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Il Trecentonovelle (di Franco Sacchetti)

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Miòdine (di Carlo Alberto Zanazzo)

Palloncini (di Francesco Possenti)

Poesie varie (di Cesare Pascarella, Nino Ilari, Leonardo da Vinci, Raffaello Sanzio)

Romani antichi e Burattini moderni, sonetti romaneschi (di Giggi Pizzirani)

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Messaggi del 04/09/2016

Er rosignolo

Post n°3104 pubblicato il 04 Settembre 2016 da valerio.sampieri
 

Er rosignolo

Svolazzò giù da un ramo un rosignolo
E se posò davanti ar presidente.
- "La vostra professione?" - "Io veramente
Nun ciò mestiere fisso; canto e volo.

Però nun è che penzo pe' me solo,
E me spasso la vita alegramente;
Chè quanno vedo tribbolà' la gente,
Je canto 'no stornello e la conzolo.

Zompo de qua e de là sgrullanno l'ale;
Gorgheggio 'na romanza, abbozzo un'aria,
E me fanno da coro le cicale.

Nun faccio gnente; ma la voce mia
Più der pane pe' l'omo è necessaria;
Dateme er passo: io so' la poesia!"

Antonio Muñoz
L'Arca de Noè - Poemetto romanesco
Staderini Editore - Roma 1940
Sonetto XIII

Note [VS]:
Ale. Ali. I sostantivi femminili che al singolare terminano in "a", prendono quasi sempre al plurale la "e" finale
Rosignolo. Usignolo
T2-1191, Angeletto de la Madalena: "St'antri cantanti poi, disce Grazzioli / che ssi nun zò addrittura cani cani, / manco sò rrosiggnoli rosiggnoli."
Zompo. Salto (sostantivo e presente indicativo di zompà, saltare). In Belli "zompo" lo si trova solo come sostantivo, mai come verbo, che si trova molto raramente all'infinito ed in poche altre forma.
T1-0219: antro bballo / l'hanno fatta zompà a Mmonte cavallo. // Coprilla
T1-0278: llippa, a bbattimuro, a zzompà scale. // Ggiucamo a bboccia,
T1-0885: un cazzotto / che mme la fa zzompà ddu' mía lontano. // Ciavevo
T2-1479: Attenta, Nanna: / tu aritorni a zzompà. Ddoppo in violata / viè,
T2-1912: a ccasa nostra / e vvolémo zzompà cquanto sce pare». // «Ma

 
 
 

Piccola biblioteca romanesca

Post n°3103 pubblicato il 04 Settembre 2016 da valerio.sampieri
 

Piccola biblioteca in dialetto romanesco

Riferimenti bibliografici tratti da: Giulio Vaccaro, Un libbro va uno viè - Bibliografia della letteratura romanesca dal 1870 al Duemila, Roma, Aracne Editrice, 2007, pagg. 286.

Opere in dialetto romanesco

Angelucci Nino - Canzonature. Poesie romanesche - Firenze, Bemporad, 1935 - Pagg. 135 - Lire 2

Autori vari - Un angolo di Roma. Un anno di poesia romanesca. - Stabilimento Editoriale Tipo-Litografia Vittorio Ferri, 1976 - Pagg. 254.

Giuseppe Gioachino Belli, Er Catachismo. La riliggione spiegata e indifesa nei sonetti di Giuseppe Gioachino Belli a cura di Marcello Teodonio - Elliot 2014 - Pagg. 747 - Euro 47,00 (usato 23,50).
Il volume, rilegato con sovracoperta, si apre con una non breve introduzione di Marcello Teodonio, che occupa le pagg. 11-41. A pag.45 inizia la Parte I (Il catechismo di Pio X. Preghiere e formule), divisa in 26 sezioni, che si estendono fino a pag. 567, a loro volta suddivise in sottosezioni. In linea di massima le pagine pari contengono il sonetto con le note originali del Belli, mentre le dispari, a fronte, sono utilizzate per ospitare le note specifiche di Teodonio ed un suo commento di carattere generale, storico ed ambientale. La Parte II (pagg. 569-730) riprende singole questioni trattate nella prima. Conclude l'opera l'indice dei 348 sonetti riportati integralmente e l'indice generale.

