Sopravvivenza

Vita

Era un giorno infrasettimanale, la scuola era cominciata forse da qualche mese; anche i pomeriggi cominciavano a raffrescarsi, ma c'era ancora un tiepido sole dell'autunno che ci dava ancora l'energia per giocare fuori all'aperto. Il pulmino giallo della scuola ci stava portando a casa; che caos, gridolini, schiamazzi, i bambini giravano liberi, o quasi, ogni tanto l'autista ci intimava di stare buoni e seduti al proprio posto. Io e mia sorella maggiore eravamo sedute composte e silenziose, guardavamo fuori dal finestrino. Ecco il passaggio a livello le sbarre erano alzate, il pulmino rallenta, ondeggia pesantemente sui binari. Mi alzo in piedi scavalcando mia sorella, lei mi segue, mi affianco all'autista e gli dico: "dobbiamo scendere lì, dopo la grande fabbrica di pietre rosse, è là la via Gandhi". Il pulmino si accosta proprio all'inizio della stradina di sassi. Prima di scendere, faccio notare all'autista il nome che c'era scritto nel cartello:" lì c'è scritto via Gandhi, con l'H"; lo dico con tono concitato per fargli notare che so leggere. Essere arrivata in prima elementare, frequentare la scuola dove c'era mia sorella maggiore , mi faceva sentire grande, proprio come vedevo lei. Scendiamo dal pulmino, ci sistemiamo i giubbotti, e ci avviamo verso casa , ci aspettano 300 metri di camminata. Mentre mia sorella s'incammina nella stradina di sassi, io salgo sull'argine, arrampicandomi con le mie manine sull'erba. Era meravigliosa la vista dall'alto. Rimango a contemplare il panorama per qualche attimo; Il fiume abracciato dal verde degli argini scorre veloce dalla parte inversa alla nostra. Ogni tanto butto l'occhio giù, verso la stradina, per controllare se mia sorella è ancora lì. Gli faccio notare le carriate dei pneumatici sui sassi: L'ombra più grande è delle ruote del trattore del nostro vicino, le più piccole sicuramente sono della bicicletta della mamma. Eccoci vicine a casa, piccola e un po' malandata, è dei 1900. La nonna esce e va dietro la casa, torna con una bracciata di legna, la chiamo e la saluto. Mia sorella va dritta a casa, mentre io proseguo ancora per qualche metro sopra l'argine, fino ai 2 piloni di cemento, ci salgo sopra e mi metto a gridare qualcosa per sentire l'eco, mi diverte. Sento in lontananza il tintinnio delle sbarre che scendono, fra un po' dovrebbe passare il treno, guardo, con i miei occhietti svelti, a destra e sinistra, per capire da che parte arriverà. Mia nonna mi chiama, ma io non le rispondo. Eccolo arrivare da destra, ero in fremito, mi alzo sulla punta dei piedi e comincio a sbracciarmi salutandolo urlando , si avvicina , il frastuono del treno smorza la mia voce acuta. Lo seguo con lo sguardo fino a quando , dopo il ponte di ferro, scompare.

Mia figlia ha cominciato a darmi i voti...il precedente post il voto era 10, mentre questo 10 con lode! Ciao a tutti.

