La voce di un uomo

The voice of a man

 

SOCIETAS

Se la nostra società
assolve e incoraggia la
mancanza di virtù e i falsi
valori della vita, noi
dobbiamo rifare la società
in modo che felicità e
virtù coincidano.

Tsunesaburo Makiguchi

 

RAGIONE

Chiunque pretenda di pronunciare una verità nel campo pragmatico  dei rapporti morali, politici e sociali, in virtù di questa pretesa dice una falsità

Theodor Geiger

 

ART. 21 COST

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.

In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.

La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.

Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

 

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ULTIMI COMMENTI

Se non erro veniva da Il Fatto Quotidiano
Inviato da: zalo88
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Scusa ma dove le recuperi queste info?NO AL COMUNISMO
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Comunque, in libro veritas (sì sì sarà sbagliato è una...
Inviato da: zalo88
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Ok ok..in ogni caso il senso di quanto detto sulla...
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No, sono elementi logicamente separati... Se tu agisci in...
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A volte ritornano - Sometimes they return

Post n°106 pubblicato il 17 Novembre 2012 da zalo88

Un caro saluto a tutti. Sono ormai tre anni che non scrivo più sul blog. Un po' mi dispiace, ma devo dire che avevo assolutamente bisogno di staccare dall'approfondimento di certe tematiche, come la politica, che mi rendevano troppo nervoso a causa della rabbia.

Una novità: ho intenzione di provare a tradurre in inglese tutti i post che pubblicherò. Questo, da un lato, perché la comunicazione in internet ha raggiunto livelli talmente elevati che questo blog potrebbe divenire accessibile facilmente a persone non italiane, dall'altro perché ho bisogno di esercitarmi con l'inglese e il blog potrebbe essere un modo divertente per unire l'utile al dilettevole. Ovviamente tengano presente che il mio inglese è, purtroppo, decisamente impreciso.

 

Hello everybody! They are now three years that I do not write on the blog. I am not happy with this, but I have to tell that i had absolutely needed to let go of the deepening about some matters, as the politics, that made me too nervous because of the anger.

A new: I am going to try to translate in english all the posts that I will publish.
This is because, by a side, the comunication in internet has reached a level so high that this blog could become easily approachable to non italian people and, from the other side, because I need to practicing english and the blog could be a funny way to combine business with pleasure. Obviously you have to keep in mind that my english is, unfortunately,much inaccurate.

 
 
 

"Uccidiamo..."

Post n°105 pubblicato il 22 Ottobre 2009 da zalo88

E' venuta fuori la notizia che su facebook esiste un gruppo dal titolo "uccidiamo Berlusconi" con più di 17 000 iscritti. Sia mai! Tutti indignati, tutti a parlare di sicurezza nazionale, tutti a dire che il gruppo va chiuso, che è apologia di reato, che bla bla bla (come se non fossimo già a conoscenza che almeno metà degli italiani vorrebbe il premier morto). Ma, tanto per fare chiarezza, pubblico i nomi di alcuni gruppi che nel loro titolo presentano la parola "uccidiamo" (beh, ovviamente, quello su Berlusconi è quello con più iscritti, al secondo posto "uccidiamo il gatto Virgola" ed al terzo "uccidiamo Costantino").

Uccidiamo Berlusconi
Uccidiamo il gatto Virgola
Uccidiamo Costantino
Uccidiamo Patty
Uccidiamo Karina
Uccidiamo Mughini
Uccidiamo BASSOLINO (ah ma questo si può lasciare ovviamente)
Uccidiamo Nedved
Uccidiamo Arisa
Uccidiamo Susy
Uccidiamo Mohurino
Uccidiamo Pingu
Uccidiamo Prezzemolo
Uccidiamo Loria
Uccidiamo Pellegatti
Uccidiamo Nando
Uccidiamo Quaresma
Uccidiamo Spongebob
Uccidiamo le ex
Uccidiamo lucignolo
Uccidiamo Moccia
Uccidiamo Spaccarotella
Uccidiamo Burdisso
Uccidiamo QUELLI CHE VOGLIONO UCCIDERE BERLUSCONI

Ve ne sono altri 500 circa che non sto a pubblicare perché hanno pochi iscritti e molti sono ripetizioni di quelli testé pubblicati. Mi chiedo...ma c'è veramente chi pensa che simili gruppi mirino davvero ad uccidere le persone indicate? Anche io in un post precedente titolai "Studio Aperto deve morire", ma era naturalmente una provocazione, non certo una manifestazione dell'intenzione di far fuori tutti coloro che fanno parte della redazione di quel "telegiornale". Cos'ha intenzione di fare la procura di Roma? Condannare tutti gli iscritti di questi gruppi? Perché se si condannasse anche il solo fondatore di "uccidiamo Berlusconi" si creerebbe un precedente giudiziario tale per cui si renderebbe OBBLIGATORIA (si rammenti il principio di obbligatorietà dell'azione penale) la persecuzione di TUTTI i fondatori dei gruppi che nel loro titolo presentano la dizione "uccidiamo". E poi mi fanno ridere i leghisti...nessuno di loro ha mai visto i gruppi che ci sono su facebook sugli immigrati? Come quello che titola "accettiamo gli immigrati" e a fianco reca l'immagine di un'accetta, oppure quello che titola "accogliamo gli immigrati calorosamente" e nell'immagine si vede un soldato che maneggia un lanciafiamme? Misteri...ah..dimenticavo, questo non è apologia di reato?

 

 

 

 
 
 

Lodo Alfano...avevamo ragione noi!

Post n°104 pubblicato il 22 Ottobre 2009 da zalo88

Non mi sono dimenticato del lodo Alfano, ma dissi che avrei atteso la sentenza per scrivere in merito. E la sentenza è arrivata. Questa volta ho deciso di non avvalermi dell'aiuto di articoli dei vari giornalisti come in altre circostanze mi è capitato di fare (vedi i due blog precedenti sul lodo). Questa volta ho letto la sentenza (sì quelle 34 pagine di sentenza) ed ora scriverò da me.

 

Il primo profilo d'illegittimità costituzionale sollevato dai giudici a quo (vale a dire i giudici coinvolti nei processi di Berlusconi), riguardava la violazione dell'art. 136 della Costituzione, il quale afferma, sostanzialmente, un divieto di riapprovare norme già dichiarate incostituzionali. Nella fattispecie i giudici sostenevano che il lodo Alfano fosse una ricopiatura del lodo Schifani e che, quindi, la norma andasse dichiarata incostituzionale per violazione del predetto articolo.

Orbene, per smentire tutte quelle voci che accusano la Consulta di essere un organo "politicizzato", la Corte costituzionale ha dichiarato "non fondata" la questione inerente all'art. 136 Cost. La Corte ha infatti affermato che "il legislatore ha introdotto una disposizione che non riproduce un'altra disposizione dichiarata incostituzionale, né fa a quest'ultima rinvio. La disposizione presenta, invece, significative novità normative". Parrebbe assai strano che una sentenza politica dichiarasse non fondata una simile questione, che avrebbe liquidato il dibattito senza troppi giri di parole e che, ad avviso di chi scrive, non sarebbe nemmeno stata così scandalosa, dal momento che appare plateale l'unica intenzione del "legislatore" (unico) di intralciare il lavoro dei magistrati che indagano su di lui. Ma una simile osservazione non è in grado di "sbugiardare" chi accusa la Corte di essere politicizzata, semplicemente fa insinuare un dubbio. Dunque, proseguiamo.

 

Il secondo profilo d'illegittimità costituzionale sollevato con ordinanza di rimessione alla corte attiene, invece, alla violazione dell'art. 138, cioè quell'articolo che prevede un iter aggravato al fine dell'approvazione di leggi costituzionali, impedendo, quindi, che con una legge ordinaria si applichino modifiche al dettato costituzionale. Il termine modifiche va naturalmente inteso in senso lato, vi sono infatti alcune materie che possono essere disciplinate solo da leggi costituzionali e se tali materie dovessero essere disciplinate con legge ordinaria, quand'anche non modifichino espressamente il dettato costituzionale, ne dovrebbe essere decretata l'incostituzionalità.

