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A sud di nessun nord...

 

In the death car

 

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L'EREDE DESIGNATO

Post n°236 pubblicato il 25 Giugno 2012 da chinasky2006
 





Foto di chinasky2006




In un mega villone nelle campagne di Scandicci, di solito utilizzato per sedute spiritiche, messe nere, rituali esoterici e sacrifici umani nelle notti di plenilunio, si tiene un segretissimo summit al vertice del partito dell’Amore contro le invidie. Il Messia unto di Arcore ha alfin deciso di farsi da parte,  dietro la promessa di ricoprire per i prossimi centoventidue anni il ruolo di pontefice sommo.
E’ quindi un giorno importante, fondamentale per le sorti del partito. Giungono con gran sobrietà ed eleganza gli invitati moderati contro ogni barbaro estremismo. Eccoli, accolti da un solenne rullo di tamburi: Esponenti di ottantasei mafie, dalla più importante fino all’ultima, nel pieno rispetto della democrazia. Dietro di loro un centinaio di fratelli muratori delle varie massonerie, incappucciati e bisbiglianti indecifrabili frasi rituali. A rimorchio ecco che arriva, accompagnato dagli ululati di qualche bestia notturna, un drappello di porporati omosessuali. Qualcuno è un po’ infastidito per la comunicazione improvvisa, in quanto ha dovuto interrompere un pigiama party religioso con qualche ragazzino armeno, strappato caritatevolmente dalla strada. In ultimo, come topi di fogna repellenti, sgusciano in villa i sommi rappresentanti dei servizi segreti deviati. Anche loro si lanciano segnali indecifrabili e frasi incresciose, di bombe, attentati, eliminazioni e squagliamenti nell’acido da appaltare alla mafia che offre di più.
Ovviamente, al centro della sala, come ridicole ed inutili bestie del circo Medrano, i rappresentanti/fantocci politici. Tutti eleganti e con la sdentata mascella tirata, lasciando in prima fila qualche patonza d’abbellimento. Tra i convitati passa la domestica Bernini che versa loro del costosissimo Dom Perignon e tartine al cavilae beluga, sorride e fa l’inchino “con tanto piacere di mammà”.
Improvvisamente s’abbassano le luci, ed accolto da musiche celestiali, dall’alto viene calato il Messia divino Berlusconi. E’ avvolto da una luce abbagliante e nubi di incenso, olezzanti santità. Sorride benevolo, con un enorme corocifisso d'oro e diamanti in mano, già fasciato coi candidi bardamenti pontifici ed una lunga parrucca biondo-rossiccia. Emilio Fede chiama ad ampi cenni l’intervento di due deputate-meteorine scosciate che, al fianco dell’uomo santo, si lanciano in un gioviale stacchetto pubblicitario al termine del quale rimangono in topless. Lo sguattero non è però contento della riuscita, e bacchetta ferocememte lo scenografo-maggiordomo Bruno Vespa in calzamaglia. “Ti avevo detto di farle vestire da carmelitane scalze e che dovevano strusciare anche il culo? Che inettitudine! Ora il messia si sarà turbato assai!”. Quello infatti, un poco accigliato, pone comunque il crocifisso tra le loro tette plastificate, impartendo un volante urbi et orbi.
Applausi, canti, barzellette sporche ed evoluzioni danzanti degne della più sofisticata eleganza d’élite. La fa da padrone il presidente della regione Lombardia Formigoni, vestito con un pantalone color prugna elettrico, camicia hawaiana a fiori giallo, blu cobalto e verde iridescente sotto una giacca color albicocca radioattiva con qualche sbocco verde bottiglia. E’ inarrestabile, una specie di Toni Manero culattone ed ultrasessantenne con la gotta, stretto tra due marinai di colore in perizoma. Gli viene un prolasso al miocardio e due infermieri se lo portano a braccia.
