Creato da: rainine il 10/11/2006
It’s better to burn out than to fade away.

iniziative

immagine Riprendiamoci Telecom ItaliaADDIO PIZZO: associazione di cittadini coraggiosi che si sono ribellati alla mafiaimmaginepassaparola

  LIBERI

 

I miei link preferiti

 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 6
 

Ultime visite al Blog

simmacopercarioALFADIALIPERTIalllaseraromano200federicomassamatth54claiirefenuscoccia22hannah.mzvarchiogjurrodanilo_venturamario6800
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Contatta l'autore

Nickname: rainine
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 36
Prov: AO
 

 

 
« America - israele e il 4...Bollette vaticane? Pagan... »

America - israele e il 4 Reich II parte

Post n°155 pubblicato il 22 Marzo 2007 da rainine

La militarizzazione dello spazio extra-atmosferico

 Lo spazio extra-atmosferico inizia dove finisce l'atmosfera terrestre, a circa 100 km dalla superficie del globo. Gli Stati Uniti vogliono militarizzare lo spazio per mantenere la supremazia mondiale. Il Pentagono è già in grado di monitorare il mondo dallo spazio. Quello che cerca ora di fare è sviluppare e dispiegare sistemi militari nello spazio che permettano agli Stati Uniti di colpire la terra con straordinaria potenza nel giro di meno di un'ora.

La dottrina dell'Attacco Globale [Global Strike, n.d.t.] del Dipartimento della Difesa mira a “guadagnare e mantenere sia la superiorità globale e dello spazio e fornire un supporto a largo raggio, integrato e versatile che aiuti l'operato del comandante e mantenga un atteggiamento difensivo robusto in grado di contrattaccare dallo spazio.”

Questo significa occupare lo spazio con satelliti da sorveglianza e ricognizione e con anti-satelliti, con missili balistici, intercettori di missili o di movimenti, e altre armi tecnologicamente all'avanguardia che assistano le forze Statunitensi di terra, mare e aria nel mantenere l'egemonia sul resto del mondo. Questo significa anche prevenire, se necessario con la forza, che qualsiasi altro paese utilizzi lo spazio per gli stessi scopi o per autodifesa.

Oltre ai satelliti, che sono diventati fondamentali per i piani di battaglia del Pentagono, la maggior parte delle altre tecnologie sono nella fase di ricerca e sviluppo o in attesa delle decisioni della Casa Bianca, rese difficili da complicazioni politiche, di metterli in uso.

L'amministrazione di George W. Bush, ed in particolare il Dipartimento della Difesa e in misura ancora maggiore l'Air Force (USAF), è ansiosa di lanciare una militarizzazione su larga scala dello spazio, incurante del suo enorme costo economico e del fatto che provocherà la condanna generale del resto del mondo, genererà una pericolosa corsa all'armamento spaziale, e senza dubbio aumenterà le possibilità di grandi guerre in questo secolo.

La destra ed i neo-conservatori conoscono queste possibili conseguenze ma credono che gli Stati Uniti prevarranno grazie alla loro schiacciante potenza. Che, cioè, ne “vale la pena.” Ma questa visione non è condivisa dalla maggior parte degli Americani che non fanno parte della destra estrema, particolarmente alla luce dell'assenza di un altro paese che possa avvicinarsi a minacciare la supremazia globale degli Stati Uniti. Inoltre, praticamente ogni nazione del mondo, inclusi gli stretti alleati di Washington di Europa e Canada, si oppongono alla militarizzazione dello spazio, com'è evidente dalle frequenti votazioni alle Nazioni Unite.

Ciò significa che gli Stati Uniti stanno chiaramente muovendosi verso la militarizzazione dello spazio – più lentamente durante l'amministrazione Clinton, più rapidamente con Bush – ma non ancora a quei ritmi che preferirebbero i falchi guerrafondai o la cerchia di Bush.

Il budget annuale degli investimenti Statunitensi nello spazio sono di circa 36 miliardi di $. Questa cifra rappresenta il 73% di quanto spendono collettivamente tutte le altre nazioni mondiali per lo spazio, incluse Cina, Russia, Europa, Giappone ed India, secondo lo Space Security Project.

