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"Satira delle donne" di Semonide di Amorgo. Trad. di A.Aloni.

Post n°2 pubblicato il 16 Marzo 2011 da tricarico.anna

Nei 118 trimetri giambici della cosiddetta "satira delle donne", ricorrendo al tradizionale stile catalogico Semonide elenca vari tipi di figura femminile e ne mette in risalto i difetti attraverso il confronto con un animale o con un elemento naturale.

Diversa il dio fece l'indole della donna,

al principio. L'una dalla scrofa dalle setole lunghe:

tutto nella sua casa è sudicio di brago,

giace in disordine e rotola a terra;

lei, senza lavarsi, in vesti sordide,

nel letale siede e ingrassa.

Un'altra il dio la fece dalla volpe maligna:

donna esperta di tutto; nè dei mali

nè dei beni, nulla le sfugge;

di questi infatti uno lo chiama spesso male,

e l'altro bene; e la disposizione è ogni volta diversa.

Quella della cagna, malvagia tutta sua madre,

che tutto vuole sentire e sapere,

dappertutto perlustra, e vagando

latra, anche se non c'è anima in vista.

E non smetterebbe neppure con le minacce,

neanche se adirato le spezzassi con un sasso

i denti, e neanche dicendole parole di miele,

e neanche se si trovasse seduta accanto agli ospiti;

invece senza posa continua l'inutile gridare.

Una gli Olimpi la plasmarono di terra,

e la diedero all'uomo malfatta: nè del male

nè del bene ha idea questa donna;

fra tutti i lavori conosce solo il mangiare.

E quando il dio manda un cattivo inverno,

tutta gelata tira lo sgabello più presso al fuoco.

Un'altra dal mare, e ha due indoli diverse:

un giorno ride ed è tutta lieta,

e la loderebbe un ospite che la vedesse in casa:

"non c'è donna migliore di questa

nè più bella in tutto l'universo".

Ma un altro non si può sopportare nè di guardarla,

nè di andarle vicino; e allora è furente

e inavvicinabile come una cagna che difende i cuccioli.

Implacabile e odiosa con tutti,

è uguale con i nemici e gli amici.

Come il mare spesso è tranquilla,

non fa danni, è grande gioia per i marinai

nel tempo estivo; ma spesso si infuria,

si agita con onde che rimbombano cupe.

Al mare soprattutto assomiglia questa donna

nell'ira, chè mutevole è l'indole del mare.

Un'altra dall'asina adusa alle botte;

quella con le minacce e con gli insulti in qualche modo

si rassegna a tutto, e lavora

abbastanza; e intanto mangia in un cantuccio,

notte e giorno, e poi mangia anche presso il focolare.

E fa lo stesso per le faccende d'amore:

si prende come amante chiunque venga.

Un'altra dalla donnola, razza miserabile e sciagurata;

in lei nulla è bello nè desiderabile,

nulla è amabile nè gradito;

a letto e nell'amore non ha arte,

e riduce alla nausea l'uomo che la...naviga.

Con i furti fa gran danni ai vicini,

e spesso mangia le offerte prima di sacrificarle.

Un'altra nasce dalla cavalla delicata bellacriniera,

rifiuta lavori umili e fatica,

non toccherebbe macina, neppure lo staccio

solleverebbe, non spazzerebbe l'immondizia da casa,

per paura della cenere neppure al focolare

si siederebbe. Ma l'uomo lo costringe a prenderla:

ogni giorno si lava dallo sporco

due volte, anche tre, si cosparge di profumi,

porta sempre i capelli acconciati,

lunghi e coronati di fiori.

A vederla, questa donna è uno spettacolo

per gli altri, per chi ce l'ha è una rovina,

a meno che non sia tiranno o re,

chè questi godono nell'animo per tali cose.

Un'altra è dalla scimmia; senza dubbio è questo

il male peggiore che Zeus inflisse agli uomini.

Orrendo il volto, questa donna

va per la città oggetto di riso per tutti gli uomini;

collo corto, mosse sgraziate,

niente sedere, solo gambe. Ahi, sventurato l'uomo

che abbraccia un simile orrore;

ma lei conosce ogni arte e atteggiamento,

come la scimmia, e del riso altrui se ne cale;

non è capace di far del bene, ma solo a ciò pensa,

e perciò tutto il giorno s'arrovella:

come e perché possa fare il più gran male.

Un'altra la fece dall'ape; quando la trova uno è fortunato;

a lei sola non si accompagna biasimo,

fiorisce grazie a lei, e prospera la casa,

invecchia amata con l'amato marito,

la prole è bella e ammirata.

E ammirabile ella diviene fra le donne

tutte, e divina grazia la circonda.

E non si compiace a sedere con le donne

quando fanno discorsi d'amore e di letto.

Tali donne graziosamente dona agli uomini

Zeus: esse sono le migliori e le più sagge.

 
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