Giuseppe Gioachino Belli - Nun sai c'a lo spedale ce se more? (I sonetti senza tempo di G.G. Belli su malattia, medici, ospedali, pazienti e sanità) a cura di Marcello Teodonio - Tascabili economici Newton - Newton Compton Editori, Roma, 1994 - Pagg. 66 - Lire 1.000

Giuseppe Gioachino Belli - Poi comincia er tormento della scola (Gli attualissimi sonetti di G.G. Belli su scuola, mestri, studio, libri) a cura di Marcello Teodonio - Tascabili economici Newton - Newton Compton Editori, Roma, 1994 - Pagg. 66 - Lire 1.000

Giuseppe Gioachino Belli - Il calendario del Belli (Cinquantadue memorabili sonetti su feste, ricorrenze e date fondamentali dell'anno civile e religioso a Roma) a cura di Marcello Teodonio - Tascabili economici Newton - Newton Compton Editori, Roma, 1995 - Pagg. 66 - Lire 1.000

Brancaleoni Alvaro - Bellezze de Roma: poesie romanesche - Edizioni Coloseum, Roma, 195[?] - Pagg. 68 (€. 21, pagato 18).
Nelle pagine 5-65 sono riportati 34 componimenti di vario metro che descrivono luoghi caratteristici di Roma, captando lo stato d'animo di chi osserva i luoghi e le persone che tai luoghi affollano.

Calcagno Fernanda - Diario di una romanaccia: dalla guera, la fame, er razionamento. Poesie romanesche - Roma, Tip. Stereostampa, 1988 - Pagg. 151.

Casillo Cerasi Iolanda - Frustate in romanesco. Introduzione e disegni di Giorgio Roberti - Centroffset-Siena, 1975 - Pagg. 104.
Il volume è rilegato in tela robusta ed è contenuto in un cofanetto insieme con Un bitter al cuore, raccolta di poesie italiane della medesima autrice. La raccolta in romanesco, preduta dall'introduzione in dialetto, consta di 34 componimenti.

Centi Mario
- L'arca de Noè. A tutti l'animali Raggionevoli - Stab. D'Arti Grafiche G. Nunzi, Roma, 1931

Cerutti Giorgio
- Finestrella. Versi romaneschi - R. Morara Editore, 1949, Pagg. 170 - L. 400

De Giggi Carlo
- Assaggio (poesie romanesche) - Editrice Supergrafica Lolli, Roma, 1948 - Pagg. 47 - Lire 250.
Le 38 pagine effettive del volumetto di Carlo Alberto Zanazzo (figlio di Giggi) contengono 22 componimenti, raccolti in 10 titoli, suddivisi in tre parti. Aprono la raccolta 9 sonetti e la chiude "Tramontana di marzo", 6 quartine che compaiono anche nel successivo "Miòdine".

Durante Checco - A lo specchio (Poesie romanesche) - Anticipo sulle mie memorie - Ricordo di Petrolini (Illustrazioni di Belli e Onorato) - Roma, 1969 - Pagg. 142 - Lire 800

Durante Checco - Acquarelli (Poesie romanesche), Illustrazioni di Belli, Roma - 1960 (Tipografia "Don Guanella" di Giuseppe Liberati) - Pagg. 141 - Lire 500
Giulio Vaccaro (Un libbro va uno viè - Bibliografia della letteratura romanesca dal 1870 al Duemila, Roma, Aracne Editrice, 2007, pagg. 286) segnala quattro edizioni di Acquarelli: 1-) Roma, A. Blasi, 1950 - pagg. 94, ill., con prefazione di Ceccarius; 2-) Roma, Tip. Don Guanella, 1963, pagg. 141, ill. [Contiene solo la prima sezione dell'opera]. In appendice: un'antologia della critica e discografia; 3-) Roma, Tip. Don Guanella, 1969, pagg. 141.142, ill. - Contiene un'antologia critica e discografica. [Si compone di due sezioni: sul secondo front.: A lo spechio. (Poesie romanesche). Anticipo sulle mie memorie. Ricordo di Petrolini]; 4-) Roma, Tip. LUBIR, 1971, pagg. 141.141, ill. - [Composto di due sezioni, denominate dall' A.: I Volume eII Volume. Il titolo della seconda parte è: A lo spechio. (Poesie romanesche). Anticipo sulle mie memorie. Ricordo di Petrolini. La prima parte contiene anche una nutrita antologia critica sulla poesia e sul teatro di C.D.].
La mia edizione del 1960, firmata dall'Autore, riporta alle pagg. 5-8 "Alcuni giudizi sulle poesie di Checco Durante", 36 poesie che occupano le pagg. 9-130. Segue una serie di giudizi e citazioni, introdotte dallo stesso Durante, intitolata "Il mio programma nel teatro".

Durante Checco - Le mie poesie. - Editrice Pagine S.r.l., Roma 2003 - Pagg. 94
Il libro, non segnalato da Vaccaro, contiene 21 delle 36 poesie di Acquarelli, più altre 7. Il volumetto, di formato assai particolare, contiene una breve introduzione di Giorgio Carpaneto e da pag. 7 a 89 le 28 poesie. Le pagg. 89-94 sono dedicate ad alcune citazioni di giudizi sull'autore e la sua opera, letteraria e teatrale.

