Creato da lucano9 il 29/01/2015
Lucano che racconta storie di Lucania e Lucani. Bancario, guida turistica e animatore culturale. Ho una e-bike che mi aiuta a vivere. Sposato con Laura e padre di Antonella e Nicoletta. Mi piace descrivere emozioni, condividere luoghi e attimi. Amo i viaggi lenti. Più che citazioni di altri tento di costruire le mie. Insomma un sensibilone!

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Memoria e Memorie

Post n°1 pubblicato il 29 Gennaio 2015 da lucano9
 

Non finiva mai di bruciare questo enorme ceppo che avevo messo dalla mattina nel grande camino. Questi sono i giorni della "merla" ed è proprio vero, sono i giorni che, non danno scampo al vento di tramontana, al gelo, alla neve. Puntuale il gelido inverno ed oggi mercoledì 27 gennaio 1982, sono al cospetto di una vita vera, vissuta con grande intensità, passando per due guerre, per un lungo viaggio verso l'America, ritornando qui e di sicuro morendo qui. Quando partii, nel lontano 1920, sputai la terra che calpestavo e quando misi piede sulla quella grande nave, la "Perugia" al molo Beverello di Napoli, credetti davvero di aver smesso di stare coi piedi su zolle che non volevo più vangare. Da allora di fatto, non le vangai mai più! Fu mio fratello Michele, partito qualche anno prima, che mi sistemò! Lui era già diventato Mike! Mike Avigliano nella sanguinosa Chicago degli anni '20. Lo capii appena arrivai. Mi bastò andare con lui in qualche stamberga per intuire in che razza di giro si era ficcato. Capii subito che qui non era Vaglio e divenni presto muto e sordo cosa che fra l'altro mi faceva molto comodo all'occorrenza, far finta di non conoscere quella stranissima lingua dove il pane si chiamava "bred" e il latte "milc". Qui era peggio, molto peggio,  di quanto avevo visto al fronte della Grande Guerra. Lì combattevi un nemico con un'altra divisa e un altro elmo, qui ti dovevi difendere da traditori, ruffiani e puttane. Fra le tante, mi torna ancora in mente quella volta quando quel bandito di Mike, bello, sempre elegante, moro e dagli occhi azzurri, per scampare ad un agguato, si finse morto facendo pubblicare addirittura annunci necrologici ed io credetti davvero che avesse fatto una brutta fine, ma proprio quando il dolore stava facendo spazio alla rassegnazione, me lo ritrovai come un Cristo risorto più vivo che mai. Continuò a nascondersi per mesi fino a quando chi lo braccava fu braccato!  Ad onor del vero però fu grazie a lui che a me gli affari andarono bene anzi di più! Mi aiutò ad avviare una piccola tintoria cedetti, quando tornai, la più grande lavanderia di Chicago. Ma arrivò il giorno che dovetti scappare da quel posto. Tutto all'improvviso cambiò. Francesca, mia moglie,  diede alla luce Antonia una bimba meravigliosa che smise di essere bimba a quattro anni. Noi tornammo qui non ce la potevamo fare, Francesca non ce la poteva fare è così fu! Lasciammo lì Antonia in un ordinato campo verde. Noi non tornammo mai più da lei. Al paese tornammo con un grande dolore ma da ricchi americani. Qui, mi vestivo da americano,  avevo una casa da americano e nonostante però,  pensassi americano e fantasticassi americano, quando mi affacciavo al balcone non vedevo un fottuto americano. Qui non sentii mai più  uno strombazzare di auto come sulla Michigan Avenue, mai più il rumore delle rotaie dei tram e mai nessuno che mi abbia detto più: Good Morning Mr. Avigliano, how are you? Sono Antonio Michele Avigliano classe 1898 e qui sono conosciuto come Iuccio u' merican! Eppure tutto ebbe inizio con quella maledetta Guerra e quel richiamo alle armi appena diciassettenne che mi portò via amore e sogni, ma quella è un'altra storia... Buongiorno 27 gennaio 2015 giorno di memoria e memorie

 
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