Creato da latortaimperfetta il 22/08/2011

la torta imperfetta

Acqua farina caffè marmellata Cuociono i cuochi una torta inventata Il riso in bocca, le mani in pasta Briciole zucchero e basta

 

Messaggi di Agosto 2015

16.17

Post n°128 pubblicato il 31 Agosto 2015 da latortaimperfetta

Oh ..., se tu fossi veramente ciò che scrivi, sarei pazza di te.
Non lo sei

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16.02

Post n°127 pubblicato il 31 Agosto 2015 da latortaimperfetta

“nella piazza d’armi che smista verso altre storie tutti i miei amici, io sento in pieno questa precarietà degli affetti e della vita … questo essere in balia di trasferimenti e ordini e comandi …”

 

 

Pao Pao, Pier Vittorio Tondelli

 
 
 

9.27

Post n°126 pubblicato il 28 Agosto 2015 da latortaimperfetta

“Molto spesso non siamo affatto noi a scegliere le nostre letture, i nostri dischi o i nostri amori, ma sono gli accadimenti stessi che vengono a noi in un particolare momento, e quello sarà l'attimo perfetto, facilissimo e inevitabile: sentiremo un richiamo e non potremo far altro che obbedire.”

mio amatissimo Pier Vittorio Tondelli

 
 
 

8.55

Post n°125 pubblicato il 07 Agosto 2015 da latortaimperfetta

L'informarono poi che delle persone gentili, in città, si erano date la pena di trovarle una sistemazione in un collegio, o meglio in una Casa del Bambino.
"Io sono già sistemata in una Casa del Bambino" disse Pippi.
"Come? E dire che era tutto stabilito!" esclamò uno dei due poliziotti. "E dove sarebbe dunque quest'altra casa Casa del Bambino che dici tu?"
"Qui" rispose Pippi con fierezza. "Io sono una bambina, e questa è la mia casa: non si tratta dunque di una Casa del Bambino? E, quanto a sistemazione, vi assicuro che sono sistemata proprio comodamente!"
"Ma, bimba mia" disse il poliziotto, e sorrise, "evidentemente non mi sono spiegato bene: tu devi entrare in una vera Casa del Bambino, e avere qualcuno che ti controlli".
"Permettono di tenere cavalli, nella vostra Casa del Bambino?" chiese Pippi, dubbiosa.
"Certo che no" rispose il poliziotto.
"Ah, è così?" sbottò Pippi. "E allora andate da un'altra parte a procurarvi dei bravi giovinetti adatti alla vostra Casa del Bambino: io non mi ci trasferisco di sicuro!"
"Ma non capisci che è necessario che tu vada a scuola?" disse il poliziotto.
"Perché dovrei andare a scuola?"
"Per imparare tante belle cosine".
"Che tipo di cosine?" si informò Pippi.
"Tutto ciò che è possibile imparare" spiegò il poliziotto: "una enorme quantità di nozioni utili, come la tavola pitagorica, per esempio".
"Me la sono cavata perfettamente per ben nove anni, anche senza bisogno della tavola piragotica" disse Pippi; "e posso continuare nello stesso modo".
"Sarà, ma immagina quanto ti peserà la tua ignoranza: pensa se, quando sarai grande, qualcuno ti chiederà qual è la capitale del Portogallo e tu non saprai rispondere!"
"Certo che saprò" esclamò Pippi. "C'è un'unica risposta per un tipo simile: se proprio muori dalla voglia di sapere come si chiama la capitale del Portogallo, per amor di Dio, scrivi subito in Portogallo, e te lo sapranno dire".
"Ma non pensi che ti sentiresti un po' mortificata, a non saperglielo dire tu stessa?"
"Può darsi" disse Pippi. "Può darsi che mi capiti di rimanere sveglia fino a tarda notte a furia di chiedermi: ma come diavolo può chiamarsi la capitale del Portogallo? Del resto, ognuno ha le sue preoccupazioni" concluse, e si mise a camminare avanti e indietro sulle mani.
"Del resto, sono stata a Lisbona col mio papà" aggiunse, continuando a spostarsi con la testa in giù e le gambe in su, perché, tanto, riusciva benissimo a discutere anche così."

(Astrid Lindgren, ibidem, pp. 28-31).

 

 
 
 

9.56

Post n°124 pubblicato il 06 Agosto 2015 da latortaimperfetta

(...) e ci siamo salutati. eri distratto, pensieroso, il tuo piano di rivedere Laura con accanto Annalisa lo stai studiando da un poco.

mediti di lasciare una città per trasferirti in un'altra così da coronare il suo desiderio di maternità, tenere a bada la tua paura di stare da solo e allontanarti dai ricordi tuoi e di Laura.

ti ho già perso ma non me ne dispiaccio, i miei molti anni servono anche a questo, a proteggermi dalle illusioni e disillusioni.

tornerai quando avrai bisogno, quando la solitudine, la noia, l'incertezza del passo fatto, la consuetudine, che tanto rifuggi, prenderanno il sopravvento.

ti aspetto seduta nella nostramia amicizia, io ci credo, tu no.

 
 
 

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