Quid novi?

Letteratura, musica e quello che mi interessa

 

AREA PERSONALE

 

OPERE IN CORSO DI PUBBLICAZIONE

Cliccando sui titoli, si aprirà una finestra contenente il link ai post nei quali l'opera è stata riportata.
________

I miei box

Piccola biblioteca romanesca (I miei libri in dialetto romanesco)
________

Cento sonetti in vernacolo romanesco (di Augusto Marini)

Centoventi sonetti in dialetto romanesco (di Luigi Ferretti)

De claris mulieribus (di Giovanni Boccaccio)

Il Novellino (di Anonimo)

Il Trecentonovelle (di Franco Sacchetti)

I trovatori (Dalla Prefazione di "Poesie italiane inedite di Dugento Autori" dall'origine della lingua infino al Secolo Decimosettimo raccolte e illustrate da Francesco Trucchi socio di varie Accademie, Volume 1, Prato, Per Ranieri Guasti, 1847)

Miòdine (di Carlo Alberto Zanazzo)

Palloncini (di Francesco Possenti)

Poesie varie (di Cesare Pascarella, Nino Ilari, Leonardo da Vinci, Raffaello Sanzio)

Romani antichi e Burattini moderni, sonetti romaneschi (di Giggi Pizzirani)

Storia nostra (di Cesare Pascarella)

 

OPERE COMPLETE: PROSA

Cliccando sui titoli, si aprirà una finestra contenente il link ai post nei quali l'opera è stata riportata.

I primi bolognesi che scrissero versi italiani: memorie storico-letterarie e saggi poetici (di Salvatore Muzzi)

Il Galateo (di Giovanni Della Casa)

Osservazioni sulla tortura e singolarmente sugli effetti che produsse all'occasione delle unzioni malefiche alle quali si attribuì la pestilenza che devastò Milano l'anno 1630 - Prima edizione 1804 (di Pietro Verri)

Picchiabbò (di Trilussa)

Storia della Colonna Infame (di Alessandro Manzoni)

Vita Nova (di Dante Alighieri)

 

OPERE COMPLETE: POEMI

Il Dittamondo (di Fazio degli Uberti)
Il Dittamondo, Libro Primo

Il Dittamondo, Libro Secondo
Il Dittamondo, Libro Terzo
Il Dittamondo, Libro Quarto
Il Dittamondo, Libro Quinto
Il Dittamondo, Libro Sesto

Il Malmantile racquistato (di Lorenzo Lippi alias Perlone Zipoli)

Il Meo Patacca (di Giuseppe Berneri)

L'arca de Noè (di Antonio Muñoz)

La Scoperta de l'America (di Cesare Pascarella)

La secchia rapita (di Alessandro Tassoni)

Villa Gloria (di Cesare Pascarella)

XIV Leggende della Campagna romana (di Augusto Sindici)

 

OPERE COMPLETE: POESIA

Cliccando sui titoli, si aprirà una finestra contenente il link ai post nei quali l'opera è stata riportata.

Bacco in Toscana (di Francesco Redi)

Cinquanta madrigali inediti del Signor Torquato Tasso alla Granduchessa Bianca Cappello nei Medici (di Torquato Tasso)

La Bella Mano (di Giusto de' Conti)

Poetesse italiane, indici (varie autrici)

Rime di Celio Magno, indice 1 (di Celio Magno)
Rime di Celio Magno, indice 2 (di Celio Magno)

Rime di Cino Rinuccini (di Cino Rinuccini)

Rime di Francesco Berni (di Francesco Berni)

Rime di Giovanni della Casa (di Giovanni della Casa)

Rime di Mariotto Davanzati (di Mariotto Davanzati)

Rime filosofiche e sacre del Signor Giovambatista Ricchieri Patrizio Genovese, fra gli Arcadi Eubeno Buprastio, Genova, Bernardo Tarigo, 1753 (di Giovambattista Ricchieri)

