Creato da lulu_0569 il 07/01/2009
Piccoli frammenti d'amore, viaggio nei sentimenti e nel cuore.
 

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Nel momento in cui
un rapporto affettivo

non vale più a
illuminarmi,

nel momento
in cui cessa di guidare

un altro individuo
a se stesso,

per quanto possa
sembrarmi l’amore

più indefettibile
ed esaltante

che abbia mai
vissuto in vita mia,

si rivela per un
falso investimento”.

 

 

  “La nostra comprensione
di ciò che sappiamo
di altri esseri umani
è limitata da ciò
che conosciamo
di noi stessi”.

 

 

 

 

“Il vero amore è sempre creativo,
mai distruttore”.

 

“L’amore è come uno specchio.

Quando ami qualcuno,
tu diventi il suo specchio e lui il tuo

E specchiandoti
nel reciproco amore
vedi l’infinito”.

 

................

“Chi crede
di sapere tutto

Non ha modo
di scoprire
che non è
affatto vero”.

 

 

“L’amore è costante,
noi siamo volubili.
L’amore
concede garanzie,
gli uomini tradiscono.
L’amore è sempre
degno di fiducia,
gli uomini no”.

 

 

"La cattiveria è dei deboli.
Solo ai forti compete
la bontà d'animo".

 

 

 

 

Una rosa blu...

 

 

 

“L’amore e l’io
sono un tutt’uno

E la scoperta
di uno dei due

Significa
la percezione
di entrambi”.

 

 

 

“L’uomo non ha scelta tranne l’amore.
Se lo rifiuta, prima o poi scopre
Che le sue alternative producono
solitudine, distruzione, disperazione”.

 

 “Molti di noi esprimono

le loro emotività

saltando a conclusioni negative”.

 

 
 

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 “Vivi il presente.
Quando stai mangiando,
mangia.
Quando stai amando,
ama.
Quando stai parlando
con qualcuno, parlagli.
Quando stai guardando
un fiore, guardalo.
Cogli l’attimo nella
sua bellezza”.
 

 

   

“Amore significa
braccia aperte.
Se le chiudi,
ti ritroverai solo
con te stesso".

 

 

La delicatezza di una rosa

“La totale immersione nella vita

Offre la miglior palestra
per imparare ad amare”.

 
 

 

 

Vorrei...

 

“Molti fra noi
rimangono
ignoti a se stessi,
nascondendo chi sono,
e chiedono amore
ad altri sconosciuti
che parimenti
si nascondono”.

 

“Ogni uomo vive l’amore
nel suo ambito limitato
e non sembra
mettere in relazione
la confusione che
ne risulta e la solitudine
derivanti dalla sua
insufficiente conoscenza
dell’amore”.

“Nell’amore ogni uomo rappresenta
La propria sfida personale”.

 

 

“L’amore non è una situazione
che ci possa capitare,
o da cui possiamo uscire;
cresciamo nell’amore”.

 

 

“La rinuncia
è un dono importante
se due esseri umani
si amano davvero”.

 

 

 

 

...........

Post n°9 pubblicato il 21 Gennaio 2009 da lulu_0569
Foto di lulu_0569

Sempre nello stesso capitolo, trascrive ancora un testo di Haim Ginott:

Un bambino ha il diritto di ricevere dagli adulti messaggi razionali. Il modo in cui i genitori e gli insegnanti parlano aiuterà i bambini a capire ciò che devono provare per se stessi. Le affermazioni degli adulti influiscono sulla stima che il bambino ha di sé, sul valore che attribuisce a se stesso. In un’ampia misura, il loro linguaggio determina il suo destino. I genitori e gli insegnanti devono sradicare la follia insidiosamente celata nel loro linguaggio quotidiano. I messaggi che dicono a un bambino di diffidare della sua percezione lo inducono a rinnegare i suoi sentimenti e a dubitare del suo valore. I cosiddetti discorsi normali che vanno per la maggiore fanno impazzire i bambini. I biasimi e le frasi che ispirano vergogna, le prediche e le morali, gli ordini e le prepotenze, le ammonizioni e le accuse, gli atteggiamenti che ridicolizziamo e sminuiscono, le minacce e gli allettamenti, le diagnosi e le prognosi…. Queste tecniche brutalizzano, involgariscono e disumanizzano i bambini. La sanità mentale viene solo quando ci fidiamo della nostra realtà interione e questa fiducia si apprende soltanto attraverso il processo della vera comunicazione”.

Che cosa ha bisogno di sapere un bambino? Vorrei parlarvi delle cose che ritengo essenziale far sapere ai bambini. E per prima cosa dobbiamo incominciare presto a metterli al corrente di quelle meravigliose miniere d’oro dell’immaginazione che sono esclusivamente loro. Dobbiamo convincerli che in tutto il mondo loro sono gli unici se stessi. Credo che alcuni di loro l’abbiano dimenticato. Dobbiamo insegnare loro che sono unici al mondo, e, dobbiamo mostra loro che saranno sempre  i migliori se stessi. Ed è difficile, perché fin dalla tenera età noi non ci crediamo. Nessuno ci vede, nessuno ci tocca. Dobbiamo indurre i bambini a comprendere che non soltanto hanno questa unicità incredibile, ma hanno anche qualcosa che a volte dimentichiamo. Hanno anche la potenzialità. C’è in loro da scoprire molto di più di quello che è stato scoperto! E questo è meraviglioso. Dovunque si trovino, stanno appena incominciando; e il grande viaggio magico della vita consiste nello scavare, nello scoprire quel meraviglioso loro.

