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« Storie di FamigliaStorie di Famiglia »

Storie di Famiglia

Post n°52 pubblicato il 04 Giugno 2014 da robertocass
 
Foto di robertocass

2° Puntata

 

 

 

Egidio si avvia verso casa, gli dispiace per il padre, aveva visto la difficoltà che aveva nel rispondere e quanto dovesse soffrire per una sitiuazione che andava avanti ormai da tanti anni.

Ma lui doveva capire ed era intenzionato a continuare.

Mamma sono casa.

Vieni non c'è ancora nessuno, siediti che è pronto.


Margherita stava impastando il pane nella mattera, l'avrebbe lasciato lievitare tutto il giorno e poi la mattina dopo avrebbe iniziato a cuocerlo.

Egidio già sentiva il profumo del pane caldo, un profumo che gli piaceva e che lo metteva di buonumore tanto che gli sembrava di essere in sintonia con tutto e con tutti.


La vede indaffarata ma non c'è nessuno e allora parte all'attacco.

Mamma perchè io e Rino siamo così diversi?


Margherita lo guarda, è chiaro che si sta alterando ma risponde al figlio con calma.

Vedi, mi aspettavo prima o poi questa domanda, so benissimo quello che dice la gente, ma è solo invidia.

Giovanni è un uomo bello, intelligente, importante ed ha scelto di vivere con me, scusa volevo dire con noi.

Questo non è andato giù a tanta gente, ma a me non importa, per me possono parlare quanto gli pare.

E poi per la somiglianza , che c'è di strano siamo parenti, è normale.


Ma scusa che parentela abbiamo con lo zio? E poi perchè lo abbiamo sempre chiamato zio Giovanni?

Oh senti adesso basta, io ho da fare e mi fai perdere tempo.

Se vuoi mangiare la pasta è a tavola, su sbrigati che mi hai fatto fare tardi.


Egidio mangia di corsa ed esce, si siede sulle scale penserioso.

I gatti sono in amore e i maschi urlano il loro richiamo tanto forte che sembrano tanti bambini che piangono.

E' vero come dice papà che abbiamo troppi gatti, d'estate la puzza del piscio è insopportabile.

Ma Giovanni vuole così, li tiene sul tavolo quando mangia, anzi quasi mangiano nel piatto con lui, e Rino è uguale, sempre con un gatto in braccio.


A me non piacciono, anzi avrei voluto un cane ma come sempre quello che pensiamo io e papà conta poco.

Devo andare via, non mi piace stare qui a poltrire o ad alzarmi a mezzogiorno come Rino,io voglio fare qualcosa, io voglio realizzarmi.

Stò diventando bravo come idraulico e anche se Rino come sempre cerca di fare quello che faccio io, io devo muovermi.

Domani vado a Narni a parlare con Michelini, si dice che cerca operai per un lavoro che deve fare fuori.

Però prima devo capire una volta per tutte come stanno qui le cose.


Egidio era testardo e quando voleva una cosa diventava matto fino a quando non riusciva ad ottenerla, quando faceva un lavoro doveva finirlo e quasi sempre finiva funzionante ma rattoppato e sempre per la fretta di completarlo.

Non aveva molti amici anzi nessun amico vero, nessuno di cui poteva fidarsi, ma era un compagnone, finiva sempre al centro dell'attenzione e diventava senza volerlo il capo del branco, quello a cui tutti si rivolgevano, quello a cui tutti chiedevano consigli.

Gli amici già pensavano alle ragazze, lui no, lui pensava al lavoro, anche se aveva già visto una ragazza che portava tutte le mattine le pecore al pascolo.

Non sapeva come si chiamava ma sapeva che veniva da una famiglia povera dove la madre rimasta vedova aveva fatto di tutto per mantenere la famiglia, aveva lavorato come un uomo e ancora oggi con i figli ormai grandi faceva lo stesso.

Prima o poi ci parlo, ma c'è tempo prima devo sistemarmi con il lavoro.

Erano anni difficili, si era appena usciti dalla guerra ed in campagna la vita era dura, chi riusciva ad entrare in fabbrica e ad impararsi un lavoro era visto come un arrivato, uno che aveva svoltato.

Era questo quello che voleva Egidio.

La mattina dopo si alza che è ancora notte, doveva fare 30 km a piedi prima di arrivare al paese e voleva arrivarci presto.

E' buio non c'è la luna e non si sente nessun rumore, inizia a camminare, si era portato del pane e comincia a mangiarlo.

Cammina a passo veloce senza pensare a niente e intanto s'iniziano a vedere i primi raggi del sole al di là delle colline.

Gli è sempre piaciuta l'alba e non è raro che esca la mattina presto solo per vederla.

Le prime case, c'è movimento, oggi c'è mercato ed sono tanti i contadini che arrivano per vendere frutta, ortaggi o animali.

Arrivano presto per prendersi i posti migliori, fra poco arriverà tanta gente e qualcosa si vende sempre.

Sicuramente verrà anche Zio Giovanni, è meglio che mi sposto dal mercato, tanto a me non interessa.

Buongiorno.

Michelini stava caricando un vecchio furgone di tubi e di valvole, si gira e sorride al ragazzo.

Buongiorno Egidio.

Senti posso venire a lavorare con te, non voglio nulla, mi basta che mi insegni il mestiere.

Sì certo, lo faccio volentieri con te, tu impari presto, non fai domande e come dovrebbero fare tutti, impari con gli occhi, e poi mi aiuti, dai monta che partiamo.

Egidio era contento, gli piaceva stare con quel vecchio idraulico, brusco ma di cuore, e poi a fine giornata gli regalava sempre qualche soldo.

Senti è vero che hai preso un grosso lavoro e che cerchi un operaio?

Sì perchè t'interessa?

Magari mi piacerebbe, pensi che potrei farcela.

Come lavoro sì, ne sai abbastanza, ma dovremo dormire fuori per almeno un mese e come ti metti con tua madre?

Oh non preoccuparti, hanno altro a cui pensare, devo solo dirlo a mio padre.

E' sera quando rientrano, Egidio era felice sarebbero partiti l'indomani.

Papà, domani mattina vado fuori per lavorare con il vecchio Michelini.

Bravo vai via da questo posto, vai via tu che puoi farlo, io non ne ho avuto mai il coraggio.

Va bene, dillo tu a mamma.

 
 
 
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