ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 15/04/2010

“PASSION CHRISTI”: SENZA MEDJUGORJE NON AVREI POTUTO INTERPRETARE IL RUOLO DI GESU' NEL FILM

Post n°3423 pubblicato il 15 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Jim Caviezel, attore statunitense, figlio di un medico oriundo svizzero-slovacco e di una irlandese, è diventato famoso in tutto il mondo per aver interpretato il ruolo di Gesù nel film "Passion Christi" di Mel Gibson. Le toccanti scene della flagellazione e della crocifissione di Gesù hanno originato molte discussioni sulla fede. In relazione a questo film si è parlato delle conversioni che hanno sperimentato alcuni spettatori. Chi è questo Jim Caviezel che ha recitato in modo così toccante? In una intervista, rilasciata alla rivista "Oasi della Pace", ha dichiarato che senza le sue esperienze a Medjugorje, dove gli è stata donata una nuova dimensione della fede, non avrebbe potuto interpretare questo ruolo. L’attore, che nello scorso febbraio ha visitato Medjugorje per la sesta volta, di passaggio a Vienna, ha rilasciato al dott. Christian Stelzer l’ intervista qui di seguito riportata.

Jim, potresti raccontaci la tua esperienza a Medjugorje?
Mentre giravo in Irlanda il film "Montecristo", mia moglie si recò a Medjugorje. Le cose non andavano tanto bene in quel momento anche se ogni settimana lavoravo sette giorni su sette. Un giorno mi telefonò e io dalla sua voce avvertii che c’era stato un cambiamento in lei. Mi cominciò a raccontare di Medjugorje e disse che uno dei veggenti sarebbe venuto in Irlanda. La interruppi con queste parole: " Io ho un lavoro molto importante da fare. Non posso trovare il tempo per i veggenti" Per di più pensai che io, come cattolico, non dovevo necessariamente accettare né Fatima né Lourdes né Medjugorje. Queste furono le mie riflessioni. E in più mi ricordai che avevo già sentito parlare delle apparizioni di Medjugorje quando frequentavo la scuola cattolica e che io e i miei compagni eravamo molto colpiti, ma, alla notizia che il vescovo del posto aveva dichiarato che le apparizioni non erano vere, avevamo perso ogni interesse. Il veggente di Medjugorje, Ivan Dragicevic, venne in Irlanda. Da parte mia ero certo che non avrei avuto tempo per lui poiché dovevo lavorare tutti i giorni. E tuttavia un giovedì il mio partner nel film, Richard Harris, si sentì improvvisamente male ed io così fui libero per il resto della giornata. Potei così assistere all’apparizione. Stavo in fondo alla chiesa piena di gente e non avevo idea di ciò che sarebbe successo................
Nel momento dell’apparizione un uomo accanto a me si alzò dalla sua sedia a rotelle e si lasciò cadere in ginocchio; io fui molto colpito: "Questo invalido – pensai – nonostante il suo dolore, s’inginocchia sulle fredde pietre del pavimento per pregare!" Oggi so che solo Dio poteva sapere esattamente quando e come afferrarmi. Anche se può sembrare assurdo, la domenica successiva inaspettatamente fui ancora libero e così potei incontrare il veggente, come tanto desiderava mia moglie. Durante l’apparizione, inginocchiato accanto a lui, dissi nel mio cuore: "OK, sono qui. Sono pronto. Fai di me quello che vuoi." In quello stesso momento sentii che qualcosa penetrava in me ; era una sensazione semplice eppure unica. Quando mi rialzai gli occhi mi si riempirono di lagrime e cominciai a piangere con tutto il cuore.
Con Medjugorje avevo cominciato a credere che Gesù è veramente presente nell’Eucarestia e che perdona i miei peccati. Ivan mi disse: "Jim, l’uomo ha tempo per ciò che ama. Se uno che non ha tempo, improvvisamente incontra una ragazza e se ne innamora, allora lo trova il tempo per lei. Chi non ha tempo per Dio è perché non Lo ama." Mi domandai impressionato se io avessi tempo per Dio. Ivan continuò: "Dio ti chiama e ti invita a pregare con il cuore". "Come si fa?" gli chiesi. "Comincia a pregare e vedrai". In quel momento si aprì una finestra nel mio cuore. Mai prima di allora avevo pensato che potesse essere possibile. Andammo poi in un ristorante e devo confessare che il cibo ed il vino non mi sono mai più così piaciuti come quella sera. In me qualcosa cominciò a cambiare. Varie volte mia moglie aveva provato a coinvolgermi nella recita del rosario, ma io mi ero rifiutato. Adesso però lo volevo recitare, anche se non sapevo esattamente come si faceva. Avevo l’impressione che il mio cuore si era aperto solo per questo. Un giorno mi rivolsi all’autista, che ogni giorno mi portava sul set, dicendogli: "Non so come voi la pensiate, ma io desidero recitare il rosario." Con mia sorpresa ricevetti questa risposta: "OK, lo facciamo". Alla debole luce di questo amore, che ora sentivo in me, cominciai a riconoscere dove io veramente stavo, quante tentazioni avevo, dov’erano i miei sentimenti, come io ero fragile e come giudicassi dentro di me gli altri.