Fabrizi Aldo - Nonno pane. Ricette e considerazioni in versi - Mondadoria - 1980 - Pag. 178
Il volume è rilegato con sovracoperta ed è suddiviso in due parti: "Er pane" (44 poesie sino a pagina 81) e "Er companatico"(54 poesie, da pagina 85 a 176).

Fefè Armando - Addio, palude  ...! - Editrice Menaglia, Roma - 1948 - Pag. 111 - Lire 300.
Contiene: 37 poesie, alcune costituenti una serie (ad esempio, Maccarese e composta da 10 sonetti) - Lettera di Rodolfo De Mattei - Tavole in bianco e nero di D. Cambellotti - Xilografie di F. Giammari.

Fefè Armando - Er diavolo a Torrimpietra - Tipi della Tipografia StilGraf, Roma - 1971 - Pag. 359+XIV (Edizione unica in 1.000 copie)
Il volume, rilegato e con sovracoperta, dotato di una solida custodia in cartone e tela, contiene un poema inedito di Armando Fefè, riordinato da Giulietta Picconieri e illustrato da Giulio Fefè. L'opera consta di poco meno di 350 sonetti suddivisi in tre parti, mentre una quarta parte non fu terminata, preceduti da una premessa di Luigi Volpicelli e da una Prefazione di Roberto Vighi.

Ferri Mario - Puncicature ... Sonetti romaneschi, Unione Arti Grafiche Abruzzesi - Roma 1926 - Pagg. 31 - L. 2
Il volumetto contiene soltanto 15 sonetti, simpatici, ma piuttosto ripetitivi come argomento, tutti con un finale ad effetto che però, in qualche modo, sembra un po' forzato, pur restando sostanzialmente gradevole. Ferri, secondo Vacaro (Un libro va uno viè, op. cit.) è autore di tre raccolte di poesie.

Galli Vincenzo - Macedonia romanesca - Gugnali, Roma, 1969 - Pagg. 78 - Lire 500.
Il volumetto è dedicato "Ai miei figli Vera e Bruno" ed a pag. 7 si apre con la brevissima prefazione di Robero Ortenzi, seguita dai 5 componimenti di varia metrica (no sonetti) nelle pagine 9-74. Chiudono l'opera due pagine di indice e due di "consensi" a Sorrisi e frustate.

Galli Vincenzo - Stelle filanti - Poeti di Orazio, Roma, 1963 - Pagg. 45 - Lire 700.
Dopo una breve prefazione in romanesco di Giggi Spaducci, da pag. 7 a pag. 45 si susseguono i 114 epigrammi in quartine, seguiti da una paginetta di "Giudizi della Stampa". Prima delle quartine che costituiscono il testo del volumetto, l'Autore premette: "Ho spremuto cervello, anima e mente / pe scrive ste frescacce in poesia / su l'affari de l'antri solamente, / trascuranno der tutto quelli mia".

Galli Vincenzo - Sorrisi e frustate sonetti romaneschi - Gastaldi Editore, Milano - 1968 - Pag. 199.
In 199 pagine, dopo una brevissima introduzione in romanesco, Vincenzo Galli (Cencio Galli) condensa ben 352 sonetti (2 per pagina) molto efficaci, di carattere prevalentemente satirico incentrato sul decadimento dei costumi attuali. Ritengo l'opera validissima.

Gervasi Rabitti Teresa - Funtanelle de Roma (Raccolta di poesie in Romanesco) - Fratelli Palombi Editori, 1985 - pagg. 204

Giaquinto Adoldo - Raccolta completa di poesie dialettali - Tip. Romana - C. Strabioli, Bracciano, 1909, Pagg. 597.
Il volume, rilegato, contiene 416 poesie, divise nelle seguenti parti: I. Politica sporca (61 poesie); II. Minestrone (265 poesie); III. Schizzi di mare (14 poesie); IV. Bojerie cispatane (38 poesie): V. Scherzi d'occasione (38 poesie).

Giaquinto Adolfo - La satira popolare romanesca, Sonetti, Disp. 7 - 16 sonetti in dialetto romanesco - Roma, E. Perino Edirore, 1894 - Pagg. 16 - Cent. 5.
L'opera completa constava di 40 dispense -vendute a 5 centesimi l'una- divise in 4 volumi di 160 pagine circa. Per Lire una era previsto l'abbonamento alle prime 20 dispense. L'ultima di copertina reca il titolo "La satira romanesca - Raccolta di Sonetti Romaneschi e Cispatani".

