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« Un Bravo PoliziottoUn padre troppo anziano »

Un Bravo Poliziotto

Post n°25 pubblicato il 04 Maggio 2012 da robertocass
 
Foto di robertocass

10° Puntata e Ultima Puntata

 


 

Mi sveglia mia moglie con il caffè, mi fa i complimenti, tutto il palazzo parla del fatto, di quanto sono stato bravo a ritrovare il ragazzo.

Ma esco di corsa, devo fare qualcosa anche per gli altri bambini.

Vado verso il commissariato e riferisco tutta la storia al mio amico, di come seguendo quella persona ero arrivato alla villetta dove venivano organizzati i festini.

Ma non cercavi quel ragazzino, l'hai poi trovato?

Oh quello, lì avevi ragione te, era solo una ragazzata per sentirsi grande.

Ah bene dammi l'indirizzo che andiamo a vedere.

Dai se vuoi puoi venire anche te.


Partiamo senza sirene, non mi sembrava fosse così lontano, arriviamo e parcheggiamo vicino.

Ci avviciniamo, loro in quattro davanti, io subito dietro.


Il cancello è chiuso e c'è un grosso cartello:

Affitasi anche per brevi periodi.

Sembra non ci sia più nessuno, o avevi bevuto, ma non credo, o ti sei imbattuto in un grosso giro di professionisti, di gente che non scherza.

Sicuro che non ti hanno visto?

No, tranquillo.

Va bene, ti faccio portare a casa, tanto qui è lavoro della scientifica.


A proposito sicuro che per quel ragazzino è tutto posto, mi sembra strana la coincidenza.

No, tranquillo, te l'ho detto, lui non c'entra per niente, è stata solo una prova per far vedere alla nonna che ormai è grande, e poi scusa, se era coinvolto ne te avrei parlato.

Ah, va bene, ciao ci si vede.


Mi accompagnono a casa, rimango solo.


Certo la testimonianza di Alfredo sarebbe essenziale per scoprire qualcosa, certo sarebbe dura per lui ma andremmo veramente ad aiutare tutti i bambini che ci sono caduti e che potrebbero ricaderci.

Che faccio?

La mia coscienza professionale mi dice che in questo modo non aiuto le indagini e che il mio silenzio facilita senza nessun dubbio questi balordi che non faranno altro che cambiare zona o città per ricominciare tranquillamente i loro schifosi traffici.


Un bravo poliziotto porterebbe il bambino in questura per vedere se riesce a dire qualcosa o a riconoscere qualcuno.

Un bravo poliziotto non dovrebbe curare gli interessi del singolo ma quelli più grandi della comunità.

Ma qui parliamo di un bambino che ha vissuto una esperienza atroce e di cui nemmeno si rende ancora conto.

Ha vissuto momenti di terrore ma i mostri con cui era a contatto sono furbi, subdoli, riescono in qualche modo che non riesco a capire a farsi accettare, riescono in qualche modo, utilizzando tecniche raffinate, a circuire e a non farsi nemmeno odiare.


Potrebbe Alfredo essere davvero utile alle indagini?


Certo prima dovrebbe essere sottoposto alle cura di uno psichiatra che riesca a fargli ricordare quello che ora il suo cervello cerca di dimenticare.

E' giusto questo?

Non lo sò, da una parte vorrei colpire questa banda di schifosi, dall'altra voglio assolutamente salvaguardare il bambino.

E poi l'ho promesso, come faccio a non mantenere la promessa?

Come posso diventare anch'io un'adulto che in qualche modo approffitta della sua fiducia?

Ora Alfredo ha bisogno di fidarsi di qualcuno.

Ora ha bisogno di tempo, ha bisogno di dimenticare tutto completamente, non certo quello di ricodare tutti i particolari.

Posso immagginare a quali pressioni verrebbe sottoposto, certo con tutto l'aiuto medico possibile, ma dovrebbe rivivere quei momenti per dare indicazioni utili.

Non posso accettare questo, non posso permetterlo.


Ora Alfredo deve solo dimenticare.


E questo per fortuna il nostro cervello riesce a farlo, riesce a farci dimenticare anche le cose più brutte.

Riusciamo a dimenticarci di tutto, riusciamo sempre e comunque a metabolizzare e a digerire, fino a che tutto diventa tanto lontano nel tempo che quasi sembra accaduto ad un altra persona.


Sì, non ne parlerò con nessuno.


Ho deciso ma non riesco a dormire, mi affaccio alla finestra, alzo gli occhi al cielo, le stelle mi guardano, sembra mi diano ragione.


O sono io che cerco conferme?


Sveglio mia moglie e gli dico tutto.


Hai fatto bene, non sarai stato un bravo poliziotto ma hai davvero aiutato un bambino che ha già tanto sofferto.

Sì ho fatto bene.

Mi giro e mi addormento.


E così sono tornato al mio solito tran tran, ai miei ricordi, a mia moglie che ha sempre fretta e che ha sempre tante cose da fare.

Certe volte ci penso, e se mi hanno riconosciuto, se riescono a sapere dove abito, se vengono e se la prendono con mia moglie.

Certe volte ci penso, forse con il mio aiuto li avrebbero arrestati, forse....

Certe volte ci penso ma poi mi affaccio e vedo Alfredo che corre in bicicletta o gioca a pallone scherzando e ridendo con i suoi amici.

Lo guardo e non penso più a niente.

Si avvicina mia moglie.

Nessuno lo saprà mai ma stavolta hai fatto davvero il poliziotto, hai davvero salvato una vita.


Nessuno lo saprà mai, ma sono stato davvero un bravo poliziotto.


Certo la vita è strana sono stato in Polizia tanti anni e solo ora che sono in pensione sono riuscito a fare qualcosa di buono.

Sarò stupido ma mi sento quasi un eroe.

Sarò stupido ma mi sento un piccolo rambo.


Vorrei dirlo a tutti, farlo sapere ai miei ex colleghi, ma non posso e non potrò farlo mai.

Mi specchio, mi vedo diverso, mi vedo quasi bello.

Mi metto sul divano e accendo la tele.


Ah no un film poliziesco, no.

Giro canale, ecco un bel cartone animato.

Mi piaccionio i cartoni e poi mi conciliano il sonno.


Arturo, basta con questa televisione, ma la vuoi spegnere o no!

 
 
 
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