E poi sono convinto che dobbiamo parlare ai bambini della morte, e smetterla di proteggerli e di lasciare che si mettano in mente di essere immortali. Ci comportiamo come se credessimo di esserlo. Se riflettete bene, scoprirete di pensare sempre che siano gli altri a morire, non voi. Moriremo tutti. E’ la cosa più democratica che sia mai successa! Chiunque siate, per quanto siate ricchi e illustri, indipendentemente dal fatto che abbiate reso bella od orribile la vostra vita, morirete. Ma perché averne paura? Avete paura della morte solo quando non vivete. Se siete coinvolti nel processo della vita, non piangerete e non urlerete. Se in vita avete trattato bene gli altri mentre erano vivi, non vi butterete sulla loro bara urlando: Non andartene, non andartene. Che strano concetto abbiamo della morte! Non vogliamo condurre i bambini ai funerali. La morte è un continuo, bellissimo processo della vita. La morte è una buona amica, un’ottima amica, perché ci dice che non abbiamo a disposizione l’eternità e che dobbiamo vivere ora; perciò è prezioso ogni minuto. Leggiamo queste parole e diciamo: Oh, si è verissimo! Ma viviamo così? Com’è meraviglioso da vivere il momento in cui contemplate un fiore. Quando qualcuno vi parla, per amor del cielo, ascoltate, e non guardate da un’altra parte per vedere cosa succede. La morte se vogliamo ascoltarla, ci insegna che il momento è ora. Ora è il momento di prendere il telefono e chiamare la persona che amate. La morte ci insegna la gioia del momento. Ci insegna che non abbiamo a disposizione l’eternità, che nulla è permanente. Ci insegna a lasciare che le cose fluiscano, e che non c’è nulla a cui possiate aggrapparvi. E ci dice di rinunciare alle aspettative e di lasciare che il domani racconti la propria storia, perché nessuno sa con certezza se rientrerà a casa stasera. Per me, questa è una sfida colossale. La morte ci dice: vivete ora. Diciamolo ai bambini.

Un ultima cosa che voglio dire ai bambini è che la vita non è soltanto sofferenza, infelicità e disperazione come si sente nel telegiornale e come si legge sui quotidiani. Quelle sono le cose che fanno notizia. Quelle che non sentiamo mai sono le cose meravigliose, amabili, grandi, fantastiche che accadono egualmente. In un modo o nell’altro, dovete far conoscere ai bambini anche queste cose meravigliose. Per riuscirci, dovete trovar il contatto con la vostra gioia e la vostra follia. Siamo tutti matti! E se non lo credete, siete più matti degli altri. La noia nasce dalla monotonia. La gioia, la meraviglia, il rapimento nascono dalla sorpresa. La monotonia conduce alla noia, e se siete annoiati, siete noiosi. Vi stupite che gli altri non vogliono stare con voi! Potete scegliere come volete vivere la vostra vita. Potete scegliere la gioia, la libertà, la creatività, la sorpresa, oppure l’apatia e la noia. E questa scelta potete farla ora!

Dobbiamo dire ai bambini che hanno la possibilità di scegliere tra l’amore e la sconfitta. Perché lasciarsi sfuggire l’amore è lasciarsi sfuggire la vita. Thornton Wilder dice: Vi è una terra dei vivi e una terra dei morti, e il ponte è l’amore. L’unica sopravvivenza e l’unico significato. Diciamolo ai bambini!”

 
.....................................................

Questa seconda parte del capitolo, a mio parere, è davvero molto forte. Un tema che comunque suscita parecchia paura… perché è inutile girarci intorno… anche se Leo ci parla della morte come un’amica… a chi non fa paura??? Eppure tutti lo sappiamo… che lei comunque… prima o poi ci verrà incontro e ci chiamerà… ed è vero che la ignoriamo… fino a quando non ci tocca.

Credo che questo sia uno dei capitoli che ci lascerà riflettere molto….

 
 
 

“Scegliete la vita”

Post n°10 pubblicato il 31 Gennaio 2009 da lulu_0569
Foto di lulu_0569

“Per me la cosa più grande che abbiamo è la vita. E finché c’è vita, come afferma il vecchio adagio, c’è speranza. Scegliere la vita non è tanto difficile come potremmo immaginare. Eppure vi sono tanti che non la scelgono.
Avete mai pensato di prendere il dizionario e vedere che cosa dice della parola vita? Vi leggerò che cosa ho trovato perché è splendido: – La vita è la qualità che distingue un essere vitale e funzionante da uno morto. – Non è magnifico? Ma non è di grande aiuto, vero? C’è un’altra definizione, e anche questa mi piace moltissimo: - Il periodo di utilità di qualcosa. -  Ho pensato: se l’utilità determina il fatto che siamo vivi o morti, allora c’è in circolazione una quantità di gente morta. Quella che preferisco è la terza definizione: - Passare attraverso o spendere una durata. -  Sapete, molti di noi fanno soltanto questo. Sono pochi quelli che sono veramente vivi e vivono pienamente,  nel vero senso della parola. Finché lasciate la vostra vita nelle mani di altri, non vivrete mai. Dovete assumervi la responsabilità di scegliere e di definire la vostra vita.
Credo veramente che moltissimi abbiano paura della vita. Non so perché. Abbiamo paura d’essere ciò che siamo! Abbiamo sentimenti meravigliosi e folli e non li ascoltiamo.

