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I protocolli dei savi anziani di Sion di William Pierce

Post n°69 pubblicato il 06 Novembre 2012 da a500er
 
Tag: Sion

Per leggere i protocolli dei savi di Sion clicca qui: I protocolli dei savi anziani di Sion

Protocolli dei savi anziani di Sion

Al principio di questo secolo, verso il 1901, venne pubblico un libro contenente il testo di quello divenuto generalmente noto come i protocolli dei savi anziani di Sion.

L'editore era un accademico russo, il professor Sergei Nilus. Nilus ottenne i protocolli presumibilmente da un funzionario russo, che aveva ottenuto il testo da una nobildonna patriottica russa, che a sua volta aveva acquistato il materiale da un ebreo a Parigi circa 15 anni prima.

I protocolli dei savi anziani di Sion sono una raccolta di rapporti di riunioni dei leader della comunità ebraica mondiale, in cui si riassumono i progressi fatti riguardo alla sovversione mondiale, dominio mondiale, e potere mondiale, discutendo anche dei loro piani per come continuare in futuro...

Discutono sul come ottenere il controllo dei sistemi bancari dei vari paesi, di come fomentare guerre e rivoluzioni per indebolire e distruggere il potere dei gentili, di corrompere la musica, l'arte e l'istruzione, di come sovvertire le varie istituzioni gentili (non ebraiche), di come prendere controllo della stampa ovunque e controllare il flusso di informazioni alle masse, di come distruggere valori come la famiglia e via dicendo.

I savi anziani di Sion sono un gruppo di "satanisti" intriganti. La lettura dei protocolli dei savi di Sion fa accapponare la pelle.

Dobbiamo ricordare che quando i protocolli dei savi anziani di Sion iniziarono a circolare in Russia nel primo decennio di questo secolo, quel paese non era ancora caduto vittima del bolscevismo ebraico, ma non di sicuro per mancanza di tentativi da parte degli ebrei.

Gli ebrei erano generalmente riconosciuti come un pericoloso elemento sovversivo in Russia, come gli intriganti e i motori propulsori alla base di ogni tentativo di danneggiare o turbare l'ordine stabilito in Russia, e così, la pubblicazione del professor Nilus, i protocolli, trovarono un mercato pronto tra il pubblico russo.

Dopo la rivoluzione ebraica bolscevica del 1917, rovesciarono il governo russo e instaurarono una dittatura comunista in Russia, chiunque veniva trovato in possesso di una copia dei Protocolli, poteva venir fucilato. Il testo era già stato tradotto in diverse lingue e fu distribuito in lungo e in largo al di fuori della Russia. Da allora sono stati tradotti e forniti in forma stampata, in praticamente quasi tutte le lingue e il libro, venne letto da decine di milioni di persone in tutto il mondo.

Gli ebrei sostennero istericamente fin dal inizio che i protocolli fossero un falso. Direi che è il loro modo di dire che non è quello che sembra effetivamente essere: vale a dire, i riassunti effettivi delle riunioni dei leader ebrei che discutono i loro piani per la dominazione del mondo.

Il grande industriale americano Henry Ford fu fortemente impressionato dai protocolli dei savi anziani di Sion e contribuì a far circolare il testo negli Stati Uniti.

Protocolli dei savi anziani di Sion

Quando fu intervistato dai giornali sul fatto che gli ebrei dichiararono che I protocolli dei savi anziani di Sion fossero un falso, nel 1921, il signor Ford rispose che tutto quello che poteva dire era che il piano descritto nei protocolli rispecchiava esattamento quello che stava succedendo e che si trattava di dei piani, che venivano portati avanti già da molto prima che apparvero per la prima volta.

Naturalmente il signor Ford, quando fece queste osservazioni si riferiva soprattutto a due particolari eventi avvenuti il decennio precedente. Uno era il successo degli ebrei nel conquistare la Russia tramite il comunismo, e l'altro era la guerra (prima guerra mondiale) da poco finita: una guerra insensata, orribile e fratricida che distrusse il vecchio ordine in Europa, e fu la causa di versamenti di sangue e della morte di milioni tra i migliori europei. Fu anche la causa del declino e indebolimento delle da lungo consolidate istituzioni nell'Europa intera, lasciando ogni paese europeo in balia di ogni tipo di degrado sociale, politico e culturale, in particolar modo, un ulteriore diffusione del comunismo in Europa.

Beh, Henry Ford era un tipo molto ostinato, un uomo molto pratico, ed è facile capire il suo atteggiamento. Non aveva modo di sapere se I protocolli dei savi anziani di Sion in realtà quello che pretendevano di essere, ma fu molto colpito dal fatto che il piano per la sovversione e il dominio del mondo da parte degli ebrei illustrato nel libro, sembrava attuarsi realmente come descritto nei protocolli dei savi anziani di Sion

Una versione del 1999 dei protocolli dei savi di Sion potrebbe essere qualcosa di simile: Saluti, i miei colleghi Savi di Sion! Oggi sono lieto di riferirvi che il nostro piano per la distruzione degli odiati gentili e l'acquisizione delle loro rimanenti ricchezze e potere e praticamente completa.

Rimangono ancora pochi passi da compiere e la lotta in cui siamo stati impegnati per millenni contro gli sporchi goyim, contro tutte le nazioni gentili, contro tutti i popoli non ebrei del mondo, finalmente sarà vittoriosa, e saremo in grado di impossessarci di tutto quello che hanno creato, come il signore, dio creatore della nostra tribù, ci ha comandato.

Ovunque governiamo da dietro le quinte, con pupazzi completamente sotto il nostro controllo negli uffici del potere. In Russia, dove ci hanno resistito così a lungo - in cui i le persone ordinarie ci odiavano come sfruttatori, come usurai e promotori di droga e alcool e di mercanti di "carne bianca" delle loro figlie e sorelle, e anche gli aristocratici ci odiavano, come elementi sovversivi e criminali, e che ci permettevano di risiedere solo in alcune zone della Russia, di modo da impedirci di sfruttare tutto il popolo russo -

In Russia abbiamo usato la dottrina del nostro caro saggio di Sion, Karl Marx, con cui abbiamo diviso il popolo russo facendolo combattere tra di loro e ottenendo cosi il potere, potere e dominio che deteniamo tuttora.

Abbiamo massacrato il loro zar e tutta la famiglia imperiale, come bestiame gentile il quele erano. Con l'aiuto della gente comune abbiamo massacrato tutti gli aristocratici russi e ottenuto la loro ricchezza.

