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Messaggi del 19/08/2014

In giro per l' Italia..nei borghi dal nome inconsueto

Post n°842 pubblicato il 19 Agosto 2014 da giramondo595

Qualche mese fa, in televisione e sui giornali un noto gruppo di assicurazioni, cita alcune località italiane..dal nome in apparenza strano e che tutto farebbe pensare, tranne al nome di un centro abitato.

Il primo è Salve in provincia di lecce

Salve è una città italiana di 4.707 abitanti della provincia di Lecce in Puglia.

Situato nel versante ionico del basso Salento, a 61 km dal capoluogo provinciale, comprende anche la frazione di Ruggiano e le marine di Pescoluse, Torre Pali, Posto Vecchio e Lido Marini. Il litorale di Salve è dal 2009 BaIl territorio del comune di Salve, che si estende per 32,8 km², è situato nel basso Salento lungo la costa ionica del Capo di Leuca. Il centro abitato sorge sui modesti rilievi delle Serre Salentine a 130 m s.l.m.; il territorio comunale è compreso tra gli 0 e i 165 m s.l.m.
L'entroterra salvese è caratterizzato da lievi ondulamenti tra i quali si apre il Canale dei Fani, un ampio canalone di origine erosiva. Le sponde del canale presentano un sistema di terrazzamenti coltivati ad ulivi, sebbene siano presenti lembi sparsi di macchia mediterranea a prevalenza di lentisco, fillirea e mirto; il corso d'acqua, alimentato da affioramenti e piccole sorgenti di acque sotterranee, è percepibile nella presenza di una striscia più o meno continua di canneto a cannuccia di palude e di rari esemplari di agnocasto. La fascia costiera, un tempo zona paludosa, fu completamente bonificata negli anni trenta del Novecento attraverso la creazione di canali e bacini artificiali. Il litorale, dai bassi fondali dalle cui acque emergono piccoli scogli come l'isolotto della Fanciulla, presenta una distesa di sabbia bianca e finissima circondato da dune ricoperte da varie specie vegetali della famiglia delle acacie, da piante graminacee e, soprattutto, dai caratteristici gigli marini.

Confina a nord con i comuni di Presicce e Alessano, a sud e ad est con il comune di Morciano di Leuca, a sud con il Mare Ionio, a ovest con il comune di Ugento.
Bandiera Blu

I primi insediamenti umani nel territorio di Salve risalgono a circa 60.000 anni fa. Lo testimoniano i rinvenimenti di raschiatoi, limace, punte e frammenti ossei di Grotta Montani. Il villaggio messapico della "Chiusa" presso la Masseria del Fano, oggetto di una campagna di scavi da parte di un'equipe di archeologi australiani dell'Università di Sydney, fu abitato dal 1440 a.C. al 470 a.C., mentre quello protoappenninico di Spigolizzi, situato nei pressi delle masserie "Spigolizzi" e "Profichi" risale al periodo del Bronzo Medio (XVI-XV sec. a.C.). La citta' di Salve fu fondata, secondo la leggenda, dal centurione romano Salvius nel 267 a.C. Successivamente si ingrandi' in seguito alla distruzione di due antichi casali che sorgevano nelle immediate vicinanze.
Nel XV sec per difendersi dagli attacchi dei Turchi, i salvesi costruirono un piccolo ma ben munito Fortilizio, grazie al quale resistettero valorosamente agli assalti dei corsari barbareschi.
E' in questo periodo che le autorita' spagnole decisero di iniziare la costruzione delle torri costiere. Quella posta in territorio di Salve, la Torre dei Pali, fu ultimata nel 1563.
Costruita su uno scoglio isolato, circondato dall'acqua, ad una ventina di metri dalla riva, questa torre era unita alla terraferma da uno stretto ponte in muratura.
Nel 1628 i Salvesi acquistarono un organo per la Chiesa. Opera dei maestri Giovan Battista Olgiati da Como e Tommaso Mauro da Muro, l'organo, oggi perfettamente funzionante, orgoglio e vanto dell'intera comunita', risulta essere il piu' antico di Puglia e tra i piu' antichi d'Italia.
Oggi, dopo la bonifica delle paludi del nostro litorale costiero avviata negli anni '30, la principale attrattiva del territorio di Salve sono divenute le sue spiagge: Pescoluse, Posto Vecchio, Torre Pali e Lido Marini, caratterizzate da acque limpide e spiagge di sabbia dorata.

