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Er professore de filosofia

Post n°1808 pubblicato il 04 Luglio 2015 da valerio.sampieri
 

Er professore de filosofia

Lo chiamaveno er Matto, poveraccio!
Invece era un filosofo, purtroppo!
Pallido, allampanato, mezzo zoppo,
con un fascio de libbri sotto ar braccio
pareva che covasse li misteri
dedietro ar vetro de l'occhiali neri.

A mezzoggiorno lo vedevo spesso
ch'entrava a l'Osteria de la Speranza
pe' cojonà lo stomaco e la panza
con un po' de minestra e un po' d'allesso,
ché er Professore, fra li tanti guai,
magnava poco e chiacchierava assai.

Se aveva da discute d'una cosa
pesava le parole, e piano piano
se grattava la barba co' la mano
con una mossa seria e pensierosa,
come se ricercasse in mezzo ar pelo
l'idee che je veniveno dar Celo.

E che discorsi! Robba mai sentita!
Dice: - Laonde la Raggione pura
dimostra come in tutta la Natura
esiste un'armonia prestabbilita:
er Sole è tondo, ma se fosse ovale
se chiamerebbe Sole tale e quale... -

Benché nessuno ce capisse un fico
tutti quanti je daveno raggione;
e quanno l'oste, ch'era un vassallone (1).
l'approvava in un modo che nun dico (2)
er Professore se copriva l'occhi
per aspettà la fine de li scrocchi (3).

Allora s'arrabbiava: e quarche vorta
faceva un gesto tanto esaggerato
ch'er vecchio manichetto inammidato
sortiva da la manica un po' corta,
se scartocciava, je zompava (4) via
e ruzzicava (5) in mezzo a l'osteria.

- Per me, - me disse un giorno - nun c'è gnente:
io nun credo né all'ommini né a Dio...
- A le donne, però? - je chiesi io -
Dico: ce crederà sicuramente...
Come? nemmanco a quelle? Abbia pazzienza,
ma così s'avvelena l'esistenza!

Chi vive senza fede e senza amore
nun pô sentisse l'anima tranquilla:
la fede è l'acciarino che scintilla
su le speranze che ciavemo in core,
e la prima speranza è sempre quella
d'esse capito da una donna bella.

Lei ciavrà avuto una persona cara,
forse un'amica... - Lui me disse un nome,
però lo disse a mezza bocca, come
se masticasse una parola amara:
poi s'aggiustò l'occhiali, ma nun tanto
da nun fa' vede er luccichio der pianto.

E, un po' scocciato per avello detto,
tossì, sputò, se soffiò er naso e rise:
se leccò un deto (6) e subbito se mise
a sfojà le facciate d'un libbretto;
sfoja che t'arisfoja scappò fòra
una fotograffia d'una signora.

- Eccola! - disse - Forse lei s'immaggina
ch'io sia tarmente stupido e balordo
da tenella qui drento pe' ricordo...
No, no... me serve per segnà la paggina... -
Io nun risposi e dissi in mente mia:
- Che fregatura la filosofia!

Note:
1 Un chiassone, un burlone.
2 Indecente.
3 Rumori.
4 Gli saltava.
5 Ruzzolava.
6 Dito.

Trilussa

Commenti al Post:
NORMAGIUMELLI
NORMAGIUMELLI il 05/07/15 alle 15:49 via WEB
Va beh, io sarò pure ripetitiva ma questo è un cap lavor!!! ^_______^
:-*
:-*
 
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Un blog di: valerio.sampieri
Data di creazione: 26/04/2008
 

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