Poi passammo alla gente comune.. in primo luogo uccidemmo i loro leader - i loro insegnanti , scrittori, intellettuali e ufficiali militari -

in modo che non sarebbero mai più stati in grado di ribellarsi contro di noi, poi passammo alle persone comuni, i contadini e gli operai, prima a milioni e poi a decine di milioni nei campi di lavoro e sterminio in tutta la Russia. E la maggior parte di loro non si resero nemmeno conto di quello che gli stava succedendo.

Uno di loro, che studiò per diventare un prete cristiano, fu da noi corrotto e trasformato in un nostro alleato. Il suo nome era Stalin. Più tardi, quando si rese conto di quello che avevamo fatto, Stalin cercò di rivoltarsi contro di noi, ma uno delle nostre donne era il suo medico, e lo facemmo avvelenare prima che lui potesse nuocerci.

Quando il sistema basato sulla teoria del nostro defunto avo Marx, insanguino il popolo russo, lanciato poi una campagna di privatizzazioni, che fece "cadere" tutti i rimanenti beni dei gentili appartenenti al governo, direttamente nelle nostra mani.

Tuttavia anche l'America è un ottimo esempio del nostro successo. Proprio come in Inghilterra e in Russia, anche in America siamo stati in grado di mettere politici gentili totalmente corrotti nelle posizioni di potere nominale e di attorniarlo di gente dei nostri, i veri detentori di potere.

Attualmente l'esecutivo del governo americano, la nostra gente controlla il dipartimento di stato degli Stati Uniti, il dipartimento della difesa degli stati uniti, sistema della federal reserve americana, e dipartimento del tesoro degli stati uniti.

Abbiamo ottenuto il completo controllo del sistema scolastico americano, dall'asilo alle università. Non ci sono idee o fatti che possono venire insegnati pubblicati a meno che non vengano approvati e fatti passare da noi come politicamente corretti.

Abbiamo reso impossibile per chiunque in una università americana di contraddire tutto ciò che abbiamo affermato, non importa quanto assurda, e specialmente su quanto riguarda quello che submimmo noi durante la seconda guerra mondiale. Il Governo americano, come ogni governo in Europa, ci paga risarcimenti, perché non abbastanza è stato fatto per noi durante la guerra.

Siamo riusciti a corrompere e dominare l'arte, la musica e la letteratura americana. Abbiamo fatto della degenerazione un esempio da seguire per la cultura americana. Possediamo le gallerie e fissiamo gli standard per la pittura e la scultura.

Abbiamo gli americani in fila a pagare il biglietto d'entrata per vedere un "opera d'arte" che consiste in una negra “dipinta con sterco” su una tela grezza, che diciamo loro si tratti della vergine Maria. Leggono i romanzi depravati e trash che gli rifiliamo facendoli credere che si tratti di “letteratura”. I loro figli ascoltano e cantano ritmi rap negroidi, perché abbiamo il controllo di MTV e del settore musicale.

Attraverso la politica dominata da noi, siamo stati in grado di cambiare la legge sull'immigrazione e di aumentare la percentuale di non-bianchi in ogni parte del paese. Cosi che nei prossimi anni saremo riusciti a fare diventare gli americani bianchi una minoranza nel proprio paese.

Il nostro successo in America è dovuto a due cose: il nostro controllo dei mass media di notizie e intrattenimento, attraverso cui si controllano le idee e gli atteggiamenti delle masse, e il sistema di democrazia di massa, che garantisce che i voti delle masse sotto nostro controllo, determina quali personaggio politici compongono il governo americano.

Protocolli dei savi anziani di Sion

A partire dall'ultima parte del 19 ° secolo, abbiamo ottenuto il potere dei mass media nelle nostre mani. In quei tempi molti di noi erano ancora semplici straccivendoli e commercianti di merce usata, recentemente in movimento dalla Russia alla Polonia, ma ogni volta che un giornale gentile si mise in difficoltà finanziarie, fummo in grado di mettere assieme le nostre risorse e impossessarcene, così che da quel momento era nelle mani di uno dei nostri.

Nel 1920, quando la radio stava diventando un potente mezzo di persuasione, abbiamo iniziato a comprare emittenti e mettere insieme dei network. Allo stesso tempo abbiamo visto il potenziale che risiede nell'industria cinematografica e cominciammo a muoverci in Hollywood. Lavorando insieme tra di noi siamo riusciti a fare finire in banca rotta per poi comprare ogni casa produttrice in mano ai gentili(non ebrei) eccetto Walt Disney. Abbiamo dovuto aspettare fino alla sua morte per prendere il controllo della sua compagnia cinematografica, ma da allora abbiamo dominato l'intera industria cinematografica.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando la televisione diventò il più potente mezzo di persuasione di massa, eravamo pronti a entrare nel business e dominare il settore TV dall'inizio.

Oggi giorno nessun film può essere prodotto e nessun programma televisivo può essere trasmesso in America, senza la nostra approvazione. Le masse di americani, per la maggior parte, non vede o sente qualcosa che non è stato approvato da noi.

C'è ancora naturalmente qualche opposizione alla nostra propaganda in internet, che non è sotto il nostro controllo, ma stiamo lavorando rapidamente per rimediare.

Ci aspettiamo presto che i nostri burattini politici creino leggi riguardo "all'istigazione all'odio", simili a quelle entrate in vigore in Europa, in modo che nessuno possa dire nulla su internet che non sia stato approvato da noi.

 

I lavati di cervello sdraiati sul divano non si opporranno, perché diremo loro che le nuove leggi li renderà sicuri dal terrorismo.

A quel punto avremmo anche raggiunto il nostro obiettivo, il disarmo della popolazione americana. E poi, miei colleghi Savi di Sion, potremmo fare al popolo americano, quello che abbiamo fatto al popolo russo. Con il nostro potere della televisione, avremo il voto per il loro proprio genocidio.

Viva i nostri mass-media! Viva la democrazia! Lunga vita alla potenza della trionfante Zion!!!!