Rime inedite del Cinquecento (di vari autori)
Rime inedite del Cinquecento Indice 2 (di vari autori)

 

POETI ROMANESCHI

C’era una vorta... er brigantaggio (di Vincenzo Galli)

Er Libbro de li sogni (di Giuseppe De Angelis)

Er ratto de le sabbine (di Raffaelle Merolli)

Er maestro de noto (di Cesare Pascarella)

Foji staccati dar vocabbolario di Guido Vieni (di Giuseppe Martellotti)

La duttrinella. Cento sonetti in vernacolo romanesco. Roma, Tipografia Barbèra, 1877 (di Luigi Ferretti)

Li fanatichi p'er gioco der pallone (di Brega - alias Nino Ilari?)

Li promessi sposi. Sestine romanesche (di Ugo Còppari)

Nove Poesie (di Trilussa)

Piazze de Roma indice 1 (di Natale Polci)
Piazze de Roma indice 2 (di Natale Polci)

Poesie romanesche (di Antonio Camilli)

Puncicature ... Sonetti romaneschi (di Mario Ferri)

Quaranta sonetti romaneschi (di Trilussa)

Quo Vadis (di Nino Ilari)

Sonetti Romaneschi (di Benedetto Micheli)

 

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Messaggi del 04/09/2014

Il Cachinno Triste

Post n°447 pubblicato il 04 Settembre 2014 da valerio.sampieri
 

La Fiabba del Cachinno Triste

C'era una volta un Cachinno Triste che non rideva mai, non perché fosse stitico, ma perché non riusciva a far passare il dolore che gli procurava il mocassino destro, i cui lacci erano legati troppo stretti. Non desta meraviglia, diranno i nostri cari lettori analfabeti e sordomuticiechi, così è sicuro che di queste fetenzìe di fiabbe non potranno avere notizia alcuna, che il dolore non gli passasse; essi hanno infatti profferito queste testuali parole: "Non desta meraviglia che il dolore non gli passasse, ma non sappiamo per quale stracacchio di motivo il dolore non gli passasse e, comunque, non ce ne frega una mazza, sono stracacchiacci suoi!".
Cammina, cammina, cammina, il Cachinno Triste si accorge di non avere le gambe e quindi di non poter camminare, proprio perché è un Cachinno Triste. E, quindi, non si ferma, ma continua a camminare perché, al pari di quasi tutti i deficienti che infestano queste bellissime fiabbe, il Cachinno Triste è un completo idiota che non riesce a capire che senza gambe non si cammina.
Tatatàaaaaaaannnnnn !!!! Colpo di scena !!!!!!!!!!
Finalmente, il Cachinno Triste comprende di non poter camminare, perché non ha le gambe, e si ferma! Ovviamente il Cachinno Triste ha capito di non poter camminare, perché non ha le gambe, e di doversi fermare, non per merito suo, perché è un imbecille completo, ma perché glielo ha detto una bella bambina dagli occhi viola-arancio (dato che le piace cambiare colore di tanto in tanto) che non crede agli orchi dai sopracciglioni mustacchiosi a tortiglione, che è anche un po' cecatina come una campana e mò pure sorda come una talpa (tanto per confermare che ha poche idee, ma grazie al Cielo estremamente confuse), che con questa fiabba, come in tutte le altre fiabbe, non c'entra una mazza, ma imperterrita ci si ficca in mezzo per andarsi a schiantare contro alberi, alberi vaganti, rami vaganti, maniglie assassine, porte, pensili di cucina, rigorosamente chiuse a chiave, e, novità assoluta, antine di scrivanie, massacrandosi senza pietà, al solo scopo di farsi fragorosi scrosci di riso, immersa in una pozza di sangue.
Per brevità, potremmo dire per economia del tessuto narrativo onde non pregiudicare il raggiungimento del parossismo della tensione narrativa, d'ora in poi, la bella bambina dagli occhi viola-arancio (dato che le piace cambiare colore di tanto in tanto) che non crede agli orchi dai sopracciglioni mustacchiosi a tortiglione, che è anche un po' cecatina come una campana e mò pure sorda come una talpa (tanto per confermare che ha poche idee, ma grazie al Cielo estremamente confuse), che con questa fiabba, come in tutte le altre fiabbe, non c'entra una mazza, ma imperterrita ci si ficca in mezzo per andarsi a schiantare contro alberi, alberi vaganti, rami vaganti, maniglie assassine, porte, pensili di cucina, rigorosamente chiuse a chiave, e, novità assoluta, antine di scrivanie, massacrandosi senza pietà, al solo scopo di farsi fragorosi scrosci di riso, immersa in una pozza di sangue la chiameremo così: "bella bambina dagli occhi viola-arancio (dato che le piace cambiare colore di tanto in tanto) che non crede ... tortiglione, ... un po' cecatina ... campana e mò pure sorda ... talpa (... poche idee ... confuse), ... non c'entra una mazza, ... senza pietà, ... pozza di sangue". Oppure la chiameremo "bella bambina blablabla".