In quale anno sei andato per la prima volta a Medjugorje?
Dopo le ultime riprese del film, che si svolsero a Malta, mi decisi ad andare a Medjugorje. Dentro di me ero pieno di aspettative. All’età di venti anni c’era stata come una voce dall’intimo che mi aveva detto che sarei stato un attore. Quando, a quell’epoca, lo raccontai a mio padre ebbi da lui questa risposta: "Se Dio vuole da te qualcosa, allora l’unica cosa certa è che diventerai prete. Perché dovresti diventare un attore?" Neanche io lo capii a quell’epoca. In questo momento mi posi di nuovo la domanda se la volontà di Dio su di me fosse quella di diventare attore e pertanto quella di guadagnare tanto denaro e diventare ricco. Mi rendevo conto della disuguaglianza nel mondo tra quei pochi che hanno fin troppo e quei tanti che non hanno il sufficiente per vivere ed ero sicuro che Dio non volesse ciò e che dovevo dunque decidere chi volessi servire o la ricchezza che non può darmi una felicità durevole o Dio che voleva guidare la mia vita. Medjugorje mi richiamò alla mente Betlemme e pensai che, come Gesù aveva voluto nascere in un piccolo villaggio, così la Madonna appariva qui, in questo povero paese "in mezzo alle montagne". (Questa è la traduzione dal croato del nome Medjugorje).
All’inizio fui sorpreso vedendo quanto tempo qui era dedicato alla preghiera. Feci un parallelo con un campo di basket e pensai che anche lì non si gioca una sola volta al giorno, ma continuamente. E tutto sommato anche nella scuola non si legge una volta al giorno, ma continuamente. Durante i primi giorni a Medjugorje dentro di me ero irrequieto durante la preghiera poiché non ero abituato a pregare così tanto e perciò pregai Dio di aiutarmi. Dopo quattro giorni non volevo far altro che pregare poiché nella preghiera mi sentivo in comunione con Dio. E’ questa una tale esperienza che non posso far altro che augurarla ad ogni cattolico. Forse l’avevo già avuta da bambino e poi l’avevo dimenticata; ora mi veniva di nuovo donata. Questa esperienza è continuata anche a casa. In famiglia partecipiamo insieme ai sacramenti. Mentre accompagno i figli a scuola recito con loro il rosario e, se a volte non inizio subito, comincia mio figlio a pregare. La seconda volta che andai a Medjugorje cercai di ripetere la stessa esperienza della prima visita. Questa volta, però, fu differente. Un giorno, dopo pranzo, un gruppo di pellegrini mi invitò ad andare a Siroki Brijeg per visitare Padre Jozo Zovko. Era proprio quello che più desiderava mia moglie. Non conoscevo Padre Jozo, ma lo sentii dire alcune cose che mi commossero molto. Andai verso di lui ed egli mi pose le mani sulle spalle, così anche io feci lo stesso sulle sue. Poi mi impose le mani sul capo e anche io feci altrettanto sul suo. In quel momento io sentii dentro di me queste parole: " Ti voglio bene, fratello. Quest’uomo ama Gesù." Padre Jozo si rivolse allora all’interprete chiedendo in croato chi fossi e dicendo che voleva parlare con me. Questo fu l’inizio di un’amicizia che dura ancora. " Quando sentii Papa Giovanni Paolo II esortarci a non aver paura, pensai che tutto per me andava bene e che io non avevo motivo di avere paura. Durante le riprese della "Passione di Cristo" cominciai, però, a comprendere che oggi più che mai la figura del Cristo è controversa.
Quando avevo appena concluso le riprese della "Passione di Cristo" dovetti sperimentare più volte varie forze che volevano distogliermi dal girare quel film.

Puoi raccontarci perché hai vissuto così questa esperienza e che rapporto c’è tra il film e Medjugorje?