"La Costituzione", afferma la Corte, "disciplina i rapporti tra gli organi istituzionali e la giustizia penale". Di per sé, già quest'affermazione è sufficiente a far capire che è la Costituzione, e non il legislatore ordinario, a disciplinare questo tipo di questioni. Tanto più che in questo caso entra in gioco l'art. 3 comma 1 della Costituzione (principio di eguaglianza davanti alla legge). Rileva la Corte che simili norme concedenti un'immunità (intesa in senso lato del termine) "presentano la duplice caratteristica di essere dirette a garantire l'esercizio della funzione di organi costituzionali e di derogare al regime giurisdizionale comune. Si tratta di istituti [...] derogatori rispetto al principio di uguaglianza tra cittadini". Aggiunge poi che "Il problema dell'individuazione dei limiti qualitativi e quantitativi delle prerogative assume una particolare importanza nello Stato di Diritto perché, da un lato, alle origini della formazione dello Stato di diritto sta il principio della parità di trattamento rispetto alla giurisdizione e, dall'altro, gli indicati istituti di protezione non solo implicano necessariamente una deroga al suddetto principio, ma sono anche diretti a realizzare un delicato ed essenziale equilibrio tra i diversi poteri dello Stato [...] Questa complessiva architettura istituzionale, ispirata ai principi della divisione dei poteri e del loro equilibrio, esige che la disciplina delle prerogative contenuta nel testo della costituzione debba essere intesa come uno specifico sistema normativo, frutto di un particolare bilanciamento e assetto di interessi costituzionali; sistema che non è consentito al legislatore ordinario alterare né in peius né in melius". Il principio di eguaglianza trova quindi sì delle deroghe che sono motivate da una particolare carica assunta da un cittadino (si pensi, p. es., all'art. 68 Cost. che prevedeva l'istituto dell'autorizzazione a procedere nei confronti dei parlamentari e che ora è stato modificato in autorizzazione all'arresto), ma se simili deroghe si potessero attuare con legge ordinaria, il bilanciamento dei poteri tipico dello stato di diritto verrebbe esposto a enormi rischi, facendo pendere la "bilancia" da una parte o dall'altra a seconda delle scelte che volta per volta il legislatore compierebbe. (Un giorno Berlusconi fa pendere la bilancia a favore del governo, un altro giorno va su un'altra persona e la fa pendere a favore della magistratura, ecc.). Perché questo assetto e bilanciamento di poteri sia definito (che non significa necessariamente immutabile, ma quanto meno dotato di una forte stabilità) è necessario che venga disciplinato da un sistema normativo superiore, quale è quello costituzionale. E, aggiunge la Corte, "Tale conclusione non deriva dal riconoscimento di un'espressa riserva di legge costituzionale in materia, ma dal fatto che le suddette prerogative sono sistematicamente regolate da norme di rango costituzionale".

Qui entra in gioco però l'obiezione mossa dai vari Gasparri & co. (esemplare, tra l'altro, l'intervento di costui a Matrix, tanto per dimostrare la sua ignoranza del diritto, quando asseriva, per contraddire Marino, che l'omicidio non si prescrive.....) vale a dire il fatto che nella sentenza n. 24 del 2004, quella relativa al lodo Schifani, nulla veniva detto riguardo l'art. 138. A parte il fatto che quest'affermazione non è completamente vera, è pur esatto che in quella sentenza i profili che servirono da parametro per  dichiarare l'illegittimità costituzionale erano costituiti dagli artt. 3 e 24 Cost. Tuttavia, come rileva la Corte, "l'accoglimento di una qualunque delle questioni (nella fattispecie delle questioni relative agli artt. 3 e 24 Cost.), comportando la caducazione della disposizione impugnata, è infatti idoneo a definire l'intero giudizio di costituzionalità e non implica alcuna pronuncia sulle altre questioni, ma solo il loro assorbimento". Ciò significa che se la Corte non prende come parametro di incostituzionalità una determinata norma costituzionale, non significa che la disposizione impugnata sia costituzionalmente legittima in riferimento a quella norma costituzionale, salvo il caso in cui la Corte non dichiari esplicitamente infondata la questione ad essa relativa. E di una simile dichiarazione di infondatezza relativa all'art. 138 Cost. non c'è traccia nella sentenza n. 24 del 2004.
E' infatti pacifico che quando una norma viene impugnata davanti alla Consulta per violazione dell'art. x e la Corte dichiara la manifesta infondatezza dell'impugnazione, sia comunque possibile risollevare una questione di legittimità alla Corte con riferimento all'art. y. E questo lo sa qualunque studente abbia dato l'esame di diritto costituzionale, ma la Corte lo ribadisce asserendo che "trova applicazione il principio giurisprudenziale secondo cui le questioni di legittimità costituzionale possono essere riproposte sotto profili diversi da quelli esaminati dalla corte nella pronuncia di rigetto".

Dunque: Gasparri & co. SBUGIARDATI. La loro tesi è stata, con uno stile infinitamente superiore, letteralmente fatta a pezzi dalla Corte costituzionale.

 

Il terzo profilo di illegittimità costituzionale attiene, come logica conseguenza, all'art. 3 Cost. che viene violato contemplando, con legge ordinaria, una diversa applicazione della legge per alcune cariche istituzionali. Sostiene in primo luogo la Consulta che "la disposizione denunciata" se, come sostenuto dalle difese della norma, avesse avuto la finalità di garantire un giusto ed equo diritto alla difesa per l'imputato, "avrebbe dovuto applicarsi a tutti quegli imputati che, in ragione della loro attività, abbiano difficoltà a partecipare al processo penale", aggiungendo poi che "sarebbe intrinsecamente irragionevole e sproporzionata la previsione di una presunzione legale assoluta di legittimo impedimento derivante dal solo fatto della titolarità della carica". In sostanza: se a situazioni uguali devono corrispondere uguali trattamenti, perché al ministro che lavora tanto quanto il presidente della camera non deve essere riconosciuto lo stesso trattamento? Di più: come è possibile che si presuma a priori l'impedimento per quella persona a partecipare al processo penale e non si valuti la cosa caso per caso?
In secondo luogo la Corte ricorda che "l'esigenza della tutela del diritto alla difesa è già adeguatamente soddisfatta in via generale dall'ordinamento con l'istituto del legittimo impedimento".
Chiarito in via preliminare che la ratio della norma non ha nulla a che vedere con il diritto alla difesa dell'imputato, ma mira a proteggere "le funzioni di alcuni organi costituzionali", la Consulta spiega poi come la norma non segua il principio di ragionevolezza dettato dall'articolo 3 (secondo il quale se a situazioni eguali corrisponde eguale trattamento a situazioni diseguali corrisponde diseguale trattamento) poiché "la deroga si risolve in una evidente disparità di trattamento delle alte cariche rispetto a tutti gli altri cittadini che, pure, svolgono attività che la Costituzione considera parimenti impegnative e doverose, come quelle connesse a cariche o funzioni pubbliche (art. 54 Cost.) o, ancora più generalmente, quelle che il cittadino ha il dovere di svolgere, al fine di concorrere al progresso materiale e spirituale della società (art. 4, secondo comma Cost.)". Non si spiegherebbe, dunque, perché l'attività del primo ministro dovrebbe trovare maggiore tutela rispetto a quella di un qualsiasi funzionario dello Stato. La Corte precisa poi che "l'accertata violazione del principio di uguaglianza rileva, poi, sicuramente anche con specifico riferimento alle alte cariche dello Stato prese in considerazione dalla norma censurata: da un lato, sotto il profilo della disparità di trattamento fra i presidenti e i componenti degli organi costituzionali; dall'altro sotto quello della parità di trattamento di cariche tra loro disomogenee". In sostanza la norma capovolge il principio dell'art. 3 facendo corrispondere a situazioni eguali (i presidenti e i membri del rispettivo organo costituzionale) diseguali trattamenti ed a situazioni diseguali (i presidenti delle camere, il presidente del consiglio, il presidente della repubblica) eguali trattamenti. Infatti "non è configurabile una preminenza del presidente del consiglio dei ministri rispetto ai ministri, perché egli non è il solo titolare della funzione di indirizzo del governo, ma si limita a mantenerne l'unità" ed "anche la disciplina costituzionale dei reati ministeriali conferma che il presidente del consiglio e i ministri sono sullo stesso piano". "Del pari, non è configurabile una significativa preminenza dei presidenti delle camere sugli altri componenti, perché tutti i parlamentari partecipano all'esercizio della funzione legislativa come rappresentanti della Nazione e, in quanto tali, sono soggetti alla disciplina uniforme dell'art. 68 Cost.". Per quanto riguarda invece la diversità delle cariche prese in considerazione dal lodo Alfano la Corte afferma che "tale disomogeneità è da ricondurre sia alle fonti d'investitura (popolare quella dei presidenti delle camere, parlamentare quella del presidente del consiglio e del presidente della repubblica), sia alla natura delle funzioni". Conclude quindi la Corte che "deve dichiararsi l'illegittimità costituzionale dell'art. 1 della legge n. 124 del 2008, per violazione del combinato disposto degli artt. 3 e 138 Cost., in relazione alla disciplina delle prerogative di cui agli artt. 68, 90, 96 Cost. (sono gli articoli che disciplinano le deroghe alla normale giurisdizione dei: parlamentari, ministri e presidente della repubblica)".

Pertanto...

LA CORTE COSTITUZIONALE

dichiara l'illegittimità costituzionale dell'art. 1 della legge 23 luglio 2008 n. 124 (Disposizioni in materia di sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato);
dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'art. 1 della legge n. 124 del 2008, sollevate dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Roma, in riferimento agli artt. 3, 111, 112 e 138 Cost., con l'ordinanza r.o. n. 9 del 2009 indicata in epigrafe.

Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, palazzo della Consulta, il 7 ottobre 2009.

 

Scusatemi ora..ma io...GODO!

 

 
 
 

Siamo alle solite

Post n°103 pubblicato il 14 Ottobre 2009 da zalo88

900 milioni in meno agli apparati giudiziari per il 2010...ma il 15% in più per i fondi degli stipendi del ministro della giustizia e dei sottosegretari.