Giaquinto Adolfo - Raccolta di poesie abruzzesi e romanesche - Roma, 1932 - Pagg. 189 - Lire 14

Giuliani Americo e Pizzicaria Pio - Sette Monologhi romaneschi composti nel 1917/1918 (Er Fattaccio, Er Destino, La Pasatella, Lo Schiaffo, Pé Mamma, Er Più, La Serenata della Morte) - Scipioni Editore 1993 - Pagg. 64 - Lire 4.000

Giustini Fausto - Pioggia Poesie Romanesche - Fratelli Palombi Editori, Roma, 1948 - Pagg. 79 - Lire 250.
Il volume, dedicato a Papà e Mamma, riporta a pag. 9 la prima delle 60 poesie. I componimenti sono di vario tipo ed argomento e, stranamente, non ci sono sonetti. Concludono l'opera tre pagine di indice.

Guattari Mario Ugo - La befana, riccia, riccia  ... Poesie romanesche - Cippitelli, Roma, 1951 - Pagg. 53 - Lire 350.
Sono 37 i componimenti di vario metro e argomento che iniziano a pag. 5 e terminano a pag. 53. Non sembra esserci un vero e proprio filo conduttore che leghi le poesie tra loro. Il volume si comclude con "Addio Trilussa", una serie di "pennellate" per ricordare il poeta da poco scomparso, il 21 dicembre del 1950.

Illari Nino - Punto e basta versi romaneschi - Ariccia, Casa editrice "Latium", 1930 - Pagg. 127 - Lire 5

Ilari Nino e Giaquinto Adolfo - Mosca Tomasso. Bojerie romanesche e ccispatane - Roma, Stab. Zinco-Tipografico Romano, Via Vignaccia 116, 1890 - Pagg. 102

Jandolo Augusto - Cento poesie vecchie e nuove - Milano, casa Editrice Ceschina, 1939 - Pagg. 273 - Lire 15

Landeschi Guido, 'Na passeggiata attorno a Piazza Montanara", I.P.S. Editrice, Roma, 1981 - Pagg. 87 - Lire 5000.
Il poemetto di 77 strofe fu scritto tra il 1908 ed il 1912; le note furono aggiunte nel 1919, ma non videro la luce che nel 1958. Il romanesco dell'Autore è molto edulcorato e l'opera assume valore dal punto di vista storico, dato che Piazza Montanara scomparve dal piano regolatore di Roma attorno al 1930. Argomento: "Due popolani visitano la Piazza Montanara e le sue adiacenze: cioè i due Rioni: di Sant'Angelo e Campitelli. Il più dotto spiega al meno dotto la vita di oggi, i resti della civiltà passata e i monumenti tuttora esistenti compreso il Campidoglio.
La "passeggiata" termina con la visita ad una osteria. Al "ritorno" suonan le campane dell'Aracoeli che annunciano l'Avemmaria  ... E' la "fine della giornata". Roma, febbraio 1912":
Giulio Vaccaro non fa menzione di questo volumetto nel suo "Un libbro va un libro viè".

Landini Giulio
- Li lagni de le cocotte e 50 sonetti satirici in dialetto romanesco - Tipografia Olivieri, Roma, 1903 - Pag. 62 - Lire Una.
Dopo Li lagni delle cocotte, breve componimento, seguono i 50 sonetti.

Luciani Armando - Fra 'l lusco e 'r brusco - Edizioni Dialetti Italici, Roma, 1923 - Pagg. 241 - Lire Otto.

Lupidi Vittorio - Ruzzicanno pe' Roma - Tip. V. Ferri, Roma, 1981 - Pagg. 124. (ol
Autore di almeno tre volumi, in questa sua opera Lupidi presenta, nelle pagine da 11 a 93, ben 71 sue poesie (quasi tutte sonetti) e tre brani in prosa in quelle successive. Le ultime 18 pagine (107-124) cono occupate da un piccolo dizionario curato da Nando Ravaro).

Marcelli Elia - Li romani in Russia a cura di Marcello Teodonio, presentazione di Tullio De Mauro - Il Cubo, Roma 2008 - Pagg. 334+XIV - Euro 25.
Gli undici capitoli del poema, che occupano esattamente 300 pagine, contengono circa 1200 ottave che narrano la Campagna di Russia vista con gli occhi di un soldato. Marcelli (Roma, 1915-1998) partecipò alla Campagna e scrisse il poema molti anni prima di pubblicarlo, in ossequio al precetto oraziano, contenuto nell' Ars Poetica, "si quid tamen olim scripseris   ..., nonum prematur in annum membranis intus positis", vale a dire "se, tuttavia, una volta ti capitasse di scrivere qualcosa  ... lasciala per nove anni pressata a riposare nei fogli posati da parte". Il volume è stato originariamente pubblicato da Bulzoni nel 1988 (Vaccaro, Un libbro va uno vè, op.cit.), ma era già sostanzialmente finito alla metà degli anni settanta.
La presentazione del vecchio catalogo de "Il Cubo" recita: "È la campagna di Russia raccontata da un protagonista. E raccontata con il preciso intento di "lasciare un po’ di verità", a partire dalla lingua scelta, il dialetto, un dialetto romano colloquiale e schietto, comprensibile ovunque, l’unica lingua capace di raccontare fino in fondo l’immane tragedia di quella vicenda non cercata ma imposta.".