Ma non è solo festa divagante. Il summit deve decidere in modo definitivo l’erede al trono. Bisogna trovare una figura che, se non eguagli, almeno avvicini l’abbagliante grandezza del padre fondatore. La divinità ormai dedita a faccende superiori ed ultraterrene. Gli adepti servi della gleba sono smarriti. Senza l’idolatria di stampo tribale tipica del centroafrica, sono tornati inutili tocchi di sterco. Lupi azzarda la candidatura di una monachella di clausura, che non disdegni qualche gara di burlesque. “Perché chi non ha mai peccato una volta…e se non ci fosse il peccato, non ci sarebbe nemmeno la religione, no?” Chiosa con un tragico sorriso, accolto da qualche pernacchio dileggiante e feroci schiaffoni. L’ala moderata ed ultranazionalfascista propone un nome rivoluzionario: La Saltamiquì. Ma il sultano rigetta l’ipotesi: “Troppo anziana, perdio!”. Quindi prende la situazione in mano. A lui in realtà piaceva molto Gerry Scotti, assai rassicurante e nazionalpopolare. Ora ha un altro pallino che gli ronza in testa
“Voglio Belen Rodriguez mio successore. Quella ragazza buca il video, piace allo italiano…mi ricordo ancora quando l’abbiamo raccolta dalle favelas di Caracas, era poverissima. L’ho portata a Milano2 garantendole due belle protesi di silicone….a che femmina! Me la feci all’impiedi appena atterrò, la povera orfanella!”.
“Santità – interviene il vischioso e servile Bruno Vespa – non suoni come insolenza, ma forse lei si confonde con quella venezolana ninfomane di sedici anni. Comunque per Belen bisogna vedere i programmi, chiedere al suo agente se è libera.”.
Ora il Messia è fastidiato. Massoni ed agenti deviati iniziano il sacrificio di un vitello da latte. Un porporato prova ad ingropparselo con l’occhietto eccitato. Poi il colpo di genio del nostro Erasmo da Rotterdam col cervello liquefatto: “Tengo il nome: Roberto Formigoni! Anche se è momentaneamente assente per un piccolo affaticamento emorroidale, ma è lui l’uomo giusto. Giovane, bello e valente. Piacerà moltissimo alle massaie che alla mattina guardano le nostre tv in bianco e nero. Ed anche al pubblico della
 D’Urso.”
Chi meglio di lui per rinverdire i fasti dell’istrione malato di Arcore? Eccentrico della menzogna da bronzea faccia da culo, narciso fino all’insana malattia mentale, incosciente a se stesso, inconsapevolmente incline all’imperante morbo da “insaputismo” delinquenziale. Ha ricevuto un avviso di garanzia? Pronta replica: “Avrò anche ricevuto questo avviso. Ma non risulto iscritto nel registro degli indagati”. Sembra quello giusto, la naturale continuazione delirio di chi vive un’altra realtà. Anche lui, se non proprio unto, si reputa la reincarnazione in terra del perseguitato figlio di Dio. Si scaglia contro giornalisti faziosi che vogliono sapere le cose. Pregiudicati gli pagano vacanze che lui non ricorda d’aver fatto. Immacolato e pulito come fonte d’acqua cristallina simile a piscio di cane. Si crede un ventenne beach boy con tendenze omosessuali sulle spiagge della California, mentre è un quasi settantenne ingrigito politico di un partito pseudofascista ed intollerante. In lui, il 30% di omosessualità presente in ciascun uomo s’impenna al 350% circa, ma è un baluardo della famiglia tradizionale contro i diritti dei gay. 
Formigoni ha anche il giusto appeal verso i cattolici submentali, per cui andrebbe bene anche Er Canaro, basta che si professi cattolico praticante. E' infatti nato e formatosi nella più rigorosa scuola (nave) di vita ciellina che sbandiera il vanto della sua verginità malata. Poteva diventare serial killer o politico. Ha scelto la seconda via, per ora. Pensa di piacere, ma ripugna tutti. L’idea di risultare ridicolo, nemmeno lo sfiora. Vescovi e massoni vorrebbero però qualcosa di più concreto. I religiosi gradirebbero un’opera pia che lo renda benefattore, almeno quanto il boss della Magliana Enrico De Pedis. I massoni vorrebbero un qualche alloro che adorni la fedina penale. Fermi tutti, si alza il messo del Papa, che oltre alle ormai note vicende di stretta filantropia religiosa connesse al San Raffaele, ricorda ai presenti l’avviso di garanzia per corruzione.
“Ce l’abbiamo!” urlano nel tripudio generale. Volano tappi, grida e si aprono le danze in onore del nuovo idolo.



 
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