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Messaggi del 06/10/2016

 

Diario da un Futuro Possibile

Post n°75 pubblicato il 06 Ottobre 2016 da robertocass
 
Foto di robertocass

01 - Primo Giorno




Il petrolio stava finendo e tutto il nostro mondo stava cambiando.

Tutta la nostra cività si era basata su questo, era l'energia a basso costo, era concime, era plastica, era tante di quelle cose che nemmeno saprei elencare.

Mi ricordo da bambino, tutti in macchina con il telefono che veniva stranamente chiamato smartphone, tutti con computer, radio, televisori e tutti gli elettrodomestici possibili e immaginabili.

Tutto veniva buttato, il costo della produzione era talmente basso che non conveniva ripararli.

Milioni di oggetti gettati ogni giorno che non si sapeva dove mettere e cosa farne.

Poi però tutto cambiò.

Il costo del petrolio cominciò ad aumentare e diventò tutto più difficile.

La benzina era introvabile, si vedevano poche macchine in giro, l'energia elettrica, l'acqua, il gas venivano erogati solo poche ore al giorno.

La vita nelle città era diventata difficile.

La gente cominciò ad andare via, il governo sovvenzionava chi andava a vivere in campagna, in fattorie completamente autonome sia nell'energia con pannelli solari e pale eoliche, sia nello smaltimento dei rifiuti con la formazione dei composti con il materiale organico.

Altro non c'era, la plastica era scomparsa, gli oggetti erano in legno e tutto veniva riparato.

La vita come io la ricordavo non c'era più.

In città girava poca gente ed avevano inziato a demolire, ma poi si erano fermati, era diventato inutile.

I marciapiedi erano pieni di piante che in primavera fiorivano, le poche macchine dovevano girare a zig e zag fra gli alberi che erano cresciuti sulle strade.

Ogni tanto si vedevano montagne di aspirapolvere, asciugacapelli, stufe, telefoni, lavatrici e quant'altro, tutti oggetti il cui uso era diventato troppo costoso.

Non veniva più fatta pulizia, il governo e tutti gli uffici si erano trasferiti in campagna.

In città non c'era più nessuno.

Avevo preso in affitto a un costo irrisorio un attico con un grande terrazzo dove avevo vasi con piante di ogni tipo e una sala con un grande camino, l'unico modo per riscaldarsi, dove avevo bruciato di tutto mobili e tutto quello che trovavo.

Ma ora dovevo decidere, dovevo portare tutto per le scale e cominciavo a non farcela.

La sera mi sedevo e vedevo tutta la città, poche luci e un gran silenzio.

Il giorno mi svegliavano le grida degli uccelli, la natura stava riprendo il suo posto.

Bisognava stare attenti c'erano tanti animali liberi, gli zoo erano scomparsi da tempo e si potavano fare brutti incontri.

Dicevano che c'erano bande che passavano a rubare di tutto ma io non ne avevo mai viste, anche perché non vedevo che c'era poi da rubare.

Era tutto aperto e abbandonato.

Mi dicevo sempre che dovevo decidermi ad andare anche io in campagna, ma a che fare, ero solo e nemmeno sapevo dove andare.

Ogni tanto passava la polizia che mi ripeteva sempre che era più conveniente per me andare via e che se volevo mi avrebbero aiutato ad andare in qualche ospizio.

Io rispondevo sempre sì ora lo faccio, grazie.

Ma poi restavo lì e non avevo il coraggio di muovermi.

Mi piaceva stare solo, ripensavo a quello che avevo fatto, alle cose sbagliate, alla mancanza di coraggio, alle scelte fatte per pigrizia, alla scelta di non sposarmi.

Eppure una donna c'era stata, chissà come sarebbe cambiata la mia vita se si andava a vivere insieme.

Avrei avuto forse una famiglia e ora starei seduto davanti al camino con figli e nipoti. 

Avrei avuto forse una moglie che mi portava da bere e che mi baciava sulla fronte con tutti che mi chiedevano di raccontargli le storie del mio passato.

Storie a cui però non credevano.

Sì non ho mai voluto figli, come potevo in un mondo che stava cambiando prendermene cura, come potevo garantirgli un futuro?

Come potevo spiegargli che ai miei tempi certi oggetti, ormai quasi dimencati, erano diventati oggetti di culto, indispensabili per sentirsi potenti.

Come potevo spegargli che si sentivano importanti se avevano un macchinone lucido sotto casa, un telefonino con mille funzioni, scarpe e vestiti firmati?

L'altro giorno ho provato a spiegarlo a dei ragazzi, ma non mi hanno creduto e mi hanno preso per un vecchio pazzo.

Mi hanno risposto che era impossibile che un uomo pensasse queste cose.

E avevano ragione, è difficile da credere, ma era così, il possesso di questi oggetti era diventato più importante dell'onestà, della lealtà, del rispetto verso la natura, del rispetto verso noi stessi e verso gli altri.

L'uomo pensava di essere il padrone della Terra a cui tutto era permesso, invece era e rimane solo un abitante di questo pianeta che deve dividere con tutti gli animali e le piante che talvolta esistevano prima del suo arrivo.

Oggi questo si è capito e per questo si vive meglio, senza tante cose ma con il necessario per vivere una vita degna di un essere umano.

Ma ora basta scrivere, questa sera mi siedo fuori e aspetto il sorgere del sole.

Lo vedo sorgere in mezzo ai palazzi diroccati.

Ecco sta albeggiando, sta uscendo.

Eccolo lo vedo.

 
 
 
 
 

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