ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 02/04/2014

2 APRILE 2005: A NOVE ANNI DALLA MORTE DI GIOVANNI PAOLO II, IL RACCONTO DEL GRANDE MIRACOLO IN COSTA RICA

Post n°8945 pubblicato il 02 Aprile 2014 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La provvidenza divina fa succedere le cose più insolite. E la benevolenza di Dio ha voluto che fosse il Costa Rica, un paese relativamente piccolo rispetto a molti altri del nostro pianeta, ad avere la benedizione di ospitare il miracolo che ora è il motivo della canonizzazione di Papa Giovanni Paolo II. Nel 2011, Floribeth Mora, abitante di Tres Ríos a San José, colpita da un grave aneurisma, guarì senza che i medici potessero spiegarne il motivo: questo avvenne grazie alle preghiere rivolte dalla donna e dalla sua famiglia a Giovanni Paolo II. Nelle interviste rilasciate a Radio Maria, la donna, suo marito e il suo medico ci hanno raccontato che nel suo caso particolare non era possibile operare a causa delle caratteristiche della lesione cerebrale, e purtroppo non c’era altro da fare che attendere il momento della sua morte. Per questo i medici dell’ospedale pubblico le chiesero di lasciare la struttura e tornare a casa per morire tra le mura domestiche. Il marito ci ha raccontato che questo lo portò alla disperazione, e fu in quei momenti, seduto su una delle scale dell’ospedale, che cominciò a pregare Papa Giovanni Paolo II; tale era la sua certezza che il Papa avrebbe interceduto davanti a Dio che con molta tranquillità l’uomo riportò la moglie a casa. Il giorno della beatificazione del Papa la donna aveva davanti a sé la copertina di un giornale con la foto del Papa e lo pregò, mentre guardava in televisione la celebrazione religiosa. Proprio in quel momento avvenne il miracolo. Si alzò in piedi e camminò fino alla cucina per vedere suo marito e raccontargli cos’era successo. Il suo miglioramento fu progressivo, e ora è una grande evangelizzatrice. Si resero conto che si era trattato di un miracolo e da Roma arrivarono i “monsignori” a verificarlo nella Clinica La Católica di Costa Rica e all’ospedale Gemelli di Roma. E dopo tutti i procedimenti canonici venne dichiarato il miracolo. In un’intervista radiofonica con il medico curante ci è stato detto che quanto avvenuto non poteva essere spiegato dalla scienza e pertanto si tratta di un miracolo. Abbiamo ascoltato la grande testimonianza con tutte le persone che abbiamo intervistato a Radio Maria e questa serie di programmi sarà inviata alle diverse Radio Maria perché voi ascoltatori possiate essere testimoni diretti di questi fantastici avvenimenti.
 
Padre Emilio Garreaud (WfMagaz. aprile 2014), Direttore RM Costa Rica

Floribeth racconta:“All’inizio della celebrazione, ‘fissando quell’immagine del Papa, mi rivolsi a lui e dissi con grande fede queste testuali parole: Intercedi presso Dio, perché non voglio morire, e aiutami a guarire. Sono rimasta sveglia per tutta la durata della Messa e al termine mi sono addormentata’”. E al risveglio, alle 9 del mattino successivo, quando Giovanni Paolo II è beato da circa sette ore, la donna volge lo sguardo sull’immagine del papa e si fa un segno di croce. E “’d’improvviso, con mia grande sorpresa, mentre continuavo a fissarne il volto, sentii nel cuore come la sua voce, che mi diceva: Alzati, non avere paura!. Rimasi attonita ed ebbi la sensazione che le sue mani, così come sono riportate nella fotografia della copertina, si alzassero dal basso verso l’alto, per sollecitarmi ad alzarmi. Mi alzai dal letto, così come mi aveva esortato il Santo Padre, e mi recai in cucina dove c’era mio marito, il quale mi disse meravigliato: Che cosa ci fai qui?. Io gli risposi che vivevo in quel momento una grande pace nel cuore, che mi sentivo fisicamente molto bene, ma non ebbi la forza di raccontargli quello che mi era successo qualche minuto prima perché temevo che lui mi desse della matta’”.

