Marius Lion

Il Mondo è di tutti.

Una delle tante differenze tra chi ha iniziato la ricerca e chi rimane ancora completamente immerso nell’ignoranza, è la modificazione del senso del “possesso”.

La gran parte degli esseri agisce sempre sulla base del senso del “mio”, del “suo”, e del “loro”, operando una netta demarcazione tra ciò che è “proprio” e ciò che non considera tale.

Così, anche la responsabilità, come naturale conseguenza del dovere di “pertinenza”, segue lo stesso senso. Si è responsabili solo nei riguardi di ciò che ci appartiene, ciò che è “nostro” nel senso duale del termine.

Alcuni arrivano alle estreme conseguenze che anche alcuni esseri – umani, animali, vegetali – oltre, ad esempio, ai rispettivi figli, siano di propria appartenenza, mentre una certa minoranza arriva addirittura alla tranquilla determinazione che tutto il mondo le appartenga, potendo quindi permettersi di assoggettare tutto e tutti ai domini, follie, e capricci del proprio sprovveduto ego inferiore.

Chi vive nella terza densità è soggetto a delle leggi, tra le quali quella della risonanza , del “karma”, per certi aspetti. E magari, sperimenterà ad un certo punto gli effetti delle proprie idee e sconsiderati comportamenti.

Ma questo, ciascuno secondo la propria effettiva e vera scelta. Nessuno li punirà infatti per ciò che hanno fatto – e nessuno potrebbe in verità - perché questo rimane un piano di libero arbitrio.

Man mano, sempre più persone si sottrarranno alla loro paranoica egemonia, e sceglieranno la propria libertà e piena sovranità, che rappresentano diritto di nascita, e di essenza, di ciascun essere emanato dalla Sorgente.

Perché questo è ciò che ognuno può scegliere. Le esperienze, le “prove”, le manifestazioni, che vuole portare in essere, senza alcuna remora o distinzione, e senza alcuna vera regola, a parte quella che è opportuna per tutti,  almeno su questo piano, vale a dire: “Non fare ciò che può nuocere ad alcuno”, secondo la concezione più agevole per tutti i partecipanti al gioco.

E questo in un mondo, in un Universo, in un Multiverso, che è solo arena di sperimentazione per tutti, e che, quindi, non è solo “nostro” nel senso tecnico del termine, ma rimane sempre di tutti e, definitivamente, di nessuno.

Un essere che abbraccia un percorso di ricerca, che intraprende un cammino “spirituale”, ammesso che questo termine abbia un senso, e forse ce l’ha nella dualità – ha già acquisito questa convinzione di partenza. La necessaria premessa cioè, che il Mondo non è solo suo, ma che è anche suo, al pari di chiunque altro. Che nessuno gli appartiene, ma che gli altri sono la stessa essenza, provenendo dalla stessa Origine. E che lui non appartiene a nessuno, neanche a se stesso, atteso che molte sfaccettature di quest’ultimo senso, appartengono a sfere primitive di espressione.

La creazione si espande continuamente, e anche la contrazione ne è solo un aspetto. Va in tutte le direzioni, e in nessuna. E tutto ha il senso che l’impressione, o l’identificazione, o la focalizzazione, gli conferiscono.

Di quella focalizzazione, o impressione, o condensazione, che è creazione o cocreazione, l’artefice se ne assume invero la responsabilità. Ma non la proprietà, che rimane prerogativa del Tutto.

Il Tutto che è ciò che tutto È. O ciò che vi è prima che il processo abbia inizio.

Se inizio vi è mai stato.  Namasté.

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius Lion e Luce