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Creato da: zeirf il 16/01/2006
Frammenti ai Margini dell'Anima

 

 

Canone

Post n°13 pubblicato il 15 Agosto 2006 da zeirf
 

Il risveglio è lungo. I pensieri svolgono le loro spire lentamente, come serpi che abbandonano il letargo.
Lo ieri sembra altrove, sembra appartenere ad altri.
L'acqua antica che riposa in pozzanghere giovani mi ricorda l'immortalità dell'anima.
La tinta rossa di quella stessa acqua mi rammenta la futilità del vivere.
Oggi non ci sono eroi e le vittime non hanno significato.
La vista s'acuisce, portando scempio al mio cervello.
Acciaio, carne e asfalto danzano assieme.
Ora sono immobili, ma è solo un pausa...
... solo una pausa.
L'odore del fumo impregna le mie unghie. Troppo a lungo ho scavato nelle fiamme.
Le membra urlano e sono l'unico a poterle udire. Non posso prendermi cura di loro... non ora... non ora.
C'è un cielo da ricostruire prima che ricominci la danza.

 
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Nocturnal Abstraction

Post n°12 pubblicato il 22 Aprile 2006 da zeirf
 

Trascrizione di una sensazione provata qualche mese or sono (era il 24 settmbre 2005), mentre rientravo a casa da una serata con amici. L'originale si trova al seguente collegamento: http://blog.libero.it/trasporti/view.php?id=trasporti&msg=406825 sul blog teatrale Trasporti Eccezionali.


Sono appena tornato da una festa di compleanno di un'amica che non vedevo da tempo. Sono le 4.29 del mattino.

La città e vuota, addormentata, silenziosa. Un cartellone pubblicitario annuncia l'arrivo di un circo in città, ma ne ho già dimenticato il nome. I fiumi respirano nebbia. La notte è placida, benevola, matrice di sogni tranquilli. E' una notte di fate e spiriti del silenzio. E' l'ultimo alito d'estate, profeta di cambiamenti, oracolo di impegni da onorare, di persone da confortare, di dolori da lenire.

Il sonno mi rifiuta, capriccioso, inconstante. Gli umori mi si freddano in corpo. Pensieri, idee, sensazioni sepolte si accavallano nell'anima. E' un veglia su me stesso, custode del mio es.

Fatico a modellare in parole ciò che astraggo. Il linguaggio degli uomini e sterile, limitato, inutile. Il futuro, i futuri, sembrano nitidi, fissati, definiti. Fili di madreperla intrecciati e ritorti attraversano il tempo a venire come se un tessitore vi avesse già applicato la sua arte.

Vedo nel buio.

 
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Rieccoci

Post n°11 pubblicato il 11 Aprile 2006 da zeirf
 

Dopo una pausa più lunga del previsto torno a militare su queste pagine. Scusate per il ritardo (come se ve ne fregasse qualcosa ).

La laurea è andata bene, il post-laurea meglio. Quante botte!

 
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Pausa

Post n°10 pubblicato il 15 Febbraio 2006 da zeirf
 

Dato il crescente bisogno di laurearmi diserterò il blog per qualche settimana. Spero di rivedervi a metà marzo.

Grazie a tutti.

 
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Le Athenas [2/2]

Post n°9 pubblicato il 30 Gennaio 2006 da zeirf
 

Ecco la continuazione (che nel blog verrà per prima, ma non importa).


Entra Mattew.

Mattew: «Grazie per il complimento, Luna. Ma ormai sono un vecchio cavallo che non corre più».

Luna, Anna, Gaia e Mara si alzano di scatto.

Luna, Anna, Gaia, Mara (sorprese): «Mattew!»
Gaia: «Mattew Richard Smithson!»

Luna, Anna, Gaia e Mara si guardano tra loro.

Mattew
: «In persona! Scusate il ritardo».
Mara: «Ma… Mat, hai dato appuntamento a tutte e quattro alla stessa ora nello stesso posto?»
Mattew: «In verità no. Ho dato appuntamento a te e Luna, ma sapevo che Anna sarebbe stata qui a quest’ora, e che Gaia sarebbe venuta lo stesso».
Gaia: «Cosa?»
Mattew: «Comunque state pure comode».