Organo Olgiati-Mauro

In uno scenario di luci e colori, tra altari di stile barocco, sotto le volte decorate con pregevoli stucchi settecenteshi, campeggia nella Chiesa Parrocchiale di Salve il monumentale storico organo, costruito nel 1628 e restaurato nel 1978 con la consulenza tecnico-artistica del M° Prof. Luigi Celeghin, titolare della cattedra d'Organo al Conservatorio "S. Cecilia" di Roma. La paternità di questo strumento si deduce da una scritta incisa a mano con stilo sulla canna maggiore di facciata: "1628 - Giovane Batista Olgiati di Como con Tomaso Mauro di Muro". L'Organo, di sicura ispirazione lombarda ed in particolare antegnatiana (divisione in 5 scomparti della facciata, con la collocazione in alto dei cosiddetti "organetti morti") ha compiuto 385 anni di vita, senza aver subito sostanziali modifiche. Dall'esame di alcune canne è stato possibile dedurre anche un tipo di temperamento in vigore nel '600. Questo gioiello d'arte organaria, risultato tra i 4 più importanti d'Europa, tra i più antichi d'Italia, e sicuramente il più antico di Puglia, che per oltre tre secoli e mezzo ha sostenuto il canto di tante generazioni di salvesi ed ha varcato i confini della Chiesa e della Città di Salve dacchè nelle varie stagioni concertistiche ha visto alternarsi alla sua tastiera numerosi organisti, anche di fama internazionale, rimane a testimonianza di un'arte e di una cultura che era e deve essere, nella sua più schietta autenticità, orgoglio di noi tutti.

IL TESORETTO DI SALVE
Il tesoretto di Salve fu rinvenuto fortuitamente nel giugno o luglio 1930 a Salve, in provincia di Lecce, nel fondo "Fano".
L'allestimento espositivo, che ora si presenta nella cornice del Palazzo Ramirez, nasce dal desiderio, profondamente sentito da tutti i cittadini salvesi, che una parte del proprio patrimonio storico, piccola se si vuole, ma di così grande pregio e importanza ai fini della conoscenza della propria storia, potesse essere goduta dai cittadini di quella terra che per tanti secoli l'aveva custodita.
Non si è pertanto inteso semplicemente esporre dei reperti monetali, ma piuttosto trasformare questa mostra in un'occasione di riflessione sulla storia - economica e non solo - di Salve e del suo territorio, attraverso un percorso che da una parte segue l'intero dipanarsi delle sue vicende storiche, dall'altra propone al pubblico, attraverso una serie di pannelli ricchi di immagine e dai testi agili e di facile comprensione, le molteplici chiavi di lettura che al materiale numismatico possiamo applicare.
L'esposizione prende le mosse da un rapido excursus sulla storia della moneta dalle origini sino ai nostri giorni, quindi sulla fisionomia della moneta circolante nel territorio, sulle tecniche di produzione della moneta nell'antichità, sino al tentativo di far "rivivere" la moneta antica offrendo un'esemplificazione dei prezzi di alcuni prodotti e servizi in vari momenti dell'antichità.
Al termine del percorso, il visitatore sarà invitato ad ammirare le monete costituenti il tesoretto: egli non si troverà però dinanzi ai reperti originali (tuttora custoditi presso il Medagliere del Museo Nazionale di Taranto), ma a delle perfette riproduzioni, che le moderne tecnologie ci hanno consentito di sostituire ai reperti originali, permettendo di farli ammirare nella loro bellezza senza l'assillo della protezione contro i rischi di furto, e di poter vedere contemporaneamente le due facce della moneta, cosa che nel caso degli originali risulterebbe di più complessa attuazione.
Il tesoretto di Salve è composto da 68 monete d'argento: 31 stateri di alcune delle principali città della Magna Grecia (attuale Italia meridionale), 35 "pegasi" battuti da alcune zecche dell'Acarnania (oggi nella Grecia nord-occidentale) e uno coniato da una città della Magna Grecia, 1 quadrigato battuto da Roma.
Gli esemplari coprono un arco cronologico che va dalla seconda metà del VI sec. a.C. circa, fino alla fine del III secolo a.C. circa; la data di occultamento si deve porre negli ultimi decenni del III secolo a.C.

