ASCOLTA TUA MADRE

LE LACRIME DI UNA MADRE NON ASCOLTATA

 

FERMIAMO LA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA

 

TELEFONO VERDE "SOS VITA" 800813000

CHE COSA E' IL TELEFONO "SOS VITA"?
 
È un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata. E' un telefono verde, come la speranza la telefonata non ti costa nulla,
Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.
 
Il Movimento per la vita lo ha pensato per te
 
Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.
 
Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.
 
Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

 
DUE MINUTI PER LA VITA

Due minuti al giorno è il tempo che invitiamo ad offrire per aderire alla grande iniziativa di
preghiera per la vita nascente che si sta diffondendo in Italia dal 7 ottobre 2005 in
occasione della festa e sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Regina del Santo Rosario.
Nella preghiera vengono ricordati ed affidati a Dio:
 i milioni di bambini uccisi nel mondo con l’aborto,
 le donne che hanno abortito e quelle che sono ancora in tempo per cambiare idea,
 i padri che hanno favorito o subito un aborto volontario o che attualmente si trovano accanto ad
una donna che sta pensando di abortire,
 i medici che praticano aborti ed il personale sanitario coinvolto, i farmacisti che vendono i
prodotti abortivi e tutti coloro che provocano la diffusione nella società della mentalità abortista,
 tutte le persone che, a qualsiasi livello, si spendono per la difesa della vita fin dal concepimento.
Le preghiere da recitarsi, secondo queste intenzioni, sono:
 Salve Regina,
 Preghiera finale della Lettera Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II
 Angelo di Dio,
 Eterno riposo.
Il progetto è quello di trovare 150.000 persone, che ogni giorno recitino le preghiere. Il numero corrisponde a quello - leggermente approssimato per eccesso – degli aborti accertati che vengono compiuti ogni giorno nel mondo, senza poter conteggiare quelli clandestini e quelli avvenuti tramite pillola del giorno dopo. Per raggiungere tale obiettivo occorre l’aiuto generoso di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita.

“Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale,
da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione,
da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente,
si elevi una supplica appassionata a Dio,
Creatore e amante della vita.”
(Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

Ulteriori informazioni su: www.dueminutiperlavita.info
 

PREGHIERA A MARIA PER LA VITA GIOVANNI PAOLO II

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II


 

AREA PERSONALE

 

Messaggi del 07/04/2015

QUEL GIOVANNI PAOLO II CHE OGGI NON VOGLIONO RICORDARE

Post n°9336 pubblicato il 07 Aprile 2015 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Dopo aver letto su Vatican Insider, a dieci anni dalla morte, un breve ricordo, molto selettivo, di Giovanni Paolo II,  a firma del direttore, Tornielli (chissà cosa avrebbe ricordato se fosse stato ancora al Giornale o alla Bussola?), ho buttato lì due ricordi (tralasciando quelli per me non positivi).

Giovanni Paolo II è stato il pontefice di Humane vitae, Donum vitae, Familiaris consortio… Cioè dei documenti più chiari su vita e famiglia, contro aborto e divorzio.

E’ stato anche  il papa che ha istituito l’Istituto Giovanni Paolo II sulla famiglia.

Oggi, dunque, non starebbe con Kasper e Marx, ma con Mueller, Burke, Sarah….

Giovanni Paolo II è stato il papa che ha protetto e difeso i movimenti più minacciati, all’interno della Chiesa, dall’ala progressista. In particolare ha sostenuto attivamente:

Francescani dell’Immacolata; Legionari di Cristo; Opus dei; Cl…

Giovanni Paolo II è stato il papa di Assisi 1986, ma anche il papa che non ha più ripetuto un simile evento, in quei modi, ma ha anzi compreso le critiche fatte dal suo fedelissimo, il cardinal Ratzinger (di qui la Dominus Jesus).

Giovanni Paolo II è stato il nemico del comunismo, e nello stesso tempo l’avversario delle guerre occidentaliste, come la Guerra del Golfo.

Giovanni Paolo II è stato un papa mariano, in epoca in cui per molti cattolici progressisti la Madonna era ostacolo all’ecumenismo.