Luna, Anna, e Mara si siedono titubanti. Gaia esita. Mattew si avvicina e si siede al tavolo.

Mattew (rivolto a Gaia): «Ah, già. Tu a questo punto vorrai fare una telefonata».

Gaia, infuriata, non dice nulla e si allontana per telefonare.

Mattew (al barista): «Mi porti un whiskey secco, per favore».
Barista: «Questa non me la voglio perdere».

Luna si accende una sigaretta.

Luna: «Beh?» (espira il fumo) «Cos’hai a che fare con loro?»
Mattew: «Ehi! Proprio tu ti metti a fare la gelosa? Ma, in effetti, vi trovo tutte un po’ cambiate. A parte te, forse, Mara».

Gaia gesticola vistosamente al cellulare.

Mattew: «Cos’ho a che fare con loro, mi chiedi? Beh! La domanda è: “cos’ho a che fare con tutte voi?” In parte ci siete già arrivate: sono stato amante di voi tutte».
Luna: «Siamo stati ben più che amanti!»
Mattew: «Certo. “Compagni d’avventure”, ti piaceva quell’espressione ambigua, vero? Vero anche che quei raid eco-terroristici di diec’anni fa erano belli tosti. Ricordi l’assalto alla petroliera?»

Anna e Mara li guardano sbigottiti, Gaia si gira verso di loro ma continua a parlare al telefono.

Anna: «Tu e Luna siete stati degli eco-terroristi?»
Mattew: «Oh! Anna cara, sì che lo siamo stati. Anni vivaci, quelli. Anni in cui gli ideali muovevano gli animi dei giovani. Anni volati via!»
Anna: «E adesso? E noi cosa c’entriamo? E perché diavolo ci hai convocate qui tutte? E perché ora?»
Mattew: «Non la smetti mai di farti domande, vero? D’altra parte è questo il tuo mestiere. Il mestiere degli scienziati e dei filosofi. Ed è sempre stato questo il tuo problema: negli anni in cui la scienza lottava per salvare l’umanità hai perso di vista l’umanità stessa, e ora sei ancora fredda come allora.»
Anna: «Non mi hai risposto».
Mattew: «Non far domande sugli altri se prima non rispondi a quelle che dovresti farti.»
Anna (indignata): «Per esempio?»
Mattew: «Per esempio, se vale la pena continuare il tuo matrimonio ora che ti sei innamorata di quel Timmy dai capelli rossi».
Anna (a bocca aperta per qualche secondo): «Ma smettila! Sei sempre stato convinto di saperne più degli altri! Hai solo ascoltato la conversazione di prima e poi hai sparato nel buio!»

Mattew fa un sorriso smorzato. Gaia torna al tavolo.

Mattew: «Cosa ti hanno detto i servizi segreti, cara?»

Gaia si ferma prima si sedersi.

Gaia: «Come hai fatto a scoprirlo? Siamo stati attenti.»
Mattew: «So come sei fatta. So che conosci il mio passato, di come Luna ed io abbiamo “aggirato” un po’ le regole per “un bene più grande”. So che il governo cerca ancora qualche testa da far ruzzolare. E, ovviamente, so che sei un agente segreto, e che le tue mansioni di assicuratrice sono solo una copertura».

Luna, Anna, e Mara si voltano a guardare Gaia, stupite.

Anna: «Quindi sapevi che Gaia sarebbe venuta qui seguendo Luna?»
Mattew: «Sempre un pensiero avanti agli altri, vero Anna?», sorride, «Avevo dimenticato quanto mi piacessi quando fai così. Comunque… sì, naturalmente hai ragione. Sapevo che Gaia aveva adocchiato Luna e che avrebbe aspettato il primo incontro con un suo vecchio compagno d’avventure, per beccarne due in un sol colpo».
Gaia: «È una confessione?»
Mattew: «Cosa c’è da confessare? Quel che è fatto lo sappiamo tutti, in un modo o nell’altro».
Mara: «E allora perché sono qui? Perché sono qui invece di essere con Emily e Mark?»
Mattew: «Ah, sì! Ho saputo. Quanti mesi ha la bambina? Sei? Sette? Come sta? Cresce sana? Sai, avrei voluto vederti quando eri incinta. Secondo me eri bellissima».
Mara: «Mattew! Smettila!»