Tratto da: Vatican Insider - Posté par atempodiblog -

 
 
 

MESSAGGIO DELLA REGINA DELLA PACE DATO A MIRJANA IL 2 APRILE 2014

Post n°8944 pubblicato il 02 Aprile 2014 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Cari figli, con materno amore desidero aiutarvi affinché la vostra vita di preghiera e di penitenza sia un vero tentativo di avvicinamento a mio Figlio e alla sua luce divina, affinché sappiate distaccarvi dal peccato. Ogni preghiera, ogni Messa ed ogni digiuno sono un tentativo di avvicinamento a mio Figlio, un rimando alla sua gloria e un rifugio dal peccato. Sono la via ad una nuova unione tra il Padre buono ed i suoi figli. Perciò, cari figli miei, con cuore aperto e pieno d’amore invocate il nome del Padre Celeste, affinché vi illumini con lo Spirito Santo. Per mezzo dello Spirito Santo, diventerete una sorgente dell’amore di Dio: a quella sorgente berranno tutti coloro che non conoscono mio Figlio, tutti gli assetati dell’amore e della pace di mio Figlio. Vi ringrazio! Pregate per i vostri pastori. Io prego per loro e desidero che sentano sempre la benedizione delle mie mani materne ed il sostegno del mio Cuore materno.

 
 
 

UNIONE EUROPEA: IL PATTO DEI CANDIDATI CHE DIFENDONO LA FAMIGLIA

Post n°8943 pubblicato il 02 Aprile 2014 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Mai come in questi ultimi tempi l’Unione europea è diventata un campo di battaglia, in cui le lobby della cultura della morte hanno fronteggiato la resistenza sempre più attenta di un grande numero di cittadini. Il Parlamento europeo è il luogo dove questa resistenza si fa più politica e dove tutto dipende dai numeri in campo. Di qui la necessità di eleggere come nostri rappresentanti a Bruxelles e Strasburgo uomini e donne che condividano e difendano i princìpi non negoziabili. (CLICCARE QUI PER APPROFONDIRE).

Ecco perché la Federazione europea delle associazioni familiari cattoliche (FAFCE) ha appena aperto una campagna in vista delle elezioni europee del 25 maggio prossimo. La campagna si intitola “Vota per la famiglia!”. Essa consiste principalmente nella diffusione di un manifesto al quale i candidati sono chiamati ad aderire. In questo modo essi si impegnano, una volta eletti, a promuovere delle politiche favorevoli alla famiglia, secondo una serie di criteri specificati in 12 punti (CLICCARE QUI PER IL TESTO INTEGRALE).

Aderendo a questo manifesto, i candidati si impegnano innanzitutto a combattere la dittatura del “gender”, valorizzando la complementarietà tra uomo e donna e riconoscendo il fatto che “la nozione di genere non ha alcun fondamento giuridico nel Trattato dell’Unione Europea”. Inoltre si impegnano ad opporsi ad ogni ingerenza dell’Unione europea nell’ambito della definizione del matrimonio e della famiglia; un punto molto importante, se pensiamo a quanto spesso gli organismi comunitari tentino di influenzare Paesi come il nostro che non riconoscono in alcun modo le unioni tra lo stesso sesso o, in generale, le unioni di fatto.

Inoltre i candidati firmatari si impegnano a sostenere l’iniziativa cittadina europea Uno di Noi, che punta a bloccare ogni finanziamento comunitario alla ricerca sugli embrioni e alle organizzazioni che forniscono servizi abortivi nei Paesi in via di sviluppo. Siamo davanti ad una presa di coscienza del fatto che, se questa iniziativa ha avuto un primo riconoscimento ufficiale grazie ai quasi 2 milioni di firme raccolte, il lavoro maggiore è ancora da farsi: dopo un’audizione pubblica che si terrà a Bruxelles il 10 aprile, la Commissione europea dovrà decidere cosa fare di queste firme, se considerarle carta straccia (smentendo se stessa e non considerando degna di ascolto la richiesta dei cittadini europei), fare uno studio specifico oppure dare seguito alla procedura legislativa richiesta. Ma anche qualora la risposta della Commissione dovesse essere la più positiva (l’avvio della procedura legislativa), il cammino sarà ancora lungo e tutt’altro che facile. Ad ogni tappa di questa complessa procedura il ruolo ed il parere dei futuri eurodeputati sarà fondamentale.