E’ stato un fedele seguace di padre Pio, il santo perseguitato sotto gli altri papi; il santo stigmatizzato di cui tutta l’intellighenzia progressista cattolica si vergognava.

Da Antonio Righi - libertaepersona.org -

 
 
 

QUANDO UN UOMO IN CROCE E UN BAMBINO NELLA MANGIATOIA DANNO FASTIDIO

Post n°9335 pubblicato il 07 Aprile 2015 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Nelle scorse settimane abbiamo ascoltato le polemiche sulle mancate benedizioni pasquali in alcune scuole...

Quell'uomo in croce dà proprio fastidio, che poi possa essere Dio disturba ancor di più! In certi ambienti scolastici è più fastidioso di un bambino che nasce povero in una mangiatoia.

Sì, un crocifisso e un bambino in fasce sono un problema, fanno paura, vanno tenuti lontani dai nostri studenti e dai nostri figli. Ci offendono perché non sono utili alla società, così inchiodato il primo, così gracile l'altro. Ci irritano perché uno è imbrattato di sangue, il piccolo piange di continuo. Ci spaventano perché chi muore in croce non lo si può proprio guardare, mentre chi nasce in una stalla potrebbe portare delle malattie. Ci guardano, uno dall'alto di una croce con quello sguardo pietoso come dietro al finestrino di un'auto il migrante che ci vuol lavare il vetro, l'altro per terra con gli occhi spaventati ma vispi di uno di quei bimbi siriani in mezzo alla guerra. Ci colpiscono quanto le immagini del terrorismo e le tragedie del mare, dunque è meglio non pensarci troppo, metterli da parte, scrivere "torno subito", come si legge in un'aula scolastica al posto della croce che era sulla parete.

Nelle scorse settimane abbiamo ascoltato le polemiche sulle mancate benedizioni pasquali in alcune scuole. Si sa del resto che sono pericolose per chi non crede o professa un'altra religione e si può rischiare di essere accecati da una goccia di acqua santa o convertiti dalle parole del parroco!

Il problema è come sempre sulla testa degli studenti, poiché queste battaglie le combattono alcuni genitori, qualche dirigente scolastico, piccoli politici per finire sui media. Magari fosse dibattuto e condiviso con gli alunni, fosse posta loro la possibilità di scegliere; ma è meglio non rischiare di metterli in mezzo, perché la risposta ci potrebbe stupire essendo tanto liberi dai pregiudizi, aperti alla realtà, disponibili alla ricerca, attenti al mistero.

Chi lo dice? Basta partecipare agli esercizi spirituali che tante scuole pubbliche statali offrono ai propri studenti e docenti secondo varie formule, rispettando la libertà e l'intelligenza di tutti. Intanto la Pasqua è arrivata e con essa le vacanze, per tutti, con o senza benedizioni ed esercizi per l'anima. Almeno quel crocifisso qualcosa di buono ancora la fa per la scuola, sebbene sempre meno di quello che riesce fare con due settimane di pausa il bambinello di Betlemme; speriamo che, una volta cresciuto, non segua l'esempio del crocifisso, non diventi come lui! Magari potrebbe montarsi la testa, pensare e dire di essere Dio, di risorgere dopo la morte il terzo giorno; e qualcuno potrebbe pure crederci tra gli studenti e gli insegnanti, seguire quelle parole assurde come perdono, misericordia, amore, o quelle frasi strane del tipo "la verità vi farà liberi" e "ama il tuo nemico". Bambino povero, uomo in croce, sono cose di altri tempi: non è che qualcuno vuole farci pensare che abbiano qualcosa a che fare con la strage di centinaia di giovani cristiani uccisi in un college in Kenya pochi giorni fa? Forse saranno nati in una stalla ma cosa c'entrano la croce e la Pasqua?

