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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Messaggi del 19/02/2015

L’ARMONIA NEL SILENZIO

Post n°2725 pubblicato il 19 Febbraio 2015 da Praj
 

Se il bene è nel Silenzio, più si è interiorizzati, più si è armonici e felici; più ci si esteriorizza, più si è nella conflittualità e nell’alienazione.
In questo c’è una giustizia in atto: è la nostra qualità vibratoria che ci conduce o verso il centro armonico o verso una periferia frastornante. Noi stessi ci premiamo o ci condanniamo.
Da qui la compassione per chi si allontana dal Silenzio, infatti, l’atto di allontanarsi è foriero di dolore e sofferenza, perché la qualità interna, periferizzandosi, diventa via via più lenta e grossolana, incapace di percepire armonie e vibrazioni sottili. Inoltre il ritorno al Centro sarà più lungo e penoso, quanto più si è distanti da Esso.
E così come sentiamo pena per chi va incontro a una disgrazia, allo stesso modo dovremmo considerare chi cerca il potere o il piacere o il denaro...
Da qui l’uguaglianza: la possibilità di felicità, non dipendendo da possessi o fatti esterni, appartiene a tutti, il Silenzio, attuale o potenziale, appartiene a tutti, nessuno ne ha l’esclusiva; inoltre ci sono molteplici vie per pervenire ad Esso e non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Dunque c’è libertà, perché chiunque può dirigersi verso il Silenzio e svelarlo: dipende dalla maturità coscienziale, dalla comprensione, dall’ardore della ricerca ecc., ma non ci sono impedimenti esterni che possono ostacolare, in maniera determinante, l’azione interna.
Da qui l’azione giusta: essa deve portare al Silenzio, dunque deve essere il più possibile pervasa di silenzio.
Il discepolo deve tendere a un’azione che nasce perché l’Armonia la esige, nasce dunque da una percezione intuitiva della sua opportunità, si svolge senza interferenze egoiche e senza pesantezze, quindi con giusto ritmo, si risolve in un distacco dai frutti perché il vero obiettivo è il Silenzio e non altro.
Da qui l’assenza di invidia: se vediamo qualcuno più armonico di noi, questi è semplicemente più avanti nella via del Silenzio, nessuno ci impedisce di emularlo; il Silenzio, ripetiamo, non è come un oggetto che se appartiene a uno non può appartenere a un altro, Esso è di tutti, appartiene a tutti ed è inesauribile...
Chi è più avanti di noi è da guardare con deferenza e rispetto, è da amare perché non solo non ci toglie nulla, ma addirittura ci offre una opportunità maggiore perché può indicarci la via e contagiarci con una qualità più elevata.
In questo contesto si può riconoscere il proprio posto nella vera gerarchia: gli enti si differenziano per la distanza (apparente, nel senso che appare sullo schermo della manifestazione) che hanno nei confronti del Silenzio.
Chi è più vicino insegna e si dona a chi è più lontano. Bisogna avere l’intelligenza di riconoscere il proprio posto e l’umiltà di accettarne le conseguenze.
Imitare qualcuno più avanti di noi, non considerare i propri limiti, atteggiarsi a maestri quando non si sa rinunciare alle proprie preferenze e ai propri programmi, deviare così dall’Armonia che richiede costantemente un distacco, significa procrastinare la comprensione e segnare il passo lungo il cammino.
Ma d’altra parte non ci si può volgere indietro e ristagnare nell’inerzia, solo perché siamo rassicurati dal confronto con chi è più periferico di noi.
Prendiamo atto che c’è una strana subcoscienza che ci spinge a un primo posto che è dalla parte opposta della beatitudine del Silenzio.
Non è il primo posto che ci può rendere felici, ma è il nostro posto che rende realmente valida e densa di significato la nostra vita.
Allora si può capire che siamo una maglia di una catena più grande e che esiste una fratellanza sostanziale fra tutti gli esseri, sia sul piano formale che è gerarchico, sia ancor di più sul piano dell’essenza: il Silenzio è identico in tutti, l’Informale, appunto perché senza forma, non può che essere uguale in tutti e non avendo limiti spazio–temporali Esso è tutto in tutti.
Da qui la possibilità di illuminazione: nulla vieta di “cadere” nel Silenzio, di risolversi nel Silenzio, di ritrovarsi nel Silenzio.
Ed essendo il Silenzio oltre la causalità, a ogni istante è possibile il suo disvelarsi.


dal Periodico Padeia - Febbraio 2009 - L’Armonia nel Silenzio - Vidya Bharata
tratto dal forum
:
http://www.pitagorici.it/forum/viewtopic.php…

 
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