E meno male che la sicurezza dei cittadini era una priorità per questo governo, altrimenti chissà cosa sarebbe accaduto...Uhm..Elezione dei criminali al parlamento? No quello accade già.

 
 
 

Invocare il popolo...ma non è quello che fece Lenin?

Post n°102 pubblicato il 09 Ottobre 2009 da zalo88

[Devo innanzitutto sottolineare un mio errore, dovuto a distrazione ma un pochetto grave per uno che studia diritto, riguardo il post precedente [già corretto]. Avevo scritto che il giudice doveva accertare l'esistenza del fatto antigiuridico e colposo. Ovviamente è sbagliato, la parola corretta è COLPEVOLE. Colpevole significa: con dolo o, nei casi previsti dalla legge, con colpa; il fatto antigiuridico deve essere inoltre commesso in assenza di scusanti, con capacità di intendere e di volere e previa conoscibilità della norma penale che punisce il reato. Colposo invece significa solo con colpa, ovvero attraverso condotta negligente, imprudente o imperita. Ringrazio coloro che mi hanno fatto notare l'errore e mi hanno permesso di correggerlo e mi scuso per la distrazione.]

Non che io ricordi così bene e nel dettaglio la storia della rivoluzione russa, ma sicuramente un dettaglio non mi sfugge affatto: essa fu possibile solo grazie all'appoggio del popolo. Così Lenin, che interpretava la dottrina marxista nel modo più violento ritenendo che egli auspicasse una "rivoluzione di un'asprezza inaudita", si servì del popolo per sbarazzarsi del vecchio potere zarista ed instaurare quella che sarebbe dovuta essere la "dittatura del proletariato" ma che, di fatto, si può tranquillamente chiamare solo dittatura. La cosa interessante è che quella dittatura, nata nel 1917 con la rivoluzione d'ottobre e vissuta sino al 1991, è proprio quella che il nostro attuale presidente del consiglio disprezza, quella che ha sempre utilizzato per screditare il comunismo prendendola come simbolo dello stesso. Adesso non voglio dire che Berlusconi & co siano come Lenin o Stalin (anche se forse qualche pensiero ce lo fanno), ma ciò che accomuna questi personaggi (e se ne potrebbero aggiungere anche altri, come Hitler) è l'invocazione del popolo come strumento di forza per legittimare ed ottenere il loro potere, un potere che però, logicamente, si presenta come assoluto e non come limitato dai controbilanciamenti democratici.

Se è vero che Berlusconi è stato eletto dal popolo, non è forse vero che anche persone come Dario Franceschini, Antonio di Pietro, Pierferdinando Casini sono state elette dal popolo? Forse non è stata la maggioranza del popolo ad eleggerli, ma di sicuro il popolo non è costituito da una massa uniforme composta di individui pensanti tutti nel medesimo identico modo. Ciò che Berlusconi e Bossi possono invocare non è il popolo, ma una parte del popolo (che loro credono essere maggioritaria ma in realtà non lo è, poiché tutti gli ultimi risultati elettorali non hanno conferito alla coalizione di centrodestra attuale la maggioranza assoluta). Dimenticano però un'altra parte del popolo, quella che non sta con loro, quella che non li vuole al governo, quella che vota contro di loro unita a quella che non vota.
Bossi ha addirittura invocato la guerra, come se fosse una battaglia semplice, come se gli unici "nemici" fossero i magistrati, ma è qui che i conti sono fatti senza l'oste. Se anche si ipotizzasse lo scenario del film "il Caimano", nella cui scena finale si vede Nanni Moretti interpretare Berlusconi mentre afferma di essere "più uguale degli altri" mentre il popolo brucia il tribunale, le cose non potrebbero andare proprio in quel modo. Perché? Perché a difendere quel tribunale, oltre ai magistrati, ci sarebbe l'altra parte del popolo, quella ostile a Berlusconi, 'sì che l'unica via possibile in un caso di invocazione violenta del plebiscito sarebbe la guerra civile.
Ovviamente questa è solo una fantasia, un'immagine metaforica, ma che credo renda bene l'idea della situazione attuale e dell'impossibilità di Mister B. di far troppo quello che vuole.

Poniamo però il caso che la situazione non sia questa, che davvero il 75% degli italiani sia col premier (cosa questa, agli occhi di chi scrive, possibile solo a Milano 2 o ad Arcore). Sarebbe ugualmente giusto aizzare il popolo contro le istituzioni create dalla costituzione al fine del buon funzionamento dello stato democratico-liberale? Il favore del 75% della popolazione legittima l'ascesa al trono? NO!
Non esiste democrazia al mondo in cui le minoranze non trovino uno spazio politico e non esiste democrazia al mondo che conferisca, anche per un periodo limitato, poteri illimitati ad una o più persone. Quello che invece Berlusconi invoca sono proprio questi poteri illimitati: la facoltà di non farsi processare, la facoltà di deridere ed insultare l'avversario politico in un pubblico dibattito riferendosi a questioni che non riguardano la materia trattata (peculiare il caso della Bindi dell'altra sera*), la facoltà di controllare l'informazione. Sono tutti poteri che egli invoca per sé in base ad una legittimazione popolare, ritenendo che se il popolo (o meglio la maggioranza RELATIVA del popolo) lo ha eletto, allora egli può, finché perduri il favore della maggioranza, spadroneggiare alla stregua di un monarca assoluto.
Leggevo su uno di quei giornali gratis che si trovano in metropolitana un messaggio di un tale (evidentemente completamente ignorante in diritto costituzionale) che sosteneva come la Consulta dovesse per forza approvare il lodo Alfano perché "Vox populi, Vox Dei". Non è forse questa la prova del fatto che il messaggio che sta mandando Berlusconi attraverso i mass media è proprio quello di essere titolare di un potere illimitato per legittimazione popolare?

Ma questo è falso, in tutta la Costituzione non vi è alcun passo in cui si dice che la legittimazione popolare comporta illimitati poteri. Anzi, tutt'altro. La Costituzione (nostra come di tutti gli stati democratico-liberali) si preoccupa di tutelare le minoranze, di dividere i poteri al fine di bilanciarli, di creare una sfera di diritti fondamentali che non possono essere limitati o esclusi nemmeno da chi è al potere perché legittimato dal popolo. A tal proposito rileva un passo importantissimo della nostra Costituzione, un passo addirittura più importante del supercitato articolo 3 e precedente ad esso in ordine cronologico:

ARTICOLO 1 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA:
"L'ITALIA E' UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATA SUL LAVORO
LA SOVRANITA' APPARTIENE AL POPOLO CHE LA ESERCITA NELLE FORME E NEI LIMITI DELLA COSTITUZIONE"

Il messaggio non può essere più chiaro di così. Il popolo non può, non senza un colpo di stato con conseguente sconvolgimento di tutto il sistema costituzionale repubblicano in vigore dal 1948, esercitare, né direttamente né attraverso i suoi rappresentanti, una sovranità illimitata. Gli è dato un potere vastissimo, ma comunque limitato. Ed il limite è dato dal rispetto della Costituzione.

Preposta a garantire il rispetto della Costituzione da parte dei rappresentanti del popolo è la Corte costituzionale. Il premier e alcuni (non tutti fortunatamente) della sua maggioranza hanno accusato la Corte di essere politicizzata; accusa che, oltre a non essere provata, è anche intrinsecamente infondata giacché i costituenti erano a conoscenza del rischio di avere una Corte politicizzata, sicché decisero di far eleggere i giudici costituzionali da tre organi istituzionali diversi: il Parlamento (con maggioranza qualificata), la Magistratura e il Presidente della Repubblica. Ma tali giudici non possono nemmeno scegliersi a caso, devono essere giuristi di altissima esperienza: magistrati o professori universitari di cattedre di diritto o avvocati con più di 20 anni di esperienza. Di più: i giudici non possono essere rieletti e questo non fa che rafforzare la loro indipendenza da qualsiasi altro potere. Parrebbe molto difficile quindi che si possa formare un indirizzo politico maggioritario all'interno della Consulta, considerata la loro professionalità e la loro diversa elezione.

Stiano attenti dunque gli italiani a quanto dicono alcuni dei maggiori esponenti della politica. Rammentino sempre quella frase dell'articolo 1, e prestino molta attenzione quando sentano invocare il popolo...sia mai che facciano la fine dei russi nell'Unione Sovietica.

*Durante la puntata di Porta a Porta dello scorso mercoledì 7 ottobre in un intervento telefonico il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si è rivolto all'onorevole Rosy Bindi (PD) dichiarando quanto ella sia "più bella che intelligente", offendendo in questo modo sia il suo pensiero sia il suo aspetto fisico.

 
 
 

Che cos'è la prescrizione?

Post n°101 pubblicato il 09 Ottobre 2009 da zalo88

Troppe volte, specie in televisione, si confonde la PRESCRIZIONE con l'ASSOLUZIONE. In realtà sono due cose completamente diverse ed anzi, quasi opposte (dico quasi perché l'opposto naturale dell'assoluzione è la condanna, ma, come si vadrà tra breve, tra sentenza di prescrizione e sentenza di condanna la differenza sta sostanzialmente nelle conseguenze che si ripercuotono sull'imputato, il quale può essere riconosciuto autore colpevole del fatto anche in una sentenza di prescrizione).