Mattew fa un sorriso smorzato.

Luna: «Devo prenderti a schiaffi?»
Mattew: «Dovrei farlo io con te per quel che hai fatto quando ci siamo lasciati! Beh! Almeno hai smesso con l’eroina. Ti è andata bene, ragazza!»
Luna (imbarazzata e infuriata): «Cosa? Quando ci siamo lasciati? Quando ci siamo lasciati? Sei scomparso dall’oggi al domani!»
Mara: «Ah! Allora anche con te ha fatto così?»
Anna: «Credo che l’abbia fatto con tutte noi, questo bastardo».
Mattew: «Troppi complimenti in una sola vita, vi prego. Piuttosto… Luna, ti sei mai chiesta perché sei la più vecchia tra loro?»
Luna: «Che domande sceme! Perché sono nata prima!»
Mattew: «Esatto! Ma perché sei nata prima?»
Luna (rivolta alle altre): «Questo qui è diventato scemo invecchiando!»

Mattew fa un sorriso smorzato.

Mattew: «Forse. O forse solo più consapevole».
Gaia: «Più consapevole di cosa? Della tua scemenza?»
Mattew: «Avete mai immaginato qualcosa talmente a lungo e così fortemente da credere che fosse vero?»
Anna: «Uh! Filosofia di un pazzo. Io vado al lavoro che sono già in ritardo».

Anna prende la borsetta e si alza.

Mattew: «Anna, so che ti piace la metafisica. So che sogni fai. So quello che hai sognato stamattina, quando avevi troppo freddo per riuscire a dormire».
Anna: «Oh! E cosa avrei sognato? Timmy?»
Mattew: «Stamattina hai sognato che il cielo fosse uno specchio, e che le stelle sopra la tua testa non fossero altro che il riflesso delle città. E hai sognato anche di vederti riflessa nella volta celeste, e di trovarti davvero bellissima».

Anna lascia cadere la borsetta, sbigottita.

Mara: «Vuoi dire che è vero? Che sa cosa hai sognato?»
Anna: «Non ne ho ancora parlato con nessuno! Chi… chi diavolo sei?»
Mattew: «È la seconda volta che nomini il diavolo. Strano per un’atea, non trovi?»

Anna rimane zitta.

Mattew: «Perché tu, in realtà, ti fai scudo della tua fiducia nel comprensibile, nel modellabile. Ma in fondo sai che esistono cose di cui mai avrai certezza o spiegazione».
Gaia (infuriata): «E tu? Come osi invitarci qui per dirci solo che sai tutto di noi? Per ridicolizzarci! Per confonderci! Qual è il tuo scopo?»
Mattew: «So a cosa stai pensando. Intimamente hai paura che io sia il diavolo. Intimamente hai paura per l’incolumità degli altri. Per quella di tuo marito Richard, per Luna, per Mara, per Anna, e, infine, anche per te stessa. Mascheri tutto dietro un paravento di ostilità e diffidenza, ma sei la più altruistica qui dentro».
Luna: «Smettila!»
Mattew: «E tu, Luna. Perché sei sempre passata da un uomo a quello dopo, da un vizio all’altro, da un piacere al successivo, da un dolore a quello seguente? Perché dentro sei vuota. Ti manca qualcosa. Bellissima, sexy, elegante, sociale. Ma dentro? Cosa ti serve per concludere la tua ricerca?»

Mara si alza e dà un schiaffo a Mattew.

