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Un blog creato da Il_capo_dei_cattivi il 19/12/2004

Malvagità Paradossa

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Gaspare, Melchiorre e Baldassare.

Post n°136 pubblicato il 15 Dicembre 2006 da Il_capo_dei_cattivi
Foto di Il_capo_dei_cattivi

Il sole mattutino illumina la distesa di ciottoli che si confonde immutabile con l’orizzonte.

Tre ometti con il turbante, accompagnano altrettanti dromedari carichi. Il passo è fiacco, quasi indolente.

 

Baldassare: Lo sapevo… ci siamo persi…

Gaspare: Ve lo avevo detto che dopo la seconda ansa dell’Eufrate bisognava girare a destra, ma voi due…

Melchiorre: Voi due cosa?!?! Ma non te lo ricordi che l’altra volta che dovevamo andare a vedere il Krishna a Radha, tu hai detto che sapevi la strada ed invece siamo finiti con passare il weekend a fare il bagno nell’Indo con un maestro yoga Uttara-Mimamsa particolarmente incattivito.

Gaspare: Eccome se me lo ricordo!! Ho ancora una gamba sifula dopo che mi ha costretto per ore alla posizione dello “Stinco Martoriato”

Baldassare: Ed adesso dove andiamo?

Gaspare: Di là!

Melchiorre: No, neanche per sogno

Gaspare: Ma la stella cometa è di la?

Melchiorre: La stella cometa delle belle balle. Che ne sai che la stella cometa sa la strada? Magari lei finge e segue noi.

Baldassare: Speriamo che a Natale mia moglie mi regali un bel GPS…

 

Si fa sera… dopo un lungo giorno di cammino i tre magi si ritrovano nello stesso punto da cui sono partiti la mattina riconoscendo le tracce del loro precedente bivacco... I tre bestemmiano ripetutamente in dialetto tagico contro Zoroastro ed Eustorgio.

 

Baldassare: Abbiamo girato in tondo… siamo nel buco del sedere del deserto… ed abbiamo girato in tondo tutto il giorno…

Melchiorre: E’ colpa del dromedario di Gaspare che tende a sinistra.

Gaspare: Gli ho rifatto la convergenza da poco e questo artiodattilo non ha nemmeno trentamila chilometri.

Melchiorre: L’avrai preso usato, t’han fregato.

Gaspare: Io prendo solo quelli di prima qualità… E no Melchiorre… non ti metti lì a dormire… sei sopravento e se dormendo pianti una pavana mi tocca annusarmela. Vieni di qua che almeno sei sottovento.

Baldassare: Cosa cuciniamo stasera? Sono trentacinque giorni che mangio fave secche. Se non la smetto con i carboidrati e non cambio presto menu, tra un po’ cago tondini di ferro che posso esportare a Toledo per farne fare spade…

 

Davanti al piccolo fuoco acceso con i pochi legni trovati nel deserto i tre saggi si confrontano:

 

Baldassare: Sono perplesso, ma l’idea di venire qui di chi è stata?

Gaspare: Di Melchiorre, è lui che non se ne vuole perdere uno di questi Figli di Dio… non ce ne siamo perso uno Manitù, Siddharta, Zeus e tredici incarnazioni animiste in svariate creature, dall’ippopotamo in Numidia, al quel coleottero stercorao portaforntuna…

Melchiorre: E tu che vorresti fare? Trascorrere tutta la vita ad Hecatomylos od a Ctespion a guardare un po’ di gnocca che passeggia per le vie del mercato, od andare al night a guardare la danza del ventre? Il mio ego ha bisogno di stimoli: ho bisogno muovermi e fare qualcosa di diverso, di nuovo. Mica marcire appresso a quelle quattro galline persiane dovresti essermi grato.

Gaspare: Tu ti annoi poiché sei talmente brutto tantè che non esiste una ragazza in tutta la Persia Partica che ti abbia mai degnato di uno sguardo. Io invece rimorchio alla grande…

Melchiorre: Ma certo che tu rimorchi alla grande. Ad esempio mi viene in mente quell’eunuco della corte di Friapazio, che a Nishapur ti ha rincorso per tutta la sera.

Baldassarre: Ma voi cosa gli avete portato in regalo ?

Melchiorre: Io l’oro, come sempre: è un dono di classe, non impegna ed una volta donato uno può farne ciò che desidera, anche fonderlo e farsene un bel rolex. Gaspare gli avrà comprato il solito arbre magique al gusto di mango.

Gaspare: Il mio è incenso e non è affatto nauseate. E’ all’aroma di patchouli ed ho pure preso un meraviglioso diffusore intarsiato...

