Creato da MalinconieSublimi il 07/06/2011

GiulianoPiancastelli

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LA ROCCHETTA MATTEI..Conte Cesare Mattei

 

 

LA ROCCHETTA MATTEI

"La rinascita"

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Conte

CESARE MATTEI

"I frutti di un genio "

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 Chi è dotato di un animo sensibile, non può non rimanere affascinato e commosso davanti a tanta bellezza e genialità, questa è la Rocchetta Mattei. Nemmeno si può rimanere indifferenti davanti alla figura straordinaria del Conte Cesare Mattei.

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Possiamo solo ritenerci onorati di esser suoi connazionali. Ho imparato ad amare la Rocchetta e il genio del Conte Mattei fin da bambino. Anche se vivo nella provincia di Ravenna, ho sentito quei luoghi sempre vicino, grazie ai racconti di Elda Vivarelli e Elvira Cioni, che è la nipote  di quell'Elvira Cioni che per molti anni lavorò alla Rocchetta Mattei, negli anni in cui però il conte era già morto. Chi mi conosce sa quanto amo i luoghi abbandonati, e la rocchetta era splendida anche in rovina, ora che è rinata certamente non ha più quel fascino che l'autenticità degli ambienti e la polvere dell'abbandono dona, ma è certo che senza questo restauro sarebbe scomparsa.

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( la fase dei restauri )

La Rocchetta Mattei è una rocca situata sull'Appennino settentrionale, su di un'altura posta a 407 metri sul livello del mare, in località Savignano nel comune di Grizzana Morandi, sulla strada statale n° 64 (Porrettana), in provincia di Bologna. Costruita nella seconda metà del XIX secolo, mescola stili diversi, dal medievale al moresco.

( gli anni dell'abbandono )

Fu la dimora del conte Cesare Mattei, letterato, politico e medico autodidatta fondatore della medicina elettromeopatica, sulle basi della medicina omeopatica. Il 5 novembre 1850 viene posta la prima pietra della Rocchetta, e già nel 1859 è considerata abitabile, tanto che Cesare Mattei non se ne allontana più. All'interno della Rocchetta il conte conduce una vita da castellano medievale e arriva addirittura a crearsi una corte, con tanto di buffone.

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Il castello voleva essere la sede della nuova medicina mondiale che il Conte divulgò con grande successo in tutto il mondo e ospitava illustri personaggi che arrivavano da ogni dove per farsi curare. La fama della Rocchetta crebbe con quella del Conte e dell'elettromeopatia, nella quale erano riuniti il potere delle erbe con quello dell'elettricità vegetale. Il conte possedeva industrie farmaceutiche in tutto il mondo e da tutto il mondo vennero a farsi curare da ogni tipo di malattia; sembra che, addirittura, ospiti della Rocchetta siano stati Ludovico III di Baviera e lo zar Alessandro II. Nel 1925 è visitata in forma ufficiale da S. A. R. il Principe di Piemonte. Persino Dostoevskji cita il Conte ne I fratelli Karamàzov, quando fa raccontare al diavolo di essere riuscito a guarire da terribili reumatismi grazie a un libro e a delle gocce del Conte Mattei, per non parlare di Sir Arthur Conan Doyle che come il  Conte aveva una passione per lo spiritismo.

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L'insieme di edifici che forma il castello odierno è collocato su un complesso medievale, appartenuto agli imperatori Federico il Barbarossa e Ottone IV e dominio della Contessa Matilde di Canossa. Prima di scegliere come luogo per la costruzione del suo castello la località Ponte, pare che Cesare Mattei avesse visitato diversi luoghi. Il luogo fu preferito per molte ragioni: la comodità dell'accesso, l'isolamento del rialzo roccioso formante un gigantesco piedistallo naturale, la situazione del luogo sulla confluenza dei fiumi Limentra e Reno, le vallate dei quali domina sovrano questo scoglio in faccia al pittoresco gruppo di Montovolo e Monvigese.

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Lo stile prevalente è il moresco, a cui si aggiunge l'architettura italiana medioevale e moderna.

Sopra l'ingresso principale una iscrizione in alto ricorda l'origine e il compimento dell'edificio con le parole seguenti:

« Il Conte Cesare Mattei - sopra le rovine di antica rocca - edificò questo castello dove visse XXV anni - benefico ai poveri - assiduamente studioso - delle virtù mediche dell'erbe - per la qual scienza ebbe nome in Europa - ed era cercato dagli infermi il suo soccorso - Mario Venturoli Mattei - compié l'edificio - e secondo il voto di lui - nel X anno dalla morte - ne portò qui le ceneri - con amore e riconoscenza di figlio - il III Aprile MCMVI »

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Una larga e comoda scala conduce al vestibolo del corpo abitato. Un ippogrifo è a guardia dell'entrata, per la quale si passa in un cortile scavato nella roccia. Due gnomi a guisa di cariatidi sostengono lo stipite di una porta di faccia. Il catino monolite che occupa il centro proviene dalla parrocchiale di Verzuno ove serviva da battesimale. In questo cortile, entrando, nell'angolo sinistro il 5 novembre 1850, alla presenza di pochi amici, Cesare Mattei pose la prima pietra della costruzione, da lui chiamata col vezzeggiativo di Rocchetta. Dallo stesso lato una porta conduce a una scaletta e poi al magnifico loggiato noto come Loggia Carolina in stile orientale. La scala della Torre conduce, attraverso un ponte levatoio, a una stanzetta dalle finestre piccole e dal soffitto a stallatiti, che fu la camera da letto del Conte Cesare Mattei, in cui sono ancora conservati i mobili originali e le pipe di proprietà del conte.

