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Le misure della Piramide di Cheope

altezza di 146 m

lato settentrionale 230 m e 25.05 cm

lato occidentale 230 m e 35.65 cm

lato orientale 230 m e 39.05 cm

lato meridionale 230 m e 45.35 cm

peso: circa 6.000.000 tonnellate

area di 13.1 acri

angolo sud-est 89° 56'e  27"

angolo nord-est 90° 3' 2"

angolo sud-ovest 90° 0' 33"

angolo nord-ovest 89° 59' 58

 

Curiosità sulla Piramide di Cheope

La sua altezza moltiplicata per un milione dà la distanza tra la Terra ed il Sole

La sua altezza è esattamente l'altezza media dei continenti sul mare

Il suo peso moltiplicato per un miliardo dà il peso della Terra

La curvatura delle sue pareti è identica a quella della Terra

La piramide è la scala 1:43.200 della Terra

Il perimetro della piramide corrisponde a mille volte 365.24 (il numero di giorni dell'anno solare)

Le sue facce sono orientate perfettamente verso i quattro punti cardinali

 
 

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« Le misure della Piramide...

La grande piramide ed i suoi misteri

Post n°6 pubblicato il 29 Dicembre 2007 da plpp0
 

Situata sulla riva sinistra del Nilo, Giza è un pianoro roccioso su cui sorgono le famose piramidi. La più grande impresa di Cheope fu la creazione di un monumento che sarebbe poi stato considerato, come già in Epoca Alessandrina, il primo ed il più immenso fra le Sette Meraviglie del Mondo e l'unico sopravvissuto e giunto fino a noi. Cheope, anziché dedicarsi alla costruzione di diversi monumenti convogliò il suo sforzo per creare un unico immenso monumento funerario. La piramide di Cheope è la più grande di tutte. Su una base di 230 metri per lato raggiunge un'altezza di 146 metri (oggi 137). E' costituita da 2.300.000 blocchi dal peso medio che varia dalle due alle quindici tonnellate. C'è una tale quantità di pietre nella grande piramide che è stato calcolato che la sua temperatura interna è costantemente uguale alla temperatura media terrestre, 68 gradi farhenheit. Furono utilizzati due tipi di pietra: calcare e granito, mentre all'esterno una particolare pietra riflettente, chiamata "Calcare di Tura". E' stato provato che se fosse ancora all'esterno, questa pietra, permetterebbe, al sorgere del sole, di vedere la piramide addirittura dalla luna. La camera sepolcrale inizialmente era stata progettata per trovarsi in profondità, sotto la superficie del terreno. La modifica condusse a ricavare una seconda camera più piccola (Camera della Regina) a circa 15 metri dal livello del suolo. Un'altra modifica fu necessaria per poter costruire la Grande Galleria alta 8,5 metri e lunga 47 metri chiusa da un soffitto a modiglioni, 36 blocchi di granito che sono removibili: questo ha fatto credere che in passato, durante la costruzione, questo particolare tratto della piramide di Cheope fosse utilizzato come osservatorio stellare. Salendo attraverso questa galleria ci si immette in un corridoio che porta alla Camera di Sepoltura del Re, alta quasi 6 metri, lunga 5,20 metri e larga 10 metri, chiamata "il centro del mondo", dove trova posto un sarcofago monolitico di granito. Dato che questo sarcofago è più largo di alcuni centimetri rispetto alla Grande Galleria, si è pensato che deve essere stato posizionato nella Camera del Re prima che venisse costruito il soffitto, che possiamo considerare una grande opera di architettura: in uno spazio in altezza di circa diciassette metri sono sistemati dei lastroni di granito dal peso complessivo di quattrocento tonnellate che, disposti a forma di tetto, hanno la scopo di sostenere il carico sovrastante. Fatto interessante è che entrambi gli ambienti sono così perfetti che è difficile individuare le giunzioni dei blocchi. L'esterno delle piramide doveva essere ricoperto con del calcare bianco, ma nel Medio Evo i blocchi di rivestimento vennero riutilizzati per costruire edifici al Cairo. Del grande tempio funerario è rimasto soltanto il pavimento di basalto mentre il tempio a valle si trova attualmente sotto un sobborgo di Giza. In epoca recente vicino alla Grande Piramide vennero scoperte alcune fosse chiuse da immensi blocchi di calcare. Le fosse si dimostrarono, una volta aperte, dei depositi dove furono seppellite le Barche Solari del sovrano. È una piramide enorme, grandissima, in volume potrebbe contenere sei volte la Basilica di San Pietro. Una costruzione realizzata oltre 2300 anni prima di Cristo, da un faraone che ci ha lasciato, oltre a questa enorme costruzione solo una piccola statua di sé, alta non più di 9 centimetri, con il volto più piccolo di un centimetro, con un cartiglio al fianco, cioè un piccolo simbolo che riproduce appunto il nome del faraone Cheope. È una piramide che racchiude misteri, segreti, insomma che fa parlare di sé a migliaia di anni di distanza dalla sua costruzione.
La piramide costituisce il cuore di un complesso funerario circondato da altre opere; il tempio per il culto funerario del sovrano, la rampa processionale e il tempio a valle completano la struttura dell'enorme complesso. Per poter costruire la piramide veniva prima cercato un solido terreno roccioso quasi sempre situato sulla riva Occidentale del Nilo. Qui, una volta spianato il perimetro, si procedeva a collocare il primo strato di pietre con funzione di fondazione. I corridoi interni e le camere venivano ultimati durante la costruzione della piramide. Questo è dimostrato dal fatto che il sarcofago di granito che doveva accogliere il corpo del re è sempre troppo grande per passare attraverso le aperture esterne della piramide e nei corridoi. Anche la piramide doveva avere degli ambienti comuni ad altre tombe. In questo caso prendiamo come esempio la grande piramide di Cheope che, nonostante ci abbia svelato tantissime informazioni, ancora oggi resta sotto un certo aspetto un vero mistero.