Tu forse conosci il detto "passare il Rubicone", che significa che non puoi più tornare indietro. Ecco, per me il film "La Passione di Cristo" è stato questo. Avevo 33 anni quando è iniziata la lavorazione del film, cioè tanti quanti ne aveva Gesù quando fu crocifisso. Mi veniva sempre il dubbio se ero degno di interpretare Gesù. Ivan Dragicevic mi incoraggiava e diceva che Gesù non sempre sceglie i migliori e che lui stesso era la prova di questo. Senza Medjugorje, che ha aperto il mio cuore alla preghiera e ai sacramenti, non avrei interpretato questo ruolo. Sapevo che, se volevo rappresentare Gesù, dovevo essere vicinissimo a lui. Ogni giorno mi confessavo ed adoravo il SS Sacramento. Anche Mel Gibson partecipava alla messa, se era celebrata in latino, e questo fu un bene per me poiché imparai il latino.
Sempre mi venivano tentazioni dalle quali mi dovevo difendere e in questa lotta sperimentavo una grande pace interiore. Per esempio nella scena dove Maria, la Madonna, si imbatte in Suo Figlio mentre porta la croce, io dovevo dire la seguente battuta: "Guarda, io faccio ogni cosa nuova" Abbiamo ripetuto questa scena quattro volte, ma io sentivo che c’ero sempre io in primo piano. Poi qualcuno urtò contro la croce ed io sentii la mia spalla sinistra uscire dall’articolazione. Quel subitaneo tremendo dolore mi fece perdere l’equilibrio e caddi pesantemente a terra. Sbattei il viso sulla terra polverosa e mi uscì il sangue dal naso e dalla bocca. Ripetei le parole alla Madre: "Guarda, io faccio ogni cosa nuova". Il dolore alla spalla era indescrivibile mentre lentamente abbracciavo la croce ed io sentivo che la scena era di grande impatto. Io avevo cessato di recitare ed era Gesù che si vedeva. La scena era venuta fuori quasi come risposta alla mia preghiera: "Voglio che gli spettatori vedano te, Gesù, non me".
Durante le riprese non so quanti rosari recitai e questo mi fece vivere in un’atmosfera particolare. Mi rendevo conto che non potevo bestemmiare o lasciarmi andare, se volevo comunicare qualcosa alla troupe dei miei collaboratori. Erano attori famosi, che nella maggior parte dei casi non conoscevano Medjugorje, e noi eravamo felici di averli. Come avrei potuto trasmettere loro qualcosa di Medjugorje se non con la mia stessa vita? Medjugorje significa per me vivere, attraverso i sacramenti, in unità con la Chiesa. Con Medjugorje avevo cominciato a credere che Gesù è veramente presente nell’Eucarestia e che perdona i miei peccati. Con Medjugorje ho sperimentato quanto è potente la preghiera del rosario e quale dono rappresenta la Messa quotidiana. Come posso aiutare le persone, se non credendo in Gesù? Ho idea che questo possa accadere quando Gesù Eucarestia è in me e quando le persone, attraverso la mia vita, scorgono Gesù. Quando girammo la scena dell’ultima cena, io avevo, in tasche speciali all’interno della mia veste, alcune reliquie di santi e anche un pezzetto della croce di Cristo. Era così grande il mio desiderio che Gesù fosse presente che pregai un sacerdote di esporre il Santissimo. Sulle prime rifiutò, ma io lo pregai insistentemente perché ero convinto che, se io avessi fissato Gesù, gli spettatori avrebbero riconosciuto Lui in me. Il sacerdote, con l’Ostia consacrata nelle mani, si mise poco dietro il cameramen e insieme a lui si avvicinava a me. Quando gli spettatori vedono la luce nei miei occhi non si rendono conto che quello è il riflesso dell’Ostia nelle mie pupille e pertanto essi, in realtà, vedono Gesù. Anche durante la scena della Crocifissione, mentre io pregavo ininterrottamente, il sacerdote era presente con il SS Sacramento nelle sue mani. La sfida più grande per me, in questo film, non è stato, come all’inizio avevo pensato, l’imparare a memoria i testi in latino, aramaico e ebraico, ma piuttosto le fatiche fisiche cui dovetti far fronte. Nell’ultima scena, per esempio, quando fui inchiodato sulla croce, avevo una spalla lussata che usciva ogni volta. Durante la flagellazione fui colpito due volte dalla sferza e ne risultò una ferita sulla schiena lunga 14 centimetri, inoltre mi presi un’infiammazione ai polmoni che si riempirono di liquido. Oltre a ciò bisogna calcolare la cronica mancanza di sonno: per mesi mi dovetti svegliare alle tre del mattino per il trucco che richiedeva almeno otto ore. Un’altra sfida fu anche rappresentata dal freddo che, soprattutto durante la crocifissione, mi fece quasi venir meno; ero vestito solo con una sottile veste di lino e la temperatura esterna era di appena qualche grado sopra lo zero. Quando girammo l’ultima ripresa c’era una fitta coltre di nuvole e un fulmine colpì la croce dove io ero legato. All’improvviso tutto fu silenzio intorno a me e io sentii i miei capelli rizzarsi sul capo. Circa 250 persone che stavano intorno a me videro come il mio corpo all’improvviso emanò luce e videro un fuoco alla destra e alla sinistra della mia testa. Parecchi, a questa vista, subirono uno schock. So che "La Passione di Cristo" è un film straordinariamente grande sull’amore, forse uno dei più grandi. Mai come oggi la figura di Cristo è motivo di controversie. Il creato è oggi minacciato da tanti fattori eppure la fede in Gesù è la fonte della felicità. Penso che Dio, in questo nostro tempo, ci chiami in modo particolare e che noi perciò dobbiamo dare una risposta nel nostro cuore e con la nostra vita.
L’intervista con Jim Caviezel è stata realizzata da Christian Stelzer ed è stata pubblicata nel numero di marzo 2010 della rivista "Oasi della pace", pubblicata a Vienna. www.oasedesfriedens.at - Traduzione: Anna Maria Spinetti - apostolo21@virgilio.it -