- autore: Marco Pappalardo - donboscoland.it -

 
 
 

SAN GIOVANNI PAOLO II: MARIA E LA RESURREZIONE DI GESU'

Post n°9334 pubblicato il 07 Aprile 2015 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

Dopo la deposizione di Gesù nel sepolcro, Maria "rimane sola a tenere viva la fiamma della fede, preparandosi ad accogliere l'annuncio gioioso e sorprendente della Risurrezione". L'attesa vissuta il Sabato Santo costituisce uno dei momenti più alti della fede della Madre del Signore: nell'oscurità che avvolge l'universo, Ella si affida pienamente al Dio della vita e attende la realizzazione piena delle divine promesse. I Vangeli riportano diverse apparizioni del Risorto, ma non l'incontro di Gesù con sua Madre. Questo silenzio non deve portare a concludere che dopo la Risurrezione Cristo non sia apparso a Maria; ci invita invece a ricercare i motivi di una tale scelta da parte degli evangelisti. Ipotizzando una "omissione", essa potrebbe essere attribuita al fatto che quanto è necessario per la nostra conoscenza salvifica è affidato alla parola di "testimoni prescelti da Dio", cioè agli Apostoli, i quali "con grande forza" hanno reso testimonianza della Risurrezione del Signore Gesù. Prima che a loro, il Risorto è apparso ad alcune donne fedeli a motivo della loro funzione ecclesiale: "Andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno" (Mt 28,10). Se gli autori del Nuovo Testamento non parlano dell'incontro della Madre con il Figlio Risorto, ciò è forse attribuibile al fatto che una simile testimonianza avrebbe potuto essere considerata, da parte di coloro che negavano la Risurrezione del Signore, troppo interessata, e quindi non degna di fede. I Vangeli, inoltre, riferiscono un piccolo numero di apparizioni di Gesù Risorto, e non certo di resoconto completo di quanto accadde nei quaranta giorni dopo la Pasqua. San Paolo ricorda un'apparizione "a più di cinquecento fratelli in una sola volta" (I Cor 15,6). Come giustificare che un fatto noto a molti non sia riferito dagli evangelisti nonostante la sua eccezionalità? E' segno evidente che altre apparizioni del Risorto, pur essendo nel novero dei fatti avvenuti e notori, non sono state riportate. La Vergine, presente nella prima comunità dei discepoli, come potrebbe essere stata esclusa dal numero di coloro che hanno incontrato il suo Divin Figlio risuscitato dai morti? E' anzi legittimo pensare che verosimilmente la Madre sia stata la prima persona cui Gesù Risorto è apparso. L'assenza di Maria dal gruppo delle donne che all'alba si reca al sepolcro, non potrebbe forse costituire un indizio del fatto che Ella ha già incontrato Gesù? Questa deduzione troverebbe conferma anche nel dato che le prime testimoni della Risurrezione, per volere di Gesù, sono state le donne, le quali erano rimaste fedeli ai piedi della Croce e quindi più salde nella fede. Ad una di loro, Maria Maddalena, infatti, il Risorto affida il messaggio da trasmettere agli apostoli. Anche questo elemento consente forse di pensare a Gesù che si mostra prima a sua Madre, colei che è rimasta la più fedele e nella prova ha conservato integra la fede. Infine, il carattere unico e speciale della presenza della Vergine sul Calvario e la sua perfetta unione con il Figlio nella sofferenza della Croce, sembrano esaltare una sua particolarissima partecipazione al mistero della Risurrezione. Essendo immagine e modello della Chiesa che attende il Risorto, e che nel gruppo dei discepoli lo incontra durante le apparizioni pasquali, sembra ragionevole pensare che Maria abbia avuto un contatto personale con il Figlio Risorto per godere anche lei della pienezza della gioia pasquale. Accogliendo Gesù Risorto, Maria è inoltre segno ed anticipazione dell'umanità, che spera nel raggiungimento della sua piena realizzazione mediante la risurrezione dai morti.

Fonte: medjugorje.it

 
 
 

PASSIONE, MORTE E RESURREZIONE DI GESU': FATTI ACCERTATI ANCHE DALLA STORIA

Post n°9333 pubblicato il 07 Aprile 2015 da diglilaverita
Foto di diglilaverita

La Pasqua è la festività più importante per i cristiani: senza risurrezione Gesù sarebbe stato soltanto uno dei tanti saggi profeti apparsi nella storia, forse il più ammirabile, forse ispirato dallo Spirito Santo, ma senza la capacità di sconvolgere l’umanità e la vita di miliardi di persone.