 

 
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I protocolli dei savi di Sion

Post n°68 pubblicato il 06 Novembre 2012 da a500er
 
Tag: Sion

I protocolli dei savi di Sion

Il libro in una antica edizioneUNA LETTURA IMMANCABILE PER CHI VUOLE CAPIRE
...un documento, può essere vero oppure, può essere falso. Un documento vero, può dire il vero, oppure può dire il falso (esempio: certificato di nascita vero, con data errata). Viceversa, anche un documento falso può dire sia il vero che il falso. Se io falsifico, ovvero produco, un documento falso che dice esattamente ciò che dice l’originale vero; avrò fatto un falso che dice il vero. Ripeto, non necessariamente un documento falso, dice il falso.
I protocolli dei savi di Sion, vengono generalmente presentati [...]

come un’opera letteraria che precede l’attuale concetto di cospirazionismo ovvero, l’idea secondo il quale esiste nel mondo un piano per manipolare e gestire l’umanità “Goym” da parte dei cosi detti “eletti” chiamati a governare su di loro.
Circa il documento ”Protocolli dei savi di Sion”, si è lungamente dibattuto circa la sua genuinità. Poco invece si è dibattuto circa il fatto che dicano o meno il vero. Perché?.. Semplice la risposta: La loro genuinità non è dimostrabile (ma neanche la loro non genuinità) e, chi dispone dell’informazione non ha interesse che ne vengano valorizzati e pubblicizzati i contenuti. Perché?.. Perché il contenuto dimostra che dicono il vero indipendentemente dal fatto che siano veri o falsi. A mio parere, potrebbero essere benissimo una riproduzione falsa di documenti veri. Direbbero quindi il vero, ma permetterebbero all’informazione di affermare che sono dei falsi. Ciò che però secondo me conta, è che questi documenti, sono di tipo profetico, in quanto chi li ha scritti afferma ciò che avverrà in seguito e, in seguito tutto quanto si è regolarmente avverato. Da quando si suppone siano stati scritti, sono passati più di cento anni e, si può ipotizzare che i documenti prevedano ancora un po’ di tempo a venire. Constatando che nel tempo passato da quando sono stati scritti sino ad ora, tutto si è avverato secondo i piani riportati dal documento; come si può affermare che sono falsi nel loro contenuto?.. E difatti si preferisce attrarre l’attenzione sulla loro genuinità originale; ma non sul contenuto che si sceglie di non evidenziare. Io però, cerco la verità (parziale e mai assoluta) e, quindi mi va bene anche un documento del genere. A cosa mi servirebbe un documento autentico che dicesse il falso?

A parte queste considerazioni, ve ne sono altre di altro genere. Supponendo che si tratti di un falso, l’autore che in questo caso avrebbe inventato quanto sostenuto dai protocolli, gli si dovrebbe riconoscere una fantasia notevole e se poi la sua fantasia si traduce in realtà; dovrebbe pure essere ammirato per la sua enorme dote profetica.
Colui che li ha scritti, avrebbe avuto la possibilità di affermarsi come scrittore, senza nulla rischiare; perché rischiare mettendo in circolazione un documento falso che nulla gli da e tutto gli può togliere?.. A suo tempo, venne messa in circolazione la notizia, secondo il quale l’autore falsario era un rampollo di famiglia benestante. Questo potrebbe ipoteticamente essere vero, in quanto solamente i facenti parte di famiglie benestanti inserite ad alto livello nella mafia di sistema, conoscono l’apparato occulto che opera dietro le quinte!.. Ma questo non fa altro che confermare ciò che sostengono coloro che considerano veri i Protocolli. Li ha scritti certamente una persona che conosce l’apparato sionista occulto ovvero, la dottrina rabbinica e il Talmud.

Di fronte alla disastrosa situazione sociale (vedi mafia di stato, di stati, globale), culturale, economica attuale; non si può continuare a pensare che tutto sia il risultato della casualità. Siamo di fronte ad una azione mafiosa di portata mondiale del quale la casta politica non è l’artefice ma, una mercenaria presenza al servizio di essa. Semplicemente puttane!.. Lo dimostrano gli atteggiamenti apparentemente d’opposizione mentre, portano ai risultati che la mafia internazionale e globalista (bancaria) a loro impone. Ora in Italia, abbiamo addirittura un bipolarismo a quattro!.. Un governo tecnico, due opposizioni con destra e sinistra, un centro per le evenienze di mercato!.. Ci viene detto che vi è la crisi, che occorre pagare il debito!.. perché nulla fanno per impedire l’affermazione della strategia dello spreco?.. se il debito ci danneggia; perché ora cercano di imporre il debito europeo e collettivo?.. perché nessun politico o giornalista, parla mai della vera causa che sta alla base del debito di stato?.. ovvero il “Signoraggio bancario”?.. Le puttane che stanno lungo le strade, hanno ancora una loro apparente dignità; queste non più!.. Esattamente come dimostrato nei “Protocolli dei savi di Sion”.

Il governo mondiale

Uomini siate, e non pecore matte,
Sì che 'l giudeo tra voi di voi non rida.
(Dante: Par. c. V; v. 80, 81)


PS: Il libro è facilmente reperibile in internet. (Introvabile l'edizione dell'immagine).Sono riportati i protocolli nel libro "LE SOCIETA' SEGRETE e il loro potere nel ventesimo secolo".

http://presenze-aliene.blogspot.com/2011/11/i-protocolli-dei-savi-di-sion.html

 
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Di Pietro

Post n°67 pubblicato il 04 Novembre 2012 da a500er
 

Antonio Di Pietro va all’attacco. Il leader dell’Idv repliche alle accuse di Report (anche se non cita mai la trasmissione di Rai 3) e sul suo blog presenta le “visure catastali, dalle quali ci si può facilmente rendere conto che i figli non sono affatto proprietari di ’15 case’ ma solo di due appartamentini” comprati con i miei “risparmi” e quelli di mia moglie. Per Di Pietro, infatti, le accuse sul “suo ingente patrimonio” sono “perle di disinformazione” e “scientifica opera di killeraggio politico”. Nei giorni scorsi il presidente dell’Italia dei Valori aveva già replicato alle contestazioni che riguardavano l’uso dei fondi del partito

Ma il suo messaggio tocca anche le corde della politica, dopo la rivolta di alcuni notabili dell’Idv, tra cui il capogruppo alla Camera Massimo Donadi. Sostiene di “rispondere ad alcune delle molte ‘perle’ di disinformazione diffuse in questi giorni in merito ad un mio presunto e inesistente ‘ingente patrimonio immobiliare’. In verità, più che di disattenta informazione, trattasi di scientifica opera di killeraggio politico, portata avanti da chi vuole, a tutti i costi e da anni oramai, distruggere il mio nome e tentare di bloccare l’azione politica di Italia dei Valori, partito di cui sono stato il fondatore e sono ancora il Presidente”, scrive replicando così apparentemente a chi nel partito gli chiede un passo indietro.