Abbiamo paura di vivere la vita, e perciò non facciamo esperienze, non vediamo. Non rischiamo! Non prendiamo a cuore nulla! Non viviamo… perché la vita significa essere coinvolti attivamente. Vivere significa sporcarvi le mani. Vivere significa buttarvi con coraggio. Vivere significa cadere e sbattere il muso. Vivere significa andare al di là di voi stessi… tra le stelle! Ma dovete decidere voi per voi stessi. –Cosa significa per me la vita? -  Sono convinto che se ogni giorno dedicassimo a pensare alla vita e a vivere e ad amare lo stesso tempo… no, un quarto del tempo che dedichiamo a preparare i pasti, saremmo incredibili! Ma la vita ha un modo meraviglioso per risolvere questo problema. Per me è sempre affascinante perché, quando la vita non viene vissuta, esplode in noi. E’ come cercare di bloccare il coperchio di una pentola che bolle. Succederà qualcosa, ne sono convinto. Finirete per piombare nella paura, nella sofferenza, nella solitudine, nella paranoia o nell’apatia. Tutti segni del fatto che non state vivendo! Quindi, se avvertite uno di questi sintomi, rimboccatevi le maniche e dite: Ora devo vivere.  Nell’attimo in cui cominciate a lasciarvi coinvolgere nella vita, il vapore fuoriesce, e siete salvi. Non è facile: ma la vita ci fa sapere che deve essere vissuta. Meraviglioso!
Tanti vengono da me e mi dicono: Mi sembra che faccia un po’ di confusione. Se la vita è cosi bella, perché abbiamo la morte, la sofferenza, l’infelicità, e tutte queste cose negative? Perché i bambini devono soffrire? Perché ci sono omicidi e stupri e guerre? Perché? Perché? Perché?.
E io rispondo: Come diavolo posso saperlo? Uomini ben più grandi di me si sono posti questi interrogativi. Ma sapete che cosa ho fatto? Ho smesso di fare domande, e ho cominciato a vivere invece di pensare alle risposte, e tutto è cambiato.
Perché c’è la morte? Io non so perché c’è la morte. Perché c’è la sofferenza? Vorrei che non ci fosse, ma non so perché c’è. Se passassi la vita a cercare le risposte a questi interrogativi, non vivrei mai. Però a quelli che vengono da me dico che so qualcosa della vita. C’è una cosa chiamata gioia, perché io l’ho provata. E c’è una cosa chiamata follia meravigliosa, perché l’ho vissuta. E so che c’è una cosa chiamata amore perché ho amato. E so che c’è una cosa chiamata estasi perché ho conosciuto l’estasi.
Comunque potete dare a voi stessi tutte queste cose. Per tutta la vostra vita siete stati dati a voi. Siete diventati voi. Avete imparato ad essere voi. E la cosa meravigliosa, è che tutto ciò che può venire imparato può venire anche disimparato e imparato nuovamente in modi nuovi. Quindi, se volete essere qualcosa, potete esserlo… perché siate disposti a sporcarvi le mani, a soffrire un po’, a lottare un po’, a impegnarvi un po’, perché non avviene naturalmente. Dovete lavorare per riuscirci, è tutto qui.
Mi piace pensare che il giorno della vostra nascita avete ricevuto in regalo il mondo. Una scatola magnifica, legata con nastri incredibili! E certuni non si prendono neppure il disturbo di sciogliere i nastri, e tanto meno di aprire la scatola. E quando aprono la scatola, si aspettano di vedere soltanto bellezza e meraviglie ed estasi. Si stupiscono nel vedere che la vita è sofferenza ed anche disperazione. E’ solitudine e confusione. Tutto questo fa parte della vita. Non so come la pensiate voi, ma io non voglio che la vita mi passi accanto. Voglio conoscere tutto quello che c’è nella scatola. Questa scatoletta si chiama sofferenza, bene anche questa è mia, e l’aprirò e farò l’esperienza della sofferenza. E questa scatoletta si chiama solitudine. E sapete che cosa succede quando apro la scatola con la scritta solitudine? Faccio l’esperienza della solitudine. E quando voi mi dite: Mi sento cosi solo, io posso capire un po’ la vostra solitudine, e allora possiamo sentirci vicini e tenerci per mano.  Io voglio conoscere tutte queste cose. So che sono stato capace di trasformare la sofferenza in gioia. E potete farlo anche voi. Non c’è nulla che io possa e che non possiate fare anche voi. Non sono svrumano. Tutto ciò che io posso fare, potete farlo anche voi, e molto meglio. Se c’è qualcosa che non avete, non è perché non l’avete, ma perché non lavorate per trovarlo. E lì, ed è vostro. Noi possiamo trasformare la disperazione in speranza, e questa è una magia. Possiamo asciugare le lacrime e sostituirle con i sorrisi. Vi sono all’opera due grandi tipi di forze; quelle esterne e quelle interiori. Abbiamo ben poche possibilità di dominare le forze esterne come i tornado, i terremoti, le alluvioni, i disastri, le malattie e le calamità. Ciò che conta veramente è la forza interiore. Come reagisco a questi disastri? Su questo ho il controllo assoluto. Credetemi o no: diversi anni fa, ci fu un grosso terremoto a Los Angeles. Era l’alba, sentii un enorme schianto e il mio soggiorno crollò. Dal corridoio veniva una nube di polvere. A me piace molto vivere, come tutti voi, quindi la mia prima reazione fu: Buscaglia, vattene subito!. Uscii dalla porta, depresso, pensando: La mia bella casa, la mia casa meravigliosa non c’è più; tutte le cose che ho accumulato le ho perdute per sempre. Poi mi calmai e mi sedetti sulla veranda dietro la casa. La polvere continuava ad uscire; c’erano rombi e piccole scosse continue. Vidi i miei vicini al di la della staccionata e dissi: Salve! E loro: Leo! La tua casa! E io dissi: Lo so. La mia casa ha qualcosa che non va, ma al momento non riesco ancora a capire cosa e quindi è meglio che aspetti. Allora ci mettemmo a ridere. Io non avevo niente che funzionasse, ma i miei vicini avevano il gas, e prepararono il caffè. Ci sedemmo sotto gli alberi fino a quando sorse il sole, e poi entrammo a  vedere i danni.
La gente mi chiede sempre: Quando ha cominciato ad amare veramente la vita? Non lo so. Se pensate che io sia salito sulla vetta di una montagna del Nepal e abbia avuto una grande visione, mi dispiace deludervi. Sarebbe meraviglioso se potessi dirvi ciò, ma non è vero. Non so quando è incominciato, ma ho l’impressione che forse è incominciato con i miei genitori. Erano le persone più pazze del mondo. Avevano una vena di pazzia bellissima, quella pazzia meravigliosa che vi aiuta a tirare avanti quando tutto il resto è demenzialmente razionale! Dovreste conoscere la mia reputazione all’università… è matto. Questo è meraviglioso perché mi lascia una grande libertà di comportamento. Quando siete considerati matti potete fare impunemente una quantità di cose; altrimenti chiamerebbero la polizia.
Esistono certamente le cose esterne, ma quello che conta è il modo in cui voi personalmente reagite a queste cose esterne. Potete portare la gioia nella disperazione. Le persone infelici di solito vogliono che siate infelici anche voi. Ce la mettono tutta, vi assicuro. Ecco a me questo non riescono a farlo. Se gradiscono compagnia, terrò loro compagnia, ma sarò una compagnia gioiosa, non infelice. Perché uno si comporti così, bisogna che faccia molte scelte. Una delle più importanti è scegliere se stesso. Scegliete voi stessi. Finitela di odiarvi, di buttarvi giù. Abbracciatevi e dite: Sai,vai bene così! Starai perdendo i capelli, ma sei tutto ciò che ho!. Quando vi riconciliate con le vostre debolezze, ce l’avete fatta! Non sono enormi, sono soltanto una piccola parte di voi. Dovete scegliere voi stessi. Sono sicuro che coloro che si tolgono la vita, che non vivono, sono soprattutto coloro che non hanno rispetto per se stessi. Non so quando è stata l’ultima volta che qualcuno vi abbia detto questo, ma voglio sottolinearlo: Voi siete un miracolo.

