Creato da gratiasalavida il 09/09/2007

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Senza fine

Post n°2220 pubblicato il 21 Novembre 2014 da gratiasalavida
 

Eternit.

La fortuna del materiale, oltre che nella resistenza del medesimo, risiedeva nel nome.

Eternit.

A evocare, oltre la fisica, qualcosa che sopravvive all'uso contingente.

Connotato di eternità.

In grado di durare indefinitamente.

Come resistere all'impatto travolgente di una promessa di eternità?

Infatti gli anni del miracolo economico furono i medesimi anni della fortuna inossidabile

dell'Eternit. Inossidabile come la promessa intrinseca di una durata indefinita.

Eternit ovunque, allora.

Eternit nei tetti, nelle cisterne, nelle tubature, Eternt nei rivestimenti degli edifici.

Eternit ovunque.

Con la promessa di una durata indefinita.

Promessa mantenuta, purtroppo.

L'Eternit sopravvive all'uso/abuso che se n'è fatto.

Quando il numero delle morti intervenute tra gli operai addetti alla lavorazione del

materiale cominciò a superare di gran lunga la soglia entro la quale si può ragionevolmente

pensare a una coincidenza fortuita, quando fu chiaro che le fibre e le polveri del materiale

erano, se inalate anche in piccole quantità, strettamente collegate all'insorgere di

mesoteliomi, asbestosi e neoplasie polmonari, la rincorsa all'utilizzo dell'Eternit fu

rimpiazzata dalla rincorsa allo smantellamento dell'Eternit.

Via dai tetti, via dai rivestimenti, via dalle cisterne.

Da eliminare, sostituire, da smantellare. Dappertutto.

Era ovunque, tuttavia.

La bonifica è stata lunga e sofferta, ed è tuttora in corso.

Il problema è lo smaltimento.

Ardua impresa, lo smaltimento di un materiale destinato a durare.

A durare.

A durare indefinitamente.

E dura, purtroppo.

E rispunta sempre fuori.

Riciccia come i funghi.

Lo si elimina dal soffitto e lo si ritrova nelle discariche.

Per lo più abusve.

In tutta la sua esiziale durevolezza.

Eternit: come l'eternità.

Eternit senza fine.

La fine, invece, l'hanno conosciuta, e dopo intensa sofferenza, quanti furono addetti alla

lavorazione del materiale, poi incorsi in patologie dai nomi difficili, di quelle che non lasciano

sperare in una guarigione..

La fine l'hanno subita, e con sofferenza, quanti hanno visto morire, uno dietro l'altro, i loro

congiunti.

Si è scritta la parola fine anche per il reato di disastro ambientale provocato dall'Eternit: la

Corte di Cassazione l'ha dichiarato prescritto e ha annullato le condanne comminate e i

risarcimenti per le parti civili.

La fine.

L'Eternità.

I poli dialettici di un percorso metafisico.

I poli dialettici di una vicenda che lascia l'amaro in bocca.

Quanti hanno precocemente incontrato la fine, a causa di un materiale che prometteva

l'eternità, non hanno avuto giustizia.

A corollario di una vicenda che lascia l'amaro in bocca, mi viene da pensare a chi ha avuto

parte in causa nella vicenda, in qualità di amministratore delegato della casa produttrice del

materiale.

La sua vicenda processuale si è conclusa per prescrizione.

Mi pongo una domanda.

Mi chiedo se il presunto responsabile non più responsabile in virtù della prescrizione abbia

mai riflettuto sull'idea dell'eternità.

Gli auguro di non riflettere mai sull'idea dell'eternità.

Potrebbero venirgli in testa brutti, bruttissimi pensieri.

 

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Commenti al Post:
red67ag
red67ag il 22/11/14 alle 18:33 via WEB
Forse questa sentenza scandalosa e criminale rispecchia il nostro tempo dove il denaro conta più di tutto e il lavoro e i lavoratori non contano niente!! Il liberismo sta smantellando i pilastri del mondo del lavoro....per me le due cose sono collegate. Ciao Cinzia il tuo post è da divulgare...
 
 
gratiasalavida
gratiasalavida il 04/12/14 alle 18:20 via WEB
Grazie, Red...
 
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Tutti i diritti sono riservati.

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di questo blog e dei testi che vi sono quotidianamente

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