Merlino RenatoIncomincio dall'urtima. Poesie romanesche - Edixzione Romanità -  Roma, 1991 - Pagg. 62.
Volumetto rilegato in cartoncino contenete 36 poesie dell'autore, una delle quali composta duettando con Luciano Luciani. Le pagine 52-59 contengono un simpatico excursus sulla vita poetica di Merlino e l'ambiente della poesia romanesca..

Moscucci Cittadino - Versi romaneschi - A cura dell'autore, dall'Artigianato Bella Stampa - Roma, 1951 - Pagg. 63 - L. 200.
Il volumetto, privo di indice, è rilegato in cartoncino. La pagina del titolo è stata strappata ed a pag. 3 (Errata Corrige) c'è la seguente dedica autografa: "Al maestro dell'arte della toletta e peperoncinaro intrepido: Marisa [???] - Omaggio da parte dell'autore Cittadino Moscucci. Le poesie iniziano a pag. 5 con il sonetto Roma bella. Seguono altre 42 poesie di vario metro, sugli argomenti più svariati.

Muñoz Antonio
- Cinquanta sonetti romaneschi - Staderini Editore - Roma, 1943 - Pagg. 62 - Lire 10

Muñoz Antonio - L'Arca de Noè. Poemetto romanesco - Staderini Editore - Roma, 1942 - Pagg. 38 - Lire 5

Nunzi Peppino - Ombre der core. Versi romaneschi. Con letetra autografa di S.E. Il Sen. Paolo Boselli - Casa Editrice Ausonia, Roma, 1928 - Pagg. 164 - Lire Dieci.

Nunzi Peppino - Un tordo  ... e più sassate. 102 apologhi e favolette in dialetto romanesco. Prefazione di Vittorio Clemente - Edizioni Roma Nostra, Roma, 1948 - Pagg. 105 - Lire 250.

Partini Peppino - Quadri, scene, figure, satire, favole ed altre simili cose ... (versi romaneschi) [Quaderni 1, 3, 4]- Tipografia Selecta, Roma, 1931- Pag. 69 [23x3].
Ogni quaderno è composto di 23 pagine, che iniziano a pag. 5 di ciascun volumetto. L'opera completa constava di 8 quaderni, più altri due intitolati "poesie pe' li regazzini" e "canzoni italiane". Il quaderno 1 contiene 13 poesie, così come il quaderno 3; sono invece 15 le poesie del quaderno 4, portando a 41 il totale dei tre volumetti.

Pascarella Cesare - Storia nostra. A cura dell'Accademia dei Lincei, Arnoldo Mondadori Editore, maggio 1941, gennaio 1958, settembre 1966 - Pagg. 215 - Lire 600

Pettinelli Amilcare - Artigiani e venditori ambulanti a Roma (Poesie Romanesche a cura di Pietro Corsi) - C. Cervai, Roma, [1970] - Pagg. 48

Picconieri Giulietta - Casa e bottega - Angelo Signorelli Editore, Roma, 1953 - Pagg. 131 - Lire 1000

Picconieri Giulietta - Uno pe' sera - Editrice Artistica Romana, Roma, 1961 - Pagg. 78

Pizzirani Giggi - Quanno Berta filava ... - Roma, Casa Editrice M. Carra & C. di Luigi Bellini, 1928 - Pagg. 92 - Lire Sei

Pizzirani Giggi - Romani antichi e burattini moderni. Sonetti romaneschi - Roma, Casa Editrice M. Carra & C. di Luigi Bellini, 1928 - Pagg. 94 - Lire Sei