Art. 157 Codice Penale, Comma 1: "La prescrizione estingue il reato...". Questo significa che, decorso un certo tempo determinato dalla legge, diverso a seconda dei diversi reati (cfr. artt. 157, 158, 159, 160, 161 cod. pen.), il reato si considera, per l'autorità giudiziaria, come mai avvenuto, ovvero come avvenuto ma non più suscettibile di portare ad una condanna per il suo autore, il quale, anche se colpevole, non può essere PUNITO.

Si tratta di una causa di NON PUNIBILITA', il che vuol dire che l'autore del fatto può benissimo aver commesso un fatto antigiuridico (cioè non coperto da cause di giustificazione) previsto come reato dalla legge penale, e può benissimo averlo commesso colpevolmente (cioè con dolo o, nei casi in cui la legge lo prevede, con colpa), ma non potrà ormai essere punito, poiché, appunto, durante il tempo decorso dal momento in cui il fatto è stato commesso fino al termine previsto dalla legge per far scattare la prescrizione non si è arrivati (vuoi per dei cavilli formali, vuoi per dei problemi di intasamento della giustizia, vuoi per qualsiasi motivo, salvo quelli che sono previsti dalla legge come cause di sospensione o interruzione della prescrizione) ad una sentenza di condanna o ad una sentenza di assoluzione (le quali, si badi, devono essere passate in giudicato, cioè devono essere pronunciate, in caso di ricorsi, dalla Corte di Cassazione).

E' vero che si parla di sentenza di assoluzione oltre che di sentenza di condanna, ma è anche vero che il giudice, qualora si convinca dell'innocenza dell'imputato è obbligato a dichiararlo e ad assolverlo. E' vero altresì che il giudice, prima di accertarsi se esista o meno una causa di non punibilità (come la prescrizione) deve esaminare gli altri elementi del reato, vale a dire: il fatto (il quale, se non è stato commesso, comporta l'assoluzione senza che si esaminino altri elementi), l'antigiuridicità (cioè la presenza o meno di cause di giustificazione, le quali stabiliscono che in loro presenza il fatto commesso non costituisce reato) e la colpevolezza (cioè la presenza di dolo o, nei casi - molteplici - in cui la legge lo prevede, la presenza di colpa). Quando il giudice sia sicuro che uno di questi elementi del reato manca, deve pronunciare sentenza di assoluzione, senza prendere in considerazione eventuali cause di non punibilità. Quando invece si convinca che tutti questi elementi sussistono, allora passerà ad esaminare le cause di non punibilità, le quali, se non vi sono, comportano la condanna dell'imputato. Questo ordine va seguito obbligatoriamente poiché, un imputato innocente, avrà sicuramente più interesse a che venga prosciolto nel merito e non per via di una causa di non punibilità, la quale, di fatto, non sancisce la sua non colpevolezza ma semplicemente l'esistenza di una norma che non consente allo Stato di punire il fatto antigiuridico e colpevole.

Il proscioglimento per causa di non punibilità accerta in sostanza la colpevolezza dell'imputato ma non lo punisce in nessun modo, facendolo formalmente uscire pulito, ma con addosso una (teorica) infamia agli occhi del resto dei consociati.
[Un esempio concreto è quello riguardante il Senatore a vita Giulio Andreotti (raffigurato nella foto). Egli fu processato, fu riconosciuto che egli ebbe a suo tempo rapporti con la mafia, ma non fu condannato perché erano scaduti i termini di prescrizione. In sostanza, Andreotti fu riconosciuto colpevole di associazione per delinquere - art. 416 cod. pen. - ma non poté essere punito per questo reato].

Al fine di potersi sottrarre all'infamia (sempre teorica) che comporta la prescrizione, o qualsiasi altra causa di non punibilità, la Corte costituzionale prima (ex art. 24 Cost.) ed il legislatore poi (Legge 5 dicembre 2005, n. 251, nota anche come ex Cirielli) stabilirono il principio per cui l'imputato può rinunciare all'intervenuta prescrizione o amnistia (anch'essa causa di non punibilità). Pertanto se, per esempio, il signor Berlusconi volesse davvero "sbugiardare" i magistrati del Tribunale di Milano (perché realmente si ritiene innocente) dovrebbe, nel caso in cui non si riesca ad emettere sentenza definitiva di condanna entro i termini di prescrizione, rinunciare a quest'ultima e lasciare che il processo prosegua sino all'ultimo grado di giudizio con sentenza passata in giudicato.

Aggiungo che nessuna prescrizione è prevista per quei reati che, anche per la presenza di circostanze aggravanti, sono puniti con la pena dell'ergastolo. (Quando Gasparri dice che l'omicidio non si prescrive [Puntata di Matrix di qualche giorno fa] dice una delle sue solite boiate da ignorante. L'omicidio non si prescrive solo se vi sono delle circostanze aggravanti che comportano la pena dell'ergastolo. E' chiaro che l'omicidio doloso ha dei tempi di prescrizione molto lunghi, ma comunque li ha. L'omicidio colposo, invece, si prescrive in molto meno tempo e non sono mancati svariati casi in cui questo è accaduto).

Da ultimo riporto un elenco di tutti i parlamentari che sono stati prescritti e/o amnistiati (e NON ASSOLTI) e che non hanno voluto rinunciare alla prescrizione per essere assolti nel merito (evidentemente non erano così certi della loro innocenza).

PDL

Berlusconi Silvio: 2 Amnistie, 6 prescrizioni
Brancher Aldo: 1 prescrizione
Briguglio Carmelo: 1 prescrizione
Comincioli Romano: 1 prescrizione
Giudice Gaspare: 1 prescrizione
Grillo Luigi: 1 prescrizione
Nania Domenico: 1 prescrizione
Paravia Antonio: 1 prescrizione

Lega Nord

Calderoli Roberto: 1 prescrizione
Caparini Davide: 1 prescrizione

UDC

Naro Giuseppe: 2 prescrizioni

PD

Castagnetti Pierluigi: 1 prescrizione
D'alema Massimo: 1 prescrizione
Rigoni Andrea: 1 prescrizione

Si badi che sono stati elencati solo coloro che hanno beneficiato della prescrizione e/o dell'amnistia, non coloro che sono stati condannati in via definitiva o che sono tutt'ora indagati.

 

 
 
 

Dimissioni per non cadere in contraddizione

Post n°100 pubblicato il 07 Ottobre 2009 da zalo88

Il Lodo Alfano è incostituzionale. In tanti lo sapevamo già. E per chi non mi crede si vada a leggere il mio post di un anno fa relativo proprio alla norma in questione ( http://blog.libero.it/PhoenixSpace/5274619.html ). Ma di questo argomento tratterò quando verrà pubblicata la sentenza (anche se non nego di aver, come dire, goduto dopo aver sentito tutte le fanfane del centrodestra italiano che era "sicuro che la norma avrebbe passato il vaglio della Corte costituzionale"). Il discorso che voglio fare ora riguarda le dimissioni del Presidente del Consiglio. Dimissioni che dovrebbero portare al suo totale allontanamento dalla politica (almeno fin quando non sarà stato assolto, se sarà assolto, per i reati per cui è imputato) e non alla riapertura delle urne per una sua riconferma. Perché? Perché altrimenti cadrebbe in contraddizione. La ratio del Lodo Alfano era quella di permettere al premier di governare senza doversi preoccuparsi delle sue faccende giudiziarie che l'avrebbero, a detta sua, impossibilitato ad occuparsi della cosa pubblica (che poi non sia praticamente mai andato in tribunale, ma abbia lasciato fare sempre tutti ai suoi avvocati è un altro discorso). Il Lodo Alfano è stato dichiarato incostituzionale, dunque cessa di essere in vigore. Ne segue che il premier sarà nuovamente impossibilitato a gestire la cosa pubblica, dunque (sempre seguendo i suoi ragionamenti) non sarà in grado di governare e dovrà quindi dimettersi (senza ricandidarsi. Non può gestire la cosa pubblica se deve star dietro ai processi...l'ha detto lui!).

La via del lodo Alfano era l'unica plausibile secondo lui. Quindi ora che non può più essere presa (perché incostituzionale e a nulla vale l'opinione del popolo: "La sovranità appartiene al popolo che la esercita NELLE FORME E NEI LIMITI DELLA COSTITUZIONE") non gli resta che lasciare il campo a qualche suo collega. Il che non significa lasciare il paese nelle mani della sinistra; la maggioranza dei parlamentari sono di centrodestra, penso possano governare anche senza il suo appoggio. Se così non fosse allora questo è davvero un governo che si fonda solo sull'immagine (del premier) e non sulla concretezza..no?

 
 
 

Perro che ladra..non muerde

Post n°99 pubblicato il 03 Ottobre 2009 da zalo88

Can che abbaia non morde si dice. E questo pare proprio il proverbio più adatto da riservare al mitico PD che, effettivamente, non fa altro che abbaiare, ma quando è il momento di mordere? Non c'è...

