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Rime inedite del Cinquecento (di vari autori)
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La duttrinella. Cento sonetti in vernacolo romanesco. Roma, Tipografia Barbèra, 1877 (di Luigi Ferretti)

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Messaggi del 31/07/2017

Er decimo giurato

Post n°4035 pubblicato il 31 Luglio 2017 da valerio.sampieri
 

Er decimo giurato

Er perito spiegò ch'er delinquente
ciaveva la capoccia (1) sbrozzolosa (2),
e questa fu la parte più nojosa
perché nessuno ce capiva gnente.

Er decimo giurato solamente
restava co' la fronte pensierosa
e scriveva ogni tanto quarche cosa
come d'un dubbio che ciavesse in mente.



Ma, sia pe' distrazzione o che so io,
a un certo punto prese e stracciò er fojo
e lo buttò vicino ar posto mio.

Io l'ariccorsi per curiosità;
ciaveva scritto: «Zucchero, petrojo,
ova, patate, strutto e baccalà ...».

Note:
1 Testa.
2 Piena di bitorzoli.

Trilussa
Da: Ommini e bestie - Sonetti ripescati, 1923
Trilussa, Tutte le poesie, Mondadori, 1954, pag. 394

 
 
 

Galeazzo Di Tarsia

Galeazzo Di Tarsia

Morto intorno al MDLX.

Già corsi l'Alpi gelide e canute,
Malfida siepe alle tue rive amate,
Or sento, Italia mia, l'aure odorate
E l'aere pien di vita e di salute.

Quante mi deste al cor, lasso!, ferute,
Membrando la fatal vostra beltate,
Culti poggi, antri verdi, ed ombre grate,
Da' ciechi figli tuoi mal conosciute!

Oh felice colui che un breve e colto
Terren fra voi possiede, un antro, un rivo,
Sua cara donna, e di fortuna un volto!

Ebbi i miei tetti e le mie paci a schivo;
Ahi giovenil desìo fallace e stolto!
Or vo piangendo che di lor son privo.

Galeazzo Di Tarsia



TARSIA. Feudo di una famiglia del regno di Napoli. Galeazzo fu guerriero, e militò per Francesco I di Francia. Ripatriatosi,visse ritirato; scrisse poco e per sè, e come 'uomo che non sa nè vuole imitare altri, e che insieme non affetta di battere nuove strade. Amò anch'egli Vittoria Colonna. - La voce siepe è un traslato invece di riparo; o artificiale, che circonda una fortezza;o naturale, che difende un paese, come le Alpi fronteggiano vanamente (pur troppo!) l'Italia. Se non che l'Italia è meretrice, la quale, per compiacere alle sue libidini ed alle altrui, rinnega i beneficj della natura e l'amore de' suoi figliuoli. - ferute per ferite non si direbbe oggi, se non da chi non si vergognasse di servire alla rima; - un volto, cioè un solo sorriso di fortuna, è frase che a me par nuova e felice.

Da: "Vestigi della storia del sonetto italiano", di Ugo Foscolo, Salerno 1816

 
 
 
 
 

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Un blog di: valerio.sampieri
Data di creazione: 26/04/2008
 

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