Ad un certo punto, forse in un futuro non troppo distante, un governo Statunitense o l'altro riuscirà a convincere gli Americani, e soprattutto i poteri forti, che la Russia, la Cina, o entrambi i paesi saranno diventate delle minacce così grandi per l'egemonia Statunitense che la sopravvivenza richiederà estendere i confini della Fortezza America fin nei cieli. Dato che la seconda guerra fredda è già iniziata, si ritiene che stia parimenti iniziando la creazione di questo pretesto.

Il piano di sfruttare lo spazio come parte dei preparativi di guerra dell'America fu avanzato dalla destra durante il periodo di massima opposizione alla Russia, la prima metà degli anni '80, con il programma di difesa missilistica “Star Wars” del presidente Ronald Reagan e con la creazione del Comando Aerospaziale nel 1982, che ha il compito di “difendere il Nord America con le operazioni balistiche spaziali ed intercontinentali, elementi vitali per la supremazia mondiale.

Negli anni '90, i neo-conservatori iniziarono a pensare a come proiettare la potenza Americana in tutto il mondo, inclusa la militarizzazione dello spazio – e enunciarono le loro conclusioni nell'influente documento del Progetto per un Nuovo Secolo Americano [PNAC] intitolato “Ricostruire le difese dell'America.” Un anno dopo gli attacchi al Pentagono ed a New York l'11 Settembre 2001, il Presidente Bush inserì' la maggior parte di queste idee nella nuova Strategia per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti. Circa nello stesso momento, Bush si chiamò fuori dal trattato anti-missili balistici [ABM], che aveva vietato lo sviluppo di difese missilistiche e sistemi spaziali.

Un problema per il Pentagono è che gli Stati Uniti, come firmatario del Trattato sullo spazio extra-atmosferico, non potrebbero “piazzare in orbita intorno alla terra nessun oggetto dotato di armi nucleari o altri tipi di armi di distruzione di massa (chimiche o batteriologiche), né installare simili armi su corpi celesti, o far stazionare simili armi nello spazio in qualsiasi altra maniera.

Perciò al momento il programma militare spaziale Statunitense è basato su armamenti “convenzionali”, non su armi di distruzione di massa (WMD), ma con alcuni ritocchi questo potrebbe cambiare. Per esempio, oltre il 70% dei bombardamenti “colpisci e terrorizza” su Baghdad durante i primi giorni dell'invasione dell'Iraq furono coordinati e mandati a bersaglio attraverso i satelliti militari nello spazio. Quelle bombe erano esplosivi convenzionali, ma i satelliti avrebbero potuto parimenti guidare armi nucleari visto che non sarebbero state lanciate dallo spazio.

Secondo Hans M. Kristensen della Federazione degli Scienziati Americani, “Anche se la dottrina del Global Strike è primariamente una missione non nucleare, le informazioni raccolte [sul programma] suggeriscono che le armi nucleari sono sorprendentemente prominenti sia nella fase di pianificazione che in quella operativa del Global Strike.

Sia la Cina che la Russia, tra le tante nazioni, hanno cercato di far passare all'ONU un nuovo trattato che vieti l'utilizzo di armi convenzionali nello spazio ed anche quelle di distruzione di massa, ed inoltre di proibire l'utilizzo dei satelliti per guidare le armi sulla terra. Fedeli al loro imperativo guerrafondaio, gli Stati Uniti non permetteranno che un simile trattato possa interferire coi loro piani.

Bush ha proposto lo scorso Ottobre una versione declassificata di 10 pagine della nuova Politica Nazionale per lo Spazio, oltrepassando quella di Clinton del Settembre 1996, ma nascondendo le vere intenzioni del governo. La nuova politica è simile in alcune parti a quella dell'era Clinton ma più unilaterale, arrogante e favorevole alla militarizzazione dello spazio, che tuttavia non ha espresso onestamente.

Solo leggendo tra le contorte righe è stato possibile capire appieno che il governo Statunitense intende occupare militarmente lo spazio ed evitare che altri paesi possano ottenere un simile vantaggio strategico.

Ecco un esempio: “Agli Stati Uniti è permesso l'uso e l'esplorazione dello spazio da tutte le nazioni per scopi pacifici, e per il beneficio di tutta l'umanità. In linea con questo principio, “gli interessi pacifici” permettono la difesa degli Stati Uniti e attività collegate all'intelligence in ossequio agli interessi nazionali.” (Traduzione: dato che rispettiamo i vostri propositi pacifici voi dovete rispettare i nostri, quindi toglietevi di torno.)

