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Messaggi del 22/10/2016

 

Diario da un Futuro Possibile

Post n°84 pubblicato il 22 Ottobre 2016 da robertocass
 
Foto di robertocass

10 - Al Centro di Sperimentazioni




Sono sceso e con me quasi tutto il treno, non sbagliavo sono tutti futuri volontari o sperano di esserlo.

Siamo tanti, c'è un cartello che dice di aspettare fuori.

Ci guardiamo veniamo da tanti parti ma parliamo tutti il terrestre, la lingua universale creata e studiata in laboratorio, una lingua artificiale nata inizialmente solo per i tecnici e gli scienziati ma ormai utilizzata da tutti.

I miei nonni parlavano italiano ed esistevano oltre 7000 lingue diverse, oltre ad numero enorme di dialetti.

La comunicazione globale era un problema che solo in parte era stato risolto con l'utilizzo della lingua inglese.

Gli studiosi avevano fatto decine di tentativi, il primo, l'esperanto, risale addirittura alla fine dell'800, ma solo la rete, come si chiamava allora internet, riuscì ad amalgamarli tutti.

L'obbligo di comunicare sempre con tutto e con tutti portò all'utilizzo di abbreviazioni, sigle e frasi che divennero subito di uso comune, e che furono la premessa della lingua che parliamo oggi.

Ci aspettano degli autobus a energia solare, partiamo.

Arriviamo alla vecchia zona industriale dove la presenza di centinaia di cappannoni in disuso ha permesso ed ha facilitato la nascita del Centro.

I capannoni sono diventati tutte serre e laboratori dove si studiano e si sperimentano piante di ogni tipo cercando di realizzare specie che riescano a sopravvivere in un clima che cambia continuamente e in zone povere di ossigeno ma ricche di altri gas, fra tutti l'anitride carbonica.

Le piante oltre a darci il cibo sono quelle che ci garantiscono l'ossigeno ed è quello che andremo a sviluppare su Marte.

Si vede un gran movimento, ci fanno scendere e ci fanno entrare in una palazzina.

Entriamo tutti in una grande camerata, saremo qualche centinaio, e domani inizia la selezione.

Siamo stati completamente rasati e depilati, in modo da evitare qualsiasi contaminazione ed abbiamo indossato, dopo una totale sterilizzazione, una specie di camicione.

Così conciati abbiamo iniziato il ciclo delle visite mediche, delle analisi, di tutti i test possibili e immagginabili.

Qualcuno veniva mandato via, dovevano essere sicuri che non ci fossero infezioni anche latenti o solo nel DNA.

Io stavo tranquillo, ho sempre avuto una salute di ferro, ho sempre vissuto all'aria aperta, con il caldo o con il freddo e senza mai ammalarmi.

Poi sono cominciati gli incontri con le prove scritte e orali per conoscere il grado d'istruzione.

Con me, che dovevo fare l'istruttore, su questo sono stati molto severi, ma io stavo sereno, abbiamo parlato di piante, l'unico argomenmto che conosco perfettamente e sulle quali ho sempre lavorato.

Insomma fra test, visite mediche e palestra siamo stati al Centro di Selezione quasi tre mesi.

Tutto il tempo libero si passava in palestra a fare esercizi di respirazione.

Mi guardo allo specchio, sembro più giovane, tonificato, carico, potrei partire domani anche a piedi.

Finita questa prima fase, saremo rimasti circa la metà, abbiamo iniziato un programma di addestramento molto pesante per abituarci a condizioni di vita proibitive.

Ora sono seduto in giardino, sono quasi sei mesi che siamo qui e mi sento forte e preparato.

Domani sapremo se si continua o si torna a casa.

Ho passato una notte agitata, mi sono svegliato presto e sono andato a correre, a correre forte, in modo da non pensare.

Ho corso come un forsennato, pioveva ed il cielo era coperto, a tratti si vedevano le stelle, facevano capolino fra le nuvole come per dirmi vai che ti aspettiamo.

Mi sono seduto, ora pioveva più forte ma non faceva freddo o almeno io non lo sentivo, ero completamente bagnato ma mi sentivo pulito dentro e fuori.

La pioggia mi lavava l'anima, il cuore, i pensieri, tutte le preoccupazioni, tutto scivolava via come l'acqua sul terreno.

Dopo mi sentivo una roccia, non mi ero mai sentito così bene, ed ero pronto ad affrontare l'esito, qualsiasi esso fosse.

Sono stato uno dei primi ad arrivare nella grande sala dove dovevamo attendere la chiamata.

Sono passate alcune ore, ma poi alla fine è arrivato,

Ho avuto la risposta che aspettavo, che aspettavo forse da sempre, da oggi sono Allievo Istruttore destinato al Progetto Marte.

Ero talmente felice che non sapevo cosa fare, ma non c'era tempo.

I volontari accettati sono pregati di tenersi pronti alla partenza per Omsk.

Grazie e a tutti e Buona Fortuna.

Si parte subito per l'astroporto, d'altra parte io sono stato fra i primi ma le selezioni durereranno almeno per altri tre anni, e quindi non c'è tempo da perdere.

Mi aspetta un lungo viaggio, ma se tutto va bene è l'ultimo che faccio sulla Terra.

Siamo in stazione, ognuno con il suo zaino in spalla, mi guardo in una vetrina, vedo un uomo di mezza età, forte e temprato, calvo e senza barba, dritto e fiero.

Il vecchio che c'era è scomparso, eppure sono passati solo pochi mesi, mi sembra ieri che passeggiavo con il cane e curavo le piante del terrazzo e collezionavo gli oggetti del passato.

E solo ieri stavo per fare una scelta diversa, completamente diversa che avrebbe comunque cambiato la mia vita.

Avevo conosciuto Maria, l'unica donna che mi ha fatto dubitare parecchio e a cui penso ancora oggi.

Maria rimane la donna della mia vita, l'unica che sono sicuro mi avrebbe fatto sicuramente felice.

Ho scelto, ma solo per paura, di scappare e ora lo sto facendo definitivamente, con questa partenza mi chiudo qualsiasi possibilià di rivederla, di ripensarci, di poterla chiamare o solo di scrivergli.

Non la vedrò mai più.

E pensare che oggi forse sarei con lei a passeggiare mano nella mano fra gli alberi del nostro parco.

Oggi forse la terrei abbracciata per baciarla teneramente.

Oggi forse le starei vicino e forse starei sveglio a vederla dormire.

Ma oggi è tutto diverso, tutto questo rimarrà per sempre solo un sogno.

Oggi la mia vita è cambiata.

Ora vedo un uomo nuovo, il vecchio ha fatto strada a un uomo cosciente di far parte di una elite che farà la storia.

Un uomo che non ha paura di quello che potrà succedere, il Progetto è talmente importante che passa tutto in secondo piano.

Un uomo orgoglioso di poter costruire per sé e per gli altri la possibilità reale di una nuova vita.

Un uomo orgoglioso di consegnare a tutto il genere umano la speranza reale di un futuro che sarà difficile ma pieno di prospettive.

 
 
 
 
 

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