Polci Natale - Arte e mestieri. 112 sonetti romaneschi. Casa Editrice Dalmatia di L. Morpurgo, Via Dora 1 Roma, 1952. - Pagg. 134 - Lire 1000 .
Il volumetto è dedicato "A tutti i lavoratori del braccio e del pensiero" e si apre con un bozzetto di Natale Polci di A. Capanna, un pensiero epigrammatico dell'Autore "Si tu vôi esse' un giudice obbiettivo / guarda l'azzioni più ch'er distintivo" e si apre ed una ironica "Autoprefazione" di 36 versi monostrofa a rima baciata che si conclude con "Anzi, se vôi ch'er canto faci effetto, / famo così: tu canti e io te dètto". Da pag.13 a 126 seguono i 112 sonetti divisi in due sezioni, brevissima la prima ("Arte", composta di soli 10 sonetti), molto più estesa la seconda, denominata "Mestieri". Conclude l'opera un brevissimo glossarietto. Quanto al titolo, va sottolineato che le parole femminili che al singolare terminano in "e" restano invariate al plurale, per cui il titolo del volume, in italiano, suonerebbe "Arti e mestieri".

Polci Natale - Cento apologhi - Angelo Signorelli Editore - 1975 - Pag. 154.
In copertina in cartoncino c'è un disegno di G. Capone, nel risguardo una foto di un busto di Natale Polci,opera del Prof. F. Paolo Como. Dopo una breve presentazione dell'Editore, iniziano a pag. 7 i 100 apologhi che coprono esattamente 140 pagine. Il volume non reca la data di pubblicazione, che Vaccaro (Un libbro va, uno viè, op.cit.) indica invece nel 1976; la presentazione dell'Editore è datata dicembre 1975.

Polci Natale - Piazze de Roma (sonetti romaneschi) - Saturnia, Roma, 1929 - Pag. 54

Possenti Francesco - Palloncini Poesie romanesche - Staderini Editore, Roma, 1949 - Pagg. 82

Possenti Francesco - Tavolozza romana - Edizioni "Liber" Roma - 1969 - Pag. 308 (prezzo non indicato, usato €. 10).
Tavolozza Romana è il titolo di una rubrica apparsa su "Il Messaggero" dal dicembre 1967 al settembre 1969. Possenti ha aumenato a 126 gli articoli, aggiungendovene alcuni mai pubblicati nella rubrica, condensati nelle pagine 7-292 del volume, nel quali vengono trattati i più svariati argomenti del folklore romano, corredati ciascuno da una poesia di un noto poeta romanesco. Il volume non è menzionato dal Vaccaro (Un libbro va, uno viè, op.cit.).

Rinaldi Sante - L'americani a Roma. Sonetti romaneschi - Ceccarius, 1944 - Pag. 14.
Il libello è composto da soli 14 sonetti che illustrano momenti dell'arrivo in Italia degli Americani, verso la fine della seconda guerra mondiale.

Roberti Giorgio (a cura di) - Mestieri & mestieracci nella poesia romanesca dal '600 ai nostri giorni -  Centro Romanesco Trilussa - 1994 - Pagg. 565.
Alla realizzazione del volume hanno collaborato: Mario Dell'Arco, Giovanni Gigliozzi, Bartolomeo Rossetti, Pino Carciotto, Giulio De Giorgi, Renato Merlino Sandro Salvi e Claudio Sterpi. L'opera contiene trecentocinquanta poesie di centoventi autori. L'opera è suddivisa in tre periodi (fino al 1900, dal 1900 al 1950 e i mestieracci) ed è corredata da una vasta (circa 40 pagine) esposione dei vari mestieri, a cura di Claudio Serpi e da una raccolta di proverbi sul tema, curata da Giorgio Roberti; concludono il tutto ben 30 pagine di indici.

Roberti Giorgio. Belli Giuseppe Gioachino - Roma in mutande (così nun se vergogna sonetti e poesie di G. Gioachino Belli Giorgio Roberti. Fatti, fattacci e fattarelli di una Roma burocratica e bustarellara di ieri e di oggi -  Grafiche Alfa Editrice - 19?? - Pagg. 167 - L. 4.500.
Seconda edizione di "Roma in timbri". Contiene 45 poesie di Roberti e 27 sonetti di Belli.

Rossetti Bartolomeo - Er Vangelo seconno noantri - Edizioni BBT, 1971 - Pagg. 365 - Lire 2.200
Dopo ben 47 pagine di prefazione, avvertenza per i lettori e nota bibliografica, seguono i 333 sonetti, corredati da alcuni disegni in tavole fuori testo. Ogni sonetto occupa una pagina ed è ampiamente commentato. Il commento non si limita ad una pura e semplice traduzione del testo, ma offre anche spiegazione degli avvenimenti del Vangelo.

Scannella Giuseppe - La terena commedia - Sonetti romaneschi - L'arba, Er giorno, Er tramonto - Edizioni SIGMAR, Roma, 1978 - Pagg. 157
Giulio Vaccaro non fa menzione di questo volumetto nel suo "Un libbro va un libro viè".