Eccone un altro: “Gli Stati Uniti si opporranno allo sviluppo di nuovi sistemi legali o altre restrizioni che cerchino di proibire o limitare l'accesso Statunitense all'utilizzo dello spazio. Gli accordi o le restrizioni per limitare le armi non devono collimare coi diritti degli Stati Uniti di condurre ricerche, sviluppo, test, e operazioni o altre attività nello spazio per gli interessi nazionali Statunitensi. (Traduzione: vogliamo militarizzare lo spazio, e come membro principale del Consiglio di Sicurezza ed egemone globale, non permetteremo che nuovi trattati possano annullare i nostri vantaggi.)

Un altro: sotto il titolo “Linee guida per la sicurezza nazionale nello spazio”, il documento ha dichiarato che il Dipartimento della Difesa ha intenzione di:

  • “Sviluppare e dispiegare nello spazio tutti quei sistemi che possano mantenere il vantaggio Statunitense e favorire il rinnovamento della difesa e dell'intelligence.”

  • “Fornire un accesso allo spazio che sia affidabile, tempestivo e versatile per interessi di sicurezza nazionale.”

  • “Creare le condizioni nello spazio per favorire una prontezza informativa globale strategico-tattica oltre che sistemi di difesa missilistica multi-livello.

  • “Sviluppare le capacità, i piani, e le scelte necessaria ad assicurare la libertà di azione nello spazio, e, se necessario, negare la stessa libertà di azione agli avversari.

(Traduzione: stiamo partendo, quindi è meglio che vi spostiate.)

Theresa Hitchens, direttore del Center for Defense Informazione [un istituto di ricerca indipendente di Washington, n.d.t.], ha dichiarato che mentre la nuova dottrina “non si spinge avanti come alcuni falchi dello spazio avrebbero desiderato, nell'appoggiare apertamente la strategia dell'attaccare “a, da e nello spazio”, tuttavia non è neanche una pietra – ma neanche un sassolino – sopra quelle ambizioni. E prendendo un tono decisamente “noi contro loro,” è lecito aspettarsi che essa aumenterà all'estero la sensazione che gli Stati Uniti abbiano assunto il ruolo di un “solitario cowboy spaziale.”

Ci sono voluti quattro anni e dozzine di revisioni prima della versione finale della Politica Nazionale per lo Spazio che è stata approvata – segno di quanto deve essere complesso trasformare un piano militare per controllare il mondo in una gita nello spazio. Il rapporto ha in realtà ritardato per 15 mesi l'uscita dopo che rapporti di stampa rivelarono che Bush era favorevole ad una richiesta dell'USAF di una direttiva presidenziale che avrebbe permesso il dispiegamento delle armi nello spazio. Le proteste evidentemente suggerirono a Bush ed ai suoi consiglieri di moderare i toni della dottrina – un problema che è stato risolto non enunciandola a chiare lettere.

Mosca e Bejing chiedono da anni un veto internazionale su ogni forma di militarizzazione dello spazio extra-atmosferico, fatta inclusione per la ricognizione militare ed i satelliti per le comunicazioni, oltre che per le armi da quelle convenzionali a quelle di distruzione di massa. Nel 2002, la Cina e la Russia, appoggiati da Vietnam, Siria, Indonesia, Bielorussia e Zimbabwe, proposero alle Nazioni Unite un trattato per demilitarizzare completamente lo spazio, provvisoriamente chiamato “Prevenzione del Dispiegamento delle Armi nello spazio extra-atmosferico e della Minaccia o Utilizzo della Forza contro Oggetti dello Spazio Extra-atmosferico.”

Gli Stati Uniti non hanno solamente negato di essere intenzionati a approvarlo, ma non ne hanno neanche voluto discutere.

Nel frattempo, sono state introdotte altre risoluzioni che mirano a prevenire una corsa agli armamenti spaziali e sono state votate a favore da ampissime maggioranze.

Nel 2000, per esempio, una risoluzione per Prevenire la Corsa agli Armamenti Spaziali passò per 163 voti a 0, con soli tre astenuti, la Micronesia, Israele e gli Stati Uniti. Nel 2003, il voto ONU per prevenire una corsa agli armamenti spaziali finì 174 a 4, con le Isole Marshall che si unirono ai “Tre Grandi” che stavolta votarono tutti contro. Lo scorso anno, il voto all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite è finito 166 a 1. Israele si è astenuto. Gli Stati Uniti hanno votato no.