Sì è parlato tanto dello "Scudo fiscale" (quello che, assieme ai precedenti condoni, concorre a sancire la legalità dell'immoralità nel nostro paese), lo si è criticato molto, e critiche aspre non sono mancate proprio dagli esponenti del principale partito d'opposizione. Ma ecco che nel momento in cui il centrodestra si trova alle corde, con soli 267 votanti favorevoli, il PD manca il colpo del ko e getta la spugna, in barba a tutti i suoi elettori che provano un certo ribrezzo per questo fantomatico scudo. Si trattava di votare sulla pregiudiziale di incostituzionalità proposta dall'Italia dei Valori, un voto che avrebbe sicuramente fermato quest'ennesima porcata e avrebbe ridato un minimo di credibilità a questa "opposizione". Risultato? 267 voti favorevoli, 215 contrari. Sembra anche una maggioranza qualificata, ma se andiamo a vedere gli assenti...2 assenti (su 26) dell'IDV, 8 assenti (su 37) dell'UDC e 59 assenti (su 216) del PD. Cinquantanove voti che avrebbero fatto la differenza, che avrebbero mandato al tappeto il centrodestra su un provvedimento indesiderato da tutto il popolo di centrosinistra (e probabilmente anche da una grossa fetta di elettori di centrodestra).

Ti piace vincere facile? Gioca contro il PD!

Sarebbe stato bellissimo vedere lo scudo infrangersi sotto i colpi della lancia di chi mi rappresenta (o almeno dovrebbe) e invece no, devo stare qui a scrivere un altro post di critica a questo dannatissimo partito, che non è in grado di fare nulla. Non sa governare, non sa trovare una coesione al suo interno, non sa dire quello che va detto sui temi che vengono trattati (si sentono solo critiche che sembrano quasi mosse a caso) e nel momento in cui gli viene pure spianata la strada per un importante (seppur non determinante) successo cosa fa? Se ne sta a casa! E allora al momento non ci resta che rassegnarci. Se Berlusconi cadrà (e possa Iddio compiere questo miracolo), non mi resta che sperare in una buona (e soprattutto onesta...... -utopia?-) coalizione di centrodestra, che sappia almeno restituire un minimo di dignità a questo paese ed ai suoi abitanti e governi nell'interesse collettivo (ovviamente secondo il loro pensiero, che non è il mio) e non nell'interesse proprio.

 
 
 

L'autocensura del popolo della....libertà?

Post n°98 pubblicato il 29 Settembre 2009 da zalo88

Ho seguito un po' in questi giorni la vicenda riguardante alcuni programmi Rai (Annozero, Report, Che tempo che fa...), programmi che il governo non vorrebbe perché dicono verità scomode sul presidente del consiglio e sulla sua combricola. Non ditemi che non è così perché non si capisce come mai un programma come Annozero che ha sempre invitati da entrambi gli schieramenti e permette a tutti i presenti di parlare (oltre ad avere ascolti notevoli) debba essere definito "Spazzatura" o "Indecente", mentre su un Porta a Porta che modifica la programmazione Rai per concedere al Sua Altezza 3 ore di monologo con tanto di autocelebrazione a Presidente Maximo di tutta la storia italiana (tra l'altro non si capisce nemmeno se qualcuno gli abbia mai detto una cosa del genere, quanto meno qualcuno che abbia un minimo di conoscenze storiche.....Anche Giolitti fu presidente del consiglio, sebbene del regno e non della repubblica) non si dica né ah né beh.

Al di là di questo, che sicuramente non è di dubbia importanza, a me pareva che il pdl fosse tutto con Scajola, in questo caso bocca di Re Silvio. In realtà no! Ma il Re Sole (o forse è meglio chiamarlo...Re nana bianca) non vuole far vedere che tra le sue fila c'è chi non condivide la linea dittatoriale dell'imbavagliamento di chi, in televisione, presenta verità scomode per l'Alta Corte di Sua Maestà.
IL professor Alessandro Ciampi, direttore della fondazione "Farefuturo", il laboratorio di Gianfranco Fini e il ritrovo sicuro dei suoi collaboratori più fidati, pronuncia frasi di questo genere: "Altri cento, mille Michele Santoro"; "Siamo in democrazia o no, il Pdl si riconosce in questi principi? Un partito e un governo che s'ispira alla libertà non può promuovere iniziative censorie ai danni della Rai. Non si può rinnegare un'identità e anche una retorica politica attaccando un'azienda pubblica, un suo programma e un professionista come Santoro"; "Non capisco e non condivido la battaglia del ministro Scajola, non si può intervenire per tappare la bocca agli altri. Un nuovo partito come il Pdl, che riunisce più culture e aspira al 51% deve coltivare la diversità e proteggere la pluralità"; "Conosciamo le posizioni di Santoro, possiamo non condividerle, ma non per questo dobbiamo lottare per rimuoverlo. Anzi, che nascano e crescano altri mille Santoro, di destra e di sinistra, giornalisti che garantiscono le necessarie differenze in democrazia. Queste di Scajola mi sembrano campagne sballate, crociate inutili, qualcosa che danneggia e non aiuta il Pdl"; "Non si può professare la libertà e poi negarla alla Rai. Altrimenti il Pdl non ha senso" (e infatti secondo me non ha senso); "Vogliono che accettiamo senza discutere, questa non è democrazia" (no infatti sono anni che strilliamo che non è democrazia); "Il governo non può abusare del suo potere per cancellare una trasmissione sgradita".
Forse se simili posizioni si potessero leggere (o sentire) anche in luoghi diversi da una pagina de "il Fatto Quotidiano" (che di sicuro non ha simpatia per il pdl) molti elettori del pdl inizierebbero a riflettere un po' su simili atteggiamenti (dubito possano dar retta a qualche politico o giornalista di sinistra, o comunque dichiaratamente antiberlusconiano) e magari aprirebbero un po' la mente e si farebbero un'idea di chi sono veramente certi elementi che occupano posti di spicco nel popolo della....libertà(???).

Io non sono di centrodestra, ma le parole dette da Alessandro Ciampi dovrebbero essere universalmente condivise da chi si definisce sostenitore della democrazia. Perché, lo ricordo sempre, democrazia in senso moderno non significa tirannide della maggioranza. Il popolo non può scegliere consciamente i suoi rappresentanti se non è in grado di arrivare a conoscere la verità, tutta la verità. E perché questo accada non si può consentire alla parte politica di (temporanea) maggioranza di tappare la bocca a chi non le va a genio e che dice, utilizzando mezzi di informazione di massa, verità (o presunte verità, cioè fatti che non possono che sembrare la verità) che sono in grado di distruggere, o comunque minare, l'immagine della maggioranza stessa.

Ciampi mi rincuora. A quanto pare esistono ancora persone di centrodestra, anche iscritte al Pdl, che sono sostenitori della democrazia e che non tollerano atteggiamenti arbitrariamente censori.

 
 
 

Un po' di numeri

Post n°97 pubblicato il 17 Settembre 2009 da zalo88

Stupri denunciati in Italia in un anno: 74 000

Stupri commessi da extracomunitari: 7 400

Stupri commessi da italiani: 66 600

Stupri commessi da estranei: 4440

Ne segue che, molto probabilmente, se anche tutti gli estranei fossero stranieri gli stupri commessi da stranieri ai danni di ragazze italiane sarebbero al massimo 4440. Non è certo un numero esiguo, ma lo diventa se messo a confronto con i 66 600 stupri commessi dagli italiani.

Residenti in Italia: 60.114.021, di cui con cittadinanza italiana: 56.651.453 ne segue che gli stranieri residenti in Italia sono: 3.462.568. Perciò di tutte queste persone solo lo 0.21% commette stupri, se però aggiungiamo che si stimano circa 650.000 stranieri irregolari presenti sul territorio italiano la percentuale va diminuita: il numero di stranieri presenti sale a 4.112.568 e dunque la percentuale arriva allo 0.17%.

 

Morti in incidenti stradali in un anno: 5000

Di cui causati da extracomunitari: Non sono riuscito a trovare una fonte che mi desse questo numero, ma anche ammettendo che fossero TUTTI causati da stranieri ubriachi al voltante (il che è impossibile), la percentuale sarebbe dello 0.12%.

 

Questi sono i due reati per cui si criminalizzano di più gli stranieri: stupro ed omicidio colposo per guida in stato di ebrezza. Con le belle balle dei telegiornali berluscoleghistoniani l'idea che ci viene impressa è che tutti gli stranieri, o comunque la maggior parte di quelli residenti in Italia, siano dei delinquenti spietati. Tutti da ammazzare, da rimandare al loro paese e bla bla bla. Analizzando bene abbiamo scoperto che (esagerando a non finire sulle morti degli incidenti stradali) solo lo 0.29% della popolazione straniera presente in Italia commette questo tipo di reato.

Non è che forse ci si fa influenzare un po' troppo da questi telegiornali berluscoleghistoniani? Non è che forse andrebbe rispettato di più quel 99% di stranieri che vive in Italia, lavora onestamente e più che produrre ricchezza per il paese non fa? Ammettendo che i delinquenti stranieri fossero anche il 5%...è giusto criminalizzare il restante 95%?