“Per oggi mi limito ad illustrare le proprietà immobiliari che fanno capo ai miei figli Anna ed Antonio Giuseppe (detto Toto). Il resto nei prossimi giorni – scrive – Sui giornali e nelle televisioni sono stati attribuiti ad Anna ben 8 immobili e a Toto 7. Vale a dire 15 case”. Immobili – aggiunge – che, “con artifizi linguistici e raggiri comunicativi, io avrei acquistato per loro con i soldi dei rimborsi elettorali ricevuti dal partito IdV, e anche di questo gli autori dovranno rispondere davanti alle competenti sedi giudiziarie”.

Di Pietro allega le visure catastali dei figli, precisando che per scoprire la verità bisogna andare avanti e non fermarsi alla prima pagina. “Certo, nella prima pagina della visura catastale, si legge che Anna è titolare di 7 fabbricati a Milano e Toto di altri 6 – spiega – Risulta, inoltre, che entrambi siano intestatari di un ulteriore “fabbricato” a Bergamo – prosegue – Ma se si ha l’accortezza di “girare” le pagine successive delle singole visure catastali, ci si può facilmente rendere conto che, in realtà, i miei figli non sono affatto proprietari di “15 case” ma solo di due appartamentini, con annesso unico garage, entrambi siti al quarto piano di un condominio popolare di recente costruzione in zona Bovisa a Milano. Tutte le altre particelle immobiliari, indicate nell’estratto catastale, invece, altro non sono che “aree urbane” dell’intero condominio cedute al Comune di Milano per “servizi pubblici” (marciapiedi, parcheggi pubblici, svincoli e strade di accesso, giardinetti pubblici al servizio di tutta la collettività locale, etc.)”. “Ebbene sì, ai miei figli, Anna e Toto, ho in effetti donato, con atto notarile del 30 giugno 2008, un appartamento con annesso garage a Milano, immobile che in fase di costruzione e al momento del rogito ho fatto frazionare in due porzioni (fisicamente con un muro di cartongesso e catastalmente come da atto notarile) in modo che siano loro un domani a decidere se abitarci in due famiglie, oppure in una sola” continua l’ex magistrato. Tutto pagato, precisa, con “miei proventi personali, frutto del mio lavoro, dei miei risparmi e dei miei investimenti e, soprattutto, dei tanti risarcimento danni che, in tutti questi anni, ho ricevuto da parte di chi è stato condannato dall’Autorità giudiziaria competente per le continue e ripetute diffamazioni e calunnie commesse ai miei danni, al solo scopo di annientarmi professionalmente, dapprima come magistrato e poi come politico”.

Poi gli immobili di Bergamo: “Non si tratta affatto di due appartamenti, ma di uno solo, peraltro cointestato non solo a loro due ma anche alla loro madre avv. Susanna Mazzoleni (cioè mia moglie). E, in effetti, trattasi dell’appartamento che mia moglie si è comprata, a coronamento del suo lavoro trentennale, e che ha voluto, appunto intestare oltre che a se stessa anche ai figli. Io, quindi, con questo acquisto non “c’azzecco” proprio nulla!”.

E ancora. La precisazione sulla frase “sbilenca” pronunciata durante l’intervista a Report: “Mia moglie non è mia moglie”. “Susanna Mazzoleni è sì mia moglie ma va valutata e rispettata per quello che è, per ciò che vale e per il suo mestiere e non per il semplice fatto che sia mia moglie. Susanna è una qualificata docente universitaria ed un’affermata professionista legale che lavora da oltre 30 anni (cioè da prima che io la conoscessi). Ha un proprio avviato studio legale e proviene da una benestante famiglia di professionisti bergamaschi (padre anch’egli avvocato e nonno notaio). Insomma, Susanna Mazzoleni ha di suo e si è fatta da sola: quindi, ben poteva e può permettersi, dopo una vita di lavoro, di comprarsi un appartamento, intestandolo a sè e ai propri figli. Non aveva e non ha certo bisogno di me per attuare i suoi sogni, nè me ne ha mai fatto richiesta”.

Insomma, niente da nascondere. Eppure, scrive Di Pietro, “ci ritroviamo con Anna e Toto che fanno fatica pure a uscire di casa perché si sentono mortificati per le accuse, gli insulti e le umiliazioni che arrivano sulle loro pagine Facebook, come se fossero dei riciclatori di professione di denaro sporco. Anche per difendere il loro onore, non intendo arrendermi né indietreggiare e affronterò quest’altra prova del destino con più determinazione di prima. Lo devo alla mia famiglia ma anche alle migliaia di militanti di Italia dei Valori che hanno dato e stanno dando l’anima per il partito e che sono anche in queste ore intorno ai banchetti di raccolta delle firme per i 4 referendum contro la Casta e a favore dei diritti dei lavoratori”.

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/02/di-pietro-miei-figli-15-case-no-ne-hanno-solo-due-ecco-prove/401889/

+ FALCONE E I MASSONI

 

 
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M.A.F.I.A- Mazzini e Albert Pike (parte 1)

Post n°66 pubblicato il 04 Novembre 2012 da a500er
 

 

Dalla M.A.F.I.A. di Giuseppe Mazzini al generale Albert Pike
Tratto da “Chiesa Viva” - http://www.chiesaviva.com/conoscere%20massoneria.htm

«Nel secolo scorso, la finanza britannica, protetta dai cannoni inglesi, controllava il traffico mondiale di droga. I nomi di queste famiglie ed istituzioni sono noti a tutti gli studenti di storia: Matheson, Keswick, Swire, Dent, Baring e Rothschild; Jardine Matheson, Hongkong and Shanghai Bank, Charterer Bank, Peninsular and Orient Steam Navigation Company. (I poteri occulti) dirigono un’Anonima Assassini mondiale tramite le società segrete: l’Ordine di Sion, la Mafia di Mazzini, le Triadi (che significa: “Società dei tre puntini”), dette anche le “Società del Paradiso in Cina”».(1)
«Se analizziamo come la Mafia arrivò negli Stati Uniti, scopriamo che questa storia è inseparabile da quella dell’Ordine di Sion. Mazzini, il padrino della Mafia in Italia, rispondeva direttamente al più importante esponente del sionismo britannico: il Primo Ministro ebreo Benjamin Disraeli (l’uomo che era sfuggito alla prigione per debiti, grazie all’aiuto datogli dalla famiglia Rothschild), e veniva finanziato dai principali banchieri ebrei come i Rothschild e i Montefiore.