 
 
 

DA LEGGERE CON ATTENZIONE: VENTI DI GUERRA E CRISI ECONOMICA DIETRO GLI ATTACCHI AL PAPA

Post n°3422 pubblicato il 15 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

 

La violenta campagna contro Benedetto XVI, guidata dal New York Times, mira a colpire la sua autorità morale e quella della Chiesa cattolica. In previsione di una possibile guerra contro l’Iran e del fallimento del Tesoro americano e del mercato dell'oro.

La pedofilia è un grave scandalo. Che riguardi poi dei sacerdoti cattolici è uno scandalo ancor maggiore. Soprattutto, per un cattolico devoto, è un dolore simile a pochi altri. È inoltre anche un bene che gli scandali vengano alla luce. È infatti ancora peggio un cancro che divori nel silenzio non solo le anime, ma che pian piano inquini e distrugga dall’interno tutta la struttura dei rapporti dentro la Chiesa. Chi volesse poi cercare un mezzo per attaccare la Chiesa Cattolica non potrebbe trovare pretesto migliore e s’è visto in questi giorni con gli attacchi davvero gratuiti al Papa, culminati il 25 marzo con le evidenti faziosità di un articolo a firma di Laurie Goodstein del New York Times.Così, con un chiaro paradosso, proprio il papa Benedetto XVI, che in tempi recenti ha ripetutamente chiesto di non applicare alcuna tolleranza in tali casi, è stato preso di mira più di altri mai prima. Per precisare e definire gli esatti ruoli e confutare le accuse al Papa già ne hanno scritto in merito vari organi vaticani. Anche il Wall Street Journal ha pubblicato il 6 aprile scorso un editoriale che contestava punto per punto la diffamazione contro il Papa contenuta nell’articolo del New York Times. Eppure, al di là delle calunnie, ci sono delle coincidenze che disturbano. Una prima coincidenza è che le numerose accuse (alcune risalenti anche a quarant’anni fa) sono spuntate tutte insieme, all’improvviso, come funghi, un po’ dappertutto in vari Paesi del mondo. È già una concomitanza singolare, ma altre, forse più complesse, formano un quadro un po’ inquietante.

L’anti-cattolicesimo del New York Times

A distinguersi negli attacchi al papa è proprio Laurie Goodstein, capo redattrice per le questioni religiose del NYT, nota per uno specifico e particolare livore anti-cattolico, come lo scorso anno aveva ben sintetizzato l’arcivescovo di New York, mons. Timothy M. Dolan in un articolo dal significativo titolo "Anti Cattolicesimo" sul sito ufficiale della diocesi, che il NYT si è rifiutato di pubblicare. Tale "preferenza" per gli scandali nel mondo cattolico è evidente anche da un altro lato: il NYT (al pari di altri quotidiani americani) si è rifiutato di riferire con la stessa ampiezza altri scandali di pedofilia, riguardanti ad esempio Yehuda Kolko, docente alla Yeshiva Torah Temimah di Brooklyn. Allo stesso modo il NYT non ha sentito il bisogno di riferire che Dov Hikind, fanatico dell’ estrema destra sionista si è rifiutato di testimoniare in tribunale in merito alle migliaia di testimonianze raccolte in breve tempo dopo un programma alla radio su recentissimi scandali di pedofilia ed incesto interni alle comunità ebraiche di New York, (in particolare quelle degli haredim). Eppure la notizia c’era: a chiedergli di riportare la sua testimonianza era stato l’avvocato Dowd, noto in tutti gli USA per le sua celebri cause collettive che hanno portato sul lastrico non poche comunità religiose e diocesi cattoliche americane. Un’altra coincidenza è che, mentre in mancanza di meglio vengono riesumate vicende di quaranta anni fa che riguardano sacerdoti cattolici, passano invece sotto silenzio altre ben più recenti e gravi vicende di pedofilia (particolarmente significativa la vicenda – su cui Tony Blair ha imposto il segreto di Stato per i prossimi cento anni – riguardanti, una ragazza scozzese, Hollie Greig, e che nel 2003 vedeva coinvolti, tra gli altri il segretario generale della NATO, Lord Robertson e Gordon Brown, allora ministro del Tesoro ed oggi Primo Ministro).