Mara: «Quello che stai facendo è ingiusto! Sei cattivo!».
Mattew: «Sapevo che l’avresti fatto».
Anna: «E allora perché non ti sei spostato?»
Mattew: «Perché sapevo di meritarmelo. Vi ho ferite. Ma è stato necessario. Ora mi crederete».
Gaia: «A cosa?»
Mattew: «No. Non sono il diavolo. O forse sì? Giudicherete poi. Dal vostro punto di vista solo il Creatore. Anche se Anna non mi crederà mai, se Mara mi crederà subito, se Luna impiegherà anni e se tu, Gaia, sarai eternamente indecisa, io sono colui che vi ha create».
Anna: «A questo punto me ne vado davvero».

Gaia e Luna ridono fragorosamente.

Mara: «Continua».
Mattew: «Tredici anni fa, ero poco più che giovane. Volevo a tutti i costi salvare la Terra dagli uomini brutti e cattivi. Ideali. E volevo al mio fianco una donna che li condividesse. E volevo che fosse bella, provocante, disponibile, simpatica. Così mi immaginai te, Luna.
Ma passarono gli anni, e mi accorsi che gli ideali che mi ero prefissato erano prefabbricati, artefatti, costruiti da altri e adottati ciecamente. La mia visione del mondo cambiò, e con essa la mia visione della donna. Dopo un po’ volevo al mio fianco qualcuno che fosse più intelligente di me, che operasse per il bene degli altri grazie alle sue capacità. Non mi importava che fosse innamorata di me, quello sarebbe arrivato dopo. Volevo solo essere l’uomo di una donna così. E così nacqui tu, Anna. Razionale, meccanica, implacabile. Affronti i problemi per risolverli, non per crearne altri come fa Luna.
Ma ancora… mi resi conto che la scienza era impotente, troppo lenta di fronte a certe cose. Serviva qualcosa di più. Serviva una forza umana, un’energia discreta, che operasse nel buio per il bene di tutti. Qualcuno come te, Gaia, che si facesse carico dei dolori altrui in sordina, senza nemmeno fare in modo che i malati si accorgano di esserlo.
Ma eri troppo impegnata a salvare il mondo, e nel tener nascoste le tue buone azioni, perché io riuscissi a starti accanto. Non sarei mai riuscito ad aiutarti: l’avresti rifiutato.
Così abbandonai i miei tentativi indeciso se volere qualcuno da amare o qualcuno che ami, qualcuno che voglia il bene universale o qualcuno che pensi solo a noi due. Alla fine immaginai una persona che racchiudesse tutte le qualità positive che mi vennero in mente. Ma quella persona non arrivò mai. Non sarebbe mai stata reale. Una persona senza debolezze non ha diritto di essere tra noi.
Così, dopo qualche anno volevo solo qualcuno da amare. Qualcuno che mi amasse. Senza la prorompenza di Luna, l’intelligenza di Anna, o la generosità umile di Gaia. E così arrivasti tu, Mara. Ottima moglie e madre ancora migliore. Cosa potrebbe chiedere di più un uomo?»
Luna (ironica) «Già! Cosa?»
Mara: «Vuoi dire che noi saremmo la realizzazione dei tuoi sogni?»
Mattew: «Esatto! Non avrei saputo dirlo meglio».
Anna: «E tu speri che ci crediamo? Credi di essere Zeus tonante che un giorno ha un gran mal di testa e partorisce Atena dal cranio? Ognuna di noi ha ricordi della sua vita prima di incontrare te!»
Mattew: «Oh! Ma so anche questo. E so anche quali sono i vostri ricordi. Ma non è importante il prima o il dopo. Tu sei troppo legata alla causalità, la tua mente non riuscirà mai a comprendere questo. Voi siete esistite, esistete e esisterete in funzione dei sogni che ho avuto».
Gaia: «Cazzate! E chi saresti tu per avere questo potere?»
Mattew: «È questo il bello! Sono un uomo come gli altri. Solo che io me ne sono reso conto. Ogni uomo, o donna, ha questa facoltà. Ognuno di noi forgia in continuazione altre persone. Ma nessuno lo sa».
Luna: «E quindi io, Anna e Gaia saremmo degli scarti. E Mara, qui, sarebbe la tua donna perfetta?»
Mattew: «Questo ci riporta al nostro caso. Al perché vi ho convocate qui».
Anna (guardando l’orologio, spazientita) «E quindi?»
Mattew: «E quindi, io credo di essere la vostra Atena. Credo di essere stato creato da voi quattro, in momenti diversi. E per tale motivo sono convinto che voi mi conosciate meglio di quanto mi conosca io».
Mara: «E cosa vorresti da noi?»
Mattew: «Mara, come avrei detto prima a Luna, tu non sei la mia donna perfetta. Ho fatto già quattro tentativi. Siete tutte donne perfette, ma non riesco ad amare nessuna di voi? Perché?»
Anna: «Ma credi che se lo sapessimo te lo diremmo?»
Gaia: «Già! Ci hai prese in giro da quando sei arrivato. Che altro vuoi da noi? Dobbiamo star qui a risolvere i problemi di un pazzo?»
Mara: «Davvero… non lo so».
Luna: «Hai rinunciato ai tuoi ideali. Non voglio più avere nulla a che fare con te».
Mattew (triste) «Per me è abbastanza».