Ufficialmente, Washington continua a sostenere che il Trattato sullo Spazio Extra-atmosferico del 1967 e altre misure legali renderebbero un nuovo trattato ridondante, ma questo solamente perché il trattato permette agli Stati Uniti di militarizzare lo spazio dalla porta secondaria, quella dei satelliti collegati ai campi di battaglia ed alle armi eccetto quelle di distruzioni di massa. La maggior parte del resto del mondo si oppone a qualunque militarizzazione dello spazio, e Washington ed Israele evidentemente non potranno neanche contare per sempre sulle Isole Marshall e sulla Micronesia.

L'amministrazione Bush ha ripetutamente espresso disprezzo per il trattato proposto da Cina e Russia e verso simili sforzi portati da altri paesi. L'ex vice segretario alla Difesa, Paul Wolfowitz, forse il più rumoso tra i perpetratori neo-conservatori della guerra Irachena, dichiarò nell'Ottobre del 2002: “Lo spazio offre possibilità attraenti non solo per la difesa missilistica, ma anche per un ampio raggio di missioni civili e militari collegate.” L'ex ambasciatore Statunitense John Bolton, un altro falco di guerra, commentò a Ginevra nel Settembre del 2004: “Non siamo pronti a negoziare questa cosiddetta corsa agli armamenti nello spazio extra-atmosferico. Semplicemente non crediamo che valga la pena discuterne.”

La Casa Bianca è visibilmente restia ad ammettere le sue intenzioni di militarizzare lo spazio, ma l'USAF in particolare è stato piuttosto esplicito. Nel 1996, l'allora capo del Comando Spaziale, il Generale Joseph W. Ashy, disse: “Combatteremo dallo spazio, e lo faremo anche nello spazio. E' questo il motivo per cui gli Stati Uniti hanno programmi di sviluppo nell'energia diretta e in meccanismi colpisci-per-uccidere. Un giorno attaccheremo sulla terra – navi, aerei, bersagli di terra – dallo spazio.”

Nel 2004, il Sottosegretario dell'Air Force Peter B.Teets, discutendo le intenzioni Statunitensi per lo spazio, dichiarò schiettamente: “Stiamo tracciando la strada per le guerre del 21° secolo.” Nel Maggio del 2005, il New York Times citò il Generale Lance Lord, un altro capo del Comando Spaziale, che rivelava, “la superiorità spaziale non è un nostro diritto di nascita, ma piuttosto il nostro destino. La supremazia spaziale è ora la nostra priorità. La supremazia spaziale è la nostra visione per il futuro.” Non spiegò come si sarebbe potuta ottenere questa supremazia spaziale, ma esiste solamente un modo: dominando militarmente.

L'USAF riconosce che la militarizzazione dello spazio è un obiettivo primario. Il Documento della Dottrina dell'Air Force 2-2,1 sulle “Operazioni di contrattacco spaziale,” pubblicato nell'Agosto del 2004 (e disponibile online), dichiara: “Le operazioni di contrattacco spaziale delle Forze Aeree Statunitensi sono la strategia ed il mezzo con cui l'Air Force potrà raggiungere e mantenere la supremazia spaziale. La supremazia spaziale fornisce la libertà di attaccare così come la libertà dagli attacchi.”

Il Generale John P. Jumper, capo dell'Air Force nel 2004, scrisse nella prefazione al Documento 2-2.1: “Le operazioni di contrattacco spaziale sono determinanti per il successo nella guerra moderna. La rapida maturazione delle capacità spaziali e dell'evoluzione delle operazioni di contingenza hanno migliorato di molto l'efficacia delle potenzialità aeree e spaziali. I comandanti di combattimento sfruttano capacità spaziali come le comunicazioni; il posizionamento, la navigazione e la prontezza; avvertimenti di missili; sensori ambientali; e la ricognizione per mantenere un vantaggio nel combattimento contro i nostri avversari. La superiorità spaziale assicura la libertà di operare nello spazio impedendolo agli avversari. Lo sviluppo di capacità offensive di contrattacco nello spazio forniscono ai comandanti nuovi strumenti per le operazioni belliche nello spazio.”

