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Messaggi di Gennaio 2015

 

Storie di Famiglia

Post n°58 pubblicato il 17 Gennaio 2015 da robertocass
 
Foto di robertocass

8° Puntata

 

 

Giovanni da quando era morto il suo figlioccio non era più lo stesso, parlava poco e restava nella sua camera per ore, tanto che spesso Margherita andava a vedere come stava.

Era preso dai rimorsi per quello che era successo, pensava a quanto doveva aver sofferto per una situazione assurda che aveva dovuto subire e si domandava come mai non si fosse mai ribellato.

Ci pensava spesso, rivedeva le scene dove Alessandro era chiaramente a disagio e rivedeveva sé stesso far finta di niente.

Ci pensava spesso a come veniva trattato in casa dalla moglie e spesso dai figli, e come si appartava con le nipoti che invece lo cercavano per abbrac- ciarlo e per ascoltare le sue storie.

Ci pensava spesso e non si dava pace.

Quando ti muore un figlio, pensava, ti senti strano, non è normale che i vecchi piangono i giovani, e ti senti come in colpa, come se avessi fatto qualcosa di sbagliato, e non lo accetti e vorresti ribellarti.

E ti chiedi perchè è toccato a lui, non doveva essere così.

Non aveva mai voluto figli, la moglie aveva tanto insistito ed anche prima di morire gli aveva detto: vedi non ho nessuno che piange per me, non ho nessuno che verrà a mettere dei fiori sulla mia tomba.

Ma ci sono io.

Tu non verrai mai ne sono sicura.

E così era stato, dopo il funerale non era più stato al camposanto.

Non aveva voluto figli perchè pensava che non sarebbe stato un buon padre, non credeva nell'istinto paterno, non credeva in quello che taluni chiamano il richiamo del sangue.       Non credeva nella famiglia e non credeva nel matrimonio, l'aveva fatto solo perchè la sua povera moglie l'aveva tanto desiderato e poi aveva accettato solo quando lei malata da tempo l'aveva chiesto come ultimo regalo.

Però Alessandro lo era stato, era stato il suo figlio adottivo a cui non aveva dato ii suo cognome solo per motivi di convenienza.

E poi lo aveva anche derubato, gli aveva tolto tutto e lui si era fidato ciecamente.

E' vero che aveva già predisposto che alla sua morte tutto andasse a Margherita e quindi anche ai suoi figli, ma questo non gli bastava.

E poi era successo tutto in quel maledetto giorno e solo in quel giorno, dopo non c'era mai stato nessun accenno, nessun contatto, nessuna parola, per Margerita era come se non fosse mai successo.

I rapporti erano tornati subito quelli di sempre e nessuno avrebbe potuto immaginare quello che c'era stato, anche ora che Alessandro era morto lo avevano pianto insieme ma nulla era cambiato.

Erano passati talmente tanti anni da quel giorno che talvolta pensava che forse era stato solo un sogno e che forse aveva ragione Margherita, non era mai successo e lui l'aveva solo immaginato.

Pensava a questo mentre fumava il suo sigaro in cucina quando sente la porta che si apre.

Buongiorno zio.

Era Rino con Sabina che tornavano dal mercato.

Sabina dove sei?

Veramente aspettavo che mi aiutassi a portare le buste.

Oh scusa non ci avevo pensato, a proposito ci fai il caffè?

Sabina era piccola, esile, parlava sempre a voce molto bassa e poi con quella voce tremolante facevi fatica a capirla.

Non lo raccontava mai, ma da bambina aveva sofferto molto, era molto piccola quando cominciò a soffrire di attacchi epilettici, malattia che l'aveva molto segnata sia nel fisico che nella mente.

In quei tempi era una malattia che non si conosceva e che metteva paura, la madre era una contadina che aveva sempre e solamente lavorato la terra e se ne vergognava.

Per paura non ne parlava mai con nessuno, nemmeno con il medico condotto, e teneva la bambina segregata in casa, la faceva uscire solo quando era certa che nessuno l'avrebbe vista e la nascondeva se vedeva arrivare qualcuno.

La bambina cresceva poco, era magra, mangiava poco e soffriva sempre di mal di testa, la madre la curava a modo suo con qualche impacco di erbe e con tisane dal sapore disgustoso che avevano il solo risultato di peggiorare il suo malessere.

Tutto il paese parlava di questa bambina e si raccontavano le cose più assurde, che aveva un aspetto mostruoso o che era l'invenzione di una madre pazza, tutto fino alla voce, messa da qualcuno che l'aveva spiata e che aveva visto la bimba in un attacco epilettico, che era indemoniata.

La madre lo venne a sapere e non gli diede importanza invece l'ignoranza ed una chiesa cattolica che ha mai rinnegato queste pratiche, fecero diventare il problema di una bambina malata una questione di stato con il vescovo che interviene richiamando il parroco e inviando un esorcista.

La casa era fuori del paese, su una collinetta, quando la madre vide i due preti che si avvicinavano fu presa dal panico e cominciò ad urlare e a piangere, la bambina si era aggrappata alla sua gonna e guardava i due preti terrorizzata, sembrava di assistere ad una scena di un film dell'orrore.

Per fortuna i due preti si resero subito conto dello sbaglio e se la cavarono con una benedizione veloce, quattro preghiere e un fuggi fuggi generale.

La bambina fù presa poi in cura dal medico condotto e come lui stesso aveva predetto tutto passò crescendo, ma non quello che le era rimasto dentro.

Allora Sabina mi porti stò caffe?

 
 
 
 
 

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