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LO SCONGELATO PAPA-RE AL VERTICE DELL'AMORE

Post n°238 pubblicato il 10 Luglio 2012 da chinasky2006
 





Foto di chinasky2006



In nottata si diffonde la voce che il supremo sia morto. Nella cripta della sua villa di Arcore è tenuto in stato d’ibernazione a -500 gradi per consentirgli di addivenire il titolare del potere temporale, terreno, ultraterreno e galattico al tempo stesso, almeno per i prossimi 172 anni. Ma tra i quindici scienziati prussiani incaricati di vegliarlo di notte, si regna grande sconcerto quando assistono ad una clamorosa erezione messianica, più forte del congelamento. Pare un segnale di morte assoluta o un miracolo della scienza occulta, per quel monarca ormai impotente come un panda secolare sottoposto ai bombardamenti nucleari di Fukushima.
Regna lo sconcerto tra gli adepti, perché quella sera stessa il Messia deve presiedere un fondamentale vertice politico del Pdl ed indicare le linee guida. Giunge nella stanza Sando Bondi, vice addetto all’azionamento pompetta dell’amore erettile. Con tragico sorriso spiega agli scossi luminari l’increscioso inconveniente: “Scusate, ma me ne stavo assorto nei miei pensieri di poeta cercando la lasciva ispirazione e d'esser baciato languidamente dalla musa...". "Via, via, si spicci, venga al dunque viscido lombrico!", perde la pazienza uno dei luminari. E quello riprende. "Bene sì, nel mentre ero assorto, devo aver azionato per errore la manovella". Un prussiano non si convince. “Qui c’è stato qualcosa di clamoroso, mai vista tale possenza in un sol uomo vivo.”. Bondi fa un sorrisetto denso d’empatia tombale. “Debbo aver portato la pompetta al livello massimo, che sua santità usa solo quando deve mandarne storte una ventina nella stessa sera, sempre nell’amore più sobrio dopo aver sbevazzato dei cocktail. Bevande analcoliche perché sia chiaro, da buon padre di famiglia, lui alle ragazze minorenni mica ci fa bere lo alcool…”.
Irrompe come una furia l’ottuagenario Emilio Fede, il titolare del ministero sulle belliche operazioni di copula artificiosa. E’ furente, sdegnato, inferocito, con gli occhietti appallati. Talmente invasato che gli saltano i punti dei trentadue lifting appena fatti. “Inetto pelato, scioperato e mascalzone, che combina? Sa che potrebbe averlo ammazzato? E poi noi che facciamo? Sua santità è buono e ci ha trovato lavoro a tutti, compreso lei. Che il posto di vice aiutante azionatore è a tempo, ma se continua così non le sarà rinnovato! E stasera chi lo tiene il vertice? Chi ci indica la via?”. Bondi inizia a frignare lacrime composte, con gran dignità. Si inginocchia innanzi ad una gigantografia del sultano dipinto nella fase dell’ascensione ai cieli, e facendo larghi sospiri inizia un’accorata preghiera. I servi della gleba al gran completo decidono di attendere il risveglio del Monarca in semicerchio, nell’immenso salone delle danze. Qualcuno recita preghiere in latino. Altri ripetono rituali della massoneria. Formigoni in tenuta hawaiana ne approfitta per fare qualche passo di disco-dance anni ’70 stretto tra due marinai bengalesi. Qualche scettico prova a contattare qualcuno che possa sostituirlo per il vertice. Ma il cangurotto di buona domenica e topo Gigio hanno l’agenda piena. Dopo ore di spasmodica attesa, ecco la notizia. Accolto dalle trombe di due messi pontifici rapiti in Vaticano per compiacere l’ego dell’aspirante Papa, Bruno Vespa con mani giunte, fronte impralinata e sorrisetto vischioso, dà la lieta novella: “Il Messia è vivo! Vivoooo!”. “Evviva il messia!” si ode all’unisono tra gli astanti. Quindi, sempre Vespa organizza i preparativi per accoglierlo come si deve. E’ un po’ di fretta perché deve registrare un’importante puntata politica di “Porta a Porta” su “Estate e benessere, dieta mediterranea e prova costume. Tenete le zinne pendule, il culo cellulitico, il pene come seppia morta? Mangiate zucchine. Il zucchino fa bene.”.