Un altro punto interessante del manifesto della FAFCE, è l’impegno a promuovere l’attuazione metodica del “family mainstreaming”, ovvero quella procedura istituzionale con la quale si controlla l’impatto di un determinato progetto di legge sulla famiglia. Ad oggi l’unica procedura di questo tipo adoperata dal Parlamento europeo è il “gender mainstreaming”... Con tutte le conseguenze aberranti che non stiamo qui ad elencare. Il fatto è che sarebbe ora che le istituzioni europee cominciassero a guardare alla realtà delle famiglie europee per ogni politica attuata, invece di stare ad ascoltare le potenti lobby presenti a Bruxelles.

In tal senso il manifesto della FAFCE diventa uno strumento preziosissimo per risvegliare le coscienze della politica italiana, che sta già iniziando a guardare alle elezioni di maggio, ma soltanto con le lenti sporche dei calcoli elettorali. È giunto il momento di riportare la persona al centro del dibattito politico e la campagna “Vota per la famiglia” è un’occasione propizia. Se in Italia sarà il Forum delle Associazioni familiari (membro italiano della FAFCE) ad occuparsi di trasmettere il testo ai candidati, ciò non impedisce che esso possa diventare uno strumento per la stampa e nelle mani dei singoli cittadini, che possono diffonderlo e pubblicizzarlo. A 2 giorni dalla sua pubblicazione sono già 6 i candidati ad aver firmato (CLICCARE QUI PER MAGGIORI INFORMAZIONI).

La proclamazione ufficiale dei candidati firmatari sarà fatta il 15 maggio ed allora avremo dei dati utili per decidere chi votare il 25 maggio.

di Nicolò Fede - voteforfamily -

 
 
 

PRINCIPI NON NEGOZIABILI: PERCHE' E' GIUSTO PARLARNE

Post n°8942 pubblicato il 02 Aprile 2014 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Spesso si parla di “valori” non negoziabili anziché di “principi” non negoziabili, ma si tratta di un errore di impostazione. 

Principio vuol dire fondamento e criterio. Il principio è l’elemento che regge e illumina un certo ambito, tiene insieme le cose e le indirizza al loro fine. Cos’è, invece, un valore? Una cosa ha valore quando è apprezzabile. La vita è apprezzabile, ma anche  l’aria pulita o la buona cucina. Essere un valore non vuol dire anche essere un principio. Ciò non toglie che un valore possa essere anche un principio. La vita umana, per esempio, è un valore ma è anche un principio, in quanto è in grado di illuminare con la sua luce l’intera vita sociale e politica. Se si offusca il rispetto della vita non si offusca solo un valore, ma anche altri valori ed altri aspetti della vita che quel principio illumina.

Il bene comune non è un insieme di valori aventi tutti lo stesso peso, ma è un insieme ordinato. Ciò vuol dire che qualche valore ha una funzione arichitettonica, ossia indica i fondamenti del bene comune e, così facendo, illumina di senso anche tutti gli altri. Senza un criterio non c’è bene comune ma somma di beni particolari e questo criterio ci proviene dai principi non negoziabili.

Vediamo ora cosa significa “non negoziabile”. Se si tratta di principi, ossia se sono qualcosa che viene prima e che fonda, essi non dipendono da quanto viene dopo ed hanno valore di assolutezza, non sono disponibili. Non sono negoziabili perché assoluti e sono assoluti perché sono dei principi. Si torna così a vedere l’importanza della distinzione tra principi e valori.

I principi non negoziabili, quindi, sono tali in quanto precedono la società. E da dove derivano? Essi sono non negoziabili perché radicati nella natura umana. Proprio perché fanno tutt’uno con la natura umana, non possono essere presi a certe dosi, un po’ sì e un po’ no: o si prendono o si lasciano. Questa è vita umana o non lo è. Questa è famiglia o non lo è. I principi non negoziabili demarcano l’umano dal non umano e quindi sono il criterio per una convivenza umana.

Da un altro punto di vista, però, essi non sono propriamente dei principi primi, perché non sono capaci di fondarsi da soli. Come abbiamo visto, essi si basano sulla natura umana, ma la natura umana su cosa si fonda?  I principi non negoziabili esprimono un ordine che rimanda al Creatore.

Se non esistono principi non negoziabili la ragione non trova un ordine che rinvia al Creatore. Essa non incontra più la fede e  la fede non incontra più la ragione. Ciò significa l’espulsione della religione dall’ambito pubblico. La vita sociale e politica sarebbe solo il regno del relativo. Cosa ci starebbe a fare la fede in un simile contesto? Dio si sarebbe scomodato a parlarci per aggiungere la sua opinione alle nostre?