Preparare un attacco all’Iran

Tuttavia, non è inquietante che il NYT applichi due pesi e due misure perché ormai sono rimasti in pochi a ritenerlo autorevole. Non è significativa nemmeno l’ipocrisia britannica sulle vicende sporche di casa propria: è la consuetudine. Molto più inquietante è invece un’altra coincidenza. Il giorno stesso dell’articolo della Goodstein, l’agenzia Reuters raccoglieva a Gerusalemme la notizia, pubblicata il giorno successivo, il 26/3/2010, e ripresa dal Washington Post, rapidamente scomparsa dalla stampa "indipendente" anglo-americana e di quasi tutto il resto del mondo: la possibilità che Israele impieghi bombe nucleari tattiche in un attacco preventivo contro l’Iran. Questa notizia è strettamente collegata ad un’altra, brevemente apparsa un paio di settimane prima e anch’essa poi rapidamente scomparsa dalla stampa "indipendente": per ordine di Barack Obama una spedizione di speciali bombe ad altissimo potenziale (da impiegare in un attacco all’Iran per far esplodere i rifugi sotterranei) è stata dirottata da Israele, dove era originariamente diretta, alla base militare USA di Diego Garcia nell’Oceano Indiano. Situata 1000 miglia a sud dell’India, al largo tra le isole Mauritius ed il Golfo Persico, Diego Garcia è la base ideale per lanciare un attacco aereo all’Iran. Secondo un esperto, già ora i bombardieri americani sono pronti a colpire 10mila obbiettivi in Iran in poche ore, distruggendo totalmente il Paese. Quando sarà completata la consegna (logisticamente è presumibile in circa uno, due mesi) il dispositivo d’attacco sarà completamente in opera ed il lancio di un’operazione militare potrebbe perciò essere ordinato in qualsiasi momento. In altri termini gli USA vogliono mantenere in proprio pugno tutte le opzioni, mentre Israele vuol premere l’acceleratore e minaccia di usare le proprie armi nucleari tattiche, se gli USA non si decidono a fare quanto Israele desidera. Il 9 aprile la Russia e gli USA hanno firmato un accordo in un cui s’impegnano a non usare armi atomiche contro i Paesi che hanno firmato i trattati di non proliferazione nucleare (e questo lascia fuori l’Iran e la Corea del Nord, ma, di rigore, anche Israele, di cui però non si dice). Sempre di questi giorni è la notizia che Obama e Sarkozy si stanno adoperando per formare un consenso internazionale a nuove sanzioni contro l’Iran entro poche settimane, forse già nei prossimi giorni. È dunque chiaro che dalle sanzioni si potrebbe passare ben presto ad un attacco catastrofico contro l'Iran. Eppure l’Iran non è il solo Paese che potrebbe aver violato gli accordi di non proliferazione nucleare. Ad esempio Israele, in barba a tutti i trattati, dispone di ben 200 /400testate atomiche. Anzi ne minaccia l’impiego (sebbene facendo riferimento ad armi nucleari "tattiche", come se ciò fosse meno inquietante). Il punto, come è noto, riguarda il fatto che l’Iran starebbe (forse) per dotarsi di alcuni, pochi, ordigni nucleari. Il forse, in questo caso è d’obbligo perché di prove certe non ne sono state fornite. Il condizionale è pure d’obbligo dopo che il mondo ha potuto constatare che valore possono avere le informative provenienti dai vari servizi segreti. Si disse che l’Iraq di Saddam Hussein disponeva di armi di distruzione di massa. L’Iraq è stato invaso, circa 1,3 milioni di iracheni sono morti, eppure le armi di distruzione di massa non sono state trovate. Di fronte a certe asserzioni, una qualche perplessità è comprensibile, senza per questo voler assolvere né Saddam Hussein, né il regime iraniano. Tale perplessità viene però spesso tacciata di fiancheggiamento del terrorismo islamista e magari di antisemitismo in senso lato (laddove ad esempio questo termine viene esteso a chiunque critichi la politica del governo d’Israele). Il punto è che se le sanzioni sono il preludio ad un attacco contro l’Iran, forse non a tutti è chiaro che una distruzione dell’Iran, magari con l’uso di armi nucleari tattiche, potrebbe innescare la III Guerra mondiale. Circa 10 mila cittadini russi operano nelle vicinanze delle centrali nucleari iraniane per la produzione di energia elettrica ed è noto che la Cina ha stretto buoni rapporti con l’Iran. Certo il regime iraniano è inquietante, a dir poco, ma è davvero poco credibile che per bloccare il possibile approntamento di alcuni ordigni nucleari, che vanno ad aggiungersi ai tantissimi già stoccati negli arsenali di tutto il mondo, si rischi d’innescare un conflitto mondiale di proporzioni inimmaginabili.

