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« Tutto successe all'improvvisoStorie di Famiglia »

Storie di Famiglia

Post n°51 pubblicato il 09 Maggio 2014 da robertocass
 
Foto di robertocass

1° Puntata

 

 

 

Non gli era mai piaciuto vivere in campagna e sperava sempre un giorno di riuscire ad andare via.

Egidio, vieni a fare colazione.

Sì mamma arrivo.

Come sempre erano a tavola sua madre Margherita, il padre Alessandro, lo zio

Giovanni e suo fratello Rino.

Egidio aveva 15 anni ma si sentiva a disagio e ogni volta li guardava senza parlare.

Guardava quel fratello alto e magro che somigliava come una goccia d'acqua

a quello zio che non gli era stato mai tanto simpatico, poi vedeva sè stesso nel padre, come lui basso e con lo stesso viso.

Guardava poi sua madre, una donna non bella ma sveglia e intelligente, che sembrava a suo agio e che parlava sempre e che dava sempre ragione allo zio,

tanto che Alessandro alla fine si alzava e andava via borbottando.

Era sempre così, a colazione e pranzo, ogni volta che sedevano a tavola tutti insieme, ed era per questo che si cercava un pò tutti di evitarlo, si andava sempre più tardi e non si rispondeva mai alle chiamate di Margherita che sembrava non accorgersi della situazione.

E come sempre dopo il padre si alzava anche Egidio.

Io scendo che ho da fare, ci vediamo dopo.

Rino lo guarda ma come sempre non si muove, non sono andati mai molto d'accordo, da bambini sì, giocavano insieme ma poi avevano iniziato a prenderli in giro dicendo che Rino era il figlio di Giovanni e che la madre si era parecchio divertita, e tutto quello che si può dire.

E così avevano evitato si stare insieme, uscivano sempre separati, ognuno aveva i suoi amici e così andavano avanti.

Egidio guarda il padre e come sempre pensa:

Come ha fatto a sopportare una cosa del genere?

Come fa a convivere con tutte le chiacchiere che in un piccolo paese, dove tutti sanno tutto, diventano argomento quotidiano, di cui si parla sempre e dove ti guardano con un sorrisino e dove non ti parlano in faccia, ma ti guardano con un fare complice di chi dice, io sò che tu lo sai.

Come ha fatto a sopportare tutto questo?

Lo guarda che sta prendendo la roncia.

Papà dove vai?

 

Vado a fare un pò di legna, vuoi venire?

Sì arrivo.

Erano giorni che cervava questa occasione, da soli nel bosco, sperava di riuscire a farlo parlare, per cercare di scoprire la verità, o almeno la sua versione.

Allora andiamo.

Il sole si stava affacciando dalle nuvole e la foschia si stava alzando, non faceva freddo e loro camminavano in silenzio.

Egidio era in ansia, voleva cominciare il discorso ma aveva paura di una sua reazione.

Cominciano a salire, gli alberi diventano più fitti, arrivano ad una piccola radura dove avevano già iniziato a tagliare e dove avevano già accatastato del legname.

Iniziano a tagliare, Alessandro usa la sega per i rami più grandi, Egidio la roncia per pulire i pezzi e per metterli via.

Comincia a fare caldo e si tolgono la giacca.

Papà, come è stato con mamma, come vi siete conosciuti?

Che domanda, mà, siamo cresciuti insieme, si conoscevano le famiglie, praticamente eravamo già fidanzati da bambini, era stato già deciso che dovevamo sposarci e così è stato.

Ma tu ne eri innamorato?

Bò, non lo so, è sempre stato così, sì, penso di sì, è normale siamo spostati da 15 anni.

Egidio lo guarda, non è molto convinto.

E Zio Giovanni?

Alessandro si gira, non sorride più, ha il viso contratto e parla come se gli facesse tanta fatica.

Anche lui c'è sempre stato, quando sono morti i miei genitori io sono andato a vivere con lui, io non avevo nulla, o almeno quello che c'era è stato sempre gestito da lui.

Lui ha studiato e queste cose le capisce.

Tutto quello che abbiamo è suo, anche la casa dove abitiamo, e poi lavora al comune come stradino, è un lavoro importante e ben pagato e viviamo tutti con i suoi soldi.

Ne parla a voce alta come per convincersi ancora una volta.

 

Vedi Egidio, ora che la guerra è finita dobbiamo trovarci tutti un lavoro, tu devi

essere indipendente, devi andare a lavorare fuori, devi farti una posizione, devi

continuare come idraulico, ci riesci bene, potrebbe essere quello il tuo futuro.

Papà perchè Rino non mi somiglia?

Egidio ha parlato in fretta quasi senza respirare, ha gli occhi bassi.

Il padre lo guarda, rimane in silenzio un tempo infinito, poi fa un bel respiro, come per prendere coraggio.

Lo so, quello che dice la gente, sò bene quanto è cattiva.

E' per questo che mi vedi sempre da solo, sono anni che mi prendono in giro,

sono anni che gira questa storia.

E' vero siete tanto diversi, e Rino assomiglia tanto allo zio, ma io l'ho chiesto

a Margherita, ma lei mi dice sempre che non devo preoccuparmi, che sono solo chiacchere, che anche Rino è figlio mio come te.
Ma tu mi assomigli, si vede che sei mio figlio, perchè Rino invece no?

Alessandro abbassa la testa, si siede sul tronco e rimane così in silenzio.

Papà scusami, non volevo...

No, ormai sei grande, è giusto che ti parlo così.

Ma io non so niente, non so darti una risposta diversa, sono anni che ho questi dubbi, sono anni che non ci dormo, ma non posso farci nulla.

Si alza e riprende a tagliare, in silenzio, a testa bassa.

Lavora come un forsennato e suda copiosamente, il sole è alto e inizia a fare caldo.
Papà è ora di pranzo, andiamo a casa.

No, Egidio, tu vai, io rimango, non ho fame e voglio finire.

Il ragazzo si gira, il padre ha ripreso a lavorare come se dovesse finire tutto da un momento all'altro, ma alza gli occhi, lo guarda e abbozza un sorriso.

 

 
 
 
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