Ed allora, cos'ha ottenuto il Pentagono finora? Abbiamo alcuni suggerimenti di un Professore Italiano, Giuseppe Anzara, che ha scritto “Star Wars: l'Impero colpisce ancora” (18 Agosto 2005), un articolo che è stato diffuso da Power and Interest News Report:

Sul piano tecnologico, la pianificazione del Pentagono è in fase avanzata: alcuni progetti – che mirano a militarizzare lo spazio – sono già pronti da diverso tempo. Tra i (noti solo in parte) nuovi piani del Pentagono, i due più interessanti sono il programma “Global Strike” e quello “Martello di Dio” [Rods From God, n.d.t.]. Global Strike include l'utilizzo di aerei militari nello spazio dotati di armi ad alta precisione (con un margine di errore probabilmente inferiore ai 3 metri) del peso di circa 500 kg, che hanno come obiettivo primario quello di colpire le basi e le postazioni di comando militari nemiche e installazioni in ogni parte del pianeta.

La forza principale degli aerei militari nello spazio è quella di poter raggiungere qualsiasi punto del globo nel giro di 45 minuti [vi ricorda forse qualcosa? n.d.t.]. Questo è un periodo di tempo breve che potrebbe fornire alle forse Statunitensi una capacità di pronta reazione formidabile, di contro alla conseguente impossibilità del nemico di organizzare una qualsiasi difesa efficace. Gli obiettivi primari di un'arma simile sarebbero le forze strategiche del nemico e – secondo fonti dell'Air Force estensivamente citati nelle news – il Pentagono vorrebbe dare la priorità a questo progetto. Una delle ragioni principali, ci dicono queste fonti, è che lo stesso Pentagono – dopo aver speso circa 100 miliardi di $ - ha finalmente ammesso il suo fallimento nel creare un infallibile sistema di difesa missilistica terrestre che protegga il suolo americano da attacchi balistici.

Il cosiddetto progetto del Martello di Dio, secondo Anzera, “consiste in una serie di piattaforme orbitanti con cilindri di tungsteno di circa 6 metri di lunghezza e 30 cm in diametro che guidate dai satelliti sarebbero in grado di colpire qualsiasi obiettivo sulla Terra nel giro di pochi minuti, poiché i cilindri si muoverebbero ad oltre 11.000 km/h. Quest'arma sfrutterebbe l'energia cinetica per causare un impatto pari a quello di un missile nucleare penetrante, ma senza il fallout radioattivo. Il sistema funzionerebbe tramite due satelliti, uno servirebbe da piattaforma di comunicazione, l'altro conterrebbe un arsenale di cilindri di tungsteno.”

L'Agenzia per la Difesa Missilistica del Pentagono sta sviluppando degli intercettori missilistici da essere installati nello spazio (SBIs) per un costo di oltre 600 milioni di $ nell'arco di molti anni, inclusi i test per le sperimentazioni. Questa sembrerebbe essere un'arma spaziale, ma il portavoce dell'amministrazione Bush Tony Snow è riuscito a non sorridere quando ha risposto ad una domanda durante una conferenza stampa il 18 Ottobre dichiarando che “la difesa dallo spazio è una cosa diversa della militarizzazione dello spazio.”

Altri progetti sui tavoli da lavoro del Pentagono o attualmente in sviluppo includono il missile cruise ipersonico X-51 che può viaggiare a 5.800 km/h; satelliti-specchio che redirigano i raggi laser dalla Terra contro qualunque bersaglio in orbita o in superficie, e satelliti in grado di inviare onde radio con un alto raggio in potenza e ampiezza; un'astronave robot capace di determinare se un particolare satellite rappresenti un “problema” per gli Stati Uniti, caso in cui potrà sabotare lo strumento non gradito; razzi senza testate che servano da intercettori cinetici; un aliante armato noto col nome di Common Aero Vehicle che può essere lanciato nello spazio e può viaggiare a velocità ipersoniche per prendere di mira obiettivi sulla terra; un sistema astronautico sperimentale e molto altro ancora.

Il 15 Febbraio, l'Associated Press ha riportato che la Russia è insofferente per i piani Statunitensi per intercettori missilistici che gli Stati Uniti vogliono dispiegare non solo nello spazio ma soprattutto in Polonia e Repubblica Ceca, praticamente in faccia al Presidente Vladimir Putin. L'agenzia giornalistica ha citato Yuri Baluyevsky, capo dello Staff dei Generali Russi, che indicava come Mosca in caso che gli Stati Uniti dispiegassero le difese missilistiche nell'Europa dell'Est potrebbe chiamarsi fuori dal Trattato per le Forze Nucleari Intermedie del 1987. Questo trattato eliminava i missili di media gittata che erano stati installati in Europa.