La MASSERRIA DI SANTU LASI

la Masseria di Santu Lasi è stata di recente dichiarata "bene di interesse culturale particolarmente importante", trattandosi - come si legge nel decreto ministeriale di vincolo - "di una delle masserie fortificate dell'Estremo Capo di Leuca che testimonia, attraverso le sue stratificazioni architettoniche, le diverse vicende dell'utilizzo di un territorio produttivo sottoposto, per secoli, ai rischi di aggressioni e invasioni dal mare, ma che ha conosciuto, anche, un'altrettanto costante resistenza da parte degli uomini che l'hanno abitata". La masseria e la cappella, insieme al paesaggio rurale circostante fatto di "forme, colori, prospettive, oliveti, pajare e muri a secco", occupano una porzione di territorio dove un tempo sorgeva l'antico casale di San Biagio e costituiscono per la nostra comunità - e non solo - un bene prezioso che merita di essere tutelato e valorizzato.
MASSERIA "SANTU LASI" (SAN BIAGIO):
La masseria occupa il punto più elevato dell'estrema propaggine delle serre salentine - 102 metri sul livello del mare - ed è ubicata in una posizione intermedia fra la costa ionica e l'abitato di Salve. Dal un vialetto si accede in un primo recinto con alti muri a secco, alcune mangiatoie ricavate nello spessore murario, una rientranza per il ricovero del calesse; la vegetazione è costituita da mandorli, fichi d'India, melograni e piante aromatiche. In asse con il viale è il palmento, coperto con tetto a doppio spiovente; all'interno, lungo una parete, sono i resti di un apiario. Attraversato questo primo recinto si perviene nel cortile sul quale prospetta la masseria vera e propria. Perfettamente orientata secondo i punti cardinali, occupa uno dei lati dello spazio di forma pressoché quadrata sul quale si affaccia anche una piccola torre cilindrica. Al centro è una cisterna, rialzata rispetto al piano di calpestìo, il cui orientamento differisce di poco rispetto a quello dei muri di recinzione. Il fabbricato della masseria, in tufo e pietrame, databile al secolo XVI con aggiunte del XVIII, occupa un lato della corte; è a due piani con caditoie in corrispondenza degli ingressi. Al pianterreno due arcate, precedute da colonne in pietra destinate a un pergolato, sostengono un balcone continuo al quale si perviene mediante una scala esterna che occupa un altro lato della corte e che, ramificandosi, consente di raggiungere anche il primo piano della torre colombaia.
Il piano inferiore era in origine destinato al massaro e alle funzioni produttive, quello superiore a residenza stagionale del proprietario. I due ambienti a pianterreno, entrambi voltati a botte al pari di quelli superiori - presentano una originale pavimentazione in pietrame, nicchie scavate nella muratura, un camino con mensole, un angolo per la lavorazione del formaggio. Il primo piano ripropone l'impianto planimetrico del pianterreno e ha una pavimentazione in battuto, un camino di fattura più raffinata, nicchie e finestre che si aprono su ampie visuali: da un lato verso il mare, dall'altro verso la campagna, i comuni limitrofi e la cappella di Santu Lasi. Una scala a una sola rampa dà accesso al terrazzo sul quale è un monolite a terminazione piramidale, punto di riferimento trigonometrico e ora satellitare.
La torre cilindrica (1577), in uno degli angoli del recinto, presenta in alto una fascia di archetti che si alternano a mensole con decorazioni a motivi geometrici. L'ambiente a pianterreno, di forma pressoché rettangolare, è a botte; quello al piano superiore, circolare, ha una copertura cupoliforme. La torre ha assolto nel tempo a varie funzioni: torre colombaia e torre di difesa. La prima destinazione è denunciata dalla presenza all'interno di tufi disposti in modo da consentire l'alloggiamento dei colombi; la seconda da tracce di una caditoia sul versante che guarda il cortile. Su un altro lato del recinto è un ambiente adibito in origine a mangiatoia, con pavimentazione a "chianche" di differenti forme e dimensioni, tetto a una falda con copertura a tegole. Sul retro della masseria sono altri ambienti destinati al ricovero degli animali con mangiatoie, una "porticina" per l'ingresso delle pecore, un forno. La muratura è costituita da pietrame a secco rafforzato da colonnine di tufo. Tutt'intorno sono vari recinti destinati al gregge e un frutteto, nel quale è un monolite; un vialetto bordato da grandi pietre si conclude con una cisterna nella quale confluiscono le acque del "chiancaro", segnato da canali. In un terreno adiacente, accanto a una pajara, in un punto del Basso Salento particolarmente ventilato, sono due aie di forma circolare: una scavata nella roccia; l'altra posta su un terrapieno artificiale.
Con decreto del Ministero per i beni e le attività culturali del 12 maggio 2008 la Masseria Santu Lasi è stata dichiarata "bene di interesse culturale particolarmente importante".

 

 
 
 
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CITAZIONI DI

Beata Madre Teresa di Calcutta


Quello che noi facciamo
è solo una goccia nell'
oceano,
ma se non lo facessimo
l'oceano avrebbe una
goccia
in meno

Non importa quanto
si dà
ma quanto amore si
mette nel dare.


Trova un minuto
per pensare,
trova un minuto
per pregare,
trova un minuto
per ridere.

La peggiore malattia
dell'uomo?
La solitudine.


Le parole gentili
possono essere brevi
e facili da pronunciare
ma la loro eco è infinita.