Mazzini, a sua volta, quando dovette mandare i suoi luogotenenti in America, dopo aver fatto esperienza all’interno della “Giovine Italia”, trovò la strada già spianata dal lavoro fatto da persone come l’ex generale sudista Albert Pike e l’Alta Massoneria ebraica dei B’nai B’rith» (2).
«I primi italiani che misero piede in America seguirono le orme dei commercianti di tessuti che avevano posizioni di primo piano all’interno dell’Alta Massoneria ebraica dei B’nai B’rith. Anche New Orleans, la prima base dei Lehman e dei Lazard, divenne il punto di raccolta dei “picciotti” di Mazzini. Durante il periodo delicato e caotico, che seguì la Guerra Civile americana, gli uomini legati a Mazzini agirono come veri e propri sabotatori del processo di pacificazione della repubblica americana.
Quest’opera di sabotaggio li vide impiegati nella guerriglia condotta dal generale Pike contro il Governo federale di Lincoln e costituì uno dei primi esempi di attività mafiosa negli Stati Uniti. Operazioni della malavita a New Orleans, per conto della mala palermitana, che facevano capo a Mazzini e, tramite lui, a Disraeli. Che dietro il crimine ci fossero persone al di sopra di ogni sospetto era di pubblico dominio.

La parola “M.A.F.I.A.”, infatti, era spiegata con l’acronimo (3):

M=Mazzini
A=Autorizza
F=Furti
I=Incendi
A=Attentati.

Le prime reti mazziniane cominciarono ad essere attive nel periodo precedente alla Guerra Civile (1860-1865). “I gruppi mafiosi di New Orleans, New York e Palermo erano società separate - scrive l’importante storico di quel periodo, D. L. Chandler - ma cooperavano strettamente. Un membro che riceveva adeguati appoggi poteva essere spostato da una città all’altra, da una famiglia all’altra” (4).

Verso la fine della Guerra Civile americana, la Mafia di Disraeli (e quindi di Mazzini - n.d.r.) era capeggiata da un certo Joseph Macheca, capo di una banda che, secondo testimonianze dell’epoca, svolgeva un’attività che era indistinguibile da quella del Ku Klux Klan (di cui uno dei fondatori fu proprio il generale Albert Pike - n.d.r.). Nel 1868, Macheca organizzò, a New Orleans, la campagna elettorale presidenziale a favore del candidato democratico Horatio Seymour contro il repubblicano Ulysses S. Grant, il generale che aveva portato alla vittoria il Nord e che divenne, poi, il Presidente degli USA. I fondi e le direttive politiche arrivavano a Seymour da August Belmont, colui che i Rothschild designarono come loro rappresentate ufficiale negli Stati Uniti.

Il giornale di New Orleans “Picayune” ci descrive la campagna elettorale nei seguenti termini: “Questo popolare e singolare gentiluomo (Macheca) aveva organizzato e dirigeva una compagnia formata da 150 siciliani, conosciuta col nome di Innocenti. La loro uniforme era costituita da un mantello bianco con una croce maltese sulla spalla sinistra. Giravano armati e quando marciavano per le strade sparavano ad ogni negro che vedevano. Si lasciavano dietro le spalle una scia di decine di negri uccisi. Il Generale James E. Steadman, che coordinava la campagna (elettorale di Seymour) vietò altre parate ed il gruppo fu sciolto”(5)» (6).

«Il gruppo finanziario dei Seligman, insieme ad altre banche sioniste di Wall Street, appoggiò come candidato presidenziale democratico, Seymor, quello scelto da August Belmont (l’uomo dei Rothschild negli Stati Uniti), e gli prepararono un programma in cui veniva richiesta l’abolizione del proclama di emancipazione di Lincoln con il quale era stata abolita la schiavitù»(7).

Sullo stesso libro, poche pagine prima, a proposito della famiglia Seligman, leggiamo: «... nel 1843, fu fondata l’Alta Massoneria Ebraica dei B’nai B’rith, chiamata anche “Gran Loggia Costituzionale dell’Ordine dei Figli del Patto d’Alleanza”, come branca riconosciuta dalla Massoneria di Rito Scozzese Antico ed Accettato, per gli ebrei negli Stati Uniti. Il B’nai B’rith ebbe quartier generale al numero 450 di Grand Street, a Manhattan, nella casa di Joseph Seligman, un ricco mercante “commerciante di tessuti”. Seligman è un nome che si incontra tuttora a Wall Street, insieme a quello dei suoi contemporanei, quali August Belmont, Loeb, Schiff e Lazard. (...). La funzione dell’Alta Massoneria dei B’nai B’rith era quella di fungere da copertura ad operazioni di spionaggio per conto dei Montefiore e dei Rothschild. L’organo americano di tale organizzazione, il “Menorah”, non poteva certo nascondere i suoi legami coi Rothschild e, quindi, preferì ostentarli: “In tutti i paesi, il nome dei Rothschild è sinonimo di onore e generosità e non ci sono altri nomi in Europa che godano di una così meritata e vasta popolarità...”» (8).

«Le stesse banche (associate ai Seligman) controllavano, poi, il generale Albert Pike ed i suoi tagliagole incappucciati, il Ku Klux Klan (che Macheca ed i suoi gangster si davano gran pena ad imitare, croce di Malta inclusa). Pike e Macheca e le loro unità irregolari scatenarono una tale ondata di violenza in tutto il Sud degli Stati Uniti da distruggere, pochi anni dopo il suo assassinio, tutto il programma di ricostruzione che Lincoln aveva messo a punto.
I dati storici mostrano che il gruppo di Macheca a New Orleans, che aveva cominciato la sua carriera sparando ai negri per conto delle banche filo-sudiste di New York, aveva dimostrato di che pasta era fatto. Egli divenne il punto di partenza per l’organizzazione della malavita negli Stati Uniti.

Fu Macheca che s’incaricò di preparare il terreno per Giuseppe Esposito, l’uomo che, per conto di Mazzini, diede la prima base organizzativa alla struttura della MAFIA negli USA. Molto legato a Mazzini, Esposito lasciò la Sicilia verso il 1870 ed arrivò a New Orleans, dove prese contatti con Macheca. Esposito fece un giro organizzativo in tutti gli Stati Uniti, riunendo gruppi di società segrete composte da italiani e creando, ex novo, reti di comunicazione tra gruppi di città diverse. Il risultato del viaggio di Esposito fu di trasformare le società segrete di siciliani in cellule del crimine organizzato.