« Finxerat. Haec. Deus. Huc Immissa. Luce. Superne Signavitque. Umbras. Lumine. Ducta. Manus Hisce. Nova. Ex. Herbis. Mundo. Medicina. Paratur Hinc. Vetus. Ella. Fugit. Victima. Strata. Jacet »

 

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Quasi di fronte si trova la scala delle visioni dove una fantasia allegorica nella volta rappresenta la nuova scienza omeopatica che vince la vecchia medicina. Due distici del latinista abate Giordan, nizzardo, amico del Mattei e ospite in Rocchetta, celebrano la vittoria:

 

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La scala conduce alla sala inglese sull'alto del torrione principale. Ritornando nella Loggia Carolina si trovano la camera bianca e la camera turca. Dopo un breve tratto di roccia scoperta, rupe e balcone allo stesso tempo, si trova il cortile dei Leoni, la parte meglio riuscita dell'intero edificio, riproduzione del cortile dell'Alhambra di Granada. A lato del cortile dei Leoni si trova l'ingresso a una specie di vasta cantoria, che sovrasta l'interno della chiesa del castello.

 

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Entro un'arca rivestita di maioliche si trovano le spoglie di Cesare Mattei. L'arca non riporta alcun nome, ma soltanto un'iscrizione:

 

« Anima requiescat in manu dei »
« Diconsi stelle di XVI grandezza e tanto più lontane sono che la luce loro solo dopo XXIV secoli arriva a noi. Visibili furono esse coi telescopi Herschel. Ma chi narrerà delle stelle anche più remote: atomi percettibili solo colle più meravigliose lenti che la scienza possegga o trovi? Quale cifra rappresenterà tale distanza che solo correndo per milioni d'anni la luce alata valicherebbe? Uomini udite: oltre quelle spaziano ancora i confini dell'Universo! »

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Ripassando dal cortile dei Leoni si entra nel salone della pace, così chiamata in omaggio alla fine vittoriosa della Grande Guerra, e successivamente nella sala della musica nella chiesa, imitazione della cattedrale di Cordova. Accanto alla chiesa si trova il salone dei novanta, così chiamato perché il Conte Mattei avrebbe voluto tenervi un banchetto di vecchi nonagenari quando avesse raggiunta questa età.

 

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Morì prima del tempo senza aver vista la sala compiuta, che fu terminata dal figlio adottivo Mario Venturoli Mattei. Si esce nel parco e da qui una elegante scala in macigno conduce alla Porrettana. Varie costruzioni minori, destinate un tempo a locali di servizio e oggi trasformate in villette, coronano il corpo principale.

 

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Durante la guerra le truppe tedesche danneggiano gli interni dell'edificio, tanto che, a conflitto ultimato, l'ultima erede, Iris Boriani, non riuscendo a vendere la Rocchetta, la offre gratuitamente al Comune di Bologna, che però non accetta la donazione. Nel 1959 la Rocchetta viene acquistata da Primo Stefanelli che trasforma una delle costruzioni minori, già adibita a padiglione da caccia, in accogliente albergo con annesso ristorante, dal quale accedere all'adiacente ombroso parco, vera oasi di quiete e serenità. Stefanelli si pone l'obiettivo di riparare i danni per riportare il castello nelle originarie condizioni, per farne una meta turistica di notevole interesse. Nel 1989, Stefanelli muore e la situazione precipita: per problemi vari la Rocchetta è stata definitivamente chiusa al pubblico.

Si racconta che all'interno della Rocchetta Mattei si aggiri ancora il fantasma del conte. Le ricerche hanno affermato che si tratta di una leggenda inventata da Primo Stefanelli per rendere più turisticamente attrattiva la Rocchetta.

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Nel 1997 nasce un comitato per la tutela del castello che, nel totale abbandono dei proprietari e delle istituzioni governative, sembrava destinato alla rovina. Vengono promosse molte iniziative al riguardo, una catena umana attorno alla Rocchetta, conferenze e dibattiti, che riscuotono molto successo.

Nel 2000 viene istituito un museo sul Conte Cesare Mattei, la Rocchetta Mattei e l'Elettromeopatia in Via Nazionale 117 a Riola di Vergato, sede del Comitato "Archivio Museo Cesare Mattei", il quale continua tutt'oggi nella raccolta di reperti storici inerenti alla vita del Conte Cesare Mattei.

Nel 2006 la Fondazione della Cassa di Risparmio in Bologna ha ufficialmente annunciato l'acquisizione della Rocchetta Mattei.