 
 
 

...prosegue il capitolo...

Post n°11 pubblicato il 31 Gennaio 2009 da lulu_0569
Foto di lulu_0569

Mi sento sempre impressionato. Tutte facce diverse… tutte cosi meravigliose, tutte cosi belle. Occhi diversi, nasi diversi, bocche diverse. Siete cosi differenti che è possibile identificarvi per mezzo delle impronte digitali! Se questo non vi fa capire quanto siete unici… Perché siete stati creati cosi unici? Perché possiate diventare come tutti gli altri? Non credo. Non credo che l’intenzione di Dio fosse questa. Io credo che siate stati creati unici perché avete qualcosa di unico da dire. Dedicate la vostra vita alla scoperta di questo qualcosa. Voi avete la responsabilità e il dovere di diventare tutto ciò che siete. Quando perdete voi stessi non resta più nulla.
Mantenete la vostra dignità, mantenete la vostra integrità. Nessuno può buttarvi giù, tranne voi. Gli altri potranno vedervi in modo diverso, ma voi sapete chi siete e allora siatelo, con orgoglio. – Io sono io - … ricordate le parole di Medea alla fine della bellissima tragedia, quando le dicono: Medea che cosa è rimasto? E lei dice: Che cosa è rimasto? Ci sono io!. E’ una cosa molto bella. Ognuno di noi ha una storia. Non è sorprendente? Alcuni di voi si sentono molto soli e disperati, altri molto confusi, altri ancora amareggiati. Alcuni sono contenti, sono estatici. Tutte queste sono cose valide, buone, belle. Abbracciatele tutte… sono parte di voi. La nostra è una cultura di gente che analizza tutto. Qualcuno vi dice: Ti  amo e voi dite Chiarisci meglio! Siamo quasi arrivati al punto che non sappiamo più fare un’esperienza piena. Tutto ciò che giunge fino a noi passa attraverso uno strano congegno filtrante, e quando ci arriva non è ciò che è, è ciò che noi vogliamo che sia, e perciò noi non cambiamo. Non facciamo progressi, non maturiamo. Continuiamo a fare le stesse cose, giorno dopo giorno… Ma voi siete una storia, ognuno di voi è una storia unica. Una storia meravigliosa! Qualunque sia questa storia, non potete cambiarla. Amatela e abbracciatela. Reinventate il perdono. Non potrete mai scegliere la vita se prima non imparerete a perdonare! Perdonate a quelli che vi hanno fatto del male. Imparate a perdonarli. Dite: Va bene così. Perché se non lo fate, allora vi porterete tutte queste cose sulla schiena come albatros morti, che vi appesantiranno. Se imparerete a perdonare, potrete staccarvi di dosso questi pesi, e tutte le energie potrete usarle per crescere e diventare splendidi. Quindi non portatevi in giro il vostro passato come un albatros morto.  Lasciatelo andare! Imparate da esso e lasciatelo andare.
Sapete, Eugene O’Neill ha detto una cosa molto bella:

Nessuno di noi può guarire le cose che ci ha fatto la vita. Vengono fatte prima che noi ce ne accorgiamo, e ci inducono a fare certe cose per tutta la vita; continuano a mettersi tra voi e ciò che vorreste essere. E in questo modo perdete voi stessi per sempre.
Dunque siete un passato, ma siete anche un futuro. Lo sapete. Ma chi può giudicare cosa sarà il futuro? Nessuno può farlo. Quindi, perché preoccuparsi del futuro? Gli unici che si arricchiscono occupandosi del futuro sono gli assicuratori. Ci assicurano. Il cielo non voglia! Se c’è qualcuno che non ci assicura, sono le compagnie d’assicurazione. Ci mettono in testa ogni sorta di idee strane sul modo di proteggerci da tutte quelle cose, e così ci preoccupiamo delle preoccupazioni. Ma voi siete anche un presente. Siete ora. Con la volontà, l’intelletto, il desiderio… potete diventare tutto ciò che volete, d’ora in avanti.
Siamo un passato? Si. Siamo un futuro? Si. Ma ciò che dobbiamo fare se vogliamo scegliere la vita, è scegliere la vita nel presente! Ora! Perché è questo ciò che conta. Noi siamo un potenziale, ma per sviluppare questo potenziale, dobbiamo liberarci dell’io che sconfigge se stesso. Dobbiamo sbarazzarci dei questo non si fa. Dobbiamo sbarazzarci dei mai, dei non si può, dei no, degli impossibile, dei non c’è speranza. Queste sono parole per gli sciocchi, non per le persone intelligenti. Cancellatele dal vostro vocabolario. I sogni più grandi che sono stati realizzati da donne e uomini erano stati considerati impossibili… e qualcuno ha provato che l’impossibile era possibile.
Certe persone erano state considerate moribonde, poi si sono alzate e hanno detto: vai al diavolo, io non muoio. E non muoiono!
Dite si alla vita, si alla meraviglia, alla gioia, alla disperazione, a ciò che non capite. Provate si, provate sempre, possibile, speranza. Provate io voglio e provate io posso. Sono convinto che sia la vostra incompiutezza a causarvi le sofferenze più grandi. Diventate tutto ciò che siete. Abbracciatelo, è il compito della vostra vita. Scoprite cose nuove, nuove capacità, nuove creatività. Anche se viveste fino a cinquecento anni continuate a produrre come matti. Ma se volete cambiare più in fretta, più magicamente, dovete cambiare quell’io e allargarlao in un noi.
Per scegliere la vita, dobbiamo essere disposti a rischiare ancora e ad amare ancora. Se siete disposti a rischiare e a soffrire conoscerete l’amore. Van Gogh disse una cosa molto bella: il modo migliore di amare la vita è amare molte cose. Non è splendido? Se volete scoprire se sapete amare, ascoltate quante volte, durante il giorno, dite: Io odioodio questo, ohh portalo via, lo odio, odio quel tipo di gente, odio queste cose… anziché io amo. Dite di saper amare… quante volte sentite voi stessi dire: Io amo? Io amo questo, io amo i fiori! Io amo i bambini… e così via. Un'altra cosa che dovete saper affrontare e scegliere: la morte. Ci dice che non abbiamo a disposizione l’eternità. E se volete la vita, è meglio che la viviate ora! Perché se aspettate, forse non ci sarà più.