Risorgendo è restato nel mondo, si è reso incontrabile da chiunque, ha espresso la volontà del Padre di mischiarsi tra gli uomini, donando loro il senso ultimo della vita: l’attesa di infinito che ognuno di noi vive dentro di sé non è un inganno della natura, ma è una promessa che verrà certamente mantenuta. La vita è il percorso della libertà dell’uomo, chiamato a riconoscere questo, a testimoniarlo e ad attendere il mantenimento di tale promessa vivendo già un anticipo, qui e ora, di compimento.

Ma cosa dice la storia di quei tre giorni che sconvolsero l’umanità? La passione, la morte e la risurrezione di Gesù hanno lasciato tracce storiche? Per rispondere a questa domanda ci affidiamo principalmente a due autorità internazionali: John P. Meier, docente di Nuovo Testamento alla Notre Dame University e unanimamente riconosciuto il più eminente studioso vivente della storicità del cristianesimo, e Bart D. Ehrman, direttore del dipartimento di studi religiosi dell’Università del North Carolina e studioso di Nuovo Testamento. Quest’ultimo è una figura di secondo piano rispetto ai più importanti esperti del tema ma ha la particolarità di essere un non credente, molto spesso onesto e oggettivo. In realtà la posizione personale non dovrebbe contare nulla in quanto il metodo scientifico non si basa sul principio di autorità e, sia il cattolico Meier che l’agnostico Ehrman, sono chiamati a dimostrare le loro tesi in modo oggettivo alla comunità scientifica e solo su questo si basa la loro autorevolezza. Tuttavia, preferiamo considerare anche il suo punto di vista essendo, per molti che non fanno questo ragionamento, una fonte imparziale in quanto non cristiano e non credente.

Consideriamo i principali eventi che hanno caratterizzato gli ultimi giorni della vita pubblica di Gesù:


ULTIMA CENA. L’ultima cena tra Gesù i suoi discepoli non è oggetto di discussione tra gli studiosi, si accetta la sua storicità ma solitamente ci si divide sul fatto se sia stata o meno un banchetto pasquale. Questo perché i sinottici sembrano apparentemente affermare che Gesù volle celebrare la pasqua ebraica, al contrario di quanto riporta il Vangelo di Giovanni. Il prof. Meier, nel suo celebre “Un ebreo marginale”, ha tuttavia evidenziato che non c’è nessuna contraddizione tra le due fonti perché «se si separano dai racconti sinottici della passione i riferimenti, posteriori o redazionali, alla pasqua presenti attualmente, comprendiamo che l’ultima cena nella tradizione sinottica soggiacente non è un banchetto pasquale analogamente a quanto avviene per l’ultima cena nel vangelo secondo Giovanni» (p. 397). Gesù, infatti, non celebrò la Pasqua ebraica con i suoi discepoli durante l’ultima cena ma, sentendosi braccato dalle autorità ebraiche e romane, «organizzò un solenne banchetto d’addio con la cerchia più intima dei suoi discepoli immediatamente prima della pasqua […] nella casa di qualche sostenitori benestante di Gerusalemme il giovedì verso il tramonto, quando cominciava il quattordicesimo giorno di nisan […]. Se ammettiamo la fondamentale storicità del racconto eucaristico, dobbiamo ammettere che Gesù nell’ultima cena disse alcune cose sorprendenti e senza precedenti che non possono essere spiegate semplicemente ipotizzando il contesto di un banchetto rituale giudaico […], non sorprende che quanto fece durante il suo ultimo banchetto con la cerchia più intima dei suoi discepoli non coincida esattamente con nessuno rito religioso convenzionale del tempo». Questo è uno dei diversi casi con i quali solitamente si dimostra che il Vangelo di Giovanni, seppur scritto posteriormente e basato su altre fonti indipendenti, spesso risulta essere più affidabile storicamente rispetto ai sinottici.

TRADIMENTO DI GIUDA. Il processo a Gesù inizia in seguito al tradimento da parte di Giuda, secondo il prof. Ehrman, «ci sono ottime ragioni per credere che Gesù sia stato tradito da uno dei suoi discepoli, Giuda Iscariota. Ovviamente, il dato è attestato da una molteplicità di tradizioni indipendenti: il Vangelo di Marco, la Fonte M, il Vangelo di Giovanni e il libro degli Atti. Inoltre, la tradizione sembra soddisfare il criterio della dissomiglianza e non dà l’idea di essere un’invenzione cristiana successiva» (B.D. Ehrman, “Did Jesus Exist?”, HarperCollins Publishers 2012 p. 335).