Mattew si alza.

Mattew: «Quest’incontro è stato illuminante. Ora vi lascerò tornare alle vostre vite».

Mattew va al bancone, e vi lascia delle banconote.

Mattew: «Bastano per il conto del tavolo?»
Barista: «Questa la offre la casa».
Mattew: «Allora grazie». Poi, rivolto alle ragazze: «Addio».

Pausa.

Mara: «Poverino…»
Anna: «Poverino?»
Mara: «Io gli credo».
Gaia: «E allora? Perché non ha insistito, visto che ci teneva tanto?»
Mara: «Perché… perché voleva che ci vendicassimo».
Luna: «Di cosa? Di un vecchio pazzo?»
Mara: «Mat sapeva di averci create imperfette. E voleva scusarsi. Voleva che capissimo che anche lui è imperfetto».

Anna ride.

Anna: «Cos’è? Ti sei ammattita anche tu?»
Mara: «So che non ci credi. E anche Mat lo sapeva. Ma non importa. È così e basta».
Anna: «Che cosa? Che noi siamo frutto delle sue fantasie, e che lui è frutto della nostra? Ma non esiste!»
Mara: «Non è necessario che una cosa esista per essere vera. E adesso scusatemi, ma forse riesco a tornare a casa prima che Mark e Emily si sveglino».
Luna: «Magari fatti sentire, una sera di queste».

Mara esce.

Gaia: «È sempre stata un po’ troppo sensibile a certe cose. Ma credo che le passerà presto».
Anna: «Ammetto che è diventato un bel tipo! Piombare qui con tutti quei discorsi deliranti. Ormai è pronto per la casa di riposo».

Pausa.

Anna: «Però su una cosa aveva ragione. Stasera parlerò con William».

Anna si alza.

Anna: «Statemi bene. E teniamoci in contatto».

Anna esce.
Pausa.

Luna: «Allora? Ti sei lasciata sfuggire Mattew, eh? Ma almeno hai beccato me».

Gaia pensa un po’.

Gaia: «Purtroppo no. Il contatto si è accorto del pedinamento e l’appuntamento è saltato. Ho perso le tracce di Luna Kartowsky e di Mattew Richard Smithson. Sono cose che capitano».

Gaia fa un cenno d’intesa con la mano.

Luna: «Grazie. Sei un’amica».
Gaia: «Tieni un profilo basso per qualche mese. Il prossimo gennaio i reati cadranno in prescrizione».
Luna: «Ti devo un drink».
Gaia: «Che ne dici di stasera? Andiamo a fare due salti in un locale dove facciano i Bloody Mary?»
Luna: «Okay!»

Pausa.

Luna: «Sai… alla fin fine penso che Mara abbia ragione: la visita di Mat ha fatto bene a tutte noi». 

 
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