QUALI SONO

Precisare quali sono i principi non negoziabili è di fondamentale importanza. I testi fondamentali del magistero sono tre.

Al paragrafo 4 della Nota dottrinale su alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica Congregazione per la Dottrina della Fede (24 novembre 2002) sono indicati i seguenti principi non negoziabili: vita, famiglia, libertà di educazione, tutela sociale dei minori, libertà religiosa, economia a servizio della persona, pace.

Nell’Esortazione apostolica post sinodale Sacramentum caritatis sull’Eucaristia del 22 febbraio 2007 (par. 83), Benedetto XVI cita vita, famiglia e libertà di educazione a cui aggiunge il bene comune.

Nel Discorso ai Partecipanti al Convegno del Partito Popolare Europeo del 30 marzo 2006, Benedetto XVI elenca vita, famiglia e libertà di educazione.

Tre principi sono sempre presenti e sempre collocati all’inizio di ogni elenco, in posizione quindi eminente; vita, famiglia e libertà di educazione. Hanno quindi un carattere fondativo: nessun altro dei principi successivi può essere né adeguatamente compreso né efficacemente perseguito senza di essi, mentre non accade il contrario. E’ possibile, per esempio, garantire la tutela sociale dei minori se ai minori si impedisce di nascere? Inoltre che quei tre principi ci pongono davanti a degli assoluti morali, ossia ad azioni che non si devono mai fare in nessuna circostanza. Per gli altri principi elencati nella Nota del 2002 non è così. Per esempio, essa annoverava tra i principi non negoziabili anche una “economia a servizio della persona”. Tuttavia, per perseguire la piena occupazione le strade possono essere diverse. Nel caso, invece, dei tre principi di cui ci stiamo occupando, non ci sono strade diverse.

C’è solo un altro principio tra quelli elencati nella Nota del 2002 che potrebbe contendere il “primato” a questi tre: il principio della libertà di religione. Però il diritto alla libertà religiosa non è assoluto, in quanto vale solo dentro il rispetto della legge di natura, il cui rispetto è fondamentale per il bene comune. Professare e praticare una religione che contenga elementi contrari alla legge naturale non può essere un diritto né avrebbe titolo morale per un riconoscimento pubblico.

Da questa considerazione deriva che se mancano i primi tre principi, tutto l’elenco viene meno, mentre se ci fossero solo i primi tre, ci sarebbe già il nucleo portante di tutto il discorso.

PRINCIPI NON NEGOZIABILI ED OBIEZIONE DI COSCIENZA

Poiché la politica assume sempre di più l’arroganza di contrastare i principi non negoziabili l’obiezione di coscienza oggi è sempre di più un problema politico e non solo morale.

Fanno obiezione di coscienza i farmacisti, che non vogliono vendere la pillola del giorno dopo in quanto ha effetti abortivi,  le ostetriche e i medici che non vogliono collaborare nel praticare aborti, anche se la legge lo permette, gli impiegati comunali, che non vogliono registrare le coppie omosessuali negli appositi registri pubblici o che non vogliono celebrare pubblicamente matrimoni che tali non sono, molti insegnanti che non vogliono piegarsi all’ideologia del gender,  i genitori, quando decidono di non far partecipare i propri figli a distruttivi corsi scolastici di educazione sessuale, i lavoratori che non rinunciano al loro diritto di esibire un segno religioso quando sono in servizio, mentre l’amministrazione da cui dipendono lo vieta, le infermiere, quando reagiscono al divieto dell’amministrazione sanitaria di confortare religiosamente i morenti, invitano all’obiezione di coscienza in Vescovi americani contro la riforma sanitaria di Obama, fanno obiezione di coscienza gli operatori del consultori della Toscana dove adesso dovranno anche somministrare la pillola abortiva.  Ci sono persone che perdono il posto di lavoro per la fedeltà ai principi non negoziabili.

Ora, mi chiedo, perché questo non dovrebbe valere in politica? Perché in politica si dovrebbe comunque arrivare ad un compromesso? E per questo compromesso in politica si dovrebbe anche dimostrare rispetto e deferenza, lodando la persona che è scesa a mediazione come un esempio di saggezza, prudenza e perfino coraggio?