Seth Alfredo - Quarche dozzina de sonetti, Volume 1 - Roma, Stab. Tip. C. Colombo, 1922 - Pagg. 78 - L. 3.60

Sindici Augusto - Nuove rime - Roma, Tipografia Editrice Nazionale, Via Gregoriana 9, 1912 - Pagg. 84 - L. 3

Sindici Augusto - Ottave - In Roma: Forzani & C. Tipografi el Senato, 1902 - Pagg. 65

Spinola Antonio - Sonetti romaneschi - Maglione Editore Roma, 1935 - Pagg. 154

Trilussa - Trilussa Tutte le poesie. - I Meridiani paperback Mondadori, 2015 (I Edizione)

Trilussa - Picchiabbò ossia la moje der ciambellano spupazzata dall'autore stesso. Edizioni d'arte Fauno - Roma, 1927 - Pagg. 90 - Lire Quattro

Zanazzo Carlo Alberto - Miòdine - Poeti di Orazio, Roma, 1953 - Pagg. 44

Zanazzo Giggi - Poesie romanesche, Voll.1, 2, 3 a cura di Giovanni Orioli - "I Classici per tutti" - Avanzini e Torraca Editori, 1968 - Pagg. 750 - Lire 900 a volume.
Ogni poesia riportata in quest'opera che fa parte della collana I classici per tutti, diretta da Bruno Cagli, è ampiamente commentata da Giovanni Orioli. L'opera comprende il corpus poetico di Zanazzo e nel primo volume (pag. 260, inclusi una introduzione di una quindicina di pagine e l'indice) sono comprese Vox populi (57 poesie, pagg. 25-99), Bojerie vecchie e nove (84 poesie, pagg. 101-221), Smorfie e stuzzichini pe le donne (22 poesie, pagg. 223-251).
Il secondo volume comprende il seguito di Smorfie e stuzzichini pe le donne (inclusi i 15 sonetti di Fiori d'acanto; 57 poesie, pagg. 267-368), Robba de circostanza (44 poesie, pagg. 371-431) ed una Appendice (pagg. 433-509) che comprende le 51 sestine di Streghe, Stregoni e fattucchieri, ossia, la notte de S. Giovanni a casa de Rosa la Moccioletta.
Il terzo ed ultimo volume (pagg. 525-749) è dedicato a 16 componimenti in sestine di varia lunghezza: La Pasqua a Roma; La novena all'anima aggiustiziate pe' vince al lotto; La novena a San Pasquale Baylonne pe' trova marito; Er giorno de li morti; Er Natale a Roma (tradizioni e scenette originali); Un mortorio a Roma; L'ammazzacani; Le 'minente ar Divin'Amore; Anticaje, pietrelle e boccaje pe' li lumi!; L'ospizio de li bocci; "Sensala appatentata de balie e mette in der servizzio coche serve e cammeriere"; Dialigo affamoso fra er cavajer Cannella e la sora Tetona la Saputa; Lucrezzia romana; Li Galli a Roma ossia l'arivincita de Cammillo; Le donne spartane; Attijo Regolo.
gg. 750 - Lire 900 a volume.

 
 
 

Piazza della Rotonna

Foto di valerio.sampieri

Piazza della Rotonna

In fonno all'Argentina, i 'mezz'a tanti
palazzi antichi quasi quant'er Foro,
vicino ar Pantionne, ossia davanti
c'è 'sta piazza che vale a peso d'oro.

Er Pantionne ch'è un capolavoro
de quelli più prezziosi e più importanti,
lo fece Agrippa. Adesso 'sto tesoro
nu' mostra più Giunone, ma li Santi.

Seporta in de 'sto tempio antico e bello,
c'è la Reggina Madre co' lo Sposo
assieme a Re Vittorio e Raffaello.

Pare che la funtana dall'esterno,
inarsi un inno sacro e melodioso
come pe' cunnolaje er sonno eterno.

Natale Polci
Piazze de Roma - Sonetti romaneschi - Roma, Editrice: Tipografia "Saturnia", 1929, pag. 26

 
 
 

Giusepp’abbreo (1 e 2)

Giusepp’abbreo

Sonetti due



Certi Mercanti, doppo ditto: aéo, (1)
se sentinno (2) chiamà ddrento d’un pozzo.
Uno sce curze (3) all’orlo cor barbozzo, (4)
e vvedde move, (5) e intese un piaggnisteo.

«Cazzo! qui cc’è un pivetto (6) pe ssan Ggneo,
come un merluzzo a mmollo inzino ar gozzo!».
Caleno un zecchio: e ssú, frascico e zzozzo, (7)
azzécchesce chi vviè? Ggiusepp’abbreo.