 

 

GRAZIE AMICI QUESTI REGALI SONO PER VOI

 

          Grazie Solic

 

Grazie diana.fini

 

 Grazie Trappolinax ( Wanda )

Grazie aumania_12 ( Alisia )

Grazie Trappolinax ( Wanda )

grazie STREGAPORFIDIA (Sonia)

questi splendidi regali,
li voglio
dedicare a
tutti voi amici

Aforismi 

Edward Morgan Forster è stato uno scrittore
britannico,autore di racconti brevi,
di romanzi e saggi letterari.
Da alcuni suoi romanzi sono stati
tratti film di grande successo come:
Passaggio in India (1984, regia di David Lean)
Camera con vista (1986, regia di James Ivory),
Maurice(1987, regia di James Ivory)
e Casa Howard (1992, regia di James Ivory).


Se è facile raccontare la vita,
ben più difficile è viverla,
e siamo tutti dispostissimi a
chiamare in causa "i nervi",o qualsiasi
altra parola d'ordine che serva a
occultare i nostri desideri.
( Edward Morgan Forster )

 Albert Einstein è stato un fisico
a soli 26 anni, ha mutato
il modello istituzionale di
interpretazione
del mondo fisico


E' più facile spezzare
un'atomo, che
un pregiudizio
( Albert Einstein )

 

GRAZIE PER I VOSTRI DONI

       Carissimi amici,
       grazie a tutti
       per i vostri doni.
       Questi sono solo
       una piccolissima
       rappresentanza
       della vostra amicizia
       ed affetto.
       sono felicissimo di
       ciò...bacioni
        a tutti

      vivi la vita    

      Grazie agli amci Trappolinax e luce 1001 per
      i bellissimi regali per il compleanno del mio blog

                    

               

 

SAGGEZZA POPOLARE ANDREOLESE

Cu ava focu campau,cu ava pana moriu.
Chi ha del fuoco è vissuto,
chi ha pane è morto a causa del freddo

'A casa mbidìàta,o pòvara o malàta.
La casa ch'è oggetto d'invidia va
incontro a povertà o malattia.

A bbona lavandàra on manca petra.
Ad una brava lavandaia non manca
pietra (su cui lavare).

E cu' t'affìdi, ti nganni.
Sulla persona a cui presti
fiducia ti sbagli (facilmente).

Canta lu gaddru e si scòtula li pinni.
Il gallo canta e si scuote le piume.
(Si dice di persona che di un fatto
non vuole assumersi alcuna responsabilità
e "se ne lava le mani", come Pilato.

Per altri curiosi proverbi andreolesi:

http://www.andreolesi.com/dialetto/proverbi.htm

 

FRASI CELEBRI

Golda Meir, fu una donna politica
israeliana, quarto premier d'Israele
e prima donna a guidare il governo
del suo Paese.

La vecchiaia è come un aereo
che punta in una tempesta.
Una volta che sei a bordo non puoi
più fare niente
(Golda Meir)

Anton Pavlovič Čechov è stato uno
scrittore, drammaturgo e
medico russo.
Laureatosi in medicina,
scriveva novelle di notte.

L' intelligente
ama istruirsi,
lo stupido istruire.
( Anton Cecov )

Non sappiamo cosa può accaderci
in quello strano guazzabuglio che è la vita.
Possiamo però decidere quello che avviene
in noi, come affrontarlo, che uso farne...
ed è questo, in conclusione,
ciò che conta.
( Joseph Fortton )

 

Henry Ford è stato un imprenditore statunitense.
Fu uno dei fondatori della Ford Motor Company,
società produttrice di automobili, ancora oggi
una delle maggiori società del settore negli
USA e nel mondo.

Chiunque smetta di imparare è vecchio,
che abbia venti o ottant'anni.
Chiunque continua a imparare resta
giovane. La più grande cosa
nella vita è mantenere la
propria mente giovane.
( H. Ford )

Riflessioni sul Tempo ... Il passato rivive ogni giorno perché non è mai passato. (Proverbio Africano); Il tempo è un grande maestro, ma sfortunatamente uccide tutti i suoi studenti. (Hector Berlioz);        Una briciola d’oro non può comprare una briciola di tempo. (Proverbio Cinese);                                            Quando ogni uomo avrà raggiunto la felicità, il tempo non ci  sarà più. (Fëdor Dostoevskij)Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J Lennon )Un giorno senza un sorriso è un giorno perso.(Charlie Chaplin) L'unica cura per l'acne giovanile è la vecchiaia.( Totò )Ogni minuto muore un imbecille e ne nascono due. ( Eduardo De Filippo )Chi vive troppo tempo in un luogo perfetto finisce per annoiarsi. (Paulo Coelho)

 
 

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