Melchiorre: seee… paccottiglia e chincaglieria presa dal banchetto di qualche cinese… E tu Baldassarre che hai preso ?

Baldassare: io gli ho portato della mirra

Gasapare e Melchiorre all’unissono: E che cazzo è la MIRRA?!?!

 

Baldassarre affondai il cucchiaio nella ciotola di fave sputa a terra un blocco piuttosto compatto di chimo di masticazione borbottando.

 

Baldassare: La mirra è una gommaresina aromatica, estratta da un albero o arbusto del genere Commiphora, della famiglia delle Burseracee.

Gli altri due Magi lo guardano impassibili per alcuni istanti, quindi scoppiano a ridere sonoramente.

Baldassare barbotta ancora qualcosa a proposito de “gli arabi del cazzo” ed invoca per il futuro una crociata per motivi religiosi ed etnici da parte di forze armate occidentali.

 

Un dromedario raglia come un somaro, un altro caga un quintale di sterco.

Il cielo del deserto è meraviglioso. La luna e stelle sono come noi non le vedremo mai.

 

I tre ce la faranno ad arrivare in tempo ?

 
 
 

Il mistero del Natale.

Post n°135 pubblicato il 14 Dicembre 2006 da Il_capo_dei_cattivi
Foto di Il_capo_dei_cattivi

(La vera storia del Natale)

 

Tutti sappiamo che Babbo Natale abita al Polo Nord ove fa parecchio freddo.

Le renne e gli elfi, per quanto resistenti alle intemperie, idrorepellenti, impermeabilizzati e con un buono strato antiruggine alle giunture delle articolazioni, rischiano perennemente la morte per assideramento.

Questa situazione di lavoro disagiato è stata però risolta nell’autunno del millenovecentosettantotto quando un elfo di nome Caco scavando in cantina per seppellire il cadavere della sua renna preferita, defunta nel corso di un grandioso party sadomaso coadiuvato dall’uso di popper, pasticche e strisce di neve da sniffare.

E’ stato infatti trovato in quel mentre un bel giacimento di idrocarburi fossili seppellito sotto alla profondità dei ghiacci.

Grazie a tale nuova risorsa si è attuato quindi un processo di forte industrializzazione del polo nord geografico e magnetico, che ha portato alla ridente produzione in serie di giocattoli tecnologicamente avanzati e divertentissimi, ora indispensabili per coadiuvare il sorriso e le crisi epilettiche di tutti i bimbi belli e buoni del mondo occidentale culturalmente ed economicamente avanzato.

Ha inoltre portato al licenziamento di tutti gli elfi di Babbo Natale e loro riassunzione con contratto interinale a tempo determinato per favorire l’instaurarsi di una sana politica economica.

 

Ma veniamo ai giocattoli meravigliosi sfornati dalle industrie Natalizie di Babbo Natale. Abbiamo infatti:

Il Game boy Advance Color in oro zecchino, con tastini che secernono l’Attack, consentendo alcuni innegabili vantaggi ai genitori del pargolo stesso:

-          è più difficile che gli freghino il Game boy Advance Color in oro zecchino essendo esso fisicamente solidale alle manine del bimbo,

-          se insistono nel rubare l’edotta console portatile, sono costretti a portarsi via pure la tua prole (e questo solitamente è cosa buona),

-          il pargolo vivace non deve faticosamente addurre scuse per continuare a perpetrare la sua sessione di gioco non potendo mai più (se non tramite amputazione degli arti superiori) separarsi dall’amato gioco elettronico

 

Il Ruttolotto, il bambolotto empatico. Questo bambolotto compie tutte le azioni che tuo figlio si sforza di reprimere a causa dello stress e delle tue raccomandazioni sbagliate, liberando le vie occluse del suo carattere. In particolare la tecnologia simpatica sviluppata dal Santa Claus Compulsory Laboratory ha scelto di implementare queste attitudini:

-          Quando tu e tuo marito litigate aspramente a suon di ceffoni e bestemmie, non lesinando nell’uso liberante di epiteti quali “stirpe di meretrice” e “parziale onanista” e tuo figlio in età prepuberale incomincia già a sviluppare il seme di quella  gastrite nervosa che lo accompagnerà per sempre, il Ruttolotto si reca in un angolino di casa e vomita dando di stomaco la colazione fatta l’altro ieri con i digeribilissimi Cheerios

-          Quando ammonisci tuo figlio per la terza volta consecutiva, avendolo trovato con mannaia e trapano tassellatore in mano, impegnato ad inseguire per casa il dolce cucciolo di Labrador con pedigree, il Ruttolotto approfitta della tua distrazione e mozza la codina al cane con l’ausilio del flessibile con il disco diamantato da 225 mm che ha in dotazione in una tasca segreta celata nel suo pancino.

