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« Gran festino snob-intellettualeNote strozzate »

Acclamazione gialla

Post n°106 pubblicato il 30 Marzo 2009 da chinasky2006
 

E' un fine settimana storico. Il fedele rammendatore di palazzo Grazioli Emilio Fede, è agitato durante la diretta fiume. Eccitato come una verginella settecentesca, liberata della cintura di castità. Nasce finalmente il Partito del Popolo delle Libertà. Ne parleranno i libri di storia. Mica cazzi. Forza Italia ed Alleanza Nazionale si fondono in un unico partito (delle libertà, manco a dirlo). Al termine della commovente tre giorni, l'incoronazione regale del Segretario, Presidente, padrone unico, Sovrano, Re, secondo regole democratiche (ovviamente). Unico candidato Silvio Berlusconi. Prima degli interventi, una rivelazione su un'altra imminente disposizione d'urgenza del governo: “Malgrado le maldicenze dell'opposizione, stabiliremo con decreto che l'età biologica non sarà più conteggiata. Il nostro premier, da oggi, avrà ventitrè anni. Con effetto retroattivo”. Poi si aprono le danze.
Introdotte dalle gioviali musiche di Demo Morselli e canzoni spumeggianti, si susseguono sul palco di color celeste abbagliante, le varie personalità del partito. Dapprima le giovani donne. Giammai esseri inferiori, ma degne di ricoprire cariche istituzionali. Pare volessero tenere il congresso l'8marzo ed offrire loro un mazzo di olezzose mimose, per farle contente. Poi non è stato possibile.
Ed eccole, le pulzelle di destra. Parlano dal palco. Tutte uguali, tutte in tailleur castigato, tutte con la voce tremula, il viso da velina mancata e risarcita con la carica da Onorevole. Ma sentiamo che dicono queste giovani menti eccelse. Il futuro dell'Italia intiera e nelle loro manine delicate. Operai incazzati, cassintegrati, disoccupati, e lavoratori sporchi di grasso e reduci da 12 ore al tornio, pendono dalle loro labbra adolescenziali e sobriamente truccate.
La prima ci ha la voce rotta dall'emozione, stridula, ma assai preparata. Parla come una mia amica della seconda media, che imparava la lezione a memoria e prendeva sette più. Ma sa il fatto suo. In sintesi, il sunto: “Quelli di sinistra ci guardano male, noi ammiratrici del Presidente siamo discriminate! Ma io che sono nata col mito del Presidente Berlusconi come esempio, ora sono fiera di aver conosciuto il mio idolo e seguirlo!”. Che mente, che mente! L'operaio si stappa una birra scadente, rutta rabbia ed è fiducioso nel futuro.
Poi eccone un'altra, la più giovane deputata. Ha il piglio deciso. “Basta con queste femministe che vanno in televisione e non lavorano” (“Brutte zoccole comuniste”, ci andava benissimo a conclusione del parto intellettuale. Ma le impediscono di dirlo.). Dalla platea, il giovane messia di Arcore sorride ed applaude a tanta profondità di pensiero. Si leva un applauso scrosciante, ed un coro possente dalla platea: “Libertà! Libertà! Silvio! Silvio!”. Morselli attacca con uno stacchetto trionfale e coinvolgente.
In seguito, tocca ai giovani uomini del futuro. Pure loro sorridenti, ma severi. Il primo ha la fissità tipica dell'ottuso: “Noi amiamo Silvio! Non ce ne facciamo nulla dell'assegno di disoccupazione. Noi un lavoro ce lo troviamo.”. Ma va? Quando si dice la chiarezza. L'unto crea proseliti. Piccoli Berlusconi crescono a sua immagine divina. Parlano col suo accento, ripetono i suoi slogan, sembrano completamente lobotomizzati. Degli automi vuoti come zucche di Halloween. E via la coinvolgente canzone “Per fortuna che Silvio c'è!”. Siamo apposto per i prossimi centocinquantanni. Ed anche oltre, quando il sire si ritirerà a vita privata nell'amata Sardegna, di cui è diventato padrone-monarca assoluto.
Dopo averci mostrato quello che sarà il futuro del partito, ecco la girandola di interventi delle personalità rilevanti. L'intellighentia insomma. I missini vestiti in borghese, che si uniscono all'uomo delle libertà ed ai suoi servi striscianti. Dov'è la novità? Come agirà questo innovativo soggetto politico? Ce lo spiegano. Esattamente come prima. Il messia Silvio andrà in giro a fare battute simpaticissime e corteggiare le donne, da novello casanova barzotto. Col suo attento staff sonderà il polso degli italiani ed il gradimento del Grande Fratello, e dirà loro quello che vogliono sentirsi dire. Darà tranquillità, serenità e fiducia. Esporrà i suoi progetti illuminati: "Stiamo benone, non piangiamoci addosso, costruiamo case!" I fascistoni, spogliati delle camice nere di combattimento, faranno la politica attiva. Asseconderanno il premier. Un'immagine orrenda mi viene alla mente: Hitler, esaltato ed oramai pazzo, con le truppe russe che hanno distrutto Berlino e conquistato la Germania, senza più miliari, tranquillizza il popolo ed ordina categoricamente ai sui gerarchi una colossale manovra d'accerchiamento con le truppe che non ha. Ecco, più o meno andrà così. Il problema è che il Messia di Arcore non è per niente alla deriva. E' solo un pericoloso esaltato.