Dedicato alla mia bambina

Posteggio l'auto di fronte ad un grande palazzo illuminato da insegne colorate, con struttura ad arco simile ad un' arena; apro la portiera della macchina ed esco, una folata di vento mi fa rabbrividire. E' buio nel parcheggio un gatto di stazza serpeggia veloce sotto le alre auto, costeggia il muro di cinta per poi sparirci dietro. Prendo la mia bambina per mano e ci accingiamo a passare la strada sulle striscie pedonali. Ferme immobili ci assicuriamo che la strada sia libera prima di passare con una breve corsa; Entriamo nel landrone di quel palazzo che ci porta in un bellissimo posto illuminato da lampioncini che costeggiano un fiume, circondato da sterpi e piante spogliate del loro verde vivo. Lei lascia la mia mano, per correre a balzi metrici da gazzella, verso il ponte di ferro. Lucine blu lo percorrono da una riva all'altra e lei ci salta sopra divertita. Ci appoggiamo al parapetto, mentre lei sbriciola dei crakers per darli ai pesci del fiume, io ascolto i suoni lontani delle auto che corrono sulle strade che ci circondano, sento l' echeggiare dei latrati dei cani che scorazzano indisturbati nei vicoli in penombra; E fisso il paesaggio davanti a me...ma senza vederlo: nei miei occhi ombre senza volto in atteggiameti irosi e violenti; Penso: non se ne vuole andare questo male, ci perseguita ancora. Levo lo sguardo al cielo, stringo in pugni le mie mani, i miei occhi si aprono candidi e supplichevoli : Sei solo te Padre che ci sostieni! Tutto scompare all'intervento gioioso di mia figlia: "mamma, i crakers sono finiti, cosa gli posso  buttare adesso ai pesci?" E io gli rispondo con un sorriso e spalancando gli occhi : "ma tanti baci!" E la sollevo riempiendola di baci . Con le nostre risate e saltelli facciamo alzare in volo uno stormo stridente di anitre selvatiche; Gli grido contro : " Sareste buone arrosto e circondate da patatine dorate e croccanti.

Questo post è per mia figlia, glielo leggo quasi tutte le sere, perchè lo desidera, è successo davvero ed eravamo davvero felici quel giorno. Un abbraccio a tutti. M.

X gli amici

Per me l'amicizia è la primavera in fiore; L'amicizia è meglio dell'amore, in un certo senso è più generosa,dona felicità e sorrisi senza riserve in cambio; Per me l'amicizia ha la luce e il calore di una giornata di sole, ha il profumo di un bocciolo che si sta schiudendo, non è gelosa, non è invidiosa...ha la purezza fresca di un tuffo nel celeste più trasparente del mare.

Amici, vi mando un abbraccio, grazie davvero per chi c'è ancora.

M.

Carpe Diem

Mi affacciai alla finestra:

Un pallido sole rischiarava la mattina, illuminava i tetti lavati dalla pioggia del giorno prima, un arcobaleno dai tenui colori pastello faceva arco sopra i tetti dei palazzi, scomparendo fra l'azzurro cenerino del cielo. Osservavo gli alberi mezzi spogli di novembre e quel tappeto di foglie cadute per terra, che sfiorate dal sole assumevano sfumature mai viste prima. Scarabocchiavo, ancora mezza addormentata su un blok notes, inseguendo con la fantasia le immagini che vedevo combinandole ad episodi ottimisti futuri. Un sorriso appena accennato e vagamente altezzoso mi colpì. Era il mio viso specchiato alla finestra che al passare di un nuvolone grigio oscurava il sole minacciando l'atmosfera magica che stavo ancora gustando. Con lo sguardo fisso e agrottato, oltrepassavo il vetro e guardavo disgustata quell'ombra scura che avanzava uniforme verso est, sbuffai sul vetro apannandolo, consapevole che anche oggi la giornata si presentava uggiosa. E' un peccato che tale spetacolo, della levata del sole, venga rovinato dal grigiore di una nuvolona opaca. Tempo da lupi oggi, e non penso che la situazione cambierà nei prossimi giorni, le cime dei monti sono pure imbiancate dalla prima neve! E' novembre...eh sì.

Ciao amici un arcobaleno di episodi positivi.

Per chi non dimentica

L'amicizia è l'ombra rappresentata ai tuoi piedi, vive tramite la luce che gli offri. Lei è sempre con te, correal tuo fianco, ha il tuo stesso ritmo. Non potrai mai stancarti di lei perchè è come te, è parte tua. Anche se la scacci spegnendole la luce,al primo spiraglio luminoso riappare fedele accanto a te. Non portarla al precipizio per farla scivolare, come prova, lei è agrappata a te con le sue unghie rase! Non conosce ostacoli la sincerità della tua ombra amica, non può difenderti, ma non ti lascerà mai solo. Attenderà paziente la luce del giorno, i lumi della sera, il miracolo del sole del mezzoggiorno che vi regalerà l'unicità. MP