Spegnete le televisioni e cercate i dati signori miei..e poi riflettete.

 
 
 

Quando uno se la fa sotto se la fa sotto!

Post n°96 pubblicato il 17 Luglio 2009 da zalo88

"Non e' possibile la registrazione di Beppe Grillo nell'anagrafe del Pd poiche' egli ispira e si riconosce in un movimento politico ostile al PD"

Oh perbacco! Ci crediamo tutti che il motivo è quello vero?
Se Beppe Grillo fosse davvero ostile al PD (in realtà egli è ostile ad alcuni suoi membri, magari pregiudicati, o prescritti, per il resto critica certe manovre che appaiono a chiunque piuttosto illogiche) allora non dovrebbe, nel caso si candidasse alle primarie, ricevere molti voti...o sbaglio? Il blog di Beppe Grillo è frequentato da qualche centinaio di migliaia di persone, il PD alle europee ha preso circa il 26% (e presumo fossero ben pochi i sostenitori strenui di Beppe Grillo tra quegli elettori), quindi in teoria, quand'anche votassero tutti i sostenitori di Grillo, egli non dovrebbe comunque diventare segretario. E quale mezzo migliore per screditare Beppe Grillo che farlo perdere alle primarie dopo aver tirato su tutto questo polverone? ....... Evidentemente i signori del PD hanno paura, se la fanno sotto. Perché sanno che il popolo di sinistra ormai li ha quasi disconosciuti completamente, o comunque non li segue più come un tempo, e sanno anche che il programma proposto dal comico è qualcosa di intelligente, qualcosa che può piacere alla gente e ne farebbe un potenziale vincitore. Quindi, come si confà alle non democrazie, si impedisce ad una persona di candidarsi. Quale altra spiegazione davvero plausibile? Grillo è ostile al partito? Ed un pregiudicato per violenza sessuale non lo è? Non lo è evidentemente viste le ultime scoperte (vedi presunto stupratore seriale di Roma, già condannato e dirigente di un circolo del PD).

Signori che rappresentate il "principale partito d'opposizione" mi state davvero deludendo. Che sia Berlusconi a far certe cose ormai è assodato, ma che siate voi a privare i vostri elettori della scelta di un candidato a molti gradito è cosa tristemente inaspettata. Forse il Re Imperatore non ha tutti i torti quando afferma che: "non sapete cosa sia la democrazia, non sapete cosa sia la libertà, sarete sempre dei comunisti" (ovviamente non che lui sia diverso da loro, anzi, lui sa bene cosa sono democrazia e libertà, infatti sta facendo di tutto per cancellarle dall'Italia).

Questo è ciò che mi fa perdere molte speranze...

La democrazia in Italia rischia l'estinzione totale

 

 
 
 

Evidenti indizi di colpevolezza

Post n°95 pubblicato il 17 Giugno 2009 da zalo88

EVIDENTI indizzi di COLPEVOLEZZA.

Scusate, una domanda molto innocente...ma "evidenti indizi di colpevolezza" non sono sufficienti a condannare una persona? Se non la si condanna quando ci sono evidenti indizi di colpevolezza quando lo si fa?

E poi, nel caso in cui non vi sia nessun indizio su un ipotetico colpevole? Si cerca di trovarlo con metodi settecenteschi? Evidentemente...

Un sacco di gente è stata condannata proprio grazie alle intercettazioni, poiché altrimenti non ci sarebbero state prove sufficienti. Un sacco di reati addirittura non sarebbero stati scoperti se non grazie alle intercettazioni (vedi quello che succedeva alla clinica Santa Rita, per cui le intercettazioni sono state disposte per un reato diverso).

Non bastano il patteggiamento, l'indulto, la condizionale, la prescrizione (già di per sé sufficienti a fare della giustizia italiana uno schifo), adesso non si potranno più usare nemmeno le intercettazioni. Se c'era ancora qualcuno che poteva anche minimamente pensare che in Italia esiste ancora un briciolo di giustizia...ebbene si dovrà ricredere.

Non accetto che mi si dica "ma sempre a criticare e non proponete mai niente" per diverse ragioni:
a) Io non sono un politico e non è mio compito proporre, io sono un cittadino ed il mio compito è quello di giudicare
b) Non c'è niente da proporre, se non l'obbligo di far sì che le compagnie telefoniche concedano le intercettazioni gratuitamente
c) Non è una risposta pertinente, non giustifica un simile schifo

 

 

 
 
 

I 10 promemoria per Obama che incontrerà Berlusconi

Post n°94 pubblicato il 15 Giugno 2009 da zalo88

 

Aderisco all'iniziativa che si sta diffondendo tra i bloggers e su facebook:

In occasione dell'incontro che si terrà alla Casa Bianca tra il Presidente degli Stati Uniti d'America ed il presidente del Consiglio italiano, vogliamo ricordare a Obama 10 cose che riguardano Silvio Berlusconi.

1) Berlusconi è stato membro della P2, una loggia massonica che aveva come obiettivo la conquista del potere attraverso il controllo dell'informazione e della giustizia

2) Berlusconi è proprietario delle tre principali tv private e di un impero commerciale tale da configurarlo come il campione del conflitto di interessi nel mondo

3) Il giudice Paolo Borsellino, ucciso dalla mafia, due mesi prima di morire rilasciò un’intervista a dei giornalisti francesi, accennando più di una volta ai rapporti di Berlusconi e Marcello Dell’Utri (suo braccio destro) con la mafia.

4) Sotto i governi Berlusconi sono state approvate numerose leggi ad personam per alleggerire la posizione processuale di Berlusconi stesso. L'ultima, il Lodo Alfano, sospende i procedimenti penali a carico del Presidente del Consiglio per tutta la durata del suo mandato, e costituisce un unicum nel panorama legislativo europeo.

5) I quotidiani stranieri (non certo di sinistra) sono costantemente indignati dal comportamento e dalle frasi di Berlusconi. Celebri le sue "battute" su Obama abbronzato e “la superiorità della civiltà occidentale”.

6) Berlusconi è stato un grande estimatore del suo predecessore: “La storia - ha affermato il premier - dirà che George W. Bush è stato un grande, grandissimo presidente degli Stati Uniti”. Berlusconi ha definito Bush “un uomo di grandi principi, grandi ideali, grande visione, ma soprattutto uno che ha il coraggio di perseguire questa visione”.

7) Il governo Berlusconi, piuttosto che incentivare l'uso delle energie alternative ha reintrodotto il nucleare facendo carta straccia del referendum del 1987 con cui gli italiani lo bocciarono.

8) "L'Italia non è un paese multiculturale" ha affermato recentemente il premier, ed il governo italiano sta procedendo a espulsioni di massa.

9) Mentre lei ha pubblicamente lodato i giornali perchè sono un cane da guardia del potere non c'è giorno che Berlusconi non sferri attacchi contro la stampa

10) «Basta. Non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni». «Ho cercato di aiutare mio marito come si farebbe come una persona che non sta bene» Sono le affermazioni della moglie del premier Veronica Lario alla luce delle recenti rivelazioni relative agli incontri del marito nella sua villa privata (incontri che sono stati immortalati e che stanno facendo il giro del mondo).

Io sono tranquillo. So benissimo che Obama ha già una bassissima stima nei confronti di mister B. Non ci credete? Allora guardate questo filmato.

 
 
 

Zoccola? ZOCCOLA!

Post n°93 pubblicato il 15 Giugno 2009 da zalo88

Assistiamo a reti unificate all'indignazione dei partiti (unificati) per via del termine un poco sgarbato usato da Beppe Grillo durante la discussione sulla proposta di legge popolare di cui quest'ultimo era primo firmatario.

"Hanno scelto 993 amici, avvocati e scusate il termine, qualche zoccola, e li hanno eletti".

Ecco la frase tanto disdicevole, che ha generato cotanta indignazione tra i partiti del PDL e del PDmenoL (uso di proposito, in questo caso, le sue espressioni). Ora... Ci si può un pochetto infastidire per quest'espressione, poiché è indubbio che possa essere indice di un certo maschilismo (non necessariamente voluto, ma comunque presente). Potrei anche accettare l'indignazione........se questa provenisse da persone che si sono sempre indignate di fronte a tutte quelle cose per cui è normale e lecito indignarsi. Invece devo sentirmi la predica delle parlamentari che non hanno detto una parola per i circa 70 parlamentari pregiudicati/condannati in primo o secondo grado/indagati.

Io sì, adesso m'indigno. Perché non posso tollerare che i miei rappresentanti sollevino un putiferio perché un tale cittadino, che non ricopre e non ha mai ricoperto un ruolo istituzionale (peraltro pure incensurato credo), primo firmatario di una proposta di legge popolare, si è permesso di dare della "zoccola" a qualche parlamentare non identificata (dando peraltro voce ai sospetti di milioni di italiani) e se ne stiano zitti e buoni quando un loro collega, che, lui sì, riveste un ruolo istituzionale, viene condannato per reati gravi quali il concorso esterno in associazione mafiosa, la corruzione, il finanziamento illecito, e tanti altri (se volete l'elenco completo andate a vedervi il link che ho messo a disposizione in alto a destra). Senza contare poi che non una parola è stata detta sul contenuto della proposta di legge, la quale è stata firmata da 350.000 cittadini e non solo da Beppe Grillo. Si è parlato di una parola di troppo di una persona sola e si è tralasciata la volontà di altri 349.999.