Gasparri, Fini, La Russa, Alemmanno, Er Pecora, Ciarrapico. Eccole le illustri personalità liberali, i moderati che contribuiranno ad ammodernare il paese. Quelli che fino a vent'anni giravano armati per le città. a caccia della zecca rossa. Pecorecci, violenti, volgari, intolleranti, razzisti, senza cultura, ignoranti, e beceri picchiatori. Risposto il manganello e ripiegata la camicia nera nell'armadio, faranno le leggi del paese. La nuova democrazia. Poi li guardi in faccia e vedi come facciano fatica a trattenersi, vorrebbero riprendere gli amati manganelli rinforzati e spaccare tutto, strillare in faccia a chi ha idee contrarie “brutti froci rossi di merda, vi rompiamo il culo!”. Ma devono contenersi, dare un'immagine serafica e neoliberale. E si limitano ad usare il potere, proporre leggi repressive, intolleranti, piene di odio feroce, razzismo xenofobo, istituiscono le amate e mai dimenticate ronde. Ordine e disciplina. Eccolo il nuovo fascismo. Edulcorato, col vestito della domenica ed il fard. Sostenuto come nel ventennio dal potere religioso, ma con in più il grande illusionista miliardario, che dall'alto tranquillizza il popolo bue, lo ammalia e lo sottopone ad una dittatura dolce.
Torniamo all'emozionante congresso. Si susseguono gli interventi di auto compiacimento e derisione per gli avversari, in sintona con la tradizione degli ultimi anni. La rossa Brambilla pare costipata, emozionata. Probabilmente non porta le mutande. La Gelmini rimarca la sua prodigiosa opera di ammodernamento scolastico: “Abbiamo riportato il grembiule a scuola!”. Applausi spontanei ed euforici. Poi Gasparri, con le sopracciglia unite, nello sguardo la ferocia intollerante e riottosa di una mente vuota e fascista, che prova invano a tenersi. Contrae il viso orrendo, sbiascica le parole, diventa ponazzo. Poi gli altri podestà senza fez. E sempre il grido “Libertà! Libertà!”, che rimbomba maestoso. La Carfagna novella pulzella visionaria d'Orleans, col solito semi-burka a coprire le carni impudiche, è decisissima: “Il nostro è un partito laico. Ma con una tradizione cattolica come guida!”. Ed anche una tradizione fascista, visto che c'era. Il succo è quello. La tradizione che ritorna vestita a festa.
Un altro dal volto Lombrosiano e in decomposizione, elenca i successi del governo. La legge sul testamento biologico, di prossima approvazione, come ultima perla libertaria. “Una legge di libertà, laica fino in fondo. Il popolo potrà stabilire il trattamento medico che vuole. Siamo un governo democratico. Ma ai medici sarà fatto espresso divieto di interrompere la somministrazione di acqua e cibo! Con questa legge di progresso, la povera Eluana non sarebbe stata uccisa!”. Apoteosi. Ovazione. Battimano incontrollabili. L'ex radicale Capezzone annuisce col volto di cera, e vorrebbe suicidarsi. Eccola servita sul piatto la loro idea di Popolo e di Libertà. Mica ci vuole molto a capirla. “Popolo, tu puoi decidere e fare quello che vuoi, mica no, ma poi decidiamo noi qual è la nostra libertà.”. Fai ciò che credi, poi ci pensiamo noi. Regime mascherato di democrazia, con la menzogna. E non hanno nemmeno la dignità di vergognarsi.
A fine serata il premier tuona con un monito: “Più poteri al presidente del consiglio!”. (Tradotto: Ma quando mi nomineranno monarca assoluto? Fino a quando dovrò sopportare l'opposizione e qualcuno che osa pensarla diversamente? La democrazia è il più grande errore del millennio). Poi Demo Morselli introduce l'inno alla gioia. Si sparge persino la voce che potrebbe intervenire il Pontefice, a benedire la nascita del partito. Ma la chiamata non arriva. Troppo impegnato nello scrivere il suo nuovo saggio immortale: “La spirale e la pillola vanno mica bene. Proprio no! Il grembo materno deturpato da gente che non vuole aspettare l'annunzio dello spirito santo. Morte (aids o pena di morte, a seconda) ai fornicatori sporcaccioni.”.
La tre giorni si conclude con la palpitante votazione per acclamazione bulgara. Chi non alza la mano, viene condotto a braccia nello spiazzo retrostante, e fucilato a baionettate. C'è grande tensione. Il candidato unico e celeste, è commosso. Ha il volto tirato e gli occhi grondanti di lacrime. Al servitore Emilio non escono più le parole, gli rimangono intrappolate nel gargarozzo.
Tutte le mani alzate, brandendo biglietti gialli con su scritto: “Silvio Imperatore Divino”. Giallo? E perché mai giallo? E' solo un pettegolezzo, ma l'idea pare sia uscita fuori dal cervello fumante di Gasparri, come una cacata. Un valore simbolico assai divertente, del tipo: “A 'nvidiosi!!! ve tocca de rosicà!!! governeremo pe' 'naltro cent'anni! A stronzi!!!”. E poi dicono che a questo movimento manca la cultura.
 

 
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