
“Ascoltami, tu vuoi la macchina e io non voglio dartela, l'unico modo che hai di prenderla è di spararmi e ho tutte le intenzioni di farmi sparare. Se mi prendi in testa e sopravvivo però rischio di rimanere un vegetale e di sentirmi ancora più inutile di quando già non mi senta ora. Se mi spari al cuore invece se sopravvivo posso cavarmela e magari se rientro nelle categorie protette riesco anche a trovare lavoro. Ti sembra uno scambio equo?”
Il ladro spara.

->(1)In testa e sopravvivo, (2)al cuore e sopravvivo, (3)non sopravvivo.

(1)Mi risveglio in ospedale e al limite delle mie possibilità cerco di far capire a chiunque si avvicini di uccidermi perché sono stanca di essere un peso per la società. FINE.

(2)Il ladro fruga nelle mie tasche, prende le chiavi della macchina. Non contento decide di frugare nella borsa ma vedendo che ho un telefono che vale meno di 100 euro me lo lancia addosso dandomi della pezzente. Fugge via lasciandomi per terra agonizzante. Cerco di chiamare qualcuno ma svengo. FINE

(3)Beh. Per ovvie ragioni è arrivato il momento di svegliarmi ed iniziare una nuova fantastica giornata. Perchè non aggiornare il blog?

 

FINE.

 

 

 

 
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#5 L'arte di Rimuginare

Post n°5 pubblicato il 01 Luglio 2015 da LPurple
 

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Io vivo nel passato. Il perché lo faccia non è un mistero, sono insoddisfatta del mio presente e l'avere un futuro così incerto mi limita la voglia di guardare in quella direzione.

Oggi il mio pensiero triste è rivolto ad una delle più difficili scelte della mia vita. La mia mente è a Novembre 2013, in una casa qualunque di una città qualunque. Seduta ad un tavolo davanti ad una delle persone che è stata capace di rendermi felice semplicemente esistendo.

Le cose non andavano più molto bene, io sorridevo solo vedendolo, lui era sempre arrabbiato, sempre... insoddisfatto. Quella sera presi coraggio e ho marchiato a fuoco nel cervello due scene.

 

Prima Scena.

Lei seduta al tavolo, sguardo triste. Lui non ha voglia di affrontare l'argomento, rabbia.

Lei: “Credo che ci sia qualcosa che non vada, parliamone per favore.”

Lui: -urlando e sbattendo la mano sul tavolo- “Tu sei solo la solita paranoica! Piantala!”
Lei: -calma, guardandolo negli occhi- “Allora dimmi che mi ami ancora.”

Seconda scena.

Lui è immobile, lei sta ancora aspettando la risposta.

Lui si siede sulla sedia e gli vengono gli occhi lucidi.

 

Buio.

 

Due cose mi preoccupavano, che lui non fosse felice e che questo potesse portarlo verso un eventuale tradimento. Gli spiegai questa mia teoria facendolo arrabbiare ancora di più salvo poi raccontargli del momento in cui mentre ero in vacanza senza di lui. Ero con degli amici e c'era un ragazzo che non mi dispiaceva e io non dispiacevo a lui. Entrambi eravamo fidanzati. Lui era infelice, io ero felice. Per quanto ci provasse con me anche se a me piaceva non mi sarebbe mai passato per l'anticamera del cervello di starci. Cosa che non sarebbe successa se io fossi stata single o semplicemente infelice. Bastò a far calmare le acque.

A questo punto l'unica cosa che potevo dirgli era di prendere una decisione riguardo la nostra storia e che la mia decisione non potevo comunicargliela per non influenzare la sua scelta. Una frase completamente priva di senso. Volevo solo uscire da quella stramaledetta casa e tornare nella mia macchina per poter finalmente scoppiare a piangere.

Ricordo che mi disse qualcosa riguardo al fatto che non volessi lottare per noi.