Mi complimento però con le parlamentari dell'Italia dei Valori, le quali non hanno aderito all'iniziativa perché, oltre a - condividere gran parte del discroso di Grillo -, non sanno - se ci sia in verità qualche "zoccola" in Parlamento - e perché si ritengono - fuori da quel "qualche" -. Bella risposta! Semplice, efficace e perfettamente logica.

.......

Mi permetto però di aggiungere...nessuna indignazione per Berlusconi che dà della "zoccola" al ministro Meloni? (Eh poi non ci lamentiamo se Grillo utilizza gli stessi termini del premier suvvia!). (vedere filmato sottostante)

 
 
 

Errata corrige

Post n°92 pubblicato il 15 Giugno 2009 da zalo88

Devo chiedere scusa a tutti i lettori poiché vi era un errore nel blog precedente. Avevo scritto che il PDL aveva preso il 28%, in realtà ha preso il 34% (forse preso dall'euforia ho guardato il numero di voti ricevuti - 28.000 appunto - e non la percentuale). In ogni caso, nonostante questo mio errore, il discorso non cambia.

Ho comunque corretto i dati, se volete potete rileggerlo corretto.

 
 
 

Gli italiani all'estero non votano Berlusconi

Post n°91 pubblicato il 11 Giugno 2009 da zalo88

Ho un dato interessante che non fa che confermare come lo strapotere mediatico di Berlusconi influisca inevitabilmente sul voto degli italiani. Abbiamo in italia un PDL che raggiunge il 35% ed una lega nerd..ehm..nord che raggiunge il  10%..quindi un asse PD-PDL del 45%. Cosa accade invece all'estero?

Il PDL prende  il 34.9%

La Lega Nord prende il 2.9% ( 7 punti in meno)

Il PD prende il 22.8% (circa 4 punti in meno)

L'IDV prende il 13.5% (Sono 5 punti e mezzo in più!!)

l'UDC prende il 4.4% (perde due punti)

I comunisti prendono il 3.7% (più o meno si confermano come a livello nazionale)

Sinistra e Libertà prende il 7.3% (sono 4 punti in più!)

I radicali prendono il 3.7% (Circa un punto in più)

 

Questi dati dunque cosa indicano? Indicano che nei paesi in cui l'informazione è libera Berlusconi & co si fermano al 37-38%.
L'Italia dei Valori vola..perché? Semplicemente perché all'estero hanno capito che non solo è un partito che ce l'ha a morte con un individuo come Berlusconi e cerca in tutti i modi di mandarlo via, ma anche che adesso ha raggiunto uno stadio maturo e propone progetti seri, non limitandosi a fare una mera opposizione a Berlusconi (che comunque è necessario fare). Naturalmente chi guarda la tv non è al corrente dei progetti dell'IDV, ma chi frequenta la rete sa benissimo che ci sono.
Vola anche Sinistra e Libertà come mai? Perché i fedeli di sinistra, che non han voluto votare Di Pietro per via delle sue idee politiche, che di certo di sinistra proprio non sono, hanno deciso di dar fiducia ad un uomo nuovo, sicuramente più carismatico di altri, e che ha deciso di abbandonare il simbolo, ormai superato, della falce e martello.

Ducisi in fundo, nonostante la mancanza di un progetto serio del PD e della sinistra in generale, se sommiamo i voti di centrodestra e di centrosinistra otteniamo un risultato nettamente differente rispetto a quello che abbiamo in Italia:

PDL + Lega: 37.8%

PD + IDV: 36.3%

Da soli PD + IDV non superano Berlusconi & co., tuttavia gli si avvicinano molto (praticamente il distacco si riduce di 9 punti). Se poi però aggiungiamo gli altri partiti di centro sinistra:

PD + IDV + Com + Sin + Rad: 51%

Anche aggiungendo l'UDC al centrodestra (che comunque ricordiamo in questo periodo non condivide affatto le politiche governative):

PDL + Lega + UDC: 42.2%

Direi che la differenza tra livello nazionale e livello europeo è nettissima. Nonostante anche in Europa siano a conoscenza dello scarso valore del PD (che infatti ha preso meno voti che in Italia). Questo risultato non può che dare un solo responso: Quando la gente può usufruire di un'informazione libera, è possibile battere Berlusconi anche con uno schieramento di formaggini.

 
 
 

Impossible is nothing

Post n°90 pubblicato il 08 Giugno 2009 da zalo88

«I sciondaggi mi danno al 45%! Cribbio! Il 75% degli italiani ha fiducia in me!!»

Se c'era ancora qualcuno che credeva che Berlusconi non dicesse palle ora si dovrà un attimo ricredere. I Risultati delle elezioni europee danno sì il PDL come il partito più votato, ma con il 35% dei voti. Ma al di là della percentuale (comunque più bassa di due punti rispetto alle politiche), ciò che colpisce è il numero di elettori perduti. Sostanzialmente la percentuale PDL + Lega Nord resta più o meno la stessa delle politiche, tuttavia il numero dei loro elettori, complessivamente (la lega ne ha guadagnati un centinaio di migliaia) sono scesi di circa 3 milioni! Con tutta probabilità costoro non sono passati dalla parte opposta (salvo qualcuno ovviamente, ed io ne conosco uno), tuttavia hanno deciso che votare Berlusconi anche questa volta sarebbe stato troppo. Hanno in fondo capito che tipo di persona è ed hanno preferito astenersi piuttosto che votarlo. Già, perché chi vive tra la gente, come tutti noi, ben sa che in molti alle politiche lo hanno votato consci del fatto che si trattasse dell'alternativa meno pessima. Per non parlare di tutti quelli di centrodestra che non lo tollerano, ma piuttosto che votare a sinistra lo han votato. Ebbene, costoro non ce l'hanno fatta questa volta. Evidentemente il disgusto è cresciuto talmente tanto che hanno preferito evitare di perdere parte del loro tempo per votare un simile individuo. (Penso che il mio caro amico che su questo blog si firma sempre con: NO AL COMUNISMO sia tra queste persone).

Non si può certo dire che il PD stia meglio, ma sul PD se l'aspettavano tutti e credo che molti elettori di centrosinistra (compreso il sottoscritto) abbiano quasi avuto il desiderio di vedere la disfatta del Partito Democratico, sì da poter avere un buon motivo per eliminare la porcheria che inquina il centrosinistra.

Quindi c'è poco da vantarsi, signori del PDL, di questa vostra "vittoria", perché il dato elettorale dimostra come il popolo, già scontento dell'Unione, sia ormai scontento anche di voi (ovviamente non ha votato dall'altra parte, dal momento che già era scontento anche di loro). Inoltre, se andiamo a riassemblare la vecchia Unione si può ben vedere come la distanza tra le due coalizioni non sia molto grande. Ma analiziamo bene i dati in tutto e per tutto.

Oggi                                                 Ieri

PDL 35% (circa 10mln)                     PDL  37% (circa 13mln) = - 3 milioni di voti!
Lega Nord 10% (circa 3mln)            Lega Nord 8% (circa 3mln) = + 100 000 voti

PD 26% (circa 7mln)                        PD(+ Radicali) 33% (circa 12mln) = - 5 milioni di voti
IDV 8% (circa 2mln)                         IDV 4% (circa 1 mln) = + 1 milione di voti!

UDC 6 % (quasi 2mln)                     UDC 5% (2mln) = - qualche migliaio di voti

Fin qui, facendo una piccola approssimazione, possiamo dire che il centrodestra, rispetto alle politiche, ha perso un milione di voti in meno rispetto al centro sinistra (o se proprio volete essere pignoli ha perso un milione e centomila voti in meno). [in ogni caso entrambi hanno perso]

Se però andiamo a ripescare la sinistra radicale (che nonostante non abbia preso neanche un seggio ha più che raddoppiato la sua percentuale)

Comunisti 3.4% (circa 1mln) 
Sinistra e libertà 3% (quasi 1mln)  SA 3% (circa 1mln) = Quasi + 1 milone di voti!
Radicali 2.4% (circa 500 000)

Quindi sia il centrodestra che il centrosinistra perdono, ma la sconfitta del centrosinistra (nel complesso) è minore rispetto a quella del centrodestra, di circa mezzo milione. Inoltre, ipotizzando un potenziale voto per il parlamento italiano da effettuarsi oggi con una nuova coalizione di centrosinistra ecco che risultato si otterrebbe:

PDL 35% +
Lega Nord 10% =

Centrodestra berlusconiano 45%

PD 26% +
IDV 8% +
Com 3% +
Sin 3% +
Rad 2.5% =

Centrosinistra 42,5%

Stiamo parlando di due punti e mezzo. Non è poi questa gran percentuale. Perciò B stà attento, non hai tutto questo gran seguito caro mio. Certo se l'UDC si unisse di nuovo alla coalizione berlusconiana il divario sarebbe molto maggiore, ma non pare che quel partito abbia simili intenzioni (e forse i voti che prende li prende anche per l'opposizione a Berlusconi).