L’assciutteno a la mejjo cor un panno,
je muteno carzoni e ccamisciola,
e ppoi je danno da spanà, (8) jje danno.

E doppo, in cammio (9) de portallo a scola,
lo vennérno in Eggitto in contrabbanno
pe cquattro stracci e un rotolo de sola.

Note:
1 Grido degli Ebrei che comperano robe vecchie.
2 Si sentirono.
3 Ci corse.
4 Col mento.
5 Vide movere.
6 Un fanciullo.
7 Fradicio e zozzo.
8 Da mangiare.
9 In cambio.

Giuseppe Gioachino Belli
Morrovalle, settembre 1831 - De Pepp’er tosto
(Sonetto 95)



Giusepp’abbreo

Sonetto



In capo a una man-d’anni er zor Peppetto
addiventato bbello granne e ggrosso,
la su’ padrona jjotta (1) de guazzetto,
j’incominciò a mettéjje l’occhi addosso.

Ce partiva cor lanzo (2) de l’occhietto, (3)
sfoderava sospiri cor palosso: (4)
inzomma, a ffalla curta, dar giacchetto
lei voleva la carne senza l’osso.

Ecchete ’na matina che a sta sciscia (5)
lui j’ebbe da portà ccert’acqua calla,
la trova zur zofà ssenza camiscia.

Che ffa er cazzaccio! Bbutta llí la pila;
e a llei che tte l’aggranfia (6) pe ’na spalla
lassa in mano la scorza, (7) e mmarco-sfila! (8)

Note:
1 Ghiotta.
2 Col vezzo.
3 Dell’occhiolino.
4 Armàti, fieri.
5 Cicia: bella donna.
6 L’afferra.
7 La livrea.
8 E fugge.

Giuseppe Gioachino Belli
Morrovalle, 7 settembre 1831 - Der medemo
(Sonetto 96)

 
 
 

La pantera

Post n°3100 pubblicato il 04 Settembre 2016 da valerio.sampieri
 

La pantera

Una vorta la Pantera
stracinò drento la tana
una bella forastiera.
- Me la vojo magnà viva,
sana sana, in un boccone...
- Ma perché? - disse er Leone -
L'omo istesso dice spesso
che la femmina è cattiva:
si la magni, poi te lagni,
te verrà l'indiggestione...
- Io - rispose la Pantera -
me la pappo espressamente
perch'è troppo propotente.
Per annà così vestita
lei sagrifica la vita
de tant'anime innocente.
Guarda un po' la guarnizzione
che s'è messa sur cappello?
So' le penne de l'ucello,
la capoccia (1) d'un piccione.
E quer coso che cià ar collo
lo so io co' che l'ha fatto!
Lo sa er gatto! Lo sa er pollo!
Nu' j'abbasta solamente
de spelà le pecorelle:
fa li guanti co' la pelle
de li poveri capretti,
e se fa li stivaletti
scorticanno le vitelle!
C'è de peggio! Pe' quer gusto
così barbero der busto
leva l'ossa a le balene...
Nun sta bene! Nun è giusto!
Che direbbe se pur'io
me facessi strigne er petto
co' l'ossaccia de su' zio?
Nun cià core, e pe' l'appunto
me la vojo magnà viva... -
Detto fatto, la Pantera
cominciò la colazzione;
ma arivata a un certo punto
se fermò pe' di' ar Leone:
- Nun capisco come mai
l'omo dice ch'è cattiva...
Nun è vero: è bona assai!

Note:
1 La testa.

Trilussa

 
 
 

Er Cicerone spiega ... 10

Er Cicerone spiega ...

X.

Più in fonno ce sta un buco ch'è un tesoro (1)
E potrebbe servì pe' fà bisboccia ...
Ce ritrovorno, chiuse in una boccia,
Un quattrocento e più monete d'oro.

Che bellezza, percrilla, che lavoro!
Robba, dico, da perde' la capoccia!
Vedelle e nun potelle avè' in saccoccia
Mannerebbe per aria tutt'er Foro!

Indove stanno mo? Valle a ripija!
Tutto 'sto gran tesoro l'hanno messo
Dentr'ar Museo e nessuno se lo pija.

Se capisce! Guardateme babbeo
Che dunque nu' lo sai che l'oro adesso
E' diventato robba da Museo?!

Nota:
1. In una chiavica della casa delle Vestali si rinvennero circa 400 monete d'oro, che vanno dal III al V secolo.

Giggi Pizzirani
Da: Romani antichi e Burattini moderni, sonetti romaneschi, Roma, Casa Editrice M. Carra & C. di Luigi Bellini, 1928, pag. 16

 
 
 
 
 

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