Oggi possiamo dire, forse, di sapere quasi tutto sulle piramidi ma il segreto che sta resistendo a tutti i tentativi e per ora ancora impossibile da scardinare è "solo" questo quesito: come sono state costruite le piramidi? Come hanno fatto uomini, con certamente grandi cognizioni tecniche, ad erigere monumenti alti più di cento metri sollevando massi dal peso di diverse tonnellate ? Le ipotesi ci sono ma non sapremo mai se corrispondo a verità...L'egittologo Legrain pensò ad un ascensore con dei contrappesi, L'archeologo Clarke immaginò uno spostamento dei massi per mezzo di rulli; l'ingegnere tedesco Croon riteneva che i "legni di Erodono" si riferissero ad una leva di primo tipo, simile allo chadouf egiziano, la leva con la quale ancora oggi si estrae l'acqua dai pozzi. Il tedesco Uto Holscher ha ideato l'ipotesi della rampa ad orientamento alternato, cioè ha previsto tante rampe quanti sono i gradoni ai quali devono andare accostate. Purtroppo un grande inconveniente è che le pendenze risultano troppo acute e quindi impossibili da utilizzare. Altra teoria, ideata da George Goyon, è quella delle rampe a sviluppo elicoidale dove tutte le rampe avvolgono la piramide in una grande spirale. Questa teoria prevede rampe larghe 15 metri per il passaggio delle slitte ed una pendenza accettabile che va dal 5 al 7,5%. In questo caso l'unico inconveniente è quello di riuscire a far fare delle "strette curve" a delle slitte che portano tonnellate di materiale. La rampa ad orientamento alternato di Jean-Pierre Adam, variazione al sistema ideato dal tedesco Holscher, prevede che da ciascuno dei quattro lati della piramide parta una rampa che si alzi, zigzagando fino all'altezza massima del monumento. Un altro ricercatore, Manuel Minguez ha teorizzato che la costruzione delle piramidi e quindi lo spostamento dei grandi massi avveniva per mezzo di un canale, una sorta di via d'acqua dove passavano delle chiatte con il loro pesantissimo carico. Minguez ha fatto notare che tutti i grandi complessi funerari presentavano tutti lo stesso medesimo schema con un punto di riferimento comune: il tempio a valle. Questa costruzione era collegata direttamente al Nilo, oppure collegata per mezzo di un canale; da essa partiva una strada che arrivava fino ai piedi della piramide, superando talvolta decine di metri di dislivello: questa era la via che doveva percorrere il corteo funebre per portare il defunto re nella propria nuova dimora, ma, secondo Minguez, era anche la via d'acqua che, durante la costruzione della piramide, poteva essere sfruttata per trasportare i blocchi dal fiume al cantiere. Minguez ipotizza un'enorme scala idraulica costituita da vasche e separate tra di loro da un sofisticato sistema di chiuse. Questo sistema permetteva alle barche che giungevano dal Nilo di superare il dislivello che le separava dal cantiere.
Tenendo conto di quanto sappiamo oggi dell'epoca in cui furono erette le piramidi, gli Egiziani potevano disporre di ben pochi attrezzi: strumenti di rame e pietra, chiatte, slitte e rulli di legno, animali da soma e naturalmente manovalanza senza limiti. Con questo tipo di attrezzatura, sembra sia stato provato, era possibile costruire una piramide, ma le sue dimensioni dovevano essere assai ridotte visto che si potevano utilizzare, trasportare e alzare a piccole altezze soltanto mattoni o blocchetti di pietra. Non era possibile di certo muovere massi di diverse tonnellate. Come già citato da Erodoto, ci vollero ben venti anni per costruire la piramide di Cheope in cui fu necessario l'impiego di centomila uomini. Conoscendo bene gli Egiziani possiamo solo dire che tutto il lavoro che ruotava intorno alla piramide era rigorosamente programmato quindi con un perfetto sincronismo tra le cave (dove i massi venivano estratti dalla pietra, lavorati e squadrati), il trasporto del materiale sul Nilo (che necessariamente doveva avvenire durante la piena) e la loro messa in opera (effettuata da un corpo stabile di operai direttamente alloggiati ai piedi della piramide e praticamente ad un passo dal cantiere). Una delle teorie è quella dell'ingegnere Pincherle: gli enormi massi venivano fatti salire su enormi piani inclinati costruiti in