Tuttavia decidemmo di comune accordo che era meglio finirla li. Un veloce bacio sulla guancia, un suo “non pensavo l'avresti presa così bene” e via di corsa.

 

Lottare per noi. Ha davvero senso lottare per un amore a senso unico?

Per farmi del male a volte penso che mi amasse e che abbia gettato la spugna perché io non ero intenzionata a lottare. Ma non era così. Di tutte le scelte sbagliate che ho fatto nella vita, la decisione di concludere quella relazione è stata una delle più dolorose ma più giuste.

 
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#4 Fame di sentimenti

Post n°4 pubblicato il 25 Maggio 2015 da LPurple
 

Inizio questo post senza sapere bene cosa scrivere a riguardo.
Per una volta il titolo è ben chiaro nella testa, il contenuto non lo è.

Ho fame. Di quella fame che metaforicamente puoi immaginare come il momento in cui apri il frigo e lo richiudi senza averci davvero guardato dentro. Ti allontani e torni per ricontrollare ma.. niente, non c'è nulla di interessante. Nulla che abbia davvero voglia di mangiare.
Ho fame di sentimenti, mi sento sola.
Tuttavia non ho voglia di stare con nessuno, sento di dover fare prima un lavoro su di me prima di poter affrontare una relazione, di qualunque natura essa sia.
Ieri mi sono ritrovata in macchina con una perfetta sconosciuta. Per la natura umana sembra che sia più semplice essere introspettivi con uno sconosciuto che con persone che ci sono vicine.
Mi ha raccontato di essere stata sposata per una ventina di anni, di essere stata sola per qualche anno e di essere di nuovo fidanzata attualmente. Le manca la libertà di uscire senza sentirsi in colpa a lasciare da solo il compagno a casa. Mi ha poi chiesto se io ero fidanzata. La mia risposta è stata: “No, per il momento non mi interessa, ho altre priorità”. Come se si potesse decidere quando innamorarsi, no?
Per me è sempre successo così. Improvvisamente qualcosa mi colpiva in una persona e immediatamente mi prendevo un cotta spaziale. Le mie cotte sono abbastanza innocue in realtà. Mi basta solo vedere quella persona per farmi felice. Senza sapere nulla.
Io adoro prendere cotte, soprattutto quando l'altra persona nemmeno sa della mia esistenza, nulla può rovinarla. Quello che le rovina è quando l'altra persona lo viene a sapere e decide di provarci. In questo caso le cose son sempre andate male, per il semplice motivo che la cosa non è MAI stata ricambiata. Sono sempre stata insieme a persone di cui ero innamorata senza che loro lo fossero di me. Non voglio sputare nei piatti dove ho mangiato, sono comunque stati periodi molto belli della mia vita, dove posso dire di essere stata felice.
Sono stata felice.
Finchè ho creduto di avere di fronte a me qualcuno che provasse almeno la metà di quello che provavo io.
Quando mi rendo conto della verità mi sale su una frustrazione tale che voglio solo che quella persona sparisca dalla mia vita... almeno per un po'. Perchè sono persone che prima o poi cercherò sempre per rammentarmi che non sono sempre stata così triste, così sola.

Si può dire che Scelte Sbagliate nasce un po' da questo. Dal mio stare con me stessa. Dal mio non accettare di avere al mio fianco qualcuno che non mi ami. Una scelta sbagliata in parte, perché se scegliessi invece di non rimanere sola sarei più felice.

 
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L'importanza di chi rimane

Post n°3 pubblicato il 10 Maggio 2015 da LPurple
 

Ci sono momenti in cui vorrei che qualcuno mi dicesse “il tuo blog fa schifo, chiudilo” per smettere di fare anche questo e tornare a chiudermi nel mio bozzolo di fallimenti e scelte sbagliate.

Oggi ho avuto una discussione.

L'oggetto della discussione era: “non riesco a dormire pensando che non hai abbastanza amici e che stai tutto il giorno davanti al pc per far passare il tempo”.

