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« Il Dottor MarioIl Dottor Mario »

Il Dottor Mario

Post n°13 pubblicato il 26 Agosto 2011 da robertocass
 
Foto di robertocass

 

 

 

Mario, Mario


E' Marta che mi guarda e mi sorride, si avvicina e mi stringe al suo petto profumato.

Sento forte il suo odore.

E' bello averla vicino, con lei è cambiata la mia vita.


Mi sono rimesso in moto, ho parlato con tutti e sono riuscito a farmi autorizzare come medico volontario, senza stipendio.

Posso fare le ricette e i miei pazienti di Ponte Nuovo possono andare a ritirarle gratuitamente in farmacia.

Ho ritrovato un vecchio amico al comune e sono riuscito a far ripulitre la discarica abusiva.

Ora le baracche sono sempre le stesse ma almeno non c'è più quella puzza che ti entrava dentro e che stava ovunque.


Insomma sono diventato il loro eroe, vengono da me non solo per le medicine, ma per tutto quello che devono fare, da un documento alla richiesta di un sussidio.


Vado tutti i giorni, prendo l'autobus con Tab, l'autista ormai mi conosce e non dice più niente.


Oggi è un giorno importante, sono riuscito a farmi dare dall'ASL delle taniche di disinfettante da utilizzare in tutta l'area delle baracche, dentro e fuori.

L'igiene è scarso e con l'avvicinarsi dell'estate diventa urgente una bella ripulita.

Arrivo, ci sono tutti, tutti pronti con gli spruzzatori che ci hanno prestato.

Abbiamo cominciato, l'odore acre del disinfettante è molto forte, sembra togliere il respiro, ma è un odore che sà di pulizia e di ritorno alla civiltà.

Tutti mi guardano e mi sorridono, ma io sto già pensando ad un problema, i topi sono tanti e l'altra notte hanno moriscato un bambino.


Torno al comune e riesco a farmi dare qualche scatola di veleno e di esche.

Il giorno dopo le distribuisco, parlo con tutti, spiegando l'importanza della pulizia attorno alle baracche e di non gettare cibo per terra.


Sono soddisfatto, ho fatto un bel lavoro.


Dottore, dottore.

Corri c'è una persona che sta male.

Vado,la baracca è più malandata delle altre, ci abita una persona anziana senza figli, o meglio dicono che l'hanno abbandonato qui e sono andati via.


E' italiano, in condizioni molto gravi, è sul letto, mi dicono che non si alza da giorni.

L'odore delle feci è forte ed il letto è completamente sporco.

Non parla, mi guarda in silenzio e poi abbassa lo sguardo come per vergogna.

E' molto magro ma non ce la faccio a muoverlo.

Vengono ad aiutarmi, lo cambiamo e lo laviamo con il disinfettante.

Grazie, tanto ora viene mio figlio.

Lo sto aspettando non dovrebbe tardare.


Sono mesi che aspetta ed è ancora vivo solo grazie al buon cuore dei vicini che gli portano da mangiare.


Dottore, lo sa che ero un operaio della società dell'acqua.

Avevo una moglie e una bella casa.

Una casa che avevo comprato con tanti sacrifici.

Poi mia moglie e morta, mio figlio si è sposato e sono nati i bambini.

Ho due bei nipoti.

Ma la casa era piccola per tutti, allora sono andato via.


Ho fatto la delega a mio figlio per la pensione, mio figlio ne ha bisogno, ha due bambini ed è disoccupato.

Io sono venuto qui, lui viene a trovarmi, mi porta sempre qualcosa.

Certo non viene spesso, ma mi vuole bene, solo che è sempre tanto impegnato.

E parlava, parlava cercava di convincermi o forse cercava di convincere solo sè stesso.

Va bene, però domani ti faccio ricoverare, devo farti fare delle analisi, così non posso curarti.


Dottore, dottore.

E' Marta che mi chiama.

Sono venuta a trovarti, torniamo a casa insieme.

Per fortuna che c'è lei, l'ho sposata anche se ormai la considero la figlia che avrei voluto avere.


Ora che può muoversi liberamente, è sempre in giro, dice che deve fare delle commissioni per la sua famiglia.

Spesso si assenta per due, tre giorni, mi dice solo che deve portare delle cose.

Non credo porti caramelle, ma non mi interessa, a me basta averla vicino quando c'è.


E quando è in casa cucina le sue strane ricette, mi prepara i suoi dolci sempre troppo duri per me, mi sistema casa mettendo tutto all'aria e canta, canta nella sua lingua.


Io rimango a guardarla mentre pulisce, mentre si gira e mi sorride, la ascolto mentre parla e mi racconta della sua terra,della sua infanzia.

Non gli rispondo mai, la guardo muoversi e mi piace vederla.


Suda e va a farsi la doccia, non chiude mai la porta, la lascia sempre socchiusa ed io rimango a guardarla che si spoglia.

Certo volendo potrei entrare per toccarla e baciarla, ma non voglio.


Mi piace vederla così semplice e naturale.

 
 
 
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