mattoni crudi, sfruttando, come disse Erodoto, la dilatazione di un infinito numero di tronchi bagnati (i cosiddetti "legni corti"). Il peso dei macigni da sollevare era tale che le leve e gli argani avrebbero dovuto essere di dimensioni fantastiche, maggiori di quelle della piramide. La rampa descritta da Erodoto può essere identificata col piano inclinato della grande galleria. Sulle due lisce a lunghissime banchine poteva benissimo scorrere, come su due grandi rotaie, l'immensa slitta che sosteneva, uno alla volta, gli enormi monoliti di granito. L'antico architetto mostrò di avere un'intuizione addirittura geniale e di saper ragionare per "infinitesimi" e cioè utilizzando quantità piccolissime, proprio come un matematico o un fisico della nostra epoca. Deve aver pensato così: "Se breve è l'allungamento di un legno, similmente limitata è la forza di un solo schiavo. Ma se le forze si sommano, un esercito di schiavi svilupperà una grandissima forza. Ponendo in fila moltissimi cubi di legno i loro spostamenti si sommeranno in un unico grande movimento che io utilizzerò per far salire i miei blocchi di granito". A questo punto si può chiaramente immaginare ciò che fece il nostro architetto. Preparò un grande numero di "legni corti": tronchi segati a forma di cubi, col lato di circa un metro. Probabilmente fece venire il legno dal paese di Sind, ricco di legno di sandalo. Mise poi in fila una cinquantina di questi cubi di legno, posti con le fibre legnose in senso trasversale, diede ordine ai suoi uomini di bagnarli rapidamente tutti: certamente si vide allora quella lunghissima fila di pezzi di legno allungarsi di più di un metro. Bisognava passare alla verifica pratica ed è quello che Pincherle ha fatto realizzando un modellino, in scala ridotta (1:25) del meccanismo di sollevamento. Sono stati utilizzati blocchetti di legno di abete e una grossa pietra levigata. Studiando bene la sezione della piramide (con le misure rilevate) il piano inclinato risultava in totale lungo circa 100 metri nella realtà: quindi quattro metri nel modello. Nella realtà questo piano inclinato per un tratto di cinquanta metri poteva venire sommerso dall'acqua e per un tratto di cinquanta metri rimaneva asciutto: questi due tratti nel modello erano lunghi due metri ognuno. Sul piano inclinato sommerso trovavano posto circa cinquanta cubi di legno nella realtà; nel modellino altrettanti legni potevano venire collocati sul piano inclinato inferiore dato che il lato dei cubi di legno era di 4 centimetri, mentre i legni nella realtà dovevano avere il lato di 100 centimetri (1 metro). Mise sulla slitta del modello un blocco di pietra lungo 32 centimetri: questo blocco corrispondeva al monolite di granito lungo 8 metri.Qual'è stato l'esito della prova? Si è ottenuto, una volta bagnati i 50 pezzi di legno, un lento spostamento del blocco di pietra di 5 centimetri. Così si è raggiunta la certezza che nella realtà lo spostamento doveva essere stato di 125 centimetri (= cm 5 x 25). Questo spostamento doveva permettere di introdurre di volta in volta un nuovo cubo di legno tra la slitta e il cubo di legno che si trovava più in alto. E' certo che gli ingegneri egiziani abbiano senz'altro usato altri utili mezzi di cui ormai abbiamo perso le tracce.
Detto questo è necessario ribadire che oggi resta comunque difficile ricostruire il modo in cui gli antichi Egiziani edificarono i loro monumenti. Ancora non si sa per certo quale sistema venisse utilizzato per trasportare i blocchi di granito e di pietra dalle lontane cave ai cantieri e le più impegnative tecniche impiegate per innalzare le grandi pietre ad altezze, almeno per allora, vertiginose.
Si può così tracciare la sequenza delle operazioni della costruzione di una piramide.
1) Dapprima il luogo doveva essere livellato e allineato secondo la direzione dei punti cardinali.
2) Si iniziava la costruzione di una piramide a gradini, costituita da un nucleo centrale, sostenuto da una serie di contrafforti.
3) Mentre questa struttura si innalzava, un numero sempre maggiore di contrafforti risultava terminato e ciò portava a una successione di gradini. Il materiale necessario per costruire il nucleo centrale veniva trasportato su questi gradini mediante rampe di accesso, resti delle quali esistono tuttora presso le piramidi di Meidum e di Sekhemket.