Il grande fallimento economico

La questione forse è un’altra: la guerra dovrebbe servire a nascondere un grande fallimento economico. Ci attendono infatti nuove ondate di insolvenze nei mutui e nei titoli finanziari "tossici". Sta per venire alla luce l’insolvenza sui mercati "fisici" dell’oro e di altre materie prime, una frode gigantesca con al centro HSBC, Goldman Sachs e JPMorgan-Chase, al cui paragone quella di Madoff parrà il furtarello delle merendine tra alunni delle scuole elementari. Guarda caso proprio nello stesso periodo, in cui fu tacitato lo scandalo nelle alte sfere britanniche, sempre Gordon Brown vendette (o svendette ? ) le riserve auree britanniche. Soprattutto, il debito pubblico in molti Paesi del mondo ha raggiunto proporzioni non solo non più gestibili, ma che nemmeno più si possono nascondere o procrastinare in un lontano futuro, perché il futuro è arrivato, è ora. Secondo la Banca dei regolamenti Internazionali (BRI) - non secondo AsiaNews o qualche blogger un po’ estremo o lunatico - il debito pubblico USA è destinato a toccare il 400 % del PIL. Diviene necessario mettere la sordina alle truffe gigantesche sulle vendite allo scoperto sui mercati fisici di Londra e New York di metalli preziosi, che ora ed altri non sono in grado di onorare. Soprattutto il sistema-potere che controlla il circuito dei grandi mezzi di comunicazione deve giustificare la prossima inevitabile ed ormai certa insolvenza della Federal Reserve e del Tesoro degli Stati Uniti. Come insegna la storia, non da ultimo la guerra delle Falklands da parte della giunta argentina in piena bancarotta, una guerra (o in certi altri casi, vedi la Jugoslavia, una guerra civile) ha il "pregio" di coprire tutto con l’iperinflazione. È una soluzione semplice e geniale, ben collaudata da millenni. In questo contesto, chi potrebbe avere qualcosa da ridire ? La Chiesa Cattolica ed il Papa. Per questo, occorreva ed occorre colpirne l'autorità morale ad ogni costo. Ma forse questa è solo una coincidenza. La campagna lanciata da stampa e televisione ha però lasciato dei segni. Sembra infatti quasi che la pedofilia sia un fenomeno che riguardi solo o principalmente i sacerdoti cattolici. Celibi per tradizione e legge della Chiesa, accusarli è facile. In USA, ad esempio, le accuse riguardano quasi il 4 % dei preti cattolici, ma di essi solo l’1% sono poi riconosciuti colpevoli. Sembra anche che, per definizione, l’unica preoccupazione dei vescovi sia di coprire i preti pedofili, come se non vi fossero non solo precetti di fede e regole canoniche ben precise, ma come se negli USA e nel resto del mondo manchino giudici e tribunali disposti a scontrarsi con le gerarchie cattoliche. Semmai è vero il contrario: molti mezzi di comunicazione e molti ambienti giuridici hanno dato prova di essere mossi da malevoli preconcetti nei confronti del cattolicesimo e delle gerarchie cattoliche. - di Maurizio d'Orlando - asianews -

 
 
 

INTERVISTA A KUN, OMOSESSUALE ASIATICO. LA MIA PRIMA ESPERIENZA E LA MIA VITA DA "DIVERSO"

Post n°3421 pubblicato il 15 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