-          Quando costringi il tuo giovane pargolo ad utilizzare le pattine a levitazione magnetica in alcune stanze di casa affinché non lasci traccia della sua esistenza sul tuo parquet realizzato con il legno dell’arca dell’alleanza ed intarsiato con i chiodi della croce di Cristo, il Ruttolotto esprimerà quanto reprime il tuo erede discendente, sgommando ripetutamente con una mietitrebbia cingolata in sala ed in salotto.

 

Il Varanus komodoensis ricaricabile, ossia un Varano di Komodo lungo due metri e mezzo con pile al litio. Questo animale domestico robotico rimpiazza l’obsoleto Furby sbranandolo. Funziona un po’ come un Tamagochi ed un po’ come un Rottweiler inferocito, sviluppando in modo impagabile le doti di comunicazione sociale di tuo figlio:

-          Quando il tuo piccolo familiare prova socializzare con il Varanus komodoensis ricaricabile esso dapprima lo ignora guardando qualche cazzata alla TV (un po’ come fai già tu) e poi, quando insistendo rompe le balle, lo ammansisce con cura, piazzandogli delle mazzate con la sua coda acuminata realizzata in carburo di tantalio (esattamente come fai tu, potendo però contare solo sull’ausilio delle tue piccole e fragili mani)

-          Se tuo figlio invita un amichetto a casa per condurre di giochi spensierati e fantasiosi, il Varanus komodoensis ricaricabile diventa subito geloso ed intercetta il piccolo ospite alla prima pausa pipì, nascondendosi dietro al water. Ne sottrae quindi il corpo trattandolo come il suino selvatico di cui è ghiotto. E’ certificato ISO 9002 che i genitori del piccolo ospite smarrito nel ventre del Varanus komodoensis ricaricabile, trovandosi finalmente liberi dall’impiccio della prole, non sporgeranno denuncia.

-          Al momento di andare a dormire il Varanus komodoensis ricaricabile, si acquatta nella cameretta di tuo figlio vicino alla presa di corrente nei pressi del comodino (per ricaricarsi assorbe tredicimila ampere-ora e sedici schede di ricarica telefonica della TIM) accende i suoi occhietti luminosi iniettati di color rosso sangue ed emette salutari ringhi inferociti che dipanando gli incubi, i babau ed i barbagianni dai sogni di tuo figlio.

 

Ora per ricevere queste primizie del divertimento, basta solo scrivere la letterina giusta a Babbo Natale, ma fatelo voi genitori un po’ perché potete firmare l’assegno utile a contribuire alle spese di ricerca (di filmatini zozzi su internet che quel vecchio bastardo di Santa Claus deve sostenere), un po’ perché solo voi sapete cosa è meglio per far crescere vostro figlio purché vi  sia alla larga.

 
 
 

Letterine natalizie a Il Capo dei Cattivi:

Post n°134 pubblicato il 12 Dicembre 2006 da Il_capo_dei_cattivi
Foto di Il_capo_dei_cattivi

Caro Capo del Natale,

è Natale e dovremmo essere tutti più buoni, però... vedi... bhè io ieri ho conficcato uno stiletto molto appuntito nel malleolo di Escrezia, la bambola che si atteggia da mignotta, preferita di mia sorella, mutilandola e sfregiandola in modo chiaro ed indelebile, così come fanno i pappa con le bottane vere.

Però questa mia azione è una onorevole rappresaglia, ampiamente giustificata dal fatto che tre giorni fa quella balorda della mia sorellina ha smontato, con l’ausilio di mazza e scalpello, la mia PSP Sony in tanti pezzettini spargendoli poi per casa, come si fa con i coriandoli a carnevale.

Mia sorella è stata così cattiva con la mia fichissima console portatile (bada che era la versione Diamond Plus Turbo Gold, piena di accessori ed ammennicoli, tant'è che costava più che due rate del mutuo di mamma e papà), adducendo vaghe ragioni relative ad una mia possibile responsabilità in quel giorno in cui è stato trovato il suo gattino morto, lessato nel microonde con il piatto crisp. Però in famiglia sappiamo tutti che il gattino, che di nome faceva Zebedeo, con l’avvento dell’inverno pativa parecchio il freddo e perciò amava riscaldarsi in quel modo. E poi, visto che mia sorella diceva che quel gatto era una bestiolina tanto intelligente, anche per il CSI di Grissom potrebbe essere semplice dimostrare che è stato proprio Zebedeo a chiudersi nel forno ed ad accenderlo da solo.