Del resto, in ogni bellissima fiabba che si rispetti viene pubblicato un Editto del re che dice:
"Plebaglia del cavolo! con questo editto Io, Re della plebaglia del cavolo, con questo editto emanato da me che sono il Re dalla plebaglia del cavolo ordino che, per economia del tessuto narrativo onde non pregiudicare il raggiungimento del parossismo della tensione narrativa, d'ora in poi, la bella bambina dagli occhi viola-arancio (dato che le piace cambiare colore di tanto in tanto) che non crede agli orchi dai sopracciglioni mustacchiosi a tortiglione, che è anche un po' cecatina come una campana e mò pure sorda come una talpa (tanto per confermare che ha poche idee, ma grazie al Cielo estremamente confuse), che con questa fiabba, come in tutte le altre fiabbe, non c'entra una mazza, ma imperterrita ci si ficca in mezzo per andarsi a schiantare contro alberi, alberi vaganti, rami vaganti, maniglie assassine, porte, pensili di cucina, rigorosamente chiuse a chiave, e, novità assoluta, antine di scrivanie, massacrandosi senza pietà, al solo scopo di farsi fragorosi scroshi di riso, immersa in una pozza di sangue,  verrà chiamata così: "bella bambina dagli occhi viola-arancio (dato che le piace cambiare colore di tanto in tanto) che non crede ... tortiglione, ... un po' cecatina ... campana e mò pure sorda ... talpa (... poche idee ... confuse), ... non c'entra una mazza, ... senza pietà, ... pozza di sangue". E, tanto per mettervela meglio nel secchio, ordino che mentre voi non potete fare offrire lo stacchetto pubblicitario dalla Gelateria del Forno a Legna Centrale di Vattelappesca che è in periferia di un altro paese, io invece lo posso fare e mi ci becco pure un po' di quattrini alla facciaccia zozzissima vostra che siete plebaglia del cavolo! Tiè! Pija, pesa, incarta e porta a casa e vi spernacchio pure!"
La bella bambina dagli occhi viola-arancio (dato che le piace cambiare colore di tanto in tanto) che non crede ... tortiglione, ... un po' cecatina ... campana e mò pure sorda ... talpa (... poche idee ... confuse), ... non c'entra una mazza, ... senza pietà, ... pozza di sangue vide il Cachinno Triste e gli fece capire che era un deficiente integrale e che non poteva camminare perché un Cachinno Triste non porta le scarpe. A mo' di ipotesi, gli fece balenare anche l'idea che un Cachinno Triste non avesse le gambe. Ed infatti la bella bambina blablabla gli disse:
"Puzzonissimo schifoso di un Cachinno Triste! Tu sei un deficiente integrale e non puoi camminare perché un Cachinno Triste non porta le scarpe. A mo' di ipotesi, ti faccio balenare anche l'idea che un Cachinno Triste non ha le gambe. Perciò, vammoriammazzato te, tutti quelli come a te e chi nun te lo dice co' 'n piede pe' l'aria! Hai capito razza di un fottutissimo vammoriammazzato che sei e vammoriammazzatini saranno pure i tuoi bambini che avrai, se ne avrai, se potrai averne e se saranno tuoi, del che ne dubito? E mi limito a dirti così perché sono una bella bambina dagli occhi viola-arancio (dato che le piace cambiare colore di tanto in tanto) che non crede ... tortiglione, ... un po' cecatina ... campana e mò pure sorda ... talpa (... poche idee ... confuse), ... non c'entra una mazza, ... senza pietà, ... pozza di sangue, in virtù dell'Editto di questa fiabba in cui non c'entro una mazza, molto educata!".
E, ciò detto, la bella bambina blablabla gli fece un Cachinno Allegro. E, sentendo il Cachinno Allegro, il Cachinno Triste, giustamente si suicidò, tra il tripudio dei cari lettori sordociecomuti e l'indifferenza de Er Fiabbatore, perché, il Cachinno Triste era il più deficiente dei deficienti di tutte le fiabbe. Pensate che Er Fiabbatore nemmeno si incacchiò per la presenza di un altro fottutissimo idiota che si andava ad ammazzare a sbafo nelle sue bellissime fiabbe, perché aveva scoperto che il Cachinno Triste, oltre che un completo deficiente, era anche un paranoico genovese la cui utilità non viene avvertita nemmeno utilizzandolo come concime organico. Per cui, tirem innanz.

