Creato da robertocass il 22/03/2011
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« Un Bravo PoliziottoU n Bravo Pioliziotto »

Un Bravo Poliziotto

Post n°20 pubblicato il 23 Dicembre 2011 da robertocass
 
Foto di robertocass

5° Puntata

 

 

Ma sta uscendo, gira l'angolo.

Lo seguo in macchina, lo vedo salire su una Punto bianca.

Faccio in tempo a prendere la targa, cerco di seguirli ma il traffico è tanto ed io ho perso un pò di smalto, li perdo.

 

Vado verso il commissariato.

Buongiorno come va?

Ti ricordi sei entrato e poco dopo io sono andato in pensione.

Certo che lo ricordo, ti serve qualcosa?

 

Gli spiego quello che sto facendo e gli leggo il numero della targa.

Va bene, perchè ti serve?

Va bene, me lo dici dopo, passa più tardi.

Esco.

 

E' una bella giornata di sole e decido di fare due passi a piedi.

Mi piace camminare, cerco di farlo sempre.

 

Mi piace guardare le persone, vedere come si muovono, come gesticolano parlando, dietro ognuno c'è una storia, un tradimento, un mutuo scaduto,un abbandono.

Siamo tutti su un grosso sasso che cammina nell'universo e tutti ci preoccupiamo delle stesse cose.

Miliardi di persone che cercano in qualche modo la felicità.

 

Ma esiste?

Io sono mai stato felice?

 

Non lo sò, ci penso spesso ma non riesco a darmi una risposta.

Se la felicità è sentirsi bene la risposta è sì, sono stato bene qualche volta a casa, qualche volta con i figli, qualche volta al mare seduto sulla riva.

 

Mi è sempre piaciuto il mare, sentirne l'odore e il rumore, vedere quella distesa che gira attorno all'orizzonte e che talvolta si confonde con il cielo.

 

E' questa la felicità?

Felici è star sereni e in pace?

 

Se la felicità è fatta di momenti, io nella mia vita ne ho avuti tanti.

Il problema è riconoscerli subito e assaporarli.

Quasi sempre te ne accorgi dopo, quando ci ripensi.

 

Vedo tante persone che camminano veloci, tutti all'apparenza molto impegnati.

Non mi sembra di conoscere nessuno, ma tanto non me li ricordo mai.

Mi capita spesso di vedere un viso conosciuto e non ricordarmi assolutamente dove l'ho incontrato.

Forse in un altra vita, in un'altra dimensione?

 

Mi ha sempre intrigato questa storia del deja vu, di posti dove sei sicuro di avere già visto ma dove però non sei mai stato, almeno in questa vita.

Allora pensi alla reincarnazione, al fatto che l'hai visto in un altra epoca, in un altro corpo.

 

C'è il sole e passeggio.

 

La religione cos'è se non paura della morte?

La fine fà paura, pensare che tutto finisce e che non c'è altro spaven- ta.

Può tutto finire e non starci altro?

 

Questo pensiero è sempre stato nella mente dell'uomo e forte è sempre stato il bisogno di darsi una spiegazione.

E così nascono le religioni e tutte hanno un paradiso stupendo dove essere consolati, dove i buoni verranno premiati e tutte hanno un inferno dove i cattivi verranno puniti.

 

Magari fosse così semplice, nel mio lavoro sempre a contatto con il lato oscuro, non sono mai riuscito a capire esattamente dove fosse il male e dove fosse il bene.

 

La linea di demarcazione è sempre confusa e il giudizio è sempre personale, non può essere imparziale, la divisione non è mai netta e spesso può andar bene sia l'una che l'altra spiegazione.

 

E allora come si può giudicare?

 

Eppure le società devono difendersi e si scrivono delle regole che devono essere rispettate in modo da non avere mai dubbi, e si pagano le persone come me che devono farle rispettare.

Persone che non devono giudicare, ma solo verificare se l'azione che si deve controllare è in sintonia con le regole scritte.

Se non lo è diventa reato.

 

Tutto diventa molto semplice, diventa subito chiaro chi sbaglia e chi indovina, chi è bravo e chi è cattivo.

Ed allora si può giudicare certi di non sbagliare.

 

Ma si può fare altrimenti?

 

Penso che le regole siano nate con l'uomo, le prime società dovevano porsi delle leggi che organizzassero la vita comune e poi fatte queste avere subito poliziotti per farle rispettare e giudici per punire chi non le rispettava.

 

Penso questo e intanto cammino e mi dirigo verso il commissariato.

 

Allora hai visto qualcosa?

 

Sì e non sono belle, la macchina appartiene ad un certo Di Giacomo un essere schifoso coinvolto diverse volte in fatti di pedofilia.

Spiegami bene perchè hai il suo numero di targa.

 

Gli spiego di nuovo il motivo e mi risponde che faranno delle indagini e che io non devo occuparmene.

 

Già è stato sempre così, quando c'era qualcosa dovevo sempre farmi da parte per fare spazio agli amici del capo.

Va bene, stai tranquillo.

Esco, è proprio una bella giornata.

 

Il sole è ormai alto e mi accorgo di avere fame.

 

Mi dirigo verso casa.

 

 

 
 
 
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