Se avrete vissuto ogni momento, quando suona la vostra ora non griderete e non urlerete. La morte è una sfida. Ci dice di non sprecare tempo. Ci dice di crescere, di divenire! Ci suggerisce di dire ora gli uni agli altri che ci amiamo. Ci dice di donarci ora! Se ricordate che non vivremo in eterno, forse vi volgerete subito alla persona che vi siede accanto, e senza aspettare le direte: Sei eccezionale. Grazie di essere te. Forse prenderete il telefono e direte: Ehi, mamma, sai, tante volte abbiamo litigato, ma ti amo. E poi riattaccherete. Quindi, vedete, vivere è un compito per tutta la vita.
Voglio concludere con un brano di un libro di Joan Atwater, The simply life. Dice:
- Le nostre vite sono oppresse da tanti pesi, e spesso vivere ci sembra una faccenda terribile e complicata. I problemi del mondo sono così terribilmente complessi e vediamo che non esistono soluzioni semplici. La complessità ci lascia sempre un senso di impotenza. Eppure, per quanto sia sorprendente, continuiamo a tirare avanti, giorno per giorno, sempre aspirando quasi inconsciamente a qualcosa di più semplice, di più significativo. Perciò diventa tremendamente importante il modo in cui vediamo le nostre vite e il vivere. Spetta a noi introdurre nel nostro modo di vedere le cose questa autenticità, questa semplicità, questa franchezza, questa chiarezza. Se vi interessa vivere pienamente la vita, sta a voi imparare a conoscerla e viverla. –
Certo, possiamo parlarne insieme, e possiamo lavorare insieme, e possiamo imparare insieme, ma alla fine ognuno di noi deve definire la sua vita individuale. Perché è la vostra vita, esclusivamente vostra, e di nessun altro. E non ci sono altri modi. Scegliete la vita!

 
 
 

“Insegnate la vita”

Post n°12 pubblicato il 04 Febbraio 2009 da lulu_0569
Foto di lulu_0569

“Amo moltissimo l’opera di Martin Buber, e soprattutto il suo concetto di Io e Tu. Dice che ognuno di noi è un Tu e quando interagiamo l’uno con l’altro, dobbiamo interagire come se fossimo cose sacre, perché siamo veramente speciali. Perciò quando interagisco con voi, voi siete un Tu. Martin Buber dice che molto spesso interagiamo l’uno con l’altro sulla base di Io e Ciò. Qualche volta vi arrabbiate perché venite trattati come un Ciò, una cosa! Io sono me. Io sono Leonardo Buscaglia, come me ci sono soltanto io! Non guardatemi come se fossi trasparente. Io ho la mia dignità. Finché basiamo i nostri rapporti con la gente sul concetto di Io e Tu, dice Buber, abbiamo un dialogo. Quando basiamo i nostri rapporti sui concetti di Io e Ciò, diventa un monologo. Io non voglio parlare a me stesso. Voglio parlare con Voi. E voglio che voi parliate con me. Noi abbiamo una dignità. E i bambini devono impararlo, e devono impararlo presto.
Devono imparare, inoltre, che non troveranno se stessi guardando fuori da se stessi. Devono guardare dentro. Non è un viaggio facile, la ricerca della vostra unicità da condividere con gli altri, perchè per tutta la vita vi sentite dire dagli altri chi siete. Avete mai pensato che voi non siete veramente voi? Molti di voi sono ciò che altri dicono che siete. E forse qualcuno tra voi è stato abbastanza saggio da capire che gli altri erano animati di buone intenzioni, ma che ciò che dicono di voi può non corrispondere a ciò che siete veramente. Vi sentite a disagio nel ruolo che vi hanno affibbiato. E allora dateci un taglio e dite: scoprirò chi sono io; e se lo fate, sarà la sfida più grande. Non avrete molta pace, ma è matematicamente certo che non vi annoierete mai. La scoperta di se stessi è come tutte le altre scoperte. Non è mai facile, e non potete contare sulle intuizioni degli altri. Mi piace molto l’aneddoto su fico del Mullah che stava carponi per la via e cercava per terra. Arriva un amico e gli domanda: - Mullah che state facendo? -  E lui: - sto cercando la chiave di casa, l’ho persa. – L’amico dice: - mostrami dove l’hai persa, e mi metterò carponi anch’io e ti aiuterò a cercarla. -  E il Mullah: - Oh, l’ho persa in casa. – L’amico domanda: - e allora perché diavolo la stai cercando qui? -  Il Mullah risponde: - Oh, qui c’è più luce. –

Molti di noi cercano se stessi qui, alla luce. Non troverete quello che cercate. Dovrete mettervi carponi dentro, dove qualche volta c’è un buio spaventoso, e scoprire cose meravigliose su voi stessi. Scoprite tutta la meraviglia che siete voi, e sviluppatela, e non abbiate timore di fallire. Andrà bene anche cosi, non siete obbligati ad essere perfetti.

