Creato da latortaimperfetta il 22/08/2011

la torta imperfetta

Acqua farina caffè marmellata Cuociono i cuochi una torta inventata Il riso in bocca, le mani in pasta Briciole zucchero e basta

 

 

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Post n°191 pubblicato il 25 Agosto 2016 da latortaimperfetta

Quanto amore ho provato per te e mai, mai davvero avrei immaginato di innamorarmi così, ora, come allora.

Un innamoramento tardivo il mio. Sono anni questi miei, nei quali le passioni piano, piano si sopiscono, lente si spengono per lasciare spazio ad amicizie profonde, interessi comuni, sorrisi accennati.

Mi sono innamorata, innamorata come una ragazzina sciocca, una stupida senza testa: che figuraccia!

E' proprio vero: l'amore rende ridicoli!

Ti confesso però che è stato bello, bellissimo, innamorarmi senza testa. Mi è sembrato di tuffarmi, come quando a Stromboli in barca non si poteva ancorare e dovevo tuffarmi così "al volo"!

Timore sì ma quanta emozione quel tuffo, che mi ha lasciata senza fiato e così è stato, quando ho trovato le tue iniziali nel mio cuore, quando questo amore mio è esploso, come un tuffo, in infinite particelle d'acqua.
Senza fiato.

E' giunta però l'ora che questo mio amore passi dal cuore alla testa, per dimenticarlo e dimenticarmi di essermi innamorata di te.

Mi mancherà questo amore, sentirmi così fluttuante e persa, dolorosamente persa e viva e sensibile ed esposta.
E' difficile dovere dimenticare di essere stata liquida fra le tue braccia, di dirti quanto fossi innamorata (non mi stancavo mai di ripetertelo, che sciocca), di cercare i tuoi occhi magnetici eppure volubili, che poco meritano e poco danno ma molto chiedono e pretendono.
Una minuscola corrispondenza c'era e creava tensione di sensi e sentire corrisposti e, poi, poi la vita ci ha travolto e lascio che anche adesso continui a travolgerci senza fermarla, senza porre resistenza.
Con lenta e dolorosa (sì perchè sento male fisico) determinazione prendo questa mia decisione.

Rimetto a posto il cuore, rendo ciechi gli occhi, mute le labbra, sorde le orecchie e passo oltre l'amore perchè questo amore è venefico e profano, per me e, a me sordo e muto e cieco e spigoloso, mai tondo e reciproco, mai vero e sincero.

Con lentezza, so che dimenticherò. Ora, lascio che la ferita si rimargini, brucia ma svanirà, sono certa che scomparirà dai miei ricordi.
Spero così di svanire io dai tuoi di ricordi, lì, credimi, non voglio starci, proprio no!

Non voglio starci fra i ricordi brutti o belli, non voglio starci seduta fra i ricordi tuoi e i ricordi di un vagone di treno, il piazzale della stazione, il latte di soja, Natale, gennaio, la pioggia, che lava via i ricordi, la pioggia che ne cristallizza altri, febbraio, marzo, il dispiacere, la consapevolezza che più non farai ritorno, ieri, come era ieri, gli ashtag, le parole che fanno male, gli atteggiamenti che feriscono, le parole che non si trovano, la clessidra che non si ferma, il tempo che è scivolato via, il tempo che scivola via.

La manciata di ricordi, che ho, fanno a pugni fra loro e non contenta leggo anche il diario dei giorni passati.
Quei giorni mi fanno male ma male vero, mi costringo a pensare e me ne convinco che fossi un falso profeta, uno bravobravo a confondere le acque, ad increspare la superficie, perchè io non vedessi il fondo, perchè il fondo, sì, luccica ma di vacuità e fa male.

Non capirà mai nessuno quanto amore ci mettevo anche solo per guardarti negli occhi; chissà cosa pensavo di fare con tutto quell'amore, stupida.

Poteva essere solo una bugia (e così è stato) che tu potessi difendere il mio di amore, una bugia, una delle tante che il sesso dice per conto nostro quando ci piglia e ci porta via, ci riempie e ci svuota.

Sciocca sono stata, come ho fatto a crederti, come ho fatto a credere ad una persona che giura mentre fa sesso. Sciocca.

Adesso devo forzare le sbarre del momento. Quel poco che sono riuscita a raccogliere fra testa e cuore si trasforma in una mail come tante, parte da un PC come tanti, balla sul fumo dell'ultima canna rollata in un Erasmus nel Paese del Niente, striscia in una preghiera recitata in un convento che convento non è, s'infila in una frequenza televisiva, scivola lungo il desiderio, scivola lungo un mistero e gliela fa, arriva ad un altro PC come tanti.

E' il momento, io devo dimenticarti

 
 
 
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