Inoltre vorrei far notare una cosa fondamentale: nemmeno tra i votanti la coalizione di governo è riuscita ad ottenere la maggioranza assoluta. Il che significa che la maggioranza di coloro che hanno votato non sta dalla loro parte! Per non parlare di tutti coloro che si sono astenuti, anch'essi evidentemente non stanno dalla loro parte (perché non stanno da nessuna parte). Perciò finiamola con i discorsi sul fatto che lui ha la maggioranza e quindi può governare come cavolo gli pare. Primo: perché in una democrazia moderna non si fa così nemmeno quando si ha il 60% dei voti; secondo: perché lui nemmeno ce l'ha sta maggioranza. Ha la maggioranza relativa, ma questo significa che la maggioranza degli italiani non lo vuole.

 

 
 
 

Il reato d'immigrazione clandestina che non fa paura nemmeno ai polli

Post n°89 pubblicato il 05 Giugno 2009 da zalo88

"Salvo che il fatto costituisca più grave reato, lo straniero che fa ingresso ovvero si trattiene nel territorio dello Stato, in violazione delle disposizioni del presente testo unico nonché di quelle di cui all'articolo 1 della legge 28 maggio 2007, n. 68, è punito con l'ammenda da 5.000 a 10.000 euro."

Prima cosa che farei notare a tutti: "è punito con l'ammenda da 5.000 a 10.000 euro". Sì è parlato un sacco di reato..reato di qui, reato di là, reato di su, reato di giù, quasi che fosse scontato che la pena per questo tanto declamato reato d'immigrazione clandestina sarebbe stata la galera (in gergo tecnico, la reclusione o l'arresto - a seconda se si tratti di un delitto o di una contravvenzione -). In realtà, come ben potete leggere, la pena sarebbe un'ammenda. Detto terra terra: il clandestino dovrà pagare una multa (detta in questo caso ammenda, perché si tratta evidentemente di una contravvenzione e non di un delitto). Oltre a ricordarvi che i tempi del processo penale in Italia non sono certo tra i più rapidi, vorrei che tutti voi vi faceste una semplicissima domanda: "ma dove li ha un clandestino 5000 euro?". Normalmente, quando un insolvente non paga, si procede al pignoramento dei beni; ma secondo voi un clandestino è in possesso di beni del valore complessivo di 5000 euro? Vi ricordo che qui stiamo parlando di clandestini puri e semplici, non di spacciatori (che probabilmente posseggono molto più di 10.000 euro), stupratori, o quant'altro: leggete con attenzione le prime parole della norma: "salvo che il fatto costituisca più grave reato".
Già da sola, questa costituisce, a mio avviso, un'argomentazione valida per dimostrare quanto il reato d'immigrazione clandestina, per come progettato, sia una pagliacciata, ma se comunque un'ammenda da 5.000 a 10.000 euro vi sembra cosa buona e giusta ora vi dirò il vero motivo per cui questa norma risulterà completamente inapplicabile.

Leggete attentamente...

Art. 2 Codice Penale, Comma 1: Nessuno può essere punito per un fatto che, secondo la legge del tempo in cui fu commesso, non costituiva reato.

Art. 25 Costituzione, Comma 2: Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso.

Quindi? Direte voi...
Quindi come si fa a dimostrare che lo straniero ha fatto il suo ingresso successivamente all'approvazione della legge? O lo si coglie sul fatto mentre sta entrando (e allora non ha senso applicare questa norma, è sufficiente che non lo si faccia entrare), oppure la cosa diventa alquanto difficile, o forse è meglio dire impossibile. La norma è diretta chiaramente allo "straniero che fa il suo ingresso ovvero si trattiene nel territorio dello Stato", il che significa che l'ingresso e la permanenza nel territorio dello Stato sono due condizioni necessarie per la configurazione del reato (la parola ovvero, nel linguaggio giuridico, ha un significato che è molto simile a cioè).

 

Propaganda propaganda propaganda... Questa storia del reato d'immigrazione clandestina non è nient'altro che propaganda. Ma anche se non lo fosse, sareste veramente d'accordo sull'introduzione di una norma che punisce l'immigrazione clandestina in toto? Vi ricordo che immigrati clandestini sono anche quei signori che dalle 5 di mattina fino alle 10 di sera sgobbano per qualche agricoltore che non ha, ovviamente, nessuna intenzione di assumerli regolarmente sì da far avere loro un regolare permesso di soggiorno (oltre alle varie tutele giuridiche che spettano a tutti i lavoratori subordinati); tra i clandestini ci sono anche quelli che attendono il rinnovo del permesso di soggiorno (che, come spesso accade, la burocrazia tarda a far avere loro).
PS: Tra i clandestini non ci sono invece tutti quei rumeni che delinquono nel nostro paese e che leghisti e telegiornali non smettono di farci notare.

 
 
 

The Return of Beata Ignoranza

Post n°88 pubblicato il 29 Maggio 2009 da zalo88

Spero George Lucas non si offenda se per la seconda volta utilizzo sprazzi dei titoli tratti dalla celeberrima saga di Guerre Stellari affiancandoli ad uno pseudonimo persona come MariaStar, ma credo capisca che lo faccio per sdrammatizzare una situazione quasi surreale.

La signora in questione, forte di innumerevoli esperienze nel campo della scuola e dell'istruzione (ma quali??!!), di fronte ad un numero non indifferente (circa 300 se non erro) di presidi del Lazio, che si lamentavano per gli scarsissimi fondi a loro disposizione (talmente scarsi da dover chiedere alle famiglie di far venire i bambini a scuola con la carta igienica), ha affermato che questi dovrebbero «cambiare lavoro».

Sapevamo che B.I. non era certo afferrata in legge, ma che fosse totalmente inetta anche sotto il profilo della matematica è una novità. Perché dico questo? Perché mi deve spiegare come la situazione si risolverebbe se i presidi cambiassero lavoro (non è che più i presidi cambiano lavoro più la scuola diventa ricca). Per di più, oltre all'eccessiva, e quanto mai fuori luogo, arroganza dimostrata, non ha sostenuto la sua tesi nel merito. Ella infatti non si è minimamente degnata di andare a vedere in che condizioni giacciono quelle scuole, non si è degnata di andare a controllare (o far controllare) le spese effettuate da questi presidi che, a detta sua, sarebbero tanto incompetenti (senza aver fatto ciò non può affermare quello che dice con cognizione di causa). In sostanza accusa sfacciatamente (forse perché in realtà non saprebbe che altro dire) chi denuncia una situazione di profondo disagio; un po' come se chi denuncia un caso di mobbing si sentisse rispondere "ciccio, se tu non ti sai far rispettare dal tuo datore cambia lavoro". E che bello!

Via B.I., cambialo tu il lavoro, che hai già dimostrato ampiamente di non saper fare il tuo attuale, quanto meno, se non sotto il profilo dei contenuti delle tue "riforme" (anche se per me pure sotto quel punto di vista), lo hai dimostrato sotto il profilo dei dibattiti. Non ti sei mai fatta vedere una volta in tv di fronte a qualche rappresentante dell'opposizione..mentre a difendere la tua riforma ci andava gente che con l'istruzione non aveva nulla a che fare (non che tu ci abbia qualcosa a che fare di fatto, però sei il ministro dell'istruzione).

 
 
 

Sentenza sulla procreazione assistita

Post n°87 pubblicato il 28 Maggio 2009 da zalo88

Un po' in ritardo ma eccovi la sentenza della Corte costituzionale che dichiara l'illegittimità costituzionale di alcuni punti della legge 19 febbraio 2004, n. 40 in materia di procreazione medicalmente assistita. Ammetto che non ho ancora avuto il tempo di leggerla tutta...in effetti..è un bel malloppo, ma per chi fosse interessato la metto a disposizione (sarebbe il caso che la leggessero soprattutto i critici di questo provvedimento..cosa che ovviamente, data la media culturale della stragrande maggioranza - si badi, non totalità - dei critici dell'operato della Consulta in questa fattispecie, non avverrà).

L'intera sentenza è troppo lunga per essere pubblicata in questa sede. Quindi vi rimando al link sul sito della Corte Costituzionale: sentenza 13 maggio 2009, n. 151

 

 

 
 
 
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SENTENZA N. 24 2004 DELLA CORTE COSTITUZIONALE

[...]

La CORTE COSTITUZIONALE

dichiara l'illegittimità costituzionale dell'art. 1, comma 2, della legge 20 giugno 2003, n 140 (disposizione per l'attuazione dell'art. 68 della Costituzione nonché in materia di processi penali nei confronti delle più alte cariche dello Stato);

dichiara ai sensi dell'art. 27 della legge 11 marzo 1953, n. 87, l'illegittimità costituzionale dell'art. 1, commi 1 e 3, della predetta legge n. 140 del 2003.

Così è deciso in Roma nella sede della Corte Costituzionale, Palazzo della Consulta, il 13 gennaio 2004.

 

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