Cammina, cammina, cammina, ... basta così ... della fiabba non ce ne importa niente, perché quello che conta è che i cinesi puzzano e le loro chiappe ciammaruchiche ancora di più.

Er Fiabbatore

 
 
 

Il Bujaccaro Felice

Post n°446 pubblicato il 04 Settembre 2014 da valerio.sampieri
 

La Fiabba del Bujaccaro Felice

C'era una volta un Bujaccaro Felice, che però si chiamava Orazio, ma veniva soprannominato Cesare da chi si chiamava Augusto e veniva soprannominato Augusto da chi si chiamava Cesare, il che costituiva un bel casinaccio, perché se c'era almeno uno che si chiamasse Cesare o Augusto, non si capiva a chi ci si riferisse; quindi, essendo tutti bujaccari, andava a finire che tutti si crocchiavano come fabbri malesi (che una certa puzza ce l'hanno, in quanto i cinesi non sono poi lontanissimi) e si corcavano di botte, gonfiandosi come zampogne della Mauritania che, sebbene sia posta un bel po' più a Nord, è comunque equiparabile allo Simbabue e perciò i suoi abitanti sono costretti a mangiare sabajone e, dato che lì non ci sono galline, si spiega perché in Mauritania muoiano di fame.
Se, peraltro, insieme con il Bujaccaro Felice, che però si chiamava Orazio, ma veniva soprannominato Cesare da chi si chiamava Augusto e veniva soprannominato Augusto da chi si chiamava Cesare, non c'erano altre persone che si chiamassero Cesare od Augusto, nessuno lo chiamva o soprannominava in alcun modo, con il che lui diventava triste ed andava a finire che tutti si crocchiavano come fabbri malesi (che una certa puzza ce l'hanno in quanto i cinesi non sono poi lontanissimi) e si corcavano di botte, gonfiandosi come zampogne della Mauritania.
Tutto ciò sembra atto a spiegare perché il Bujaccaro Felice si chiamasse Orazio e fosse molto infelice perché, in ogni occasione, lui veniva costantemente ed infallibilmente  corcato di botte e gonfiato come una zampogna più degli altri.
Un giorno il Bujaccaro Felice, che però si chiamava Orazio, incontrò una bella bambina con gli occhi cerulei -che non so che cacchio di colore sia, ma suona bene- che era un po' cecatina e che con questa fiabba non c'entra una mazza e lei gli schitazzò sulle scarpe, dicendogli "Zozzo Bujaccaro Felice, che però si chiamava Orazio, puzzi come un caprone cinese della Papuasia del Nord Alsaziana e mi fai schifo, perciò ti schitazzo sulle scarpe, perché sono educata e non dico parolacce".
Il Bujaccaro Felice, che però si chiamava Orazio, ci restò molto male perché lui era uno schifoso morto di fame e non aveva le scarpe, perciò la bella bambina con gli occhi cerulei -che non so che cacchio di colore sia, ma suona bene- che era un po' cecatina e che con questa fiabba non c'entra una mazza, proprio perché cecatina, gli aveva schitazzato sui piedi nudi. Ciò rese molto infelice il Bujaccaro Felice, che però si chiamava Orazio, al quale la schitazzata della bella  bambina con gli occhi cerulei -che non so che cacchio di colore sia, ma suona bene- che era un po' cecatina e che con questa fiabba non c'entra una mazza sembrò costituire l'onta di una lavata di piedi. e dal momento che il Bujaccaro Felice, che però si chiamava Orazio, era uno zozzone di tre cotte, la schitazzata sui piedi lo fece molto arrabbiare