Creato da lauro_58 il 10/11/2006

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A volte ho vinto, molto più spesso ho perso. Cammino tra le strade della speranza senza ripari. E se inizia a piovere, mi fermo e guardo attorno. Poi alzo il bavero del cappotto, accendo una bionda e ricomincio a camminare.

 

 

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I posti impossibili (Brano #2)

Post n°236 pubblicato il 11 Giugno 2012 da lauro_58

 

Quando all’erba si sostituisce la ghiaia, mi sfilo lo zaino dalle spalle. Al suo interno uno scrigno verde bottiglia lavorato a mano con fiocco di raso nero. Era bastata una mano per infilarlo dentro prima di partire, devo prenderlo sottobraccio ora che sono quasi arrivato. Tutto ciò che metto dentro questa sacca di panno ruvido a ogni passo cresce un po’, fino ad acquistare le dimensioni dovute. Poi, una volta vuota, con uno schiocco di dita sfuma in un ricciolo di nuvola che si infila nella tasca ripostiglio. Noi latori abbiamo diverse prerogative ma quello che facciamo non ha nulla a che vedere con maghi e stregoni. Non è illusione, non è realtà, non ha nulla a che vedere nemmeno con la luce o con le tenebre e ciò che ci serve lo portiamo addosso.
Sempre.
Alzo gli occhi e davanti a me si eleva imponente il rifugio. Le mura sono di pietra lavagna tagliata a scaglie. Il portone è quercia possente con innesti in castagno. Gli intarsi raccordano a semicerchio in alto. Lo stile è lo stesso delle cornici e delle colonne di ciliegio massello secolare che scendono ai lati. L’entrata si annuncia così e prosegue con una torre che corre verso l’alto come se volesse bucare il cielo. Una serie infinita di facciate laterali senza merli e scalate in altezza sembrano frattali che illudono gli occhi. Invece vi trovano posto finestre arabeggianti chiuse da vetri bianchi e neri allo stesso tempo, a seconda di come lo sguardo colpisce la superficie. Un piazzale di sampietrini tradizionali si allarga davanti, confortando vista e olfatto con aiuole multicolori disposte a raggiera dopo aver salito l’ultimo dei gradini dell’ampia scalinata in marmo rosa e peperino. Al rifugio soccombo in altezza già da lontano e mi aspetto di farlo man mano che mi avvicino. Ma non succede per cui quando appoggio davanti al portone lo scrigno posso quasi competere con lui in altezza. Non sono sorpreso, da queste parti nulla è come sembra.

 
 
 
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