La cosa è ancora più evidente se la si esamina dal punto di vista della testimonianza. Quante volte si dice che il cattolico è in politica per dare una testimonianza. Però, se non esiste la possibilità del sacrificio, se non c’è mai nessun “no” da dire a costo di perdere qualcosa, la testimonianza come si misura? Il vero uomo politico è colui che sa anche rinunciare alla politica. Si è uomini prima e dopo la politica. E’ questo che dà senso alla politica stessa. Se tengo aperto il campo della mia umanità tramite una fedeltà alla retta coscienza che giudica la stessa politica, faccio respirare anche la politica. Molti dicono: non si deve abbandonare il campo (per esempio con le dimissioni) perché in questo modo lo si lascia agli altri e si recede dalla doverosa lotta politica. Ma la politica la si può fare in tanti modi e in tanti luoghi. Senza contare che, anche un eventuale atto di dimissioni per motivi di coscienza sarebbe già un atto politico, denso di possibili conseguenze politiche imprevedibili in quel momento.

E’ evidente che l’obiezione di coscienza in politica è possibile se in politica si danno principi non negoziabili. L’esistenza dei principi non negoziabili rende libere la nostra coscienza e la politica. Ecco perché oggi c’è la necessità di insistere sui principi non negoziabili in ordine alla obiezione di coscienza in campo politico. Da essa dipende il collegamento della politica con il prima che la precede e la fonda.

In questo modo la politica è costretta a fare i conti con la modernità. Questa, infatti, ha annullato il “prima” e ha preteso di cominciare da zero, nella forma del contratto sociale. Però della modernità fa parte anche Tommaso Moro, che nel 2000 Giovanni Paolo II ha proclamato Protettore dei governanti e dei politici cattolici.

 di Stefano Fontana - La Nuova Bussola Quotidiana -

 
 
 

DIVORZIATI RISPOSATI, LA MIA VITA DICE: HA RAGIONE LA CHIESA

Post n°8941 pubblicato il 02 Aprile 2014 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Nel dibattito sull'accesso ai sacramenti per i divorziati risposati, si dimentica spesso coloro che, pur in una condizione oggettivamente disordinata, si sforzano di seguire la strada verso la santità indicata dalla Chiesa. Qui presentiamo una di queste testimonianze, quella di una giovane imprenditrice romana impegnata nel campo dell'innovazione tecnologica, che ci aiuta a comprendere come l'adesione all'insegnamento della Chiesa possa essere vissuto come educazione alla santità.

Quando le cose ci riguardano in prima persona, sembrerebbe più facile capirle. Invece, non è poi così vero. In un post apparso sul mio blog lo scorso 10 Marzo, ispirato dall’accesa polemica sui divorziati risposati, dal titolo “Divorziati risposati? Sposare la Chiesa e Dio, prima di chiunque altro”, provavo a dire la mia su una vicenda che mi riguarda in prima persona.

Da atea che ero, fino a quattro anni fa, con un’esistenza totalmente devota alla carriera, al successo, al denaro e al potere, a un certo punto, la mia vita è cambiata: subdolo spot in favore del  mio secondo libro appena uscito “Il Dio che Non Sono”. Per una serie di circostanze che non occuperanno lo spazio di questo scritto, avendo trovato fissa dimora in quasi 200 pagine di libro, tra il 2009 e il 2010 incontro la Chiesa cattolica che, per anni, avevo deriso, accuratamente evitato e bistrattato, scoprendomi ultima tra gli ultimi e sola tra i soli. Ma soprattutto, incontro Dio. Ne scopro col tempo l’infinita misericordia, la grandezza, la sorpresa, la fantasia, l’intelligenza, la pazienza, la bontà, l’accoglienza, la verità e la perfezione e, finalmente, inizio a capire che, se un Dio c’è, certamente non sono io. Premessa necessaria a quanto sto per dire.

Non è che, quando s’incontra Dio, rimane tutto come prima. Piuttosto, tutto cambia. Cambia senza remore, senza condizioni, senza mezzi termini e senza misura. Cosicché al profondo desiderio di Cristo ho donato il mio cuore e ho ricominciato a camminare. Quand’è così non c’è storia: in ogni cosa che fai, non puoi fare a meno di chiederti se Gesù avrebbe fatto lo stesso; ogni scelta assume un sapore diverso. Vivere così è vivere per il Cielo, e la sola cosa che oggi so, l’unica di cui m’importi veramente, è che per andare in Paradiso la strada è lunga e faticosa e la porta da cui passare è stretta. Ma c’è una ricompensa. E io voglio, fortissimamente voglio, quella ricompensa!