Il rappresentante di Mazzini (Esposito) aveva un’autorità assoluta sui padrini locali, perfino sul capo dell’organizzazione madre di New Orleans (Macheca)» (9).
Secondo uno storico, “L’egemonia di Macheca sulla Mafia fu messa in ombra, per un breve periodo, dal 1879 al 1881, quando egli obbedì, temporaneamente, ad Esposito” (10)» (11).
Ma avvenne un fatto che impose una riorganizzazione della Mafia negli Stati Uniti: «“Macheca fu linciato dalla folla di New Orleans che lo strappò da una prigione, in cui era stato rinchiuso per l’assassinio di un poliziotto”6. Alla sua morte, le redini del comando furono prese dal suo braccio destro, Charles Matrenga. La scomparsa di Macheca suscitò un’impressione profonda sulle varie organizzazioni della Mafia e, forse, fu a questo punto che venne presa la decisione di “legalizzarsi”, e cioè di intraprendere attività legali come paravento, inaugurando una strategia che fu molto seguita da allora in poi.

Per poter portare a termine questa operazione, la banda di Matrenga si rivolse all’aristocrazia sionista.
Fu un ebreo rumeno, Samuel Zemurray, un immigrato proveniente dalla Bessarabia che, nel 1900, aiutò a trasformare le cosche di New Orleans in “affari puliti”. Zemurray riuscì ad ottenere un finanziamento dal solito gruppo di banche di New York e Boston, per acquistare una parte della flotta mercantile della banda di Macheca. Uno storico commenta: “La flotta di Macheca si fuse con altre quattro linee di navigazione per formare la “United Fruit Company”, che rimane una delle più grosse industrie di tutti gi Stati Uniti”(12).
La United Fruit - ridenominata recentemente United Brands Company - sceglie tradizionalmente i suoi dirigenti tra l’élite dei banchieri sionisti di New York. Nonostante tutto, la banda dei siciliani era ricordata con nostalgia. “Quando Charles Matrenga morì nel 1943, l’intero Consiglio di amministrazione della United Fruit presenziò ai funerali”(13)».

 
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M.A.F.I.A- Mazzini e Albert Pike (parte 2)

Post n°65 pubblicato il 04 Novembre 2012 da a500er
 

Mazzini e Albert Pike
Alla morte del capo internazionale della Massoneria, Lord Palmerston, avvenuta nel 1866, Mazzini prese contatti con uno strano personaggio, il generale sudista e schiavista Albert Pike.
Al pari di Mazzini, il Pike faceva parte della rete di Lord Palmerston e, nei decenni precedenti, si era conquistato la fama di massimo esperto, e sacerdote delle forme occulte più esoteriche e sataniche.
«Nato nel 1809 a Boston, Albert Pike divenne uno degli avvocati più famosi del Sud. Egli parlava e scriveva 16 lingue. Entrato in massoneria nel 1850, nel 1859 divenne Gran Maestro del Rito Scozzese Antico ed Accettato, e cioè il Capo supremo della Massoneria americana» (14).
«Albert Pike è uno degli individui fisicamente e moralmente più repellenti della storia americana. Orribilmente obeso (pesava più di 140 chili), Pike era conosciuto nel suo Stato dell’Arkansas come un professionista di satanismo. Le sue note tendenze sessuali includevano il sedersi a gambe divaricate su un trono fallico, eretto nel bosco, con intorno una masnada di prostitute, con le quali consumava cibo e liquori, fino a completo stordimento. (...).

Negli anni 1850, Pike entrò in politica diventando una delle voci più sguaiate e intolleranti della retorica razzista. (...). Nel 1858, infatti, Pike, insieme ad undici collaboratori, pubblicò una circolare che chiedeva l’espulsione di tutti i negri e i mulatti dall’Arkansas, citando “l’indolenza e bestialità della loro razza degradata”, “la loro immoralità, pigrizia e sudiciume” e chiamando l’africano un essere “insignificante e depravato simile ad un animale”.
Dal 1858 al 1860, Albert Pike creò un Supremo Consiglio del Rito Scozzese estendendolo, per la prima volta, su tutto il Sud degli Stati Uniti» (15).

Alcuni anni prima, nel 1854, uno stretto collaboratore di Albert Pike, un certo Judah Benjamin, creò i “Cavalieri del Circolo d’Oro” (“Knights of the Golden Circle”). Le prime operazioni di questi “Cavalieri” consistettero nell’addestramento paramilitare di terroristi in tutta l’America Centrale, con lo scopo di provocare una guerra tra gli Stati Uniti e la Spagna , che governava quella zona. La fase successiva fu l’organizzazione di un colpo di Stato negli Stati Uniti che doveva coincidere con l’elezione del presidente Abramo Lincoln, nel 1960.

Eletto Lincoln, Albert Pike, dalla sua posizione di Capo della Massoneria americana, diresse l’insurrezione del Sud che sfociò nella sanguinosa Guerra di Secessione americana (1860-1865).
« La Carolina del Sud, sede del Consiglio Supremo della Massoneria di Pike, dichiarò la secessione il 20 dicembre 1860, subito dopo l’elezione di Lincoln.
Lo stesso giorno, i leaders della “Giovane America” di Mazzini, del Mississippi, chiesero le elezioni e ottennero la secessione.
In Florida, il senatore David Yulee, esponente di spicco della “Giovane America” fece votare la secessione, il 22 dicembre.
In Alabama furono gli esponenti di spicco dei “Cavalieri del Circolo d’Oro” a dirigere la secessione del 24 dicembre.
In Georgia, la secessione del 2 gennaio 1861 fu pilotata da Robert Toombs, l’amico più caro di Albert Pike, divenuto poi membro del Consiglio Supremo.
In Louisiana, fu John Slidell, intimo di Judah Benjamin, creatore dei “Cavalieri del Circolo d’Oro” e Pierre Soulé della “Giovane America” a dirigere il voto di secessione del 7 gennaio 1861.
Nel Texas, il governatore Sam Houston rifiutò il voto di secessione dichiarandolo illegale. Allora, migliaia di “Cavalieri del Circolo d’Oro”, armati, deposero Houston e, in febbraio, fecero votare la secessione, con una partecipazione di meno di un decimo della popolazione.