Poi penso che dobbiamo insegnare ai bambini l’importanza degli altri, e che il loro mondo non può crescere e progredire senza accettarne altri. Più sono numerosi i mondi che accettano, e più possono diventare… qualcosa di più. Dobbiamo insegnare loro a fidarsi, perché tutti noi abbiamo una paura tremenda l’uno dell’altro. Costruiamo muri sempre più alti, serrature sempre più robuste. Abbattete i muri! Dobbiamo imparare di nuovo a fidarci, a credere. Naturalmente è un rischio, ma tutto è un rischio. Dobbiamo incominciare ad andare al di là del semplice fatto di essere. Dobbiamo entrare in contatto con il fatto di essere umani, e questo è molto diverso.
C’è un meraviglioso apologo buddista che parla di una formica in un barile d’acqua e dei diversi atteggiamenti nei confronti di questa formica. Dunque, arriva il primo, guarda nel barile, e vede una formica. Le dice: - cosa stai facendo nel mio barile d’acqua piovana? -  e la schiaccia. Egoismo. Poi arriva il secondo, guarda, vede la formica e dice: - sai, è molto caldo, anche per le formiche. Tu non fai nessun danno, resta pure nel mio barile. – Tolleranza. Arriva il terzo, vede la formica nel barile e spontaneamente le da un po’ di zucchero. Questo è amore. Quando arrivate al punto di non doverlo più analizzare, ce l’avete fatta. La reazione spontanea. C’è qualcuno sulla strada e ha bisogno di me. Mi fermo. Qualcuno ha fretta, e lo lascio passare. Qualcuno mi ha chiesto in un intervista: - Ma… e quando si rivolge a qualcuno e gli dice qualcosa e quello gli risponde di badare agli affari suoi? -  Succede spesso. Ecco, non si ama per essere amati in cambio, si ama per amare. Lo fate perché è naturale allungare la mano e dare un po’ di zucchero alla formica. Che cosa avete perduto? Ci sono tanti che hanno il potenziale ma hanno paura di rivelarvi cosa sono. E cosi va perduta tanta bellezza perché abbiamo paura.
Penso che sia importante parlare ai bambini della continuità della vita. Noi viviamo in una società stratificata. Da bambino io sono stato fortunato perché casa mia era sempre piena di gente… nonne e nonni, e bambini appena nati, donne incinte e sposini novelli. E imparavamo che la vita è un processo continuo e non stratificata. Vedevamo i vecchi e capivamo che un giorno saremmo invecchiati anche noi. Vedevamo qualcuno morire, e cominciavamo ad apprezzare la vita.
I bambini imparano ciò che insegnate loro. Assimilano la mentalità dei genitori. Se i loro genitori hanno paura, hanno paura anche loro.
Poi c’è un’altra cosa essenziale; i bambini devono imparare che hanno la possibilità di scegliere. Crederanno di poter scegliere soltanto se offrite loro alternative. I suicidi, ad esempio, sono coloro che vedono l’aspetto più limitato della vita, che non hanno scelta. La gente ripete sempre che una delle ragioni per cui amiamo accumulare ricchezze è che queste ci offrono maggiori alternative. E’ demenziale! La percentuale più alta dei suicidi si riscontra tra i ricchi. Se non avete alternative ora, potete avere tutto il denaro del mondo e non avere alternative in nessun caso. Le scelte le avete. Potete scegliere la gioia anziché la disperazione, la felicità anziché le lacrime, l’azione anziché l’apatia. Potete scegliere voi e la vita. Ed è tempo che qualcuno vi dica che non siete in balia di forze più grandi di voi. Voi, davvero, siete la forza più grande per voi. Ecco, non potete farlo per me, ma potete farlo per voi.
La gente mi dice: - Oh, Buscaglia, come sei ingenuo! Dici che ognuno di noi può scegliere la gioia. – Provate. La prossima volta in cui vi trovate in una situazione in cui vi sorprendete a urlare con qualcuno, provate a sorridere. E’ stupefacente.

Parliamo del rischio, perché il rischio è cosi bello! Ma il cambiamento e il progresso vengono solo quando siete disposti a rischiare, a fare esperimenti con la vostra vita. Non siete mai sicuri di nulla, tutto è un rischio.
Voglio scrivervi qualcosa:
- A ridere c’è il rischio di apparire sciocchi. – Bene e con questo? Gli sciocchi si divertono un mondo.
- A piangere c’è il rischio di essere chiamati sentimentali. – Naturalmente io sono un sentimentale. Mi piace. Le lacrime possono essere d’aiuto.
- A stabilire il contatto con un altro c’è il rischio di farsi coinvolgere. – Chi rischia di farsi coinvolgere? Io voglio essere coinvolto.
- A mostrare i vostri sentimenti c’è il rischio di mostrare il vostro vero io. -  Che altro ho da mostrare?
- A esporre le vostre idee, i vostri sogni davanti alla folla c’è il rischio d’essere chiamati ingenui. – Oh, mi hanno chiamato con epiteti ben peggiori.
- Ad amare c’è il rischio di non essere corrisposti. – Io non amo per essere corrisposto.
- A vivere c’è il rischio di morire. -  Sono pronto. Non azzardatevi a versare una lacrima se sentite dire che Buscaglia è saltato in aria o crepato. L’ha fatto con entusiasmo.
A sperare c’è il rischio della disperazione e a tentare c’è il rischio del fallimento. Ma bisogna correre i rischi, perché il rischio più grande della vita è non rischiare nulla. La persona che non rischia nulla non fa nulla, na ha nulla, non è nulla e non diviene nulla. Può evitare la sofferenza e l’angoscia, ma non può imparare e sentire e cambiare e progredire e amare e vivere. Incatenata dalle sue certezze, è schiava. Ha rinunciato alla libertà. Solo la persona che rischia è veramente libera. Provate e vedrete che cosa succede.