Come ogni Abramo che si rispetti, anche per me - nel 2012 - arriva il momento della prova, adeguato ai tempi moderni, s’intende. Come solo Dio sa fare, ne trova una perfettamente attinente alla storia della mia vita, contornata in un recente passato da infinite diramazioni di peccato variegato alla Nutella. In uno dei miei pellegrinaggi a Medjugorie, nel 2011, pensando al matrimonio, chiedo alla Madonna il dono di un uomo che avesse il 100% della fede e la cui aspirazione più profonda fosse quella di camminare, in questa vita, verso il Cielo. Anche se Maria sa bene quello che fa, io stento a capirlo quando, mesi dopo, incontro Marco: separato, due figlie, lontano dalla Chiesa. «Pessimo esordio - penso -, forse se avessi meglio precisato la domanda, tipo libero, senza figli o che so io …». Crisi di panico. Condizione inconciliabile. E se non fosse stato per Maria, sarebbe certamente rimasta tale.

Qualcosa mi dice che potrebbe essere l’uomo della mia vita, quello che sognavo fin da bambina in cameretta ancora in preda al mito di Cenerentola, mentre il mio primo “vero” fidanzato a 8 anni portava l’apparecchio, ma tutto il resto non quadra. A un tale disastro si aggiungono i commenti, anche cattolici, di tanti amici che iniziano a suggerire suggestioni di vario tipo, tipicamente credibili, ma nel mio cuore profondamente false.

Prima scelta da fare: infrango la legge di Dio che finalmente dopo una vita di scompensi mi ha resa felice per appagarmi di poca cosa in questa vita oppure provo a costruire una casa sulla roccia? Scelgo la seconda. Durissima, a dire il vero. La prima volta che riesco a portare Marco a sentire una messa nel centro di Roma, durante la celebrazione eucaristica, lui resta in piedi a braccia conserte, e io penso: “Madonnina mia, adesso quanto ci metterò a farlo inginocchiare?”. Anche questa è una preghiera (lo dico perché poi è successo veramente!).

Di lì a poco, per meriti sicuramente mariani e non miei, a stretta di frequente masticazione della corona del rosario, anche Marco fa pace con Dio, riscopre la via della redenzione, ritrova la fede e torna all’ovile. Ma “il problema” resta: cosa siamo noi? A maggior ragione, dopo aver rimesso Dio al centro della nostra vita.

Come possiamo vivere in Grazia di Dio e andare in Paradiso se, agli occhi della Chiesa, siamo “clandestini”? In questi anni, penso di aver compreso che più grande è il dilemma che ci poniamo e più chiare sono le risposte. La Chiesa in questo caso persegue una sola via (laddove sia possibile), quella della nullità di matrimonio. E a noi chiede tempo, castità, continenza, preghiera, fede e attesa. C’è un tempo per ogni cosa (Qo 3, 1). Quello che la Chiesa chiede, in questi casi, è il tempo che occorre per capire se ciò che lei stessa ha unito in terra sia unito anche in cielo, oppure no. E io sto con la Chiesa. Noi stiamo con la Chiesa, perché crediamo in Dio quanto nella Chiesa cattolica e perché siamo certi che il ministero petrino sia l’unica vera via in grado di esprimere la volontà di Dio, non la nostra.

E che succede, nel frattempo? Ci hanno chiesto alcuni. Succedono cose che il mondo ordinario trova inutili, per non dire folli. Per la gente, inclusi parenti e amici, si perde tempo, si rischia di non riuscire ad avere mai dei figli, si diventa bacchettoni, si aspetta invano, si perde tutto, ci si potrebbe portare avanti con un matrimonio civile o mettendo al sicuro qualche piccola scelta. Per noi, si accoglie la Grazia estrema di una missione sublime da vivere, per amore di Cristo, in obbedienza, in castità, in preghiera e in amicizia. Senza fare troppe domande terrene e senza temere, assaporando giorno per giorno la presenza di un Dio che ci ama e che farà di noi ciò che di meglio potremo diventare, in un modo o nell’altro. Perché quello che Lui pensa per noi è sempre meglio di ciò che noi siamo in grado di fare per noi stessi. E’ la storia della Salvezza. E’ la storia dell’umanità. E’ la nostra storia.

di Giorgia Petrini - La Nuova Bussola Quotidiana -

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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