In uno dei miei viaggi ho avuto il piacere di conoscere, tra gli altri, anche Kun, un ragazzo di 26 anni, dichiaratamente omosessuale, di origini Filippine e residente in Thailandia. Conosciuto alla reception della guest house dove ho alloggiato per circa 15 giorni, inizialmente ero reticente nel fare conoscenza con questo personaggio un pò "ambiguo", ma in seguito abbiamo conversato molto, in special modo alla sera, dinanzi alla luna piena e ad una buona tisana thailandese. Kun, come mai sei qui a Puket: "Sai, mi ritrovo qui dopo una lunga serie di peripezie, io sono originario delle Filippine, dove l'omosessualità non è vista di buon occhio, dunque ho deciso di trasferirmi in Thailandia dove, tutto sommato, siamo ben integrati nella società". Come mai una persona simpatica come te ritiene di aver subito delle discriminazioni nelle Filippine? "Sinceramente non ho detto di essere stato discriminato, ma solamente di non essere visto bene. La mia famiglia, di forte matrice cattolica, non ha mai accettato il fatto che io fossi omosessuale, tuttavia non mi ha cacciato ed ha sempre tentato di aiutarmi. Ti dirò di più, il mio fratello maggiore si impegnò personalmente a trovarmi una fidanzata, ma io davvero non ce la potevo fare. A me sono sempre piaciuti gli uomini". In che senso? Tu ritieni di essere nato "gay" (perdonami il termine): "Cosa devo perdonarti, il termine gay non è mica offensivo, anzi, noi ne facciamo un vanto. siamo un bel gruppo di gay, ci divertiamo, ci frequentiamo, andiamo insieme al ristorante ed a mangiare ma, molte volte, mi rendo conto che siamo tanto promiscui. In merito alla tua domanda, comunque, ritengo di non essere nato gay, ma di esserci diventato. Ricordo di aver avuto sempre l'ossessione del "pene piccolo" (perdonami la schiettezza) e ripeto, questa è la mia esperienza personale, dunque avevo paura di rapportarmi con le donne che spesso parlano di sesso e di prestazioni". Ma cosa significa, allora tutti i normodotati dovrebbero avere queste paure? "Lo so, può sembrare ridicolo, ma io ho avuto sempre paura. Ricordo che una mia amica, alle scuole superiori, mi invitò al mare. Era dichiaratamente interessata a me ma, nonostante ciò, io mi avvicinai al cugino maggiorenne che aveva forti tendenze omosessuali. All'inizio non mi resi conto della cosa, ma successivamente, una sera in spiaggia facemmo un festino a base di alcool e droga e, non mi chiedere il motivo, mi ritrovai "imboscato" con quel bel ragazzone". Ti rendi conto di cosa mi stai raccontando? "Si, me ne rendo conto, ma siamo amici e ti autorizzo a pubblicare tutta questa intervista, in quanto questa è la mia esperienza e, dato che quel ragazzone si rivelò un grande ipocrita ed approfittatore, adesso io sono molto determinato e sto cercando di crescere spiritualmente, chiedendo al mio Dio di darmi una serena vita da omosessuale". Kun, sai che io e te, ormai da quasi quindici giorni, tutte le sere ci ritroviamo qui a conversare, hai mai pensato di farmi una proposta indecente? "Carlo, guarda, in situazioni di alterazioni mentali, sicuramente non avrei disdegnato, ma adesso, sinceramente, mi sento di essere davvero sobrio, quindi non mi permetterei mai di indurti verso qualcosa che non appartiene alla tua sfera sessuale". Ma come fai a saperlo? "Beh, sei qui in vacanza con la tua bella fidanzata, ci mancherebbe!" Si, ma come vedi, ogni sera ci fermiamo almeno un'oretta a parlare: "Ho capito dove vuoi arrivare, stai tentando di mettermi alla prova? Eh? No amico mio, io vivo con grande difficoltà questo mio problema e vorrei tanto avere una fidanzata e dei figli ma, purtroppo, dopo quelle esperienze di vita, non so perché, non riesco più a provare eccitazione se mi trovo con delle donne". Kun ti sei mai chiesto il perché? "Certo, tante volte, e la risposta che mi sono dato è sempre la stessa. La vergogna delle mie "dimensioni" (scusa la volgarità), mi ha portato ad avere paura delle donne, specialmente dopo aver visto tantissimi film pornografici con le relative performance degli attori". Scusami se ti interrompo, ma quella non è normalità, quello è un esempio sbagliato: "Cosa vuoi che ti dica. Io ho avuto paura. Quel ragazzone, sai, il cugino della mia amica, è stato in grado di avvicinarmi all'omosessualità in un momento difficile ed in stato di ebbrezza e di alterazione mentale, quindi cosa vuoi che ti dica". Quante volte ti capita di fare sesso? "Beh, nei periodi di boom turistico anche tutti i giorni, come vedi sono carino e simpatico. Poi ci sono quei lunghi momenti di pioggia, in cui "non si batte chiodo". E cosa pensi dei tuoi partner? "Purtroppo il 90% sono tutti turisti ubriachi in cerca di avventure con un magrolino e carino come me. Questa cosa mi disturba molto, in quanto io provo amore delle volte, ma ormai ho imparato ad accettare la realtà". Kun, sei felice della tua vita? Se potessi tornare indietro? "Felice è un termine poco adatto alla maggior parte degli esseri umani. No, sono triste, mi sento spesso a disagio e, se potessi, comincerei a fare sesso con le mie amichette già dal liceo e guarderei meno film pornografici". Ed in merito al ragazzone che ti ha "iniziato"? "Ovviamente lo odio, scusami il termine, ma è stato una bestia. Provo un odio profondo nei suoi confronti". Kun, sei stato gentilissimo come sempre, ti auguro tutto il bene del mondo.! Mai stato con una donna? "Mai". NB: la traduzione dell'intervista è stata curata dettagliatamente, anche se potrebbero esserci delle imprecisioni. - Carlo Di Pietro - Pontifex -