Il maggiordomo schiera due ali di folla, lasciando lo spazio solo per il passaggio del monarca su un tappeto ricavato dalle pelli di qualche schiavo nepalese. E dopo ulteriore frenetica attesa, eccolo il Divino, truccato in viso come una diva gegli anni '30 con le gote arrossate e color del melograno a dargli parvenze vitali. E' ormai nelle sue nuove vesti da Pontefice prossimo, con un copricapo di zinco ed una tunica in ghisa e piombo fuso di 86kg circa. Uno strisciante bisbigliare, serpeggia tra gli attoniti servi. “Ma chi lo ha conciato, così? Sembra Otelma”, domanda Nosferatu Sallusti a Mortimer Belpietro. Un sempre più sfiduciato Ferrara, mentre sbocconcella due tacchini vivi, svela il mistero: “Massì, quella inetta della Ravetto ha sbagliato candeggiatura alla tunica bianca. E negli studi di mediasèt tenevamo solo questo costume di scena dell’88, appartenuto ad Otelma che lo usò durante un rituale sulla fertilità delle scimmie impotenti. Capite in mano a chi siamo? Queste non sanno fare nemmeno una centrifuga e dobbiamo tenercele in parlamento.”
Il Papa celeste, ignaro a se stesso, al costume carnascialesco e a tutto il resto, inizia a scorrere tra le due ali sopra una pedana rullante sospinta da Cicchitto e Gasparri. Capezzone vestito da becchino e con occhiale da sole da bodyguard, è tutto frenetico affinché il bagno di folla avvenga secondo i crismi. Nelle prime file, ovviamente, schierata molta patonza giuliva affinché la bellezza pacchiana ed artificiosa colmi lo spirito del messia. Pr, hostess a gettone sotto contratto dai tempi dei convegni di orgiastico islam moderato tenuti della buon'anima di Gheddafi, qualche bagascia sparsa e vallette di mediaset. Tutte incaricate di sorridergli, esalare urletti striduli e alcune lanciargli le mutande in segno di grande eccitazione. Recitano in modo maldestro il loro copione, con vocina simile a Flavia Vento, si susseguono senza sosta: “Viva Silvio, sei il mio eroe! Viva lo stallone italiano!”. “Silvio sei giovane! portami a casa e chiavami tutto il dì nel lettone di Putin. Ti amo!”, la più innamorata. Un po’ più indietro ci sono dei ministri schiavi, qualche onorevole groupie ed una manciata di massoni. Due vescovi omosessuali stanno in un cantuccio, si masturbano a vicenda e lanciano santi gridolini. Hanno tutti il sorriso smagliante, e gridano slogan ad effetto: “Viva il messia, viva l’Itaglia nostra delle libertà!”, “Silvio Santo subito! premier a vita!”, “Viva Silvio abbasso i comunisti di merda!” (in questa si rinviene il tocco di geniale scrittura a quattro mani di Gasparri/Santanchè).
Capezzone è abbastanza felice della riuscita. Conchiuso il bagno di folla, il divino può finalmente dedicarsi al fondamentale vertice di partito. S’intrattiene coi suoi più fidati collaboratori: Addetti alla vendita all’ingrosso di viagra indù, azionatori di pompette levatoie, avvocati schizoidi e medici chirurghi dediti al presidenziale lifting di eterna giovinezza. E con loro fa il lucidissimo punto sulla situazione politica italiana. “Molto benissimo, schiavi fedeli. A processi come andiamo? Tre mi dite? Ma li stiamo mandando tutti alla dovuta prescrizione divina? Mi raccomando anzi, se possibile farmi avere qualche soldo come parte lesa è meglio ancora, che dobbiamo comperare qualche giocatore per la campagna acquisti del Milan. Comandiamo ancora nello governo, nevvero? Lo teniamo sempre per le palle quello stoccafisso? Avanti così. E continuate l’opera di corruzione delle libertà anche coi componenti del conclave. Sia mai che qualcuno non riconosca il mio ruolo di Pontefice scelto da Dio, mio fratello.”.




 
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