la torta imperfetta
Acqua farina caffè marmellata Cuociono i cuochi una torta inventata Il riso in bocca, le mani in pasta Briciole zucchero e basta
Poirot stava cenando con il suo amico Hanry Bonnington a Chelsea dove una cameriera, Molly, si vantava di ricordare sempre quello che piaceva ai suoi clienti….”Forse voi riderete di me, Molly arrossì ma quando hai un cliente da dieci anni si impara a sapere quello che gli piace e quello che non gli piace. Ha sempre detestato sia il rognone che le more ed invece quella sera ha ordinato pasticcio di rognone e torta di more! Era come se non notasse nemmeno quello che ordinava!”
Tre topolini ciechi, A. Christie
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Post n°160 pubblicato il 04 Novembre 2015 da latortaimperfetta
mi piacerebbe sapere scrivere ma saper scrivere bene, come quegli scrittori che che per descrivere un mal di testa, attivano al loro protagonista, sinapsi, neuroni, sollecitazioni neurologiche varie e tanto altro. A stento arrivo a scrivere qualche riga di senso compiuto, sgrammatica con un analisi logica deboluccia, qualche miserevole concetto sparso qua e là. Ho poco da scrivere, se non il mio saliscendi per scale di stazioni e metropolitane, gli sguardi fuggevoli di quanti incrocio al mattino, all'alba o la sera tardi, allucinanti da giornate dove si infilano una dietro l'altra, frustrazioni e debolezze, ansie e colpi bassi ricevuti, insomma una vita da mediano, qualcuno canta così, piena di pugni presi. I miei unici pensieri si arrovellano su cosa mangiare, quando e per quanto tempo non "ingurgitare". Sì, ingurgito cibo, non mangio. Ingurgito ingoiando aria, che mi gonfia come un palloncino. Le rare volte che mi fermo nel bar adiacente all'ufficio, non mi piace, è frequentato dai colleghi che cominciano la loro giornata raccontandosi il nulla, io il mio nulla preferisco tenerlo per me, scruto le colazioni altrui; caffè, caffè lisci, macchiati, con latte freddo, cacao, caffè lunghi, ristretti, caffè d'orzo, decaffeinato, con panna, con la Nutella, Ginseng, tazza grande, tazza piccola, caffè allo zabaione, veneziano, alla crema, mocaccini, cortado, americano, cappucci senza schiuma, cappucci con poco caffè, cappucci col cacao e poi guardo o meglio scruto in maniera ossessiva e morbosa le brioches, brioche senza crema, con la crema pasticcera, con la crema di pistacchio, con la crema di nocciole, con marmellata di lamponi e marmellata di albicocche, fagottini al cacao, odore di burro di infimo ordine surgelato e decongelato nei forni a micronde, che aleggia sempre più stantio nel locale e lentamente ricopre i nostri abiti, i capelli lasciandoci addosso odore di intruppamento, di "siamo tutti" qui con gli occhi spenti e bovini, pronti ad andare al macello. Il mio macello è l'ossessione per il cibo, desiderarlo e allontanarlo, unico mio pensiero fra scale di stazioni e metropolitane, unico chiodo fisso in ufficio, unica preoccupazione quando rientro a casa la sera e guardandomi allo specchio, vedo esplodermi negli abiti. |
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non dire che non sai scrivere: a me piace che tu parli del bar e non dei neuroni ^___*
https://www.youtube.com/watch?v=uKC4XGGlnRI