 
 
 

LE STRATEGIE DIABOLICHE

Post n°3420 pubblicato il 15 Aprile 2010 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Quando Satana apparve per la prima volta a Santa Gemma Galgani (1890-1902) e le offrì la guarigione dalla sua gravissima malattia e la felicità su questa terra, egli scelse il suo più seducente volto. Tale è il suo modo di azione favorito con le anime che ingenuamente ed in buona fede si danno alla vita mistica quando esse non hanno, per camminare nel suo arduo percorso, le necessarie protezioni spirituali. Ogni tentativo di esperienza mistica fuori dai quadri provati vale ad avventurarsi senza preparazione né soccorso in un universo differente, pieno di spiriti celesti benevoli certamente, ma anche di demoni odiosi ed insidiosi che non aspettano che l’occasione per attaccare i figli di Dio (Prima Lettera di San Pietro 5,8 : "Siate sobri, vigilate. Il vostro avversario, il Diavolo, come un leone ruggente, va in giro, cercando chi divorare"). In questo campo ogni imprudenza od ingenuità può rivelarsi fatale. Nessuna creatura umana è capace di tenere testa da sola alle forze tenebrose che a causa della propria santità di vita si sentono provocate e quindi cercano di dar fastidio in tutti i modi. Così, prima di lanciarsi nell’impresa dell’eroismo spirituale che dovrebbe essere normale scelta di vita per ogni militante cattolico, prete o laico poco importa, è bene ricordarsi del doppio avvertimento degli Apostoli Giovanni e Paolo : "Carissimi, non credete ad ogni spirito. Ma provate gli spiriti per sapere se sono di Dio" ( Prima Lettera di San Giovanni 4,1-3). "Costoro sono dei falsi profeti, degli operai imbroglioni, che si travestono da apostoli di Cristo. E nulla di stupefacente : Satana stesso si maschera bene da angelo di Luce. Niente di sorprendente se i suoi ministri si mascherano da ministri di giustizia. Ma il loro fine sarà conforme alle loro opere" (San Paolo, Seconda Lettera ai Corinzi 11, 13-15). Sotto la maschera di Satana non si dissimula un dio del Male come lo immaginano i dualisti di ogni epoca, ma una creatura creata più che buona : ammirabile, la più bella uscita dalle mani di Dio ad eccezione della Vergine Maria. Satana è sempre Lucifero, principe dei Serafini. Il canonico regolare agostiniano Giovanni di Ruysbroec (1293-1381) può anche scrivere : "Il Demonio vede come attraverso una sfera di diamante che egli non romperà mai la sua bellezza di Arcangelo eternamente sussistente nel pensiero divino ; l’unità del suo essere è per sempre spezzata ed egli sa che quello splendore di se stesso, non lo raggiungerà più". Non c’è dubbio che la disfatta degli Angeli ribelli è una atroce tragedia, benché siano soli ed unici responsabili del loro triste stato. Ma fa ancora meno dubbio che essi sono animati contro l’umanità di un rancore spaventoso. Il loro regno si appoggia sulla menzogna, l’odio e l’omicidio. Lo scopo di questi Angeli decaduti è di impedire all’uomo di raggiungere la felicità da cui essi sono privi, di uccidere, non solamente i corpi che essi detestano e disprezzano, ma le anime. Tutte le eresie più o meno manichee che vedono il diavolo creatore della materia non misurano l’ironia delle loro affermazioni : fare di Lucifero, cacciato dal Cielo per avere rifiutato di adorare il Dio incarnato, l’inventore di quella materia che egli aborra con tutto il suo essere... Lucifero è un Angelo, pervertito certo, ma sempre un Angelo. Ed è da Angelo che egli ama agire, mettendo al servizio del suo odio e della sua vendetta i suoi doni magnifici". Il Gesuita Padre de Tonquedec, che fu per anni l’esorcista della Diocesi di Parigi, conosceva a meraviglia il modo dell’agire diabolico. Secondo lui, Satana è tentatore. Seduttore, cattivo consigliere, ispiratore di ogni atto maligno, imbroglione. Egli acceca, corrompe, fa prendere il falso per vero ed il male per bene. Egli non forza, propone, suggerisce, persuade, mette in gioco, esplora le passioni umane e gli istinti, trovando in noi, per il tramite della natura decaduta dopo il peccato originale, un complice naturale, chiamato a diventare vittima. Perché Satana è un cattivo maestro. San Giovanni della Croce e Santa Teresa del Bambino Gesù, lapidari, lo accusavano di essere "vigliacco davanti a chi gli resiste e crudele con quello che gli cede"...In altre parole satana è debole con i forti e forte con i deboli!!! - Don Marcello Stanzione - Pontifex -

 
 
 
 
 

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Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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