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Il Conte Cesare Mattei

Nacque a Bologna l'11 gennaio 1809 da famiglia agiata, e crebbe a contatto con i massimi pensatori dell'epoca come Minghetti e Andrea Costa. Nel 1837 fu uno dei fondatori della Cassa di Risparmio in Bologna. Ricevette il titolo di Conte nel 1847 da papa Pio IX a fronte di una donazione terriera in quel di Comacchio che avrebbe aiutato lo stato pontificio a fermare l'avanzata austriaca. Venne nominato Deputato al Consiglio di arruolamento della Guardia Civica Bolognese con il grado di tenente colonnello e capo dello Stato Maggiore, carica che venne poi abbandonata in quanto eletto, nel 1848, deputato al Parlamento di Roma. Nel 1850, dopo la morte della madre a causa di un tumore, decise di ritirarsi dalla vita politica per dedicarsi allo studio della medicina. Acquistò i terreni dove sorgevano le rovine dell'antica rocca di Savignano e il 5 novembre dello stesso anno pose la prima pietra del castello che avrebbe chiamato "Rocchetta", dove si stabilì definitivamente a partire dal 1859.

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Andando oltre le teorie di Hahnemann (fondatore dell'omeopatia) elaborò una nuova scienza medica che chiamò Elettromeopatia e nel 1881, benché avversato dalla medicina, iniziò la produzione dei rimedi elettromeopatici esportandoli anche all'estero. Nacque un deposito centrale a Bologna e altri 26 depositi autorizzati in tutto il mondo che crebbero fino a 107 nel 1884, tra i più importanti quelli in Belgio, U.S.A., Haiti e Cina. Negli anni 1887/1888, errate speculazioni finanziarie del nipote Luigi Mattei, predestinato erede e co-intestatario di quasi tutte le proprietà, causarono una gravissima crisi economica alla famiglia. Non riuscendo a far fronte ai debiti e agli altissimi tassi degli usurai, molti beni vennero messi all'asta. La rovina minacciò di sommergere tutto il patrimonio, compresa la Rocchetta. Decise di diseredare il nipote e riuscì a sanare in parte la situazione, coadiuvato dal suo collaboratore Mario Venturoli (1858-1937), che adottò nel 1888 in segno di riconoscenza. Nel 1895, ormai anziano e reso paranoico dalle continue dispute con i medici allopatici, a causa di una incomprensione con la nuora (sospettata di aver tentato di ucciderlo servendogli un caffè avvelenato), cacciò lei e Mario dal castello e in seguito li diseredò.

Morì il 3 aprile 1896 all'età di 87 anni.

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Durante la sua vita trovarono lavoro e benessere tutte le famiglie della zona, e il territorio, povero e poco abitato, conobbe sviluppo e prosperità anche grazie alla costruzione della linea ferroviaria Bologna-Riola da lui voluta. Era sempre caritatevole con i poveri che avevano bisogno di cure ai quali dava i medicinali gratuitamente. Il feretro fu trasportato nella chiesina di Savignano con l'onore della musica di Porretta e circa 2000 persone a seguito. Il 14 aprile 1896 fu celebrato un Ufficio con 60 sacerdoti e più di 6000 persone, che si accalcarono negli spazi intorno alla chiesa per rendergli omaggio.

Nel 1904 il Venturoli riuscì a risultare coerede con i nipoti, terminò i lavori alla Rocchetta, rimodernò case e villini e continuò l'attività elettromeopatica. Nel 1906, come espressamente richiesto nel suo testamento, le spoglie vennero portate in Rocchetta e tumulate nella cappella. Nel 1914, nonostante la sua morte, i depositi aumentarono ancora e divennero ben 266 in tutto il mondo. Nel 1937 morì Mario Venturoli e alla conduzione dell'azienda successe la vedova, Giovanna Maria Longhi, che ereditò anche il segreto dei preparati elettromeopatici e ne continuò la produzione. Negli anni della seconda guerra mondiale avvenne il declino progressivo della azienda elettromeopatica e la Rocchetta subì moltissimi danni e saccheggi. Giovanna Maria Longhi e la figlia Iris Boriani si trasferirono così a Bologna. Nel 1956 morì Giovanna Maria Longhi, che lasciò il segreto alla figlia. L'industria elettromeopatica in breve tempo ridusse l'attività fino alla chiusura. Dopo la morte di Iris Boriani, il segreto dei rimedi Mattei passò alla figlia ed erede, Gianna Fadda Venturoli che lo custodisce tuttora.

LA LANTERNA DELLA ROCCHETTA, TORNA A BRILLARE

Per avere maggiori informazioni sulla Rocchetta Mattei

e sulla vita del Conte Cesare Mattei, potete visitare questo sito ufficiale...

http://www.cesaremattei.com/

Vi invito a cliccare mi piace, sulla pagina facebook ufficiale del Museo Mattei. Ecco il link

https://www.facebook.com/CesareMattei1809?ref=profile

 

 
 
 
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