Temendo che la corsa verso i preparativi di guerra possa fermarsi quando Bush ed i neo-conservatori lasceranno la Casa Bianca, la fazione guerrafondaia della destra ha accelerato la sua campagna per la militarizzazione dello spazio. Una legione di falchi neo-conservatori di vari think-tank si sono uniti lo scorso anno sotto il “Independent Working Group on Missile Defense, the Space Relationship and the 21st Century,” [ Gruppo Indipendente di Lavoro sulla Difesa Missilistica, il Ruolo dello Spazio ed il 21° Secolo, n.d.t. ] ed hanno pubblicato un documento di oltre 200 pagine che preme per un estensivo programma spaziale militare.

Scrivendo nel Bulletin of Atomic Scientists [Bollettino degli scienziati nucleari, n.d.t.] di Gennaio/Febbraio 2007, Theresa Hitchens ha detto che il documento “è scritto in un linguaggio così incendiario che dovrebbe essere vietato portarlo nei bagagli, [e] attacca gli opponenti della militarizzazione dello spazio definendoli un branco di “estremisti del controllo delle armi, pacifisti, professionisti della realpolitik, [e] anti-Americani” dediti al “disarmo unilaterale” degli Stati Uniti.

In conclusione: torniamo al tema introdotto all'inizio di questo articolo in due parti: il militarismo Statunitense.

Come ha scritto Chalmers Kohnson in Le lacrime dell'Impero, “Gli Stati Uniti hanno marciato verso l'imperialismo ed il militarismo per molto tempo. Camuffando la strada che stavano intraprendendo, i leader Americani hanno nascosto la loro politica estera in eufemismi come “la sola superpotenza rimasta,” “la nazione indispensabile”, “lo sceriffo a malincuore,” “interventi umanitari” e “globalizzazione”.

Tuttavia, con l'avvento della seconda amministrazione Bush nel 2001, queste pretese hanno aperto la strada alle rivendicazioni della Seconda Venuta dell'Impero Romano. Non è stato Bush a trasformare gli Stati Uniti in una società militaristica. Il militarismo nasce da molto prima la data in cui si è insediato alla Casa Bianca, quantomeno all'inizio della Guerra Fredda alla fine degli anni '40, quando i leader politici Americani iniziarono uno stato virtuale di preparativi di guerra e guerra guerreggiata che è continuato fino ad oggi, e fino a molto tempo dopo che gli Stati Uniti sono diventati una fortezza praticamente inespugnabile, e che è scomparso qualunque possibile nemico di una certa consistenza.

Né Bush ha trasformato gli Stati Uniti in un paese imperialista. L'imperialismo motivò l'ingiusta presa di possesso dei territori Messicani nel 1848. L'imperialismo motivò la guerra del 1898 contro la Spagna per estendere l'egemonia Statunitense su Cuba, Portorico e le Filippine, ed è continuato da allora, crescendo maggiormente nel periodo post-sovietico di dominazione geopolitica unipolare favorita da una potenza militare senza precedenti.

Bush è forse il Presidente più pericoloso della storia Statunitense – ha sferrato guerre su pretesti, minacciato molti paesi e stracciato trattati. Ma non avrebbe potuto fare tutto questo senza le armi politiche del militarismo e dell'imperialismo, armi che si sono passate di mano un presidente dopo l'altro per circa 60 anni.

Quello che è in gioco in questo approfondimento delle preparazioni e delle intenzioni di guerra del governo Statunitense non è semplicemente quello che i progressisti si chiedono succederà oggi all'Iraq o domani a Venezuela, Iran e Cina. La vera questione è cosa essi [i progressisti] faranno a proposito della catastrofica combinazione del militarismo e dell'imperialismo che crea uno stato continuo di preparativi di guerra e di guerra stessa un indelebile caratteristica dello stato Americano. Non è semplicemente questione di sbarazzarsi di Bush per l'Iraq o di Lyndon Johnson per il Vietnam. Se non ci sbarazziamo del militarismo e dell'imperialismo stiamo semplicemente spianando il terreno per la prossima guerra, e quella dopo, e quella ancora dopo.


 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963