PROCESSO A GESU’. Per quanto riguarda la descrizione analitica del processo, il prof. Ehrman fatica a trovarlo storicamente affidabile in quanto non c’è nessun testimone nei Vangeli che affermi di aver assistito in prima persona agli eventi descritti (non la pensano così celebri studiosi, come N.T. Wright). Quello su cui può pronunciarsi, tuttavia, è il motivo per cui venne messo in croce: «Un elemento anomalo dei racconti evangelici che narrano la morte di Gesù è che Pilato l’abbia condannato alla crocifissione per essersi definito “re dei giudei”. L’attestazione è multipla e presente in tutte le tradizioni, inoltre soddisfa il criterio della dissomiglianza, perché, da quanto ne sappiamo, è un appellativo che i primi cristiani non usarono mai per riferirsi a Gesù. Non possono aver fabbricato ad arte l’accusa che gli fu effettivamente rivolta, e sembra probabile sia stato quello il suo crimine» (p. 336).

EPISODIO DI BARABBA. Pilato, indeciso sul da farsi, domanda alla folla se preferisce liberare Gesù o Barabba, noto malfattore della città. E’ un episodio molto conosciuto, soddisfa il criterio della molteplice attestazione e, secondo il prof. Meier e molti altri studiosi, «è uno dei più antichi strati del primitivo racconto della passione» (p. 399). E’ giusto per questo considerare la sua alta probabilità storica, sopratutto dopo che numerosi studiosi -come Richard L. Merritt- hanno rilevato che nel mondo antico era abbastanza diffuso l’uso di liberare qualche prigioniero in occasione delle feste. Il prof. N.T. Wright, tra i principali studiosi del Nuovo Testamento del mondo anglosassone, ha sostenuto -tramite i testi dello storico romano Tito Livio- la certezza storica dell’uso di liberare prigionieri a Pasqua. I governatori romani si comportavano così per accontentare le folle e mostrare rispetto verso le feste ebraiche (N.T. Wright, “Gli ultimi giorni di Gesù”, San Paolo 2010, p.28).

CROCIFISSIONE. Nessuno studioso serio nega la storicità della crocifissione di Cristo, il prof. Ehrman ha infatti spiegato che «è assai improbabile che i primi seguaci di Gesù, essendo ebrei palestinesi, abbiano inventato di sana pianta l’idea del messia crocifisso, il criterio della dissomiglianza è perciò soddisfatto. L’asserzione trova molteplici attestazioni in tutte le nostre tradizioni (Vangelo di Marco, Fonti M e L, Vangelo di Giovanni, epistole paoline, testi di Giovanni Flavio e di Tacito). Se ciò di cui siamo alla ricerca sono solide probabilità, questa è una tradizione che vanta un alto grado di probabilità. Gesù è stato crocifisso!» (p. 191).

MORTE E SEPOLTURA. Per quanto riguarda la datazione, possiamo dire che la data più probabile della morte di Gesù secondo la maggioranza degli studiosi è il 7 aprile del 30 d.C., i motivi sono diversi e accenniamo soltanto al fatto che si è arrivati a questa conclusione sopratutto scartando le ipotesi meno probabili (il confronto solitamente avviene tra il 29, il 30, il 32 e il 33 d.C.). Il prof. Ehrman ha riconosciuto che, grazie alle lettere paoline scritte verso la metà degli anni Trenta, le notizie sui fatti che hanno caratterizzato la morte e la sepoltura di Gesù così come li conosciamo oggi, «risalgono probabilmente a un paio di anni circa dopo la morte di Gesù» (p. 132), ovvero vicinissime agli eventi. Secondo il prof. Jacob Kremer, ritenuto il più importante biblista del 20° secolo, «la maggior parte degli esegeti considera saldamente affidabili le dichiarazioni bibliche relative al sepolcro vuoto» (J. Kremer, “Die OsterevangelienGeschichten um Geschichte”, Katholisches Bibelwerk 1977, pp. 49-50). Il prof. Raymond Brown, docente emerito presso l’Union Theological Seminary di New York, ha più volte mostrato l’alta probabilità storica della sepoltura organizzata da Giuseppe d’Arimatea, «dal momento che una creazione cristiana immaginata dal nulla sul fatto che un membro Sinedrio ebraico abbia fatto una cosa così onorevole è quasi inspiegabile, conoscendo l’ostilità nei primi scritti cristiani verso le autorità ebraiche, responsabili della morte di Gesù. Mentre l’alta probabilità non corrisponde a certezza, non vi è nulla nelle fonti pre-evangeliche sulla sepoltura di Gesù da parte di Giuseppe d’Arimatea che potrebbe non farla considerare storica» (R. Brown, “The Death of the Messiah”, 2 vols. Garden City 1994, 1240-1241).

