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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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DOPOTUTTO, CHE FARE?

Post n°2956 pubblicato il 24 Luglio 2015 da Praj
 

Osservare le norme e attenersi alle regole vuol dire legarsi senza una corda.
Agire liberamente e senza freni secondo i propri desideri vuol dire ciò che farebbero gli eretici e i demoni.
Riconoscere la propria mente e purificarla è il falso Zen del sedersi in silenzio.
Dar briglia sciolta a se stessi ignorando le condizioni che si trovano in rapporto reciproco vuol dire cadere nell'abisso.
Essere vigilanti e mai ambigui vuol dire portare delle catene e un giogo di ferro. Pen
sare al bene e al male appartiene al paradiso e all'inferno.
Avere una visione del Buddha e una visione del Dharma (il suo insegnamento) vuol dire essere imprigionati in tra due montagne di ferro.
Chi capisce questo non appena sorge un pensiero, il pensiero stesso esaurisce subito le proprie energie. Sedersi privi di espressione nel quietismo, è la pratica dei morti. Se si procede ci si separerà dal principio.
Se ci si ritira si sarà contro la verità.
Se non ci si ritira né si procede siamo uomini morti che respirano.
Adesso ditemi: che farete?

(Mumon Roshi, Maestro Zen)

 
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