e si avventò contro la bella bambina con gli occhi cerulei -che non so che cacchio di colore sia, ma suona bene- che era un po' cecatina e che con questa fiabba non c'entra una mazza e, dal momento che in giro non c'era alcuno che si chiamasse Cesare od Augusto, fu costretto a corcarsi di botte da solo, gonfiandosi come una zampogna. E tutto ciò lo rese molto infelice, mentre la bella bambina con gli occhi cerulei -che non so che cacchio di colore sia, ma suona bene- che era un po' cecatina e che con questa fiabba non c'entra una mazza lasciava la scena di questa fiabba, andando a schiantarsi contro la porta di uscita da questa fiabba, ovviamente dopo essere passata nella cucina del locale del Bujaccaro Felice, che però si chiamava Orazio, tanto per sfraganarsi un po' contro i pensili chiusi a chiave.
Il Bujaccaro Felice, che però si chiamava Orazio, avrebbe dovuto essere felice di aver, per la prima volta in vita sua, corcato di botte qualcuno, gonfiandolo come una zampogna, ma dato che aveva crocchiato come un fabbro malese se stesso, era molto infelice. Era un pessimista nato e, come tutti i pessimisti nati, era sempre incontentabile.
Cammina, cammina, cammina, giunse al locale del Bujaccaro Felice, che però si chiamava Orazio, una colonia di lombrichi dell'Antartide Alsaziano del Nord di Sotto, località più o meno equiparabile allo Simbabue, dove mangiano sabajone fatto con uova di rospo cinese putrefatto perché sono un po' più ricchi che in Mauritania. Questa colonia di lombrichi era particolarmente puzzolente perché, nel viaggio verso il locale del Bujaccaro Felice, che però si chiamava Orazio, si era imbattuta in un Tremilasettecenticinquantapiedi (che non è una bestiaccia schifosa, ma una comitiva di di 1.875 cinesi senza scarponi, che sono perciò ancora più puzzolenti di 1.875 cinesi con gli scarponi) che passava a circa 30 mila chilimetri di distanza, ma dato che la puzza di 1.875 cinesi senza scarponi si propaga a velocità supersonica, la colonia di lombrichi dell'Antartide Alsaziano del Nord di Sotto, località più o meno equiparabile allo Simbabue, puzzava in maniera pazzesca.
Il locale del Bujaccaro Felice, che però si chiamava Orazio, era ubicato in una discarica a cielo aperto, perché altrimenti lui non lo avrebbe ritenuto sufficientemente zozzo. Per questo lui era infelice. Anzi, lui, per renderlo ancora più zozzo e quindi per cercare di essere meno infelice, era arrivato al punto di acquistare monnezza proveniente dal Kazakistan Alsaziano del Sud di Sotto -monnezza particolarmente puzzolente, perché veniva indefessamente prodotta da una colonia di cinesi colà di stanza-, pagando fior di quattrini. Ed anche per questo, oltre che infelice, era anche un morto di fame perché buttava i soldi che non aveva in acquisto di monnezza puzzolente.
Tatatàaaaaaaannnnn !!! Colpo di scena !!!!!!!