4) Dopo il completamento dell'intera piramide a gradini si metteva in cima il traguardo e vi si aggiungevano blocchi di riempimento per dare alla costruzione la sua forma piramidale. L'angolo esatto veniva controllato servendosi del traguardo come riferimento.
5) In seguito, o forse contemporaneamente, si metteva in opera il rivestimento esterno, cominciando dalla base.
6) Si rifiniva il rivestimento esterno in modo da rendere liscia la superficie.
LO ZED La Camera del Re, posta circa al centro della piramide, ha una complessa "copertura" formata da cinque ordini di lastre di pietra, distanziate mediamente un metro una dall'altro, e termina con un sistema di lastre in pietra disposte "a falde" e funzionanti come un arco a tre cerniere. Una plausibile ipotesi della presenza dei cinque ordini di lastre di copertura, assenti dalla Camera della Regina, posta più in basso e verso il basamento, suggerisce che tali lastre servissero per compensare lo scivolamento dei conci lapidei degli strati esterni, disposti a corsi inclinati verso il centro della piramide, e che quindi fossero stati posti con l'idea di funzionare come puntoni anziché travi.
Per quanto riguarda il mistero delle cinque camere sovrapposte, Vyse riteneva che fossero state costruite allo scopo di scaricare e liberare il soffitto della Camera del Re dal peso della parte alta della piramide, ma Pincherle obbietta che chi si intende di statica delle costruzioni vede subito che le camere non potevano servire a quello scopo e pur non scaricando nulla, furono tuttavia chiamate "camere di scarico".
Quale poteva essere lo scopo di aver creato proprio all'interno della piramide una camera blindata difesa da blocchi granitici di dimensioni così eccezionali. Tutto questo era stato fatto per difendere la mummia di un re e il tesoro funebre di un faraone? Pincherle, intorno al 1970, era giunto a queste conclusioni provvisorie, a prima vista incredibili:
1) La Grande Piramide non è mai stata una tomba.
2) Il faraone Cheope non vi è mai stato sepolto.
3) Nella grande cripta, nel cuore della piramide, vi è ancora un sarcofago senza coperchio: non contenne mai la mummia del faraone.
4) In realtà la piramide di Cheope è un immenso tetto, edificato a coprire e nascondere un'alta torre.
5) La torre è più antica della piramide: risale ad epoca, potremmo dire, antidiluviana.
6) Questa torre fu smontata pezzo per pezzo: ogni pezzo fu numerato con due linee parallele di riferimento Nord?Sud. Tutti questi macigni furono forse spostati rispetto al luogo originario. La torre fu rimontata e sopra vi fu costruita la piramide.
7) Tra la torre e il resto della piramide non vi è contatto diretto, ma esiste una sottile intercapedine d'aria.
Giunti a questo punto dobbiamo rivolgere a noi stessi delle domande: quale scopo aveva la torre? Chi la edificò? Perché fu smontata, spostata e rimontata? Perché vi fu costruita sopra l'immensa piramide?
La torre nascosta nella piramide è alta più di 60 metri. Pincherle ne scoprì la presenza anche grazie al suo grande disegno della sezione della piramide in cui appaiono tratteggiati in modo diverso i due tipi di pietra. La torre, così evidenziata, ci appare per quello che è, cioè lo Zed, il più sacro simbolo dell'antico Egitto, che rappresentava l'erma del dio Osiride, l'asse del mondo, l'eternità e la stabilità: l'essere opposto al divenire. Le mummie portano al collo questo Zed e le vetrine dei musei egizi racchiudono in gran numero queste piccole torri. Approssimativamente la base della torre doveva essere circa m 9,50 x 18, stesse misure dello spazio esistente sulla sommità della piramide a gradoni di Saqqara, circostanza che ha convinto Pincherle che lo Zed, prima di essere stato rinchiuso nel cuore della piramide di Cheope, facesse imponente mostra di sé sulla cima dell'alta piramide a gradoni, che ne costituiva il basamento. Fu così che iniziò a considerare la Grande Piramide come una specie di tetto messo a coprire qualcosa di molto prezioso, che un giorno era stato alla luce del sole.

 
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