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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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IL DOLORE COME MAESTRO

Post n°2460 pubblicato il 28 Luglio 2014 da Praj
 

Per conoscere il vero senso della Vita bisogna affrontare e capire il senso della sofferenza e del dolore, che sono inevitabili nel cammino umano. Il dolore, la sofferenza e paura della morte hanno questa fondamentale funzione: mettere in discussione, in crisi, la nostra falsa identità, il nostro illusorio ego. Questo accade a tutti, prima o dopo, in una forma o in un altra. E’ necessario che il dolore avvenga perché, altrimenti, senza questa spiacevole esperienza, noi rimarremmo per sempre superficiali nel nostro sogno di essere indipendenti, autonomi e non saremmo indotti a trovare quello “stato” che é aldilà del dolore, della morte: l’unione con l’Assoluto. Queste sofferenze, non ci vengono inflitte da un qualche potere misteriosamente cattivo, che arbitrariamente si diverte a farci soffrire, non le incontriamo per caso, ma ci accadono con uno scopo sottilmente o pesantemente “pedagogico". Siamo però noi, a causa della nostra ignoranza, di chi veramente siamo, che ci creiamo un mondo fatto di identità false, di attaccamenti ed ostinazioni egocentriche, che pretendono, a vari livelli, un potere personale dominante che porta inevitabilmente un conflitto interno ed esterno (dolore); quindi, non essendoci che lotta e competizione, su tutti i piani, mancando Amore e Compassione, c'é un continuo alimentarsi concatenato di sofferenze, sia fisiche che psichiche. Un altro terribile aspetto del dolore viene vissuto anche attraverso le malattie, le disgrazie, i disagi mentali, economici ecc...e se ciò viene percepito e sentito solo con l‘identificazione e l’attaccamento al corpo e la mente, produce sofferenza, rendendoci difficile una visione terapeutica, per la quale é necessario porci su un altro piano di consapevolezza.. Principalmente ci sono solo due antidoti spirituali al dolore interiore: la Via della Saggezza (il Risveglio) e la via della Devozione (Fede Totale, l’Arresa). Un antidoto efficacisssimo é il Risveglio alla nostra vera Identità. Però, va anche detto che, accaduto il Risveglio, non é che scompariranno le sofferenze: ci saranno ancora, ma coinvolgeranno solo la parte esteriore di noi, il nostro involucro fisico e la nostra sfera mentale. Va ricordato, inoltre, che abitando un corpo materiale siamo soggetti, per forza di cose, a certe leggi appartenenti al mondo sensoriale. La nostra dimensione umana non può dissociarsi dalla sofferenza fisica e psichica. Soltanto riscoprendo e dimorando permanentemente nella nostra Essenza - la Consapevolezza - noi non veniamo toccati dal dolore, perché in questo centro, nel Puro Osservare (Atman, la suprema Identità) siamo aldilà, oltre la realtà fisica e fenomenica: quindi, non soggetti al dolore e sofferenza. L’altro antidototo é la Fede totale. Non una mera credenza in un qualche divinità o Dio consolatorio, proiezione di nostre paure e desideri, alle quali ci aggrappiamo ideologicamente, ma una piena Accettazione, abbandono alla Volontà Suprema, a quel Vero Potere che sempre ci sostiene e che fa di noi quel vuole: é la Via della Fiducia e dell’Amore. Identificarsi con questa misteriosa e sovrumana Energia ed Intelligenza, arrenderci ad essa ci porta su uno stato d' Essere che va oltre il dolore contingente del nostro personale destino. Il problema del dolore umano é irrisolvibile cercando risposte legate eminentemente alla sopravvivenza del nostro corpo fisico e mentale, che sono per loro natura fragili e impermanenti. Per superare, andare oltre la sofferenze esistenziali, ad un certo punto si dovrà scegliere un sentiero “spirituale” derivante principalmente da uno di questi due antidoti antimorte, antisofferenza. Basta scegliere o “farsi scegliere” da quello che é più consono alla propria inclinazione. Tanti segni ce lo indicheranno, se staremo attenti e fiduciosi. Alcuni sanno che é possibile abbracciare entrambi i sentieri contemporaneamente, perché ne avranno intuito la profonda relazione, colto l’ Unità intrinseca. Con questa profonda comprensione la vita diventa Celebrazione, gratitudine e "Gioco".


 
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