Gli oppositori alla secessione riportarono vistose vittorie in Virginia, Carolina del Nord, Tennessee, Arkansas, Missouri, Kentucky, Maryland e Delaware.
La sconfitta dell’Arkansas creò un imbarazzo personale ad Albert Pike che, all’udire la notizia della sconfitta, si precipitò nello Stato per arringare i delegati: «Le cose sono giunte a tal punto che voi avete solo una possibilità: o voi uscite dall’Unione volontariamente, o sarete cacciati fuori. La Carolina del Sud vi trascinerà fuori...».
Pur avendo votato di rimanere nell’Unione, la Carolina del Nord, la Virginia , il Tennessee e l’Arkansas furono trascinati nella Guerra di secessione dagli uomini di Albert Pike» (16).

«Durante la Guerra di Secessione, Pike fu brigadiere generale delle truppe sudiste e comandava un esercito costituito da indiani di ben otto tribù. Al suo comando, queste truppe commisero massacri d’una crudeltà e ferocia tale che l’Inghilterra minacciò persino di intervenire “per ragioni umanitarie”. Il Presidente sudista Jefferson Davis, allora, fu costretto a prendere provvedimenti contro Albert Pike intimandogli di disperdere l’esercito indiano. Dopo la guerra, per i suoi crimini efferati, Pike fu giudicato colpevole di tradimento da una Corte Marziale e imprigionato. Il presidente americano Andrew Johnson, massone subordinato di Albert Pike, però, il 22 aprile 1866, lo graziò, mentre la stampa americana mantenne, per ben nove mesi, un silenzio totale su questa notizia» (17).

«Il generale Albert Pike passò sotto l’influenza di Mazzini dopo essere stato contrariato dal presidente sudista Jefferson Davies che disperse le sue truppe indiane, per le atrocità commesse sotto il pretesto di legittime azioni belliche. Pike accettò l’idea di un Govero Mondiale e, alla fine, divenne il capo del Clero Luciferiano. Tra il 1859 e il 1871, Pike elaborò i dettagli di un piano militare, che prevedeva tre guerre mondiali, e tre grandi rivoluzioni che egli riteneva indispensabili per promuovere il “piano” degli Illuminati e portarlo a compimento, verso la fine del secolo ventesimo» (18).

«L’assassinio di Abramo Lincoln fu perpetrato dall’estremista ebreo John Wilkes Booth (Botha), un massone del 33° grado, il 14 aprile 1865 in Washinglton D.C., solo cinque giorni dopo la fine della Guerra civile americana. (...). Izola Forrester, nipote di Booth, nel suo libro “This One Mad Act” (1937), scrisse che Booth apparteneva alla Loggia dei “Cavalieri del Circolo d’Oro” come pure al movimento rivoluzionario di Mazzini, “ La Giovane America ”. Izola Forrester rivelò, in dettaglio, che i massoni erano coinvolti nell’assassino del presidente. Il successivo assassinio di Wilkes Booth fu organizzato da Judah P. Benjamin, un massone di alto grado e agente dei Rothschild. Egli era il Capo dei Servizi segreti della Confederazione del Sud. Dopo l’assassinio, egli scappò in Inghilterra»(19).

Nel dicembre 1865, il generale Albert Pike, insieme al generale John J. Morgan e ad un ristretto gruppo di ufficiali sudisti, trasformava, nella cittadina di Pulaski del Tennessee, i “Cavalieri del Circolo d’Oro” nei “Cavalieri del Ku Klux Klan” (KKK), (in greco kuklox significa “cerchio” o “circolo”), i razzisti del Sud degli Stati Uniti, che conosciamo ancora oggi con i loro cappucci bianchi e le croci di fuoco.
«Albert Pike, che era chiamato “il Diavolo del XIX secolo”, era ossessionato dall’idea della supremazia mondiale. Quando divenne massone del 33° grado, e Capo degli Illuminati dell’Arkansas, egli ideò un piano per prendere il controllo del mondo attraverso tre Guerre mondiali ed altre grandi rivoluzioni» (20).
Anche Giuseppe Mazzini era ossessionato dall’idea di un potere mondiale.

Nel suo Manifesto del marzo 1848, Mazzini affermava: «Essendo l’Austria la più grande negatrice delle nazionalità europee, essa deve scomparire. Guerra contro l’Austria! L’iniziativa di questa rivoluzione europea mondiale, che deve portare alla nascita degli Stati Uniti d’Europa, appartiene al potere dell’Italia; pertanto è il dovere dell’Italia. “ La Roma dei Popoli” deve, nella sua fede repubblicana universale, unire l’Europa e L’America, e tutte le altre parti del mondo abitato, in un potere mondiale finale onnicomprensivo» (21).
Sin dall’età di 23 anni, come ci informa il massone Doria, Giuseppe Mazzini concepì il suo progetto di assassinare Sua Maestà l’Imperatore d’Austria e il Principe di Metternich, e nei primi anni di militanza nella Carboneria, egli frequentò assiduamente l’omicida Sgarzaro (che si era vantato di aver annegato ben 53 frati gettandoli, legati a due a due, nel mare aperto dalla sua nave), e il futuro assassino Argenti che aveva cercato di interessare la Carboneria al suo piano di assassinare il Principe di Metternich.

Mazzini e la dottrina dell’assassinio 
Sin dall’età di 23 anni, come ci informa il massone Doria, Giuseppe Mazzini concepì il suo progetto di assassinare Sua Maestà l’Imperatore d’Austria e il Principe di Metternich, e nei primi anni di militanza nella Carboneria, egli frequentò assiduamente l’omicida Sgarzaro (che si era vantato di aver annegato ben 53 frati gettandoli, legati a due a due, nel mare aperto dalla sua nave), e il futuro assassino Argenti che aveva cercato di interessare la Carboneria al suo piano di assassinare il Principe di Metternich.
Fu con la “Giovine Italia”, fondata nel 1831, che Giuseppe Mazzini, “nel suo stile magniloquente”, mise a punto la sua “dottrina dell’assassinio” politico, la quale colpiva, in modo spietato, non solo i traditori e chi non obbediva agli ordini: “dovranno essere uccisi sul posto”, “pugnalati senza alcuna pietà”, “abbattuti da una mano invisibile”, ma anche gli avversari politici, per i quali il titolo di “tiranno”, emesso da uno dei Tribunali segreti da lui controllati, era sufficiente “per far mettere a morte ogni persona colpita da anatema».
«Un gran numero di ispettori di polizia, generali e uomini politici furono assassinati su ordine di questi Tribunali, e le Logge massoniche fornivano la loro assistenza in questo lavoro»(24).

