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« Un Bravo PoliziottoUn Bravo Poliziotto »

U n Bravo Pioliziotto

Post n°21 pubblicato il 17 Gennaio 2012 da robertocass
 

6° Puntata

 

 

 

Certo avessi avuto un carattere diverso avrei potuto fare carriera, quante occasioni perse.
Certe penso a quello che sarei diventato se fossi riuscito a prendere al volo certe possibilità, se invece di rispondere a tono avessi taciuto e assecondato il capo di turno.

E' proprio vero quello che diceva Totò in un famoso film: siamo uomini o caporali?

Io di caporali ne ho incontrati tanti e tutti con la prosopopea del grado e assolutamente cretini.
Purtroppo per me io non riuscivo a nascondere quello che pensavo e.....

Va bene, ora mi accendo la tele e come al solito mi assopisco.

Arturo, vieni, corri, c'è Palmira.
La vedo entrare disperata e piangendo mi dice che suo nipote ieri sera non è rientrato.
Arturo aiutami, sono sicura che gli è successo qualcosa di brutto.

Va bene, ora siediti e raccontami tutto.
Allora se ho capito ieri sera non ti ha chiamato, ma ti chiama sempre?
Sì sempre quando fà tardi, ma ieri era strano, non parlava e non mi ha nemmeno salutato.

Va bene. ti prometto che cerco di fare il possibile.

E cos'è il possibile?

Quante volte ho detto questa frase e il più delle volte era mettere la pratica sotto una bella pila di carte, ma non per negligenza, non c'era mai tempo, le cose da fare erano tante, e purtroppo passavano in galleria tutte quelle cose minori che non sembravano urgenti.

Minori per noi, per la persona che ci veniva a chiedere aiuto non lo erano affatto.
Ed ora?
Non posso parlarne al commissariato, tanto mi risponderebbero che è presto per preoccuparsi, che sicuramente è una ragazzata, che conviene aspettare qualche gior- no.
Era quello che dicevo anch'io, ma stavolta è diverso questo ragazzino l'ho visto crescere, devo fare qualcosa.

Telefono al mio amico in Polizia e riesco con una scusa a farmi dare l'indirizzo del proprietario di quella macchina.

Ci vado.

Arrivo al centro, ecco sono arrivato.
E' una palazzina signorile, guardo in giro ma non vedo la macchina.
Mi apposto all'angolo della strada e rimango ad aspettare.

Un altro appostamento, ma stavolta non credo di poter fare altro.

Già facevo questo quando mia moglie venne ricoverata per partorire, feci una corsa ma arrivai in ospedale che era già nata.
Mi avevano chiesto se volevo assistere al parto, allora non si usava ma il medico era un amico e pensava di farmi cosa gradita.
Gli avevo detto di sì, ma così senza pensarci, perchè uno dovrebbe assistere?
Per dare fastidio se c'è una emergenza?

Non credo serva a nulla, la donna non se ne accorge e l'uomo si illude di partecipare a qualcosa di magico che non gli appartiene.

Sì una nascita deve essere qualcosa di indefinibile, portare dentro un altro essere, un'esperienza che trasforma una donna in madre e per sempre.
Il rapporto madre figlio è particolare, nasce nell'utero, il feto è cresciuto assorbendo le sue emozioni e si crea un legame assolutamente unico.

Come possiamo noi padri pensare di sostituirci a questo?
Vedo oggi che si danno un gran da fare, ed è giusto che aiutino, ma non possono pensare di sostituirsi alla madre che l'ha creato, che l'ha fatto nascere.
Certe volte penso che le donne hanno davvero qualcosa di speciale, essere portatrici della vita le rende uniche.

Ancora non si vede ed è quasi notte, sempre non perdendo di vista il portone vado a prendere un caffè e telefono a casa.
E' tardi, rischio continuamente di appisolarmi, ma ho il pieno di caffè e vado avanti.

I figli, dopo la prima ne sono altri tre ed erano tanti, ma mia moglie ne avrebbe fatti altrettanti.
Era bello però tornare a casa e vederseli intorno, certo erano tanti e non era facile andare avanti.
Il mio stipendio da poliziotto non bastava e per fortuna mia moglie trovò un impiego part time presso un avvocato.
La paga non era certo alta ma aiutava ad andare avanti.

Il problema divenne più pressante man mano che crescevano, per fortuna i vestiti passavano l'un l'altro, ma le spese erano sempre tante e dovevamo fare spesso e volentieri delle rinunce.

La più grande fù l'impossibilità di comprarsi casa, non potevamo sobbarcarsi la rata di un mutuo e preferimmo restare in affitto.

Questo però creava discussioni, sembrava strano, l'acquisto della casa da noi è un passaggio obbligato che si deve fare appena s'inizia a lavorare.

Ho conosciuto ragazzi che a 25 anni andavano subito a stipulare mutui trentennali che li mettevano subito in croce, soprattutto con gli interessi che avevamo allora.
E questo li bloccava, non potevano certo cambiare città accettando una bella offerta di lavoro, erano costretti ad accettare quello che trovavano solo per la paura di non rispettare il benedetto mutuo.
E questo perchè si decidevano a sposarsi non prima di aver fatto qualche chilo di cambiali per comprare tutti i mobili.
E già, la casa doveva essere tutta arredata e anche con mobili di valore.

Il più delle volte da solo non poteva farcela ed allora s'indebitavano sia il padre che il suocero, anche perchè dovevano affrontare un matrimonio dai costi proibitivi.
E già il poverino sapeva che fra vestiti, cerimonia in chiesa, fotografie, banchetti e rinfreschi avrebbe dovuto spendere cifre assurde che come detto poi ricadevano sulle famiglie.

Certo che i matrimoni duravano, pensare di rifare il tutto faceva passare qualsiasi idea.

Questo purtroppo ancora succede, soprattutto nel sud, ed è causa fra l'altro anche dell'immobilismo nel mercato del lavoro.
E' assurdo pensare che i giovani in Sicilia sono disoccupati mentre al nord le aziende assumono stranieri perchè manca la manodopera.

Il mondo è cambiato, i mestieri scompaiono, i nostri figli non vogliono più fare lavori manuali e se non ci fossero gli stranieri tanto vituperati mi dici dove trovi un muratore o un operaio?

Insomma, così non ho una casa di proprietà e non posso nemmeno più comprarla, sono ormai anziano e non c'è più nessuna banca che accetti di finanziarmi.

Evidentemente hanno paura che i clienti muoiano prima di pagare il prestito.

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