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In the death car

 

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Entraineuse raffinate, gran dame di lusso e miserabili puttane di strada.

Post n°117 pubblicato il 01 Luglio 2009 da chinasky2006
 

 

Lo avevo scritto una settimana fa. Sottotitolo: “come cambiano le cose”.

Il monarca è solo. Sente la terra crollargli sotto i piedi. Infida, friabile. Il mio regno per una puttana, disse qualcuno. Ultimi rigurgiti furenti, l'estremo tentativo di salvarsi, come un animale ferito, spasmi quasi involontari. “Poveri comunisti!” strilla davanti ad una folla basita, col viso gonfio e sfatto, i capelli posticci sconvolti, gli occhi minuscoli e rabbiosi. La fotografia atroce di un despota alla deriva, che costeggia la follia e prova l'ultimo colpo di coda furente. D'improvviso mostra tutti i suoi anni, l'inganno pateticamente mascherato, che in una simbologia disarmante, rivela a tutti l'evidenza crudele. Pare di vedere Hitler nel suo bunker, coi cingolati russe alle porte. Sbraita, oramai pazzo e malato, ordina di attaccare con truppe inesistenti. I monarchi finiscono così. Anche Napoleone trovò la sua Waterloo. Perse una battaglia. Il nostro messia è messo in ginocchio da una donnina allegra. Altrove sarebbe già caduto, altri paesi lo avrebbero messo alla gogna (non solo mediatica). Qui, il re ferito prova ancora a stare in piedi, potrebbe anche riuscirci. Il grottesco tentativo di un uomo in disarmo, l'invincibile sconfitto da una puttana. Di gran lusso, ma sempre puttana. Un fantoccio di sabbia e menzogne che si sbriciolano, nell'indifferenza dei media. Protetto come un delicato putto dalle proprie tv, e in modo ancor più imbarazzato e imbarazzante da quelle di stato, fino all'ultimo. Sfidando il paradosso. L'untuoso e servile maggiordomo Vespa, inscena un surreale “speciale” sui politici e le loro mascoline virtù amatorie. Decanta con leggerezza briosa le bighellonate di quel monellaccio di Clinton, ricorda con goliardica ironia le sue cortigiane in sovrappeso, dalle poderose capacità fellatorie. Pare la caricatura dell'istituto luce, ai tempi del littorio. L'imbalsamatissimo anchorman di canale 5, ci prova a mezza voce, a parlare del misfatto a corte. Poi, spaurito come un pulcino fradicio d'acqua, passa alle cose importanti: “il lifting”, “Faletti, il più grande scrittore degli ultimi cinquemila anni” (ed io sono Gesù), ora progetta due speciali d'urgenza, uno sulla “pesca del salmone nelle infide cascate norvegesi”, l'altro concernente la “gustosissima e assai misteriosa fase di accoppiamento del chiurlo dell'america centro orientale”, oppure quello più godereccio “meglio la mutanda o il perizoma”. E' uno scudo importante, il televisore, l'ultimo tentativo. Vuoi che le massaie di Cinisello leggano i giornali? La tv come salvezza, dopo aver sancito la violenta presa di potere.
Ma l'invincibile tentenna, inscena improbabili torcicollo, continua a vaneggiare sulla “crisi immaginaria”, pura invenzione fantasiosa dei giornali sovversivi e di sinistra, autori di una politica del terrore, che osano turbare (e persino informare) le masse. Stiamo bene. Lui sta bene. Monili, anelli e catenine d'oro non mancano mai. Nemmeno le troie dall'aspetto gradevole a rendere meno ombrose, pessimiste (e di sinistra) le cenette delle libertà, nella sua confortevole magione. La fantomatica crisi la avvertono sulla pelle solo i miserabili lavoratori, quelli che si cavano le pulci a vicenda. Ma la suburra fa caso a se, ci si penserà dopo. Magari costruendo dei campi delimitati da filo spinato, nelle periferie, assieme ai rom. Ma il messia ferito, non ignora del tutto i giornali. Concede interviste ai periodici scandalistici, vuoi che dal parrucchiere leggano pedanti quotidiani politici? Il furbo marketing come direttiva politica, sempre. “Mai pagato una donna, le donne vanno conquistate”, prova a ritornare novello Casanova attempato, con le rughe che si scuciono sul viso rattoppato. A chiarire in parlamento mica ci pensa. Viene in mente Sircana, povero cristo, messo in croce e costretto a pubbliche lettere di scuse, perché fotografato mentre guardava con curiosità infantile un transessuale. Il Premier non ci pensa nemmeno, per cosa poi? E' un complotto, in perfetto stile bolscevico. L'unico mezzo per farlo fuori, una puttana altolocata. Probabile, tutto può essere. Continuo a credere che Berlusconi non scopi. Semplicemente perché non può. Alla bionda barese, avrà continuato a raccontare barzellette gustose, vantato i suoi innumerevoli successi da vincente invulnerabile, mostrato la personale galleria di strambi oggetti da despota eccentrico (la miniatura del colosseo, il vulcano artificiale, i soldatini d'oro), le avrà donato preziosissimi gioielli disegnati da lui stesso in notti insonni e creative, intonato delle canzoni napoletane scritte nei momenti di parto intimistico, al limite garantito una candidatura. Non si nega a nessuno una candidatura, una poltrona da qualche parte. Scopare no. Ma proprio no. E la sostanza non cambia. L'oscena realtà rimane tale.