La “dottrina dell’assassinio” politico di Mazzini fu persino denigrata, nel 1838, dai capi occulti dell’Alta Vendita (il vertice della Carboneria) con queste parole: «A cosa serve un assassinio? (...) Un colpo di pugnale non significa niente, non fa nessun effetto. Che importa al popolo che il sangue di un operaio, di un artista, d’un gentiluomo o anche di un principe sia stato versato in forza di una sentenza di Mazzini o di alcuno dei suoi sicari che si divertono in questo modo?»(25).
Nel 1851, alla notizia del colpo di Stato di Napoleone III, Adriano Lemmi lasciò l’America, dove si trovava con Kossuth, per andare a Londra e diventare l’esecutore degli ordini di assassinio di Mazzini, decretati dal suo “Comitato Centrale Democratico Europeo”, titolo che Mazzini aveva dato alla “Giovane Europa”.

Lemmi si vantò sempre di essere il valido emissario di Mazzini in un gran numero di assassinii, tanto che Mazzini stesso lo chiamava: «Il mio piccolo giudeo che vale dieci buoni diavoli...».
In quegli anni, Mazzini e i capi di questo “Comitato Centrale Democratico Europeo”: Kossuth, A.A. Ledru Rollin, Felice Orsini, Alexander Herzen e Michele Bakunin furono accusati, insieme a Lemmi, di essere i responsabili della maggior parte delle sommosse e degli attentati terroristici che costellarono l’Europa in quel periodo.
Il 4 gennaio 1852, Mazzini e il suo “Comitato”, decretarono la condanna a morte del Duca di Parma Carlo III; il 26 marzo, Carlo III cadeva sotto i colpi del sicario di cui Lemmi aveva stimolato il fanatismo. A fine giugno dello stesso anno, sempre a Parma, Lemmi provocò la rivoluzione del 22 luglio.

Il 21 ottobre 1852, Lemmi ispirò il tentato assassinio del ministro Baldasseroli, presidente del Consiglio del Gran Duca di Toscana; fu sempre lui che spedì dalla Svizzera il proclama di Mazzini che provocò l’insurrezione di Milano del 6 febbraio 1853; fu lui, sempre su ordine di Mazzini, che armò il braccio del fanatico che attentò alla vita dell’Imperatore d’Austria, il 18 febbraio 1853.
Nel 1855, Lemmi si recò a Roma e, poco dopo, il 12 giugno, vi fu un tentato assassinio del cardinale Antonelli; il 30 giugno, Lemmi pubblicò a Genova un manifesto di Mazzini per spingere il popolo all’insurrezione; tornò, poi a Roma dove, il 9 luglio, ci fu un tentativo di assassinio su Padre Beckx, Generale dei Gesuiti.

Lo stesso anno, Lemmi e Orsini trasmisero le istruzioni di Mazzini al Comitato Rivoluzionario di Milano, per un’insurrezione che doveva inaugurarsi con la strage di tutti gli ufficiali del presidio.
Verso il settembre 1856, il “Comitato Centrale D. Europeo” di Mazzini decise di assassinare il re di Napoli, e di scatenare contemporaneamente una rivoluzione in Sicilia. Scoppiata la rivoluzione in Sicilia, Lemmi scelse il sicario: Agesilao Milano che, l’8 dicembre 1856, mentre re Ferdinando passava in rivista l’esercito, gli vibrò due violenti colpi di baionetta, senza però ucciderlo. Il sicario fu condannato a morte, mentre Mazzini gli fece coniare una medaglia commemorativa, qualificandolo come “martire”!
Per l’anno 1857, Mazzini e il suo “Comitato” decretarono e misero in atto, con Lemmi la triplice insurrezione di Genova del 29 giugno, di Livorno del 30 giugno, e di Napoli del 1° luglio
(…)

Note
1 K. Kalimtgis, D. Goldman, J. Steinberg, “Droga S.p.a.”, Edizioni Logos, Roma 1978, p. 12.
2 Idem, p. 41.
3 Charles William Heckethorn, “The Secret Societies of All Ages and Countries”, vol. I e II, 1875 (New York University Books Inc., 1965). Si veda anche: David Leon Chandler, “Brothers in Blood”, New York, E.P. Dutton Co. Inc., 1975, p. 31.
4 David Leon Chandler , op. cit.., p. 103.
5 Idem, p. 75.
6 Kalimtgis, Goldman, Steinberg, op. cit., pp. 42-43
7 K. Kalimtgis, D. Goldman, J. Steinberg, “Droga S.p.a.”, Edizioni Logos, Roma 1978, p. 43.
8 Cfr. Benjamin Peixotto, ed. “The Menorah”, organo ufficiale del B’nai B’rith, New York, 1° sett. 1886.
9 Kalimtgis, Goldman, Steinberg, op. cit., pp. 43-44.
10 Cfr. D. L. Chandler, “Brothers in blood”, p. 79.
11 Kalimtgis, Goldman, Steinberg, op. cit., p. 44.
12,13 Cfr. D. L. Chandler , op. cit., pp. 95-98.
13 Kalimtgis, Goldman, Steinberg, op. cit., pp. 44-45.
14 Cfr. Juri Lina, “Architects of deception”, Referent Publishing, Stoccolma 2004, p. 196.
15 Cfr. Anton Chaitkin, “Treason in America ”, New Benjamin Franklin House, New York 1985, pp. 234-235.
16 Idem, pp. 237-246.
17 Cfr. Juri Lina, “Architects of deception”, Referent Publishing, Stoccolma 2004, p. 196.
18 Cfr. W. Guy Carr, “Pawns In The Game”, Cpa Pubblisher, p. XV.
19 Cfr. Juri Lina, op. cit., p. 196.
20 Cfr. Juri Lina, op. cit., p. 197.
21 Cfr. G. Mazzini, “Opere” Volume XIII, Roma 1884, p. 179.
22 Cfr. Mons . G.E. Dillon, “Grand Orient, Freemasonry unmasked”, Christian Book Club of America, p. 104-105.
23 Cfr. “Lettera di Vindice al Nubius” del 9 agosto 1838.
24 Cfr. Mons . G.E. Dillon, “Grand Orient, Freemasonry unmasked”, Christian Book Club of America, p. 104-105.
25 Cfr. “Lettera di Vindice al Nubius” del 9 agosto 1838.

 
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