Non ho aperto questo blog per inventare scuse, quindi la verità è che gran parte del tempo lo passo con musica e giochi di carte o campo minato. Bel modo di passare il tempo, vero? Un'altra parte viene occupata a mandare curricula mischiata all'illusione di avere una vita sociale su facebook. No, non è una gran bella vita, e vederlo scritto mi fa pensare “woah, e poi chissà come mai ti senti giù di morale!”.

La discussione è proseguita con un incoraggiamento ad uscire più spesso, a fare COSE.

Cosa ho risposto: “uscire e fare COSE comporta spendere soldi, e sto cercando di risparmiare qualcosa”;
La verità: “io non ho più voglia di uscire e incontrare gente che non ho voglia di vedere, fare cose che non ho voglia di fare, alcolizzarmi per rendere una serata piatta un po' più divertente”

Un'altra parte della verità è il mio enorme problema nel mantenere i buoni rapporti con le persone. Non mi piace prendermi le mie colpe, questa volta do la colpa “al mio carattere”. Ecco cosa succede.

Inizia un periodo di conoscenza dove mantengo una certa distanza, breve.

Segue un periodo dove mi apro completamente a questa persona (o gruppo di persone) e comincio a vederla il più spesso possibile.

Mi rompo il cazzo, spacco tutto.

Inizialmente la fase “spacco tutto”, che più correttamente è la fase in cui sputo veleno su persone a cui paradossalmente voglio bene, arrivava con una scusa, ora lo faccio alle prime avvisaglie.

Sono io che mi sto stufando eppure riesco a riempirmi di paranoie dove penso “loro si stanno stufando di me e quindi li devo assolutamente allontanare prima che succeda”. Arriva la fase Sputare Veleno e dopo poco tempo sfanculo tutti quanti in modo sicuro. Sicuro che non ritorneranno sulla mia strada.

Perchè lo faccio?

Non ne sono sicura e sto cercando di formulare una risposta mettendo per iscritto quello che ho in testa, ma per il momento la ragione potrebbe essere (a parte “sei una testa di cazzo”) questo bisogno di allontanarmi dal passato il più possibile, eliminando anche quelle persone che comunque per me son state più o meno importanti e mi hanno fatto passare bei momenti.

In passato, infatti, ho quasi sempre legato con persone pessime perché credevo che non avrei potuto aver di meglio (ho sempre avuto una meravigliosa autostima). Pessimi amici. Gente a cui mi sottomettevo completamente e che non mi lasciavano vivere. Alle elementari avevo l'amichetta che mi “comandava”, così scrivevo sul diario segreto. Ma riuscii a litigarci. Alle medie avevo altre amicizie dove ero abbastanza sottomessa, allontanate tutte (tranne una che da confidente è diventata ed è tutt'ora la mia migliore amica). Alle superiori ancora sottomissione e il subentro del mio primo ragazzo, un totale idiota che non vedevo mai, ma hey, era l'unico che si era degnato di essere il mio ragazzo in tutta la mia vita e mi andava bene così. Non mi è rimasto nessuno, a parte una mia carissima amica che è sopravvissuta ai miei peggiori sputi velenosi. Poi un altro ragazzo, un po' più serio, a cui ero comunque troppo sottomessa, sempe per la paura che se mi fossi imposta sarei rimasta da sola.

In questo ultimo periodo mi stavo già rendendo conto che la sottomissione non era il modo migliore per vivere un'amicizia, quindi ogni tanto esplodevo e trattavo male tutti quanti. Forse era un modo per vedere chi sarebbe rimasto.
Di fatto, dopo il diploma questo sentore è diventato sempre più forte, tant'è che di tutte le amicizie che avevo me ne è rimasta una.

Mantenere le amicizie è diventato più difficile; è diventato più importante contare sulla qualità piuttosto che sulla quantità, e da qui le tre fasi di cui sopra.

 

“Se tu hai degli amici, dove sono ora?”

 
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