Cerchiamo quindi di essere chiari: Io sono stato buono, anzi buonissimo. Insomma ce l’ho messa tutta quest'anno.

Ma ora, veniamo al dunque: Io ti scrivo perché ho scritto l’altro ieri a Babbo Natale e lui mi ha risposto subito per telegramma. Credo di essere l'unico bambino del mondo a cui Babbo Natale ha risposto per telegramma il giorno stesso.

Mi ha detto che i regali lui li porta ai bambini buoni, mentre io dovrei ardere nelle fiamme eterne dell'inferno per tutti i giorni del tempo e pertanto questo Natale mi regalerà una bombola di GPL con un po' di perdite e mi istiga ad incominciare a fumare in prossimità della bombola stessa.

A me non sembra giusto. Io voglio lo Sminchiotronix 8000 con otto giochi di guerra, due lanciarazzi atomici ed un minipimer integrato per sminuzzare la coda del nuovo criceto di mia sorella. Tu che ne pensi?

(Giampaolo 4 anni di Brallo di Pregola)

Caro Giampaolo,

prima di tutto devo spiegarti che cosa significa il Natale:

Il Natale è una festa inventata nel millenovecentosettantadue dal direttore del marketing della Bauli, dall'inventore della ricetta segreta del mandorlato Balocco e dal portinaio della Paluani che se no rischiava la cassa integrazione.

Non ci sono documenti o tracce storicamente attendibili che dimostrino che il Natale si sia mai festeggiato prima del 25 dicembre 1972.

La data è stata scelta facendola erroneamente coincidere con una festività cristiana quasi dimenticata dai fedeli. Per risolvere il problema ed evitare confusioni nella popolazione si è perciò provveduto a tappare la bocca ai parroci durante le prediche, riempiendogliela di capitone cucinato secondo le rigide regole previste dal ricettario dei Quattro salti in padella Findus.

In quel giorno secondo il rito Sperlari si spezza una barra di torrone (è importante che NON sia quello di tipo morbido) sulla schiena del parente meno simpatico, si gioca a frisbee con il panforte Sapori (visto che nessuno è mai riuscito a tagliarlo per mangiarlo), si riverniciano le pareti di casa dopo che si è stappata la bottiglia di spumante che era stata sapientemente imbottigliata alla pressione sedicimila kilopascal da un edotto artigiano alcolizzato, con l'aggiunta di zucchero (per favorire la fermentazione ) e polvere pirica (per favorire la detonazione).

Inoltre si trascorre molto tempo a scambiarsi regali. Nella maggioranza dei casi si tratta di piccole cazzate costosissime, prodotte dalle agili mani ti tuoi coetanei pachistani, vietnamiti, o cingalesi che vengono immediatamente gettate via od riposte per essere riciclate come regalo ad altro l'anno successivo.

Tutto questo per dirti, caro Giampiero, che Babbo Natale non esiste, l'unico Babbo che esiste sei tu e sei un esemplare della tipologia "di minchia" e probabilmente il telegramma te lo ha mandato tua sorella per prenderti un po' in giro.... Quella bricconcella.

Ora che ti ho rivelato questa cruda realtà però, non prendere di nuovo l'accetta del nonno per cercare di farti giustizia sommaria, l'altra volta che l'hai fatto, te la sei cavata con 4 anni con la condizionale questa volta potrebbe non andarti così bene, anche perché l'avvocato Taormina sta volta è tanto occupato con la Franzoni.

Attendi che tua sorella diventi più grande, che le crescano le poppe e poi vendicati, rivendendo per denaro ai suoi compagni di scuola, i filmatini zozzi che le fai con il cellulare a sua insaputa, quando va in bagno a pasticciarsi.

Ora, se tua mamma e tua papà non ti regalano lo Sminchiotronix 8000 poco male: loro invecchieranno presto ed avranno . Tu sai e saprai sempre in tua coscienza se sei stato cattivo o se è stato il mondo a costringerti a piccole (ma indubbiamente eroiche) azioni violente per ripristinare la giustizia ove venisse meno a causa di gattini di nome Zebedeo, bambole mignotte di nome Escrezia o sorelle deficienti (a cui però prima o poi cresceranno le poppe).

D'altronde a giustificare le tue azioni ci sono gli scritti di Macchiavelli (che diceva che il fine giustifica i mezzi) e le dichiarazioni TV di Bush (che diceva che avevano delle armi di distruzione di massa).

Insomma goditi il Natale, regala anche tu come Putin un po' di polonio 210, e stai tranquillo: anche il nuovo criceto di tua sorella soffre il freddo in questa stagione.