Anche i nostri assidui lettori -che non esistono più- sono arrivati a capire che il Bujaccaro Felice, che però si chiamava Orazio, era un completo idiota, come tutti i personaggi delle nostre fiabbe, ad eccezione della bella bambina con gli occhi cerulei -che non so che cacchio di colore sia, ma suona bene-  che era un po' cecatina e che con questa fiabba non c'entra una mazza, perché la conosco e so che, se glielo dico, lei mi corca di botte gonfiandomi come una zampogna perché lei è una specie di energumeno forte come un toro seduto dell'Uzbekistan della regione degli Apaches e, soprattutto, perché altrimenti mi schitazza sui piedi dicendomi: "Fottutissimo Er Fiabbatote, sei uno schifosissimo zozzone e quindi ti schitazzo addosso perché sono educata e non dico parolacce, 'sto vammoriammazzato che sei!"
Perciò, visto che il Bujaccaro Felice, che però si chiamava Orazio, era in realtà molto infelice, a Er Fiabbatore è venuto in mente un ingegnoso strataggemma per portare al parossismo la tensione narrativa della fiabba!
Tatatàaaaaaaannnnn !!! Colpo di scena !!!!!!!
Contrariamente a tutte le altre fiabbe de Er Fiabbatore, questa fiabba avrà un lieto fine!!!!!
Il Bujaccaro Felice, che però si chiamava Orazio, schiattò di botto, stroncato dal tanfo insopportabile ed insopprimibile della colonia di lombrichi dell'Antartide Alsaziano del Nord di Sotto, località più o meno equiparabile allo Simbabue, dove mangiano sabajone fatto con uova di rospo cinese putrefatto perché sono un po' più ricchi che in Mauritania!!! Vista l'inutilità di una consimile schifosissima esistenza, la sua morte non può che costituire un degno lieto fine per questa schifosissima fetenzìa di fiabba.
Tatatàaaaaaaannnnn !!! Colpo di scena !!!!!!!
Ahahahahahahah ... i lieto fine sono due!!!!
Cammina, cammina, cammina, ripassò di là la bella bambina con gli occhi cerulei -che non so che cacchio di colore sia, ma suona bene- che era un po' cecatina e che con questa fiabba non c'entra una mazza, ma sta sempre in mezzo alle scatole quasi in ogni fiabba al solo fine di schiantarsi contro porte e pensili da cucina, rigorosamente chiusi a chiave, o per scaraponarsi da alberi o tentare di autoaccopparsi in ogni modo possibile ed immaginabile, che, vista esanime al suolo la carogna del Bujaccaro Felice, che però si chiamava Orazio, si incacchiò come una bestia, perché non poteva schitazzargli sulle scarpe che non aveva. Cioè, in teoria avrebbe anche potuto farlo, ma dato che la carogna del Bujaccaro Felice, che però si chiamava Orazio, era già schiattata, la bella bambina con gli occhi cerulei -che non so che cacchio di colore sia, ma suona bene- ecceccecc non ci avrebbe trovato gusto a schitazzarlo.
Perciò la bella bambina con gli occhi cerulei -che non so che cacchio di colore sia, ma suona bene- ecceccecc apostrofò la carogna con queste parole: "Schifosissima carogna putrescente di un vammoriammazzato che non sei altro, hai preferito schiattare pur di farmi dispetto e non farti schitazzare sulle scarpe che non hai! Perciò prima ti amputo i mignolini e gli zozzissimi alluci dei tuoi fottutissimi piedacci lerci, poi li faccio mangiare da una colonia di puzzolentissimi cinesi e ti faccio schitazzare da loro! E ti parlo così perché sono una bella bambina dagli occhi cerulei molto educata e non dico parolacce!".