 
 
 

“A proposito dell’amore”

Post n°13 pubblicato il 25 Febbraio 2009 da lulu_0569
Foto di lulu_0569

“Sotto la maschera dell’amore si presenta spesso la violazione più grande della persona, perché il nostro amore viene sempre dato sotto condizione. - Ti amerò se prenderai bei voti. Ti amerò se sarai all’altezza delle mie pretese. - A me piace pensare che ci sia almeno una persona al mondo che vi dirà semplicemente: - Ti amerò…- sapete, è così che dovrebbero essere le famiglie. Robert Frost ha detto: - La casa è quel posto dove, quando ci andate, vi accolgono sempre. – E non dicono: - Te lo avevo detto. Non avresti dovuto farlo. – Invece, mamma e papà accorrono e dicono: - Siediti, adesso ti fasciamo le ferite… ritenta. – Voi dovete accettare che si prendano cura di voi. Siatelo per qualcuno. E quando questo viene offerto, per molti di noi accettare è più difficile che dare.
La battaglia più dura che dovrete combattere è la battaglia per essere voi. Dovrete combatterla per tutta la vita, in un mondo in cui la gente si sente a suo agio se voi siete per fare i suoi comodi. Ma se rinunciate a voi stessi non vi resta niente altro. Se invece riuscirete a diventare voi stessi, allora potrete dire: - Io sono, io divengo. Io sono ricco di amore, perché dono tutto ciò che sono senza cortine fumogene. Mi dono gratuitamente. – E’ una cosa bellissima poterlo dire. Non lasciatevi sfuggire voi stessi. Il vostro potenziale non ha limiti. Potete imparare a toccare come non avete mai toccato. A guardare come non avete mai guardato. A sentire come non avete mai sentito… Piacetevi come non avete mai fatto! E quando l’avrete fatto, vi renderete conto di non essere arrivati da nessuna parte ma avrete sempre di più, e di più, e di più, tutto da sviluppare e donare.  Fantastico! E cosi quando vi presenterete alla porta del cielo e vi chiederanno: - Sei stato te stesso? Sei diventato te stesso? -  risponderete: - Si!. –
La vita non è un viaggio. Non è una meta. E’ un processo. Arrivate passo per passo. E se ogni passo è meraviglioso, se ogni passo è magico, lo sarà anche la vita. E non sarete mai di quelli che arrivano in punto anche di morte senza aver vissuto. Perché non vi sarete mai lasciati sfuggire nulla. Non guardate al di sopra delle spalle degli altri. Guardateli negli occhi. Non parlate ai vostri figli. Prendete i loro visi tra le mani e parlate con loro. Non fate l’amore con un corpo, fate l’amore con una persona. E fatelo ora, perché questo momento non durerà in eterno. Sparirà in fretta e non tornerà mai più. Tanti di noi passano la vita a piangere sui momenti passati. Troppo tardi! Ma c’è un milione di momenti che devono ancora venire. Uno dei miei colleghi ebbe un grave attacco di cuore. Aveva cinquantadue anni. La moglie telefonò alla figlia, che viveva in Arizona, e le disse di venire immediatamente. Aveva ventidue anni. Prese a nolo una macchina e si inserì sulla superstrada. Ci fu un incidente, e morì sul colpo. Aveva ventidue anni ed è morta! Il mio collega si è ripreso. Non potete mai sapere. E’ un grande mistero, e l’unica cosa che sappiamo con certezza è ciò che è qui ora. Non lasciatevelo sfuggire.
Voglio concludere con questo:
- Ogni giorno prometto a me stesso che non tenterò di risolvere tutti in una volta i problemi della mia vita. E non pretenderò che lo facciate voi. –

Andateci con calma, domani non potrete essere una persona perfettamente ricca d’amore. Ma forse la settimana prossima…

- Ogni giorno cercherò d’imparare qualcosa di nuovo su me stesso e su di voi e sul modo in cui vivo, per poter continuare a fare l’esperienza delle cose come se fossero appena nate. –

Voi non siete mai la stessa persona, dopo questa sera, siete diversi. E domani mattina dopo colazione sarete ancora diversi. Anche se ciò significa soltanto essere un po’ più grassi.

- Ogni giorno ricorderò di comunicare la mia gioia e la mia disperazione, in modo che possiamo conoscerci meglio. Ogni giorno rammenterò a me stesso di ascoltarvi veramente e di cercare di ascoltare il vostro punto di vista, e di scoprire il modo meno minaccioso di esporvi il mio, ricordando che io e voi stiamo crescendo e cambiando in cento modi diversi. Ogni giorno rammenterò a me stesso che sono un essere umano e non pretenderò la perfezione da voi fino a che non sarò perfetto. Ogni giorno mi sforzerò di essere più consapevole delle cose bellissime che ci sono al nostro mondo. –

Lo so c’è la bruttezza. Ma c’è anche la bellezza. E non lasciate che vi convincano del contrario. Guarderò i fiori. Guarderò gli uccellini. Guarderò i bambini. Sentirò la brezza fresca. Mangerò bene e l’apprezzerò. E condividerò con voi tutte queste cose. Uno dei complimenti più grandi è dire a qualcuno: - Guarda quel tramonto -.

- Ogni giorno rammenterò a me stesso di tendere le braccia e di toccarvi gentilmente con le dita. Perché non voglio perdermi questo contatto con voi. Ogni giorno mi dedicherò di nuovo al processo di essere un individuo pieno d’amore, e poi vedrò che cosa succede. –

Sapete, sono sinceramente convinto che se doveste definire l’amore, l’unica parola abbastanza grande per contenerlo tutto sarebbe – VITA - . L’amore è la vita in tutti i suoi aspetti. E se vi lasciate sfuggire l’amore, vi lasciate sfuggire la vita. Non fatelo, vi prego.

 
 
 
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