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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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« QUANDO IL SI' E' TOTALELA DIFFERENZA NON E' NEL NOME »

ANCORA SULL'ACCETTARE

Post n°2762 pubblicato il 19 Marzo 2015 da Praj
 

Per completare il principio dell'accettazione totale, per me fondamentale, sottolineo che accettare è possibile, sempre. Accettare anche le contraddizioni in cui si scivola normalmente, perché anche questo questo in fondo è essere qui, è essere nel vivo presente. Le contraddizioni che viviamo non vanno problematizzate... sono semplici realtà da vivere. Essere perfetti è un concetto mentale dal quale ci si può liberare, perché noi siamo sempre "nel nostro giusto", se non ci diamo dei modelli mentali a cui adeguarci... una meta da raggiungere... se siamo senza aspettative.
In realtà, se non ci dividiamo, alimentando una lotta interna fra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere in quel momento, si scopre che siamo già a Casa. Proprio così come siamo. Non ci sono miglioramenti immaginari da raggiungere, ma solo un eterna realtà presente da riconoscere: quella che si sta vivendo proprio adesso, davanti e dentro di noi, così com'è.
Con questa adesione totale si entra in contatto pieno e diretto con ciò che Siamo realmente, con il Ciò che E'. Ci si libera dell’immaginaria visione di noi stessi. E' tutto qui e ora! Non c’è spazio per la fantasticheria sul come saremmo se… In questo pieno riconoscimento del Vero accade indirettamente un genuino miglioramento spontaneo, non dettato altrimenti da un ego spirituale ambizioso, orgoglioso, auto referenziale. Per me, l'Accettazione assoluta, nella sua disarmante semplicità, qui ed adesso, è la chiave... del ben Vivere.
In essa non c'è spazio per la separazione fra l'essere ed il dovere essere... ed in tale condizione di non tensione naturalmente la mente si calma... si ridimensiona.
Allora, in questo accettarsi, l'ego è vissuto come una semplice rappresentazione da "usare" nel "Gioco" della Vita. E non crea più conflitti perché sa rapportarsi con altri ego in maniera nuova, Se riusciamo, o ci accade, di accettare perfino la nostra "non accettazione", abbiamo perfino la possibilità e capacità di Vedere le cose da un'altro piano, sempre più interno, addirittura impersonale.
Questo non è un gioco di parole ma una Comprensione Metafisica, direi sovra razionale. Due livelli principali coesistono simultaneamente in noi. Sono il livello personale manifesto e l' impersonale immanifesto. In realtà sono due facce della stessa medaglia. E' una unità che si dualizza per manifestarsi. E' L'Assoluto che gioca ad essere relativo per esprimersi nella sua infinita creatività.
Quindi, l'umana manifestazione non si può che accettare, se non si vuole lottare senza possibilità di vittoria alcuna, e senza alimentare ulteriore sofferenza a noi stessi e agli altri, al mondo.
Nell'accettazione l'Essenza ha la possibilità di emergere e guidarci, spodestando l'ego usurpatore dal trono della Coscienza, da un ruolo che non gli spetta. Però questa celebrazione del Ciò che E’ è possibile solo se c'è una Presenza Osservante - la Consapevolezza - che ci accompagna, vigile momento dopo momento. E' evidente infatti che se la Consapevolezza è più espansa, l'area dell'identificazione da accettare si restringe. Più c’e Consapevolezza (Luce) meno c’è identificazione (oscurità). La Vita si esprime danzando fra questi due poli, accentuando ora l’una ora l’altra dimensione.
Certamente, in questo ambito misterioso che è l'esistenza individuale, che si appalesa a più livelli, non si può che constatare che essa sia molto bizzarra nel suo esperimentarsi umano e addirittura paradossale riguardo la sua Comprensione "Divina", Consapevole e Compassionevole.



 
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