 
 
 

Post N° 133

Post n°133 pubblicato il 29 Novembre 2006 da Il_capo_dei_cattivi

Esistono cinque categorie di bugie; la bugia semplice, le previsioni del tempo, la statistica, la bugia diplomatica e il comunicato ufficiale.

George Bernard Shaw (1856 - 1950), drammaturgo, narratore e saggista irlandese. Premio Nobel per la letteratura.

 
 
 

Post N° 132

Post n°132 pubblicato il 03 Novembre 2006 da Il_capo_dei_cattivi
Foto di Il_capo_dei_cattivi

Tecnicamente perfetto.

Ovvero una breve considerazione sugli esiti dell’evoluzione umana.

 

L’uomo: questo prodigio dell’evoluzione.

Una storia lunga migliaia di migliaia di anni, trascorsi tra gentili mutazioni genetiche, confortanti dita opponibili, sapide scoperte di utensili, gossip facinoroso e, di tanto in tanto, qualche cordiale ammazzamento.

Se nascevi settemilioni di anni fa con buona probabilità tu saresti stato una bertuccia. Già, saresti stato espressamente un Pierolapithecus catalaunicus, ossia un primate antropomorfo dal cranio piccolo e dagli incisivi pronunciati. Invece oggi, tho… sei un uomo… oppure una donna, se non addirittura un orango, un bonobo, od un baluba, un babaciu o, nella peggiore delle ipotesi, un lettore di questo blog.

Se eri uno scimpanzé arcaico avresti trascorso la stragrande maggioranza del tuo tempo in cima ad una pianta di ginkgo biloba a grattarti esplicitamente il culo in compagnia dei tuoi simili per poi annusarvi scambievolmente il dito indice.

E ti sarebbe piaciuto.

E ti saresti divertito.

Era una delle migliori attività di aggregazione sociali. Forse l’unica oltre allo spulciarsi vicendevolmente ed al fare versi tipo “Uh-uh-uh-uh-ah-ah-ah-ah-ih-ih-ih-ih” tutti insieme.

 

"La storia è sempre differente da quello che è capitato davvero."  Halldór Kiljan Laxness

 

Ora sorge una domanda è legittima: ne è valsa la pena?

Per rispondere con sommo senno, ponderata saggezza e giudizioso raziocinio a questa domanda, occorre prima di tutto bersi una intera bottiglia di whiskey e fare dei rutti bitonali.

Ma veniamo al dunque:

Effettivamente, quando pensi che al posto della grotta oggi hai ha disposizione un sano mutuo trentennale ed a fasciarti gli zebedei, al posto di una pelle di capra ispida come una grattugia, indossi delle belle mutande di CK, cucite da un infante pakistano malnutrito, puoi pensare che un miglioramento significativo della nostra razza sia realmente avvenuto.

Ma ciò che ti rende definitivamente speciale, o homo sapiens economicus sapiens che non sei altro, è senza dubbio la possibilità di scegliere il tuo destino.

Già ora l’uomo moderno può nascere povero e diventare ricco, nascere donna e diventare uomo, nascere del segno zodiacale del leone e comportarsi come se fosse uno dei gemelli, candidarsi per un partito di governo e poi saltare all’opposizione, comprare i ravioli di Giovanni Rana od gli gnocchi della PAF, trascorrere la serata guardando Sky o le foto zozze su internet, prendere a calci il  figlio o imbottirlo di vizi, decidere di tifare per il gatto Tom oppure per il topo Jerry.

Tutto nell’ottica di ottenere il massimo benessere e vantaggio, a partire dalle informazioni, delle risorse e delle capacità a disposizione.

Insomma è bellissimo. Ne è valsa davvero la pena. Viva Darwin. Viva Jay Gould. Viva Dawkins. Veblen, Keynes e soprattutto viva i Pokémon.

E non c’è ironia. È proprio bellissimo: si può scegliere, scegliere davvero.

È inutile discuterne. La ricerca di prosperità e convenienza trascende tutti gli studi sociologici dell’ultimo secolo, scappottano tutte le considerazioni sulle attitudini psichiatriche dell’uomo. La chiave di lettura è questa ed è precipua, che tua sia cingalese o brianzolo.

Insomma, la stragrande maggioranza di noi, indipendentemente dalla sua etichetta, è perfettamente adeguata al pensiero filosofico in voga del neoclassico di inizio ventesimo secolo.

 

E nel fare questa considerazione un po’ mi preoccupo, anzi, quasi quasi mi girano i coglioni: o siamo in ritardo o non c’è più nulla da inventare.

 
 
 
 
 

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