Forse ce la farà anche questa volta a rialzarsi. Come l'orrido mostro che non muore mai, ma si rigenera di continuo. Cellule del male che rinascono, indistruttibili. Cadrà (forse), ma non perché tutti si siano resi conto della tragica evidenza, di come abbia portato l'Italia alla deriva sociale, culturale, economica. Cadrà per una escort dispettosa. Ed è una faccenda ancor più avvilente. L'obbrobrio vero continuano ad essere le sue ultime dichiarazioni. La “crisi psicologica” che non esiste, sta strozzando il mondo, ma l'Italia no. Nel perfetto stile di un regime che mistifica la realtà, tiene nascosto tutto al popolo bue, per non allarmare le masse ignoranti. Poi divaga sullo sport: “il calcio sta assumendo confini spropositati, è immorale pagare certe cifre, se pensiamo alla situazione delle famiglie italiane”. Sacrosanto. Pensi che dopo 15anni abbia detto una cosa sensata. Che pure lui abbia preso coscienza di quella crisi negata dieci minuti prima. Poi ti ritornano le immagini di quattro fanciulle smutandate, ingaggiate per una sera. Ragazze immagine per allietarsi gli occhi in una cena e raccontarle le barzellette. Pagate migliaia di euro, ed omaggiate con cotillons raffinati e di gran classe, per rendere meno cupa una cenetta. I festini-convegni politici, con serissimi capi di stato ignudi come vermi, assieme a farfallette in tanga, incontri da 100mila euro al giorno, per decidere il futuro ed il bene del popolo irriconoscente. E l'immoralità, al cospetto di una famiglia che non arriva a fine mese, ficcata su per il culo, come l'ennesima supposta di ipocrisia, alla cipria.
Salta alla mia mente sbronza e totalmente sfatta, l'immagine seriosa ed angosciata della ministressa Carfagna (una di quelle che la vile opposizione rezionaria, considera passata dalle ville del monarca, sciroppandosi barzellette, monili tintinnanti ed Apicella.). All'alba di un anno fa, ella partorisce una riforma sui costumi davvero mirabile. Tende ad eliminare lo squallore che ogni notte eravamo costretti a vedere in tangenziale, ma pure nel centro delle città. Disperate donne seminude, che vendono la fica per venti euro, sfidando l'aids ed il buon gusto cristiano di ignari ed inorriditi passanti. Povere derelitte scostumate e depravate, qualcuna pure negra (le suggerisce il sempre moderato Calderoli). Screanzate donnacce senza ritegno e moralità. Anche senza Dio (immagino il porporato, mentore della riforma illuminata, che alza l'indice rinsecchito, con veemenza).
Certe visioni minano il nostro cuore immacolato, il puzzo di miseria smarrisce gli animi candidi, che vivono sentendosi nel grande fratello, nella realtà immacolata e senza crisi, che lentamente stanno costruendo i grandi uomini di governo. “Via dalla nostra vita civile – tuona con disumana fermezza la ministressa, sempre più reazionaria e integralista monachella redenta – ripuliremo le città da simili immagini degradanti. Imporremo che almeno vestano in modo decente.”. Chiosa, sempre quella che frequentava villa grazioli, come semplice starlette da mobilio. Ora il suo capo di governo, è messo in crisi da una lucciola. Certo, non è una di quelle che puzza di povertà, che sfida le malattie per potere campare una giornata in più. Nemmeno una bocca di rosa, che lo fa per semplice vocazione, o per mostrare la pochezza di un uomo che vuole placare povere pudenda frustrate. E' una escort di gran classe, con vestiti di lusso e gioielli brillanti, che compra appartamenti costosissimi, chiedendo migliaia di euro al munifico anfitrione attempato e ben vestito. Che al limite punta alla carriera politica. Il governo che reprimere con ferocia l'immoralità dei pezzenti, colto a godere dei piaceri di una immoralità profumata. Che c'è di male in fondo. Si accanisce con veemenza sul degrado delle luride troie di strada, ed allieta le proprie carni flaccide con escort di classe, bellissime e sorridenti. E noi, siamo tutti lerce mignotte di strada.
Ecco, la linea maginaux dell'ipocrisia, che ha diretto questo governo, e che non si spezza. In una pagina tristissima della nostra Repubblica. L'italia che stanno costruendo con cura, la nuova società dell'apparenza. Negare la crisi, mascherare ed uccidere l'olezzo di disperazione cruda nella sua realtà, eliminarlo dagli occhi della gente con una repressione moralista. E venderci il fard mascherato, che assume le fattezze delle loro troie di lusso, in un segreto di pulcinella, finalmente svelato a tutti. Genocidio della cultura, sterminio della realtà maleodorante e trionfo dello sterco rinsecchito, pitturato in modo morale e religioso. Libertà. Libertà.

 
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