RISURREZIONE. Abbiamo mostrato qualche tempo fa che c’è la possibilità di avanzare prove indirette a conferma della storicità della risurrezione di Gesù, mentre per quanto riguarda le prove dirette occorre riconoscere che in linea generale i miracoli possono essere affermati con certezza per sola fede. «Benché sia un avvenimento reale avvenuto a Gesù Cristo», ha spiegato il prof. Meier, l’evento della risurrezione «non è avvenuto nel tempo e nello spazio e perciò non dovrebbe essere chiamato storico» (p.186). Possiamo però approcciarci ad esso indirettamente attraverso vari argomenti: è noto agli storici, ad esempio, che quello della risurrezione di Cristo è un racconto molto antico, come spiegato dal prof. Ehrman quando ha ammesso la testimonianza di esso nelle lettere di San Paolo, scritte prima dei Vangeli. Lo studioso americano ha inoltre usato numerose pagine contro i negatori della storicità dei Vangeli, spiegando che l’evento della risurrezione da loro descritto è unico e originale in tutta la storia della letteratura precedente: «La morte e la resurrezione di Gesù sono un evento unico, tra le antiche divinità del Vicino Oriente non si riscontra nulla di simile. Chiunque pensi che Gesù si stato plasmato prendendo a modello tali divinità deve portare qualche prova -di qualunque genere- che gli ebrei palestinesi furono influenzati» da quei racconti. In ogni caso, «le differenze tra Gesù e gli dei di morte e rinascita dimostrano che Gesù non fu plasmato con le loro caratteristiche, persino nel caso che ai suoi tempi ci fossero persone che parlavano di quelle divinità» (p. 234,235). Uno studioso, ben poco cristiano come il teologo Hans Küng, ha riconosciuto che «non fu la fede dei discepoli a risuscitare Gesù ma fu il resuscitato a condurli alla fede» (H. Küng, “Essere cristiani”, Rizzoli 2012, p.421).

Fonte: uccronline.it

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: diglilaverita
Data di creazione: 16/02/2008
 

 

LE LACRIME DI MARIA

 

MESSAGGIO PER L’ITALIA

 

Civitavecchia la Madonna piange lì dove il cristianesimo è fiorito: la nostra nazione, l'Italia!  Dov'è nato uno fra i più grandi mistici santi dell'era moderna? In Italia! Padre Pio!
E per chi si è immolato Padre Pio come vittima di espiazione? Per i peccatori, certamente. Ma c'è di più. In alcune sue epistole si legge che egli ha espressamente richiesto al proprio direttore spirituale l'autorizzazione ad espiare i peccati per la nostra povera nazione. Un caso anche questo? O tutto un disegno divino di provvidenza e amore? Un disegno che da Padre Pio agli eventi di Siracusa e Civitavecchia fino a Marja Pavlovic racchiude un messaggio preciso per noi italiani? Quale? L'Italia è a rischio? Quale rischio? Il rischio di aver smarrito, come nazione, la fede cristiana non è forse immensamente più grave di qualsiasi cosa? Aggrappiamoci alla preghiera, è l'unica arma che abbiamo per salvarci dal naufragio morale in cui è caduto il nostro Paese... da La Verità vi Farà Liberi

 

 

 
 

SAN GIUSEPPE PROTETTORE

  A TE, O BEATO GIUSEPPE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità, che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo.
Amen
San Giuseppe proteggi questo blog da ogni male errore e inganno.

 
 
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