E, detto fatto, la bella bambina con gli occhi cerulei -che non so che cacchio di colore sia, ma suona bene- che era un po' cecatina e che con questa fiabba non c'entra una mazza, ma sta sempre in mezzo alle scatole quasi in ogni fiabba al solo fine di schiantarsi contro porte e pensili da cucina, rigorosamente chiusi a chiave, o per scaraponarsi da alberi o tentare di autoaccopparsi in ogni modo possibile ed immaginabile, anzitutto si andò a schiantare contro la porta liofilizzata che portava sempre appresso, qualora non trovasse porte contro le quali schiantarsi (la porta liofilizzata, naturalmente, la faceva diventare solida schitazzandoci sopra), poi contro il pensile da cucina gonfiabile, rigorosamente chiuso a chiave, che portava sempre con sé dentro la sua sporta, nell'ipotesi che non trovasse pensili da cucina rigorosamente chiusi a chiave contro cui sfraganarsi, infine si scaraponò dall'albero bonsai che portava in saccoccia per ogni evenienza e, da ultimo, mise in opera il suo proposito.
Ma la bella bambina con gli occhi cerulei -che non so che cacchio di colore sia, ma suona bene-che era un po' cecatina e che con questa fiabba non c'entra una mazza, ma sta sempre in mezzo alle scatole quasi in ogni fiabba al solo fine di schiantarsi contro porte e pensili da cucina, rigorosamente chiusi a chiave, o per scaraponarsi da alberi o tentare di autoaccopparsi in ogni modo possibile ed immaginabile era una furbacchiona di quattro cotte !!!! Infatti, per non essere assassinata dal tanfo della colonia di cinesi che doveva schitazzare sulla carogna del Bujaccaro Felice, che però si chiamava Orazio, lei si portava nell'altra saccoccia una fialetta di essenza di acqua di colonia di suino che le faceva perdere i sensi onde, trattenendo il respiro, i miasmi della colonia cinese non la accoppasse sul colpo!
E fu così che la bella bambina con gli occhi cerulei -che non so che cacchio di colore sia, ma suona bene- che era un po' cecatina e che con questa fiabba non c'entra una mazza, ma sta sempre in mezzo alle scatole quasi in ogni fiabba al solo fine di schiantarsi contro porte e pensili da cucina, rigorosamente chiusi a chiave, o per scaraponarsi da alberi o tentare di autoaccopparsi in ogni modo possibile ed immaginabile e che era una furbacchiona di quattro cotte gliela mise nel secchio alla carogna del Bujaccaro Felice, che però si chiamava Orazio, e, una volta rinvenuta, incontrò uno Zelloso Camminatore che casualmente non si trovava a passare in Papuasia, si innamorò di lui e lui di lei. E così i due si amarono senza sosta per secoli e secoli, come ricci caucasici, finendo sul lastrico in quanto, non essendoci la sosta, si beccavano quintalate di contravvenzioni per parcheggio in doppia fila. In definitiva, erano due completi idioti, come ormai appare ben risaputo.
E la Fiabba finisce qui, fortunatamente.
La morale della fiabba è: i cinesi puzzano.

Er Fiabbatore

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: valerio.sampieri
Data di creazione: 26/04/2008
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

frank67lemiefoto0giorgio.ragazzinilele.lele2008sergintprefazione09Epimenide2bettygamgruntpgmteatrodis_occupati3petula1960mi.da2dony686giovanni.ricciottis.danieles
 
 

ULTIMI POST DEL BLOG NUMQUAM DEFICERE ANIMO

Caricamento...
 

ULTIMI POST DEL BLOG HEART IN A CAGE

Caricamento...
 

ULTIMI POST DEL BLOG IGNORANTE CONSAPEVOLE

Caricamento...
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963