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Messaggi del 12/07/2016

Piazza Venezia

Foto di valerio.sampieri

Piazza Venezia

'Sta visione de sogno affascinante
fatta da n' architetto assau valente,
cià un poema de grolia e cià u' Regnante
che ognuno tiè 'scorpito 'nde la mente.

Cià u' Monumento artistico, imponente,
poi cià er soedato ignoto, ossia quer fante
che pe' vede la Patria trionfante
à dato vita e nome come gnente.

Pe' decantalla nun ce sò parol,
brilla, che posso dì', più de 'na stella,
sotto li razzi maggichi der sole.

Tanto li "zuri" che la gente esperta,
quanno vengheno a Roma, ner vedella
resteno tutti quanti a bocc'aperta!

Natale Polci
Piazze de Roma - Sonetti romaneschi - Roma, Editrice: Tipografia "Saturnia", 1929, pag. 14


Ho trovato su internet una poesia intitolata Piazza Venezia, che si afferma tratta dal volume Piazze di Roma. In buona fede ho riportato il sonetto sul blog Bibliofilo Arcano, ma ho sbagliato a fidarmi della fonte. Il sonetto "autentico" è quello riportato sopra; quello qui sotto è invece il sonetto farlocco:

Vedenno er monumento, ch'è imponente
er Campidojo che legava er core,
pare che se risveji ne la mente,
un sogno bello, un parpito d'amore

Qui s'affacciava er "duce" qui la gente
veniva a dà l'incenso ar dittatore,
qui sta seporto un poro Combattente
Ignoto a tutti meno che ar Signore.

St'Ignoto, p'evità una nova guera,
chiede giustizia all'Egoismo ingrato
e prega Dio che illumini la tera.

E Palazzo Venezzia a mano dritta
se guarda intorno muto e sconsolato
come un gigante doppo la sconfitta.

 

 
 
 

L'ortolano e er diavolo

Post n°2960 pubblicato il 12 Luglio 2016 da valerio.sampieri
 

L'ortolano e er diavolo

C'era 'na vorta un povero Ortolano
che, se j'annava un pelo a l'incontrario,
dava de piccio (1) a tutto er calennario,
metteva in ballo er paradiso sano;
Dio guardi! cominciava a biastimà (2):
- Corpo de...! sangue de...! mannaggia la...! -
Un giorno, mentre stava a tajà un cavolo
e che pe' sbajo tajò invece un broccolo,
come faceva sempre attaccò un moccolo:
però, 'sta vorta, scappò fòra er Diavolo
che l'agguantò da dove l'impiegati
cianno li pantaloni più lograti (3).
Ner sentisse per aria, straportato,
l'Ortolano diceva l'orazzione,
pregava le medesime persone
che poco prima aveva biastimato:
- Dio! Cristo santo! Vergine Maria!
M'ariccommanno a voi! Madonna mia! -
Er Diavolo, a sti' nomi, è naturale
che aprì la mano e lo lassò de botto:
l'Ortolano cascò, come un fagotto,
sopra un pajone (4) senza fasse male.
- L'ho avuta bona! - disse ner cascà -
Corpo de...! sangue de...! mannaggia la...!

Note:
1 Dava di piglio, tirava giù.
2 A bestemmiare.
3 Logorati, lisi.
4 Un pagliericcio.

Trilussa

 
 
 
 
 

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Un